
16/09/2025
MI SACRIFICO SEMPRE PER GLI ALTRI. PERCHÉ LO FACCIO?
Se leggendo questo articolo noti almeno cinque delle seguenti caratteristiche c’è un’alta probabilità di aver sviluppato lo schema dell’autosacrificio:
le persone normalmente si rivolgono a me per chiedere aiuto o consiglio;
tendo a pensare agli altri piuttosto che a me stesso;
lascio perdere ogni cosa se qualcuno vicino a me ha bisogno del mio aiuto;
dò più agli altri di quanto ricevo in cambio;
faccio le cose per gli altri piuttosto che lasciare che si sforzino di farle da soli;
se qualcuno mi chiede qualcosa mi sento colpevole se rispondo di no;
mi capita di sentirmi stanco e oberato dalle cose che devo fare per gli altri;
trovo difficile vedere qualcuno che soffre emotivamente;
raramente esprimo i miei sentimenti e i miei bisogni agli altri;
mi sento egoista a mettere i miei interessi davanti a quelli degli altri;
ho la sensazione di non fare mai abbastanza e mi sento in colpa.
Lo schema dell’autosacrificio può sembrano uno schema positivo ma in realtà non è così.
Le persone che presentano tale schema sacrificano se stesse e provano sentimenti di colpa e di rabbia quando i loro bisogni non vengono soddisfatti.
Tali emozioni non espresse spesso possono sfociare in disturbi psicosomatici. Infatti tali pazienti manifestano una sintomatologia psicosomatica come mal di testa, disturbi gastrointestinali, dolori cronici o affaticamento.
COME DISINESCARE LA TRAPPOLA DELL’AUTOSACRIFICIO
Attraverso la psicoterapia si rende il paziente consapevole che l’autosacrificio non è affatto qualcosa di buono; la persona viene sensibilizzata sulla sproporzione tra “il dare e l’avere”, mettendo in luce la mancanza di equilibrio tra ciò che il paziente dà alle persone significative e quello che invece riceve da loro. Imparerà a esprimere e soddisfare i propri bisogni a stabilire dei limiti senza sentirsi in colpa. Imparerà a dare valore a se stessi tanto quanto né danno agli altri.