30/09/2019
TESI SUL DYNAMIC BEAM
Dott Gabriele Lanzilotti, Dott.ssa Imma Chimienti. L'instabilità che stabilizza
Il Dynamic Beam nel trattamento delle scoliosi dolorose dell’adulto
https://www.facebook.com/OsteoChinesi/posts/oggi-vorrei-condividere-un-lavoro-di-ricerca-effettuato-da-una-mia-collega-nonch/1079014422285865/
Il Dott. Gabriele Lanzilotti, oggi vuole condividere un lavoro di ricerca effettuato dalla SUA collega nonchè carissima amica.Dott.ssa Imma Chimienti
L'instabilità che stabilizza
Il Dynamic Beam nel trattamento delle scoliosi dolorose dell’adulto
Descrizione del progetto
Questo lavoro nasce con l’obiettivo di alleviare la sintomatologia dolorosa in soggetti portatori di scoliosi dolorosa, attraverso l’utilizzo del Dynamic Beam (D.B.).
Il progetto sperimentale è stato svolto interamente presso lo studio “Progetto Salute” del prof. Rodolfo De Palma, a Canosa Sannita (CH), per un periodo di 6 mesi. Inizialmente erano state reclutate 10 soggetti, ma a causa del ritiro improvviso di alcuni solo 8 hanno preso parte alla raccolta dati; tra questi, in particolare, erano presenti 1 uomo e 7 donne, tra i 50/60 anni, aventi tutti un particolare comune: la scoliosi dolorosa. Ovviamente i soggetti sono stati divisi in un gruppo di osservazione e un gruppo di controllo per notare maggiormente le differenze tra un trattamento sul D.B. e un classico trattamento di ginnastica posturale.
Inoltre, le sedute si concentravano in 2 giorni a settimana, della durata di 40 minuti circa ciascuna.
L’iter di intervento prevedeva l’osservazione dei referti diagnostici e l’osservazione posturale statica; è stata somministrata una scala Vas ad entrambi i gruppi prima e dopo ogni singola seduta, un questionario, il Low Back Disability Index, all’inizio del trattamento e alla fine, e solo per chi usava il D.B. è stata registrata l’attività pressoria della muscolatura della schiena durante la pratica degli esercizi.
Il Dynamic Beam
Il Dynamic Beam nasce come trave instabile nel 2006.
Grazie all’instabilità, che comporta conseguentemente disequilibrio da parte del soggetto, viene stimolato il Sistema Tonico Posturale che elabora le informazioni e programma una risposta attraverso il sistema vestibolo-spinale, determinando così:
- Il rinforzo della muscolatura superficiale e profonda del rachide
- Il riequilibrio delle tensioni muscolo-legamentose
- Il miglioramento della mobilità del rachide nelle zone soprastanti e sottostanti la curva.
Inoltre, questa instabilità in decubito, annulla i compensi posturali memorizzati permettendo la formazione di un nuovo equilibrio e di conseguenza la rielaborazione dello schema corporeo, cosa che invece non succede in posizione ortostatica perché si compensa il disequilibrio con posture scorrette.
Questo viene permesso grazie alla stimolazione del fascio extrapiramidale, in particolare il sistema reticolo-spinale, che verrà rinforzato portando a un miglioramento della postura seduta dopo seduta.
Un’altra caratteristica di questo attrezzo innovativo, è la presenza di alcuni sensori, posizionati in prossimità di C7-T1, T12-L1, L5-S1, che hanno la possibilità di registrare la pressione esercitata dalla muscolatura sia a riposo che durante lo svolgimento degli esercizi.
Svolgimento
Prima ancora di iniziare la seduta, si chiedeva al soggetto di stendersi su di un tappetino e gli si somministravano delle domande le cui risposte non dovevano essere comunicate all’operatore. In particolare, gli si chiedeva, attraverso un processo di consapevolezza propriocettiva, di raccogliere informazioni sui contatti del tronco al suolo, di percepire le differenze di contatto tra i due emilati, le zone di dolore e tensione.
Successivamente, il soggetto si posizionava sul D.B. e iniziava la seduta.
Gli esercizi sono stati svolti tutti in maniera graduale e seguendo la regola del non dolore. Non sono stati trascurati gli esercizi di respirazione, eseguiti sia singolarmente che in accoppiamento con altri movimenti. Sono stati inseriti esercizi di coordinazione e propriocezione, per stimolare quanto più possibile il senso cinestesico e permettere la ricerca del nuovo equilibrio. Inizialmente gli esercizi venivano svolti in maniera lenta e controllata e successivamente in maniera più vigorosa. Altri esercizi di decompressione discale e riallineamento vertebrale, sono stati utili per permettere una maggior mobilizzazione del cingolo pelvico, molto importante per non conferire un ulteriore rigidità al rachide. Il protocollo prosegue con l’esecuzione di esercizi di rinforzo muscolare, sia in isometria che con l’ausilio di attrezzi aggiuntivi come elastici o piccoli manubri.
Alla fine della seduta, il soggetto si posizionava nuovamente sul tappetino e gli si ponevano le stesse domande iniziali, questa volta riferendo le risposte all’operatore. I feedback sono stati molto positivi; tutti i soggetti partecipanti alla sperimentazione hanno avvertito un soggettivo senso di “leggerezza” e “allungamento”, sollievo in cui precedentemente era presente dolore e tensione, maggiore senso di simmetria dei punti di contatto della schiena.
Elaborazione dei dati e confronti
L’analisi della scala Vas nel gruppo di osservazione ha rilevato come, seduta dopo seduta, la percezione del dolore diminuiva fino a scomparire del tutto nelle sedute finali del trattamento. Risultato non raggiunto, invece, dal gruppo di controllo che, svolgendo un classico protocollo di ginnastica posturale (senza ausilio di dynamic beam), ha presentato un miglioramento della sintomatologia dolorosa ma non una sua totale scomparsa.
I tracciati che riguardano la registrazione pressoria muscolare, hanno evidenziato come ad una maggiore sensazione di dolore il soggetto risultava essere maggiormente instabile.
Per quanto riguarda il questionario Low Back Disability Index, erano presenti domande riguardo la capacità dei soggetti a gestire il dolore durante gli atti della propria vita quotidiana.
I risultati a confronto sono stati minimi ma significativi. La cosa evidente è che nel gruppo sperimentale lo scarto di valori tra l’inizio e la fine del trattamento in toto risulta essere maggiore, rispetto al gruppo di controllo in cui lo scarto è minore. Questo ha fatto pensare che, essendo il gruppo di controllo già avviato da molto tempo alla ginnastica posturale, probabilmente non ha beneficiato degli stessi risultati del gruppo sperimentale.
Conclusioni
Al termine del mio progetto, attraverso i tracciati, ho potuto constatare come a una scomparsa del dolore corrisponde una maggiore stabilità del soggetto sulla trave, a dimostrazione di quanto il Dynamic Beam sia stato utile nel migliorare la qualità dello stile di vita dei soggetti presi in esame.
Copyright:
Dynamic Beam
Gioacchino Ferracane