Marco Ferrara Fisioterapista

Marco Ferrara Fisioterapista Il corpo cerca l’armonia e coglie ogni opportunità per liberarsi da un utilizzo inadeguato.

Guerriere palermitane! 🤗👏🏻👏🏻👏🏻
28/09/2025

Guerriere palermitane! 🤗👏🏻👏🏻👏🏻

28/09/2025

Grazie alla Dottoressa Alessia Calandra ieri ho potuto condividere una bellissima giornata, un esperienza ricca di confronti tra professionisti della salute che credono nella Medicina Integrata e nella forza della rete, a beneficio di tutti noi.
🤗

Non per nulla Madre Natura ci ha fornito del muscolo più grande del corpo appunto per tenere a bada la tendenza all’iper...
27/09/2025

Non per nulla Madre Natura ci ha fornito del muscolo più grande del corpo appunto per tenere a bada la tendenza all’ipercifosi: il gran dorsale. Purtroppo in pochi lo utilizzano adeguatamente per ottimizzare l’equilibrio della colonna, il più delle volte tenuta “dritta” dai muscoli “sbagliati”, che ne irrigidiscono la struttura inibendone la naturale elasticità.

Lo ripeto da oltre trent’anni: bere poco e spesso. 😅
26/09/2025

Lo ripeto da oltre trent’anni: bere poco e spesso. 😅

A new study from Liverpool John Moores University reveals that drinking too little water can significantly increase stress levels in the body. Researchers found that people consuming only 1.5 liters of water a day experienced cortisol levels over 50% higher during stress. Cortisol is the body’s primary stress hormone, and when elevated, it can strain both the brain and heart. This heightened response may increase the risk of heart disease, depression, and other long-term health issues. Staying hydrated is therefore more than comfort — it’s a key factor in protecting mental and physical health.

Sono assolutamente d’accordo.Per chi non mi conosce, lavoro come fisioterapista libero professionista da trentacinque an...
24/09/2025

Sono assolutamente d’accordo.
Per chi non mi conosce, lavoro come fisioterapista libero professionista da trentacinque anni, in totale autonomia ma sempre in contatto con tutti gli specialisti di riferimento, in particolar modo, appunto, con fisiatri di fiducia. 🤗

MANIFESTO – FISIATRIA & FISIOTERAPIA: INSIEME È RIABILITAZIONE.

Due strade, un orizzonte. Per i pazienti, insieme.

PERCHÉ SIAMO QUI

Quante volte abbiamo visto pazienti perdersi in un mare di confusione? Chi va dal medico di base, chi dall’ortopedico, chi dal fisiatra, chi dal fisioterapista.. e chi, purtroppo, finisce nelle mani sbagliate: figure non sanitarie che si appropriano di parole, competenze e promesse che non gli appartengono.

Il risultato?

Percorsi lunghi, a volte inutili. Tempo e soldi sprecati. Pazienti che smettono di fidarsi. E, peggio, diagnosi tardive.

Noi vogliamo cambiare questa storia. Non perché ci sentiamo migliori, ma perché abbiamo scelto la responsabilità di prenderci cura delle persone.

FISIATRIA E FISIOTERAPIA: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Il fisiatra è il medico che sa leggere il quadro clinico complessivo: fare diagnosi medica, individuare patologie, prescrivere esami e trattamenti, intervenire con procedure quando servono.

Il fisioterapista è il professionista sanitario che trasforma quel quadro in movimento: valuta la funzionalità, progetta e attua il percorso riabilitativo, accompagna il paziente nella quotidianità, giorno dopo giorno.

Sono due ruoli diversi.
Sono due responsabilità distinte.
Ma hanno un destino comune: se non lavorano insieme, il paziente non guarisce davvero.

BASTA MODELLI DEL PASSATO

Per anni la relazione tra fisiatra e fisioterapista è stata raccontata come verticale: il medico che ordina e prescrive, il fisioterapista che esegue.
Un’immagine che oggi non rispecchia più la realtà della cura.

Oggi scegliamo un modello paziente-centrico, in cui l’interesse della persona viene prima delle categorie.

Quando serve una diagnosi medica e/o un esame diagnostico, il riferimento è il fisiatra; quando serve un inquadramento clinico-funzionale e/o un percorso riabilitativo, il riferimento è il fisioterapista.

E sempre più spesso, queste competenze si intrecciano: si valuta insieme e si cura insieme.

