
18/09/2024
Il è una br**ta bestia. Il cancro è una vita aliena che cresce dentro il nostro organismo si nutre della sua forza vitale, della nostra energia e della nostra speranza.
Ogni giorno ascolto storie di persone che portano avanti questa dura lotta, non è mai semplice e non riguarda solo il corpo, quella massa trascende la materia e si aggrappa a tutta la sostanza della persona: alle sue emozioni, alla sua energia, al suo modo di vedere le cose e alle relazioni.
Io me lo ricordo quando 20enne mi fu detto che dentro la mia testa cresceva un piccolo adenoma ipofisario. Un piccolo tumore all'ipofisi che creava non pochi problemi e che contribuì al cambiamento del mio corpo. L'infermiera sbattendo la porta me lo aveva svelato così senza che i miei genitori facessero in tempo a dirle che non sapevo. Nessuna delicatezza. Niente. Ero una vena che si faceva fatica a trovare, il numero di una ricetta, il corpo da inserire dentro una chiassosa macchina con uno specchietto a ingannare la mente sullo spazio claustrofobico della risonanza. Una ogni sei mesi per i primi anni.
La medicina oggi continua a orientarsi verso percorsi terapeutici aggressivi e invalidanti, si continua a proporre alle persone terapie sperimentale nella speranza che... Per percorsi preventivi si intende togliere parti del corpo su cui potenzialmente quelle cellule maligne potrebbero svilupparsi. Lasciamo stare.
Nonostante gli studi e i progressi diagnostici si continua a parlare di cancro come massa cancerogena da attaccare senza affrontare la questione (medica e terapeutica) della sua eziopatogenesi. Insomma: voda provoca sto cancro, questa massa aliena che cresce dentro; e la massa è la sola cosa su cui intervenire? Non vi pare assurdo?
Cosa crea il cancro? Cosa è il cancro? Attaccata la massa, distrutta, aggredita (nei casi in cui ci si riesce) la causa biochimica che l'ha causata quanto tempo ci rimetterà a creare tutto di nuovo?
La medicina biologica integrata è l'unica strada praticabile e possibile, la medicina personalizzata e calibrata sul paziente che non mortifica il suo corpo, che non viola il sistema biochimico.
Da 30 anni sosteniamo che lo stress ossidativo è alla base delle patologie degenerative, rare e autoimmuni. La terapia C.R.A.Pu. ha migliorato la vita di moltissime persone nel mondo e altrettante ne ha salvate. Ma continua a navigare nel buio, essere somministrata in maniera non ufficiale e quella ufficialità non ci viene concessa di conquistarla con una sperimentazione ufficiale che richiediamo dai primi casi di guarigione di fine anni '90
https://legislature.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed868/aint03.htm
I medici devono lavorare sulla massa quanto sulla sua causa biochimica, supportare l'organismo con terapie biologiche, integrando approcci e saperi per il bene del paziente. Farsi carico del suo sistema di credenze, speranze e paure. Coinvolgere la famiglia e attivare una medicina biologica e umana.
Noi lo facciamo da 30 anni. Ripeto. Non smetteremo di batterci affinché questo massacro abbia fine. Le persone non sono numeri di un protocollo. Lo so, la nostra è una storia strana, difficile da comprendere e accogliere perché fa paura e per sceglierla occorre un coraggio di cui spesso la malattia si nutre.
«È da un'idea pazzesca che può nascere la speranza" Claude Bernard, la frase che abbiamo scelto sin dal 1992.
Vi lascio il link a una delle nostre pubblicazioni su un caso piuttosto raro:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33053249/
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Il nostro blog:
Emmanueleassociazione.wordpress.com
Altre pubblicazioni su Pubmed digitando la chiave di ricerca "Puccio".
An MS-based pharmacometabolomics approach was used to define a personalized protocol in a clinical case of rare peritoneal carcinosis with confounding immunosuppression. This personalized protocol reduced both oxidative stress and resistance to antibiotics and antiviral drugs.