24/05/2025
Una storia vera che sembra uscita da una favola del mare.
Il leggendario apneista italiano Enzo Maiorca si stava allenando nelle acque al largo di Siracusa, accompagnato dalla figlia Rossana, rimasta a bordo della barca.
All’improvviso, sentì qualcosa sfiorargli la schiena sott’acqua.
Si voltò, e vide un delfino. Ma non sembrava cercare gioco: aveva uno sguardo urgente, quasi umano.
Enzo capì che stava cercando di comunicare qualcosa.
Il delfino si immerse velocemente, e lui decise di seguirlo.
A circa 15 metri di profondità, scoprì un secondo delfino, intrappolato in una rete da pesca abbandonata, che si dibatteva disperatamente.
Chiamò subito la figlia, che gli passò un coltello da immersione.
Con mani esperte, riuscì a liberarlo.
Il delfino, esausto e ormai vicino all’asfissia, emise un suono che Enzo descriverà poi come un grido “quasi umano”.
I delfini possono trattenere il respiro per circa dieci minuti, e quel povero animale era al limite.
Una volta riportato in superficie, avvenne qualcosa di inaspettato: era una femmina… e stava per partorire.
Pochi istanti dopo, mise al mondo il suo piccolo,
mentre il delfino che l’aveva guidato da Enzo — il compagno, il padre del cucciolo — nuotava loro intorno con evidente sollievo.
Poi si avvicinò a Enzo, lo toccò delicatamente sulla guancia,
in un gesto che sembrava un bacio di gratitudine,
e scomparve con la sua nuova famiglia nel blu profondo del mare.
Più tardi, Enzo scriverà queste parole:
«Fino a quando l’uomo non imparerà a rispettare la natura
e a comprendere il linguaggio degli animali,
non saprà mai qual è il suo vero posto sulla Terra.»
Una storia potente.
Un promemoria silenzioso dell’intelligenza del mondo naturale.
E del nostro dovere di proteggerlo, non solo con leggi, ma con rispetto.
🌊 Il mare parla. Gli animali parlano.
Sta a noi scegliere se ascoltare davvero.
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