Da qui nasce la nostra alleanza: un rapporto orizzontale, paritario e fondato sulla responsabilità condivisa.

COSA VOGLIAMO COSTRUIRE

Non un’altra sigla, non un’associazione, non un sindacato. Non ci interessano le poltrone o le bandiere.

Vogliamo creare un contenitore culturale che parli chiaro a ai cittadini, che devono sapere a chi affidarsi, ai medici di medicina generale, che devono orientare correttamente i pazienti, agli specialisti e ai colleghi, che devono riconoscere ruoli e confini senza zone grigie.

Un contenitore che non sia solo parole, ma esempi concreti: articoli co-firmati, rubriche con doppia voce, casi clinici raccontati a due mani, percorsi spiegati passo dopo passo.

L’OBIETTIVO PIÙ GRANDE

Il nostro sogno è semplice ma rivoluzionario.
Creare un network trasparente e reale.
Un sistema dove un cittadino, partendo dal suo medico di base, possa trovare subito e senza dubbi: il fisioterapista di riferimento, il fisiatra di riferimento, e, quando serve, gli altri specialisti.

Un percorso lineare, sicuro, protetto dagli abusivi. Un percorso in cui nessuno perde tempo, nessuno si sente abbandonato, nessuno cade nelle mani sbagliate.

Non siamo qui per difendere interessi personali, ma per affermare un principio semplice: la salute merita chiarezza e collaborazione vera.

LO SPIRITO CON CUI PARTIAMO

Non ci sono finanziamenti, non ci sono sponsor, non ci sono secondi fini. Questo è un progetto senza scopi di lucro, nato per passione e perché ci crediamo davvero.
Lo facciamo gratis, lo facciamo nel nostro tempo libero, lo facciamo perché sappiamo che è giusto.

LA PROMESSA CHE CI FACCIAMO

Da oggi in poi vogliamo che le persone possano dire:
«So chi è il mio fisiatra.»
«So chi è il mio fisioterapista.»
«So a chi rivolgermi, senza confusione.»

Se ci riusciremo, avremo fatto la differenza.

CONCLUSIONE

Fisiatria & Fisioterapia non è un progetto per pochi, ma un movimento culturale che vuole cambiare il modo in cui si pensa la riabilitazione in Italia.

Non ci interessa discutere “chi comanda”: ci interessa costruire, spiegare, educare, accompagnare. Perché la vera cura non nasce dalla competizione, ma dalla fiducia reciproca.

Questo è il nostro manifesto.
Questo è l’inizio.
Se oggi posiamo il primo mattone, domani potremo guardare indietro e dire: abbiamo costruito ciò che mancava.

E ogni mattone successivo saranno le vostre storie: esempi di collaborazione tra fisiatra e fisioterapista che hanno fatto la differenza. Raccontatele: sono la prova che insieme è davvero riabilitazione.

Hai mai visto un percorso in cui fisiatra e fisioterapista hanno lavorato insieme con successo?

Sei un professionista che collabora già in modo virtuoso con un collega dell’altra disciplina?

Sei un paziente che ha sperimentato sulla propria pelle i benefici di questa alleanza?

Condividi la tua storia nei commenti o scrivici in privato: saranno proprio queste testimonianze a dare forza al progetto e a diventare i primi mattoni della nostra casa comune.

Come amo ripetere, utilizziamo una percentuale irrisoria delle potenzialità del piede.Neanche gli equilibristi, seppur o...
22/09/2025

Come amo ripetere, utilizziamo una percentuale irrisoria delle potenzialità del piede.
Neanche gli equilibristi, seppur ottimizzino le connessioni ai piani alti, sfruttano appieno questa meraviglia.
Le uniche persone capaci di utilizzare il potenziale arcaico del piede sono quelle che a causa della focomelia, in mancanza delle mani dalla nascita, hanno tenuto vivo questo bagaglio genetico, imparando ad utilizzarlo al meglio.
Risvegliare anche una percentuale di tale tesoro, consente a chiunque di scoprire di quante meraviglie sia capace questo ennesimo capolavoro del nostro corpo, in strettissima connessione col nostro cervello, che ne garantisce le connessioni con tutti gli organi preposti ad ottimizzarne le performance. 🤗

È lunedì, ed è tempo di.. "Anatomia Spassosa! Esploriamo il corpo umano con un sorriso!" 😄

Oggi parliamo di una vera “linea di confine” del piede, nota a chirurghi, ortopedici e.. a chi ama i dettagli anatomici: l’interlinea di Chopart, o meglio articolazione trasversa del tarso!

