Psicologia e Benessere

Psicologia e Benessere Un angolo divulgativo, di scambio di informazioni e di suggerimenti, di incontro/confronto. Una pagina gestita da una psicologa e psicoterapeuta CBT.

01/08/2024

“Dietro una persona
piena di rabbia
prima ancora dell'urlo
c'è un abbraccio di meno
un occhiolino contrario
c'è un bacio non stampato bene
una presenza appassita
o un'assenza piena,
prima di combattere quella rabbia
potremmo amare quel vuoto

dietro il terrore del buio
non c'è un uomo pauroso
ma un'infanzia senza abat-jour

dietro una persona
colma di insicurezze
prima ancora del suo dubbio
c'è una pacca sulle spalle non ricevuta
non c'è stato un “stai andando bene, mi fido di te”
manca la forza degli altri come regalo,
c'è un isolamento forzato
o una solitudine esile,
prima di giudicare
potremmo abbracciarla più forte

dietro la paura di amare
non c'è un uomo senza cuore
ma un incantesimo preso a calci

dietro una persona
dannatamente fragile
prima ancora della debolezza
si nasconde una guerra lunga e stancante,
prima di deriderlo
potremmo stargli accanto, unirci in battaglia”.

[Gio Evan]

Illustrazione di Lisa Aisato

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26/02/2024

👀 Perché la presunta separazione dei Ferragnez ci interessa così tanto?

Relazioni parasociali
Migliaia di persone commentano post e storie dei Ferragnez con toni confidenziali. Questo rapporto speciale con una celebrità si chiama relazione parasociale, una relazione unidirezionale in cui da parte nostra c’è interesse, investimento emotivo e di tempo mentre dall’altra c’è la totale inconsapevolezza della nostra esistenza. Grazie ai social le relazioni parasociali sono sempre più diffuse: le celebrità condividono gran parte della loro vita online, creando un "senso di intimità artificiale" e un legame emotivo basato sulla proiezione di ciò che abbiamo bisogno essi siano per noi in quel momento.

Il mito del “E vissero felici e contenti”
La cultura occidentale ci porta ad attribuire grande valore all’amore monogamo e romantico e a idealizzare le relazioni durature. Quando vediamo negli altri realizzarsi questo “sogno d’amore” (influenzati dall’immagine mostrata sui social) pensiamo “ allora il vero amore esiste!”. Quando scopriamo che la coppia felice è scoppiata, rimaniamo turbati o proviamo tristezza.

Anche i ricchi piangono (come noi)
I personaggi famosi che seguiamo rappresentano molti dei nostri obiettivi più ambiziosi: sono attraenti, ricchi, di successo, cosa che secondo molti li renderebbe immuni ai problemi della vita. Quando scopriamo che anche loro vengono traditi, divorziano o si lasciano, li umanizziamo, li sentiamo più vicini.

Invidia
Molti dichiarano di non essere interessati ai Ferragnez commentando post che parlano dei Ferragnez. Una delle possibili cause è l'invidia, alla cui base ci sono sentimenti di mancanza, di rivalità e senso di inferiorità; Quando il mondo che invidiamo crolla, da inferiori ci sentiamo superiori e manifestiamo questa superiorità con atteggiamenti di svalutazione: “la vastità che me ne frega di quei due!”.

👉 https://www.stateofmind.it/2024/02/ferragni-fedez-lasciati-psicologia/

23/12/2023

Il soggetto deve poter vedere il suo peggio, tutto il suo peggio, il significante traumatico al quale è assoggettato. [...] Il paziente può chiedere all’analista la sua verità: “Dimmi,
qual è la causa del mio male? Chi è il responsabile del mio male?”. Ma l’analista è tenuto a fare quello che Tiresia fa con Edipo: “Sei tu! La causa del male che lamenti sei tu stesso!”. È sempre così, non c’è altra possibilità: l’analisi demolisce ogni illusione di innocenza del soggetto. Finché c’è convinzione di innocenza, non c’è soggetto analizzante. La rinuncia all’innocenza è la condizione basica per essere un analizzante.

Massimo Recalcati, “Legge, soggetto ed eredità. Lezioni veronesi di psicoanalisi", Mimesis Edizioni, Milano 2020.

SC

10/12/2023

Se hai un dolore fisico, non esiti a prenotare una visita medica.
Per esempio, se soffri di diabete fin dalla tenera età, sei considerato un guerriero, ti guardano con tenerezza quando prendi la tua dose di insulina e trovi comprensione nel prossimo.

Se hai un disagio psicologico, invece, sei portato a nasconderlo.
Per esempio, se soffri di depressione fin dalla tenera età, sei considerato un debole, ti guardano con occhi sgomenti se assumi farmaci antidepressivi e trovi giudizio nel prossimo.

Il disagio psicologico è accompagnato da un forte stigma sociale che talvolta coinvolge la stessa persona che ne soffre. Chi soffre di un qualsiasi disagio psichico, infatti, spesso si sente “debole” e trova conferme nella società.

Lo stigma è un termine complesso che include problemi di conoscenza (ignoranza o mis-informazione), di attitudine (pregiudizio) e di comportamento (discriminazione).

Le persone “etichettate” come “disturbate” perdono valore agli occhi del prossimo perché l’ignoranza suggerisce che la malattia mentale è qualcosa di diverso dalla malattia fisica.

Questo presupposto è del tutto errato e porta anche ad “auto-discriminazioni”: chi soffre di disagio psichico affronterà una serie di criticità legate alla “bassa stima di sé”.
In pratica, l’ignoranza porta a questa percezione: soffrire di una patologia della mente equivale a essere una persona che vale meno degli altri.

Una persona che ha un dolore fisico non esita a contattare un medico, una persona che soffre di un disturbo mentale decide di ricorrere alle cure solo dopo diversi anni dall’esordio dei sintomi precludendosi la possibilità del benessere.

Il VALORE delle persone con un disagio mentale NON E’ DIVERSO da quello di tutti gli altri, SANI O MALATI.

- Ana Maria Sepe -

Indirizzo

Palermo

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Who I am

Salve, mi chiamo Claudia La Rizza e da sempre ho avuto un profondo interesse per tematiche psicologiche e neuroscientifiche, unite ad una predisposizione verso l’Altro: aiutare l’Altro, comprenderne emozioni e bisogni, intuendo come il nostro modo di percepire influenzasse i nostri stati d’animo. Ho deciso così di assecondare questa passione e di farne un lavoro: dopo la laurea magistrale presso l’Università di Catania, avvenuta circa dieci anni fa, e l’iscrizione all’Albo, ho deciso di integrare la mia formazione con un corso di specializzazione quinquennale in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso l’Istituto Tolman, intraprendendo, inoltre, un percorso triennale di psicoterapia personale presso lo stesso istituto.

Ho inoltre seguito più di una cinquantina di eventi tra convegni, workshop, corsi di aggiornamento, oltre ad un corso di inclusione per ciechi, ipovedenti e il corso di mindfullness. Sono tuttora in costante aggiornamento e supervisione per il profondo senso di responsabilità che sento di avere nei riguardi del paziente.