Sembra il nome di un taglio di carne pregiato, ma è in realtà una linea articolare fondamentale che separa due blocchi ossei del piede.

Chopart non era un calzolaio, ma un chirurgo francese del XIX secolo.. e ci ha lasciato questa linea che ancora oggi ci aiuta a capire, curare e operare il piede!

Cos’è e dov’è?

L’interlinea di Chopart è l’articolazione che divide il mesopiede (parte centrale) dal retropiede (zona posteriore del piede). È formata da due articolazioni principali: articolazione talo-navicolare e articolazione calcaneo-cuboidea.

In pratica da un lato abbiamo astragalo e calcagno, dall’altro scafoide e cuboide. E Chopart.. sta in mezzo!

Cosa fa?

Questa linea articolare permette al piede di adattarsi alle superfici, assorbire le rotazioni ed essere flessibile nella camminata e nella corsa.

È fondamentale nei movimenti di pronazione e supinazione del piede.

Curiosità divertente

Se il piede fosse un libro, Chopart sarebbe la piega centrale: quella che ti permette di aprirlo bene senza strapparlo! E sai una cosa? In passato veniva utilizzata per amputazioni “alte” del piede, perché consente di salvare buona parte del retropiede!

Funzionamento buffo

Immagina di avere un telecomando flessibile con due tasti che ruotano: uno per spingere il piede all’interno, uno per spingerlo all’esterno.. e la linea di Chopart è la cerniera centrale che permette a tutto di muoversi!

Nella vita di tutti i giorni

Quando fai un cambio di direzione improvviso, un salto e atterri male, una rotazione del piede sul terreno.. stai chiedendo collaborazione proprio a lei: la linea di Chopart.

Parole complicate, spiegate semplici

Retropiede: tallone e astragalo.
Mesopiede: parte centrale (cuboide, scafoide, cuneiformi).
Linea di Chopart: linea articolare tra retropiede e mesopiede.
Talo-navicolare: tra astragalo e scafoide.
Calcaneo-cuboidea: tra calcagno e cuboide.

Come può soffrire?

Traumi articolari: distorsioni, lussazioni.

Artrosi: invecchiamento articolare precoce nei piedi molto pronati.

Rigidità o instabilità: nei piedi piatti o cavi.

Dolore plantare mediale: sovraccarico della zona del mesopiede.

Fratture miste o complesse in pazienti con traumi ad alta energia (es. moto, cadute).

Momento educativo leggero

Il movimento del piede non è solo “su e giù”! C’è un mondo di articolazioni trasversali, rotazioni e assorbimento! Esercizi di equilibrio, mobilità del mesopiede e consapevolezza del passo sono fondamentali per proteggere Chopart e amiche!

Curiosità scientifica

L’interlinea di Chopart è fondamentale in ortopedia perché rappresenta un “piano naturale” per amputazioni parziali, protesi e resezioni tumorali.

È strettamente correlata con l’articolazione di Lisfranc (che invece separa mesopiede e avampiede).. insomma, il piede è un puzzle sofisticato!

Conclusione con sorriso

Dalla linea di Chopart in giù.. ogni passo è una sinfonia biomeccanica! E anche se non la vedi, questa articolazione lavora ogni giorno per farti camminare, correre, saltare.. o semplicemente stare in piedi.

Quindi oggi, mentre metti le scarpe, mandale un pensiero: grazie, Chopart, per ogni rotazione elegante che ci regali! 😅

Ci vediamo lunedì prossimo per una nuova esplorazione.. sempre con il sorriso! 🤗

Sabato prossimo sarò ospite di questo primo evento, grazie alla fiducia della Drssa Alessia Calandra. 🤗
21/09/2025

Sabato prossimo sarò ospite di questo primo evento, grazie alla fiducia della Drssa Alessia Calandra. 🤗

Un vero allenamento funzionale dovrebbe appunto preparare il corpo ad affrontare in maniera adeguata le attività quotidi...
17/09/2025

Un vero allenamento funzionale dovrebbe appunto preparare il corpo ad affrontare in maniera adeguata le attività quotidiane più pesanti.
👏🏻👏🏻👏🏻

🔥 Il paradosso del “funzionale” 🔥
Ci spacchiamo di slitte, corde e martelli in palestra come se fossimo operai di un cantiere… e poi passiamo il resto della giornata seduti, fermi, immobili.
Chiamiamo “allenamento funzionale” ciò che nella realtà non ci serve più, perché la nostra vita quotidiana è tutto fuorché funzionale.

💡 E allora la domanda è: a cosa ti stai preparando davvero?
A spingere un carico in palestra o a vivere meglio ogni singolo giorno?
Perché la verità è questa: puoi imitare un facchino per un’ora, ma se le altre 23 le vivi da sedentario, non stai allenando il corpo alla vita reale, stai solo facendo finta.

👉 Il vero funzionale non è ti**re corde legate a un pneumatico, è portare la spesa a casa senza distruggerti la schiena.
Non è solo fare il farmer walk con i manubri, è muoverti di più ogni volta che puoi.
Non è “simulare” lavoro, è rimettere il corpo al centro della vita.

Forse dovremmo smettere di idolatrare il gesto “figo” in palestra e iniziare a chiederci: quanto movimento reale c’è nelle mie giornate?

❓Tu che ne pensi: l’allenamento funzionale è davvero funzionale… o solo scenografia da un’ora al giorno?

In merito alle correzioni auspicate dai video/post allarmistici, o da sedicenti “prescrittori, reagisco in modo categori...
10/09/2025

In merito alle correzioni auspicate dai video/post allarmistici, o da sedicenti “prescrittori, reagisco in modo categorico: “il nuotatore più forte di tutti i tempi ha la scoliosi!”.
Quanto alle gambe asimmetriche, secondo alcuni dei migliori ortopedici al mondo, fino a 2,5 cm di reale differenza, meglio lasciar fare a Madre Natura che intervenire.
Il resto è patetico business, che lascio a gente più furba del sottoscritto.

MOVIMENTO E VARIABILITÀ: PERCHÉ NON TUTTO VA CORRETTO

Qualche giorno fa ricevo in studio una signora di 72 anni. Mentre si gira per appendere la borsa, noto subito una scapola alata, evidente soprattutto in abduzione.

Mi preparo a testare, misurare, osservare.. ma prima di tutto voglio capire. Durante la chiacchierata iniziale scopro che non lamenta alcuna limitazione funzionale, nessun dolore, nessuna perdita di forza.

“Allora perché è qui?” le chiedo.

Sorride e risponde: “Esteticamente non mi è mai piaciuta. Ce l’ho da quando ero ragazza. Ma adesso, dopo aver letto su internet che forse si può correggere, o almeno migliorare, mi è venuta voglia di provarci. Ho persino visto video di persone che si fanno “scrocchiare” per il mio problema!”

Ecco il punto.

In un mondo saturo di video sensazionalistici, dove ogni gamba più corta di due millimetri viene scambiata per un’anomalia da “scrocchiare” e riportare in asse, anche una condizione asintomatica e stabile da mezzo secolo può improvvisamente sembrare un “problema” da risolvere. 😓

Ma siamo sicuri che tutto ciò appare diverso e che si muove in modo diverso vada aggiustato?

È da questa storia, semplice ma significativa, che parte il post di oggi.

Un post ispirato anche dalle parole, sempre taglienti, ma sorprendentemente lucide, di Adam Meakins, fisioterapista sportivo e fondatore di The Sports Physio. Adam, smontando miti e convinzioni rigide, ci ricorda che la funzione conta più della forma, e che pensare in modo critico è più utile che inseguire modelli ideali.

Perché prima di correggere, forse è il caso di osservare. E prima di aggiustare, forse è il caso di capire se c’è davvero qualcosa di rotto. 😅

“Si muove in modo strano, quindi va corretto?”

Questa provocazione, semplice solo in apparenza, ci spinge a riflettere su un’abitudine diffusa nella pratica clinica: quella di trasformare ogni variazione motoria in un problema da aggiustare.

QUANDO LA DIFFERENZA DIVENTA SOSPETTO

Nel mondo della riabilitazione, è sempre più frequente osservare con sospetto ogni asimmetria, ogni deviazione dal modello biomeccanico “perfetto”.

“Quella scapola sporge troppo.”
“Il piede pronato va raddrizzato.”
“Il bacino è ruotato, bisogna riallinearlo.”
“Il gesto è scorretto, serve un lavoro di controllo motorio.”

Ma davvero tutto ciò che si muove “diverso” va corretto?

LA VARIABILITÀ È VITA, NON ERRORE

Una spalla che si muove fuori asse.
Un piede che cede in pronazione.
Un bacino che oscilla più da un lato.
Una scapola che “non segue il ritmo”.

Nel contesto clinico, queste osservazioni possono sembrare red flags. Ma il corpo umano non è simmetrico. Non è progettato per muoversi in un solo modo, e soprattutto non è stato creato per piacere ai nostri test posturali.

Siamo macchine biologiche, non geometrie da squadrare.

COSA CI DICE LA LETTERATURA?

La variabilità motoria è presente anche in soggetti sani e asintomatici.

La discinesia scapolare, la pronazione del piede o l’asimmetria pelvica non sono predittori affidabili di dolore.

Gli atleti d’élite mostrano differenze strutturali e funzionali evidenti, senza disfunzioni.

Il dolore è multifattoriale, non biomeccanico in senso stretto.

CORREGGERE NON SEMPRE SERVE. A VOLTE FA DANNI.

Quando iniziamo un percorso “correttivo” in assenza di dolore o limitazione, rischiamo di indurre ipervigilanza, alimentare la paura del movimento, creare dipendenza dal fisioterapista, rallentare il ritorno alla funzione reale.

Il messaggio non esplicito che passa al paziente è: “Ti muovi male. Il tuo corpo è sbagliato. Serve aiuto per funzionare.”

Ma se il corpo si muove in modo diverso, e quel modo funziona, allora quel corpo sta facendo il suo lavoro.

COSA OSSERVARE, DAVVERO

Le domande cliniche più utili non sono “cosa vedo?” “cosa sento?”, ma queste.

La persona ha dolore?
Ha limitazioni funzionali?
Esiste una disfunzione clinicamente rilevante?
Sta peggiorando o migliorando?
Cosa desidera ottenere?

IL RISCHIO DELLA “FISIOTERAPIA DEL SOSPETTO”

Se ci abituiamo a cercare problemi ovunque, rischiamo di trasformare la valutazione in una caccia all’anomalia. Ma il movimento umano è adattamento, contesto, efficienza, non perfezione biomeccanica.

Riabilitare non significa raddrizzare.
Significa restituire funzione, ridurre dolore, offrire strumenti concreti.

IL MESSAGGIO FINALE

A volte, l’asimmetria è una strategia. A volte, la pronazione è una compensazione utile. A volte, una spalla “strana” è la soluzione più efficace che il corpo ha trovato per evitare il dolore.

Non tutto ciò che è diverso va corretto.
Non ogni deviazione è una disfunzione.
Non ogni corpo vuole essere aggiustato.

E forse, la fisioterapia più efficace non è quella che cerca di riportare tutto alla norma, ma quella che accetta la complessità e valorizza ciò che funziona.

Perché a volte, la cosa più intelligente che possiamo fare per un corpo.. è lasciarlo in pace. 🤗🫶

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Via Rosolino Pilo, 36
Palermo
90139

Telefono

091328535

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Chi sono

Pratico la libera professione come fisioterapista da circa ventotto anni, proponendo un mio personale approccio, basato sulle mie esperienze di studio avute, principalmente, fuori dall'Italia.

La passione per la mia professione è nata dall'esperienza diretta col trauma e dall' istintiva voglia di superarne le conseguenze psico-fisiche, poiché sono fermamente convinto che, per quanto possa sembrare avvilente, l'esperienza traumatica ci conceda l'opportunità di confrontarci con la nostra vera natura, riuscendo, così, a metterci in relazione con la parte più profonda del nostro essere, quella appunto in grado di farci decidere come reagiremo alle esperienze negative.

Il corpo è in grado di reagire ai traumi in maniera funzionale, basti pensare a quante volte ci siamo "sbucciati le ginocchia" da bambini; purtroppo la nostra cultura ci ha abituati a delegare anche questo compito, motivo per il quale, il più delle volte, sentiamo il bisogno di un aiuto, di un catalizzatore in grado di focalizzare la nostra capacità di reazione; è questo il compito di un terapeuta, una figura in grado di assumersi la responsabilità di questo ruolo, che faccia prendere coscienza delle proprie capacità latenti a quanti, coraggiosamente, si rivolgeranno a lui per affrontare positivamente sia le proprie esperienze traumatiche che i disagi del quotidiano che li affliggono.