Dr Antonio Ferro - Psicologo Psicoterapeuta

Dr Antonio Ferro - Psicologo Psicoterapeuta Psicologo Psicoterapeuta Ipnoterapeuta individuale, di coppia, familiare. EMDR.
Riceve ad Agrigento, Canicattì, Palermo e ONLINE.

La vacanza, se autentica, non è una fuga, ma un ritorno: non verso un luogo, ma verso un Sé più profondo. É lo spazio in...
01/08/2025

La vacanza, se autentica, non è una fuga, ma un ritorno: non verso un luogo, ma verso un Sé più profondo. É lo spazio in cui il Super-Io può allentare la presa, e l’Io ha la possibilità di riemergere da sotto le maschere funzionali, non per perdersi, ma per ascoltarsi. In assenza di richieste esterne, i contenuti inconsci possono affiorare con più chiarezza, e ciò che solitamente viene represso dalla routine (desideri, angosce, intuizioni) trova uno spazio per essere guardato con meno difese.
La vacanza allora diventa un tempo di “ritiro interiore”, dove il corpo, non più strumento di prestazione, torna a essere luogo di esperienza. E in questo silenzioso allineamento tra soma e psiche, si apre anche la possibilità del contatto con una Presenza più grande. Potremmo dire che è lo Spirito che lavora nelle pieghe del nostro lasciarci essere, restituendoci alla verità di ciò che siamo: non funzioni, non ruoli, ma persone, amate, fragili, e misteriosamente abitate.

Buone Vacanze!
Antonio Ferro

🔵 💭 👉🏻 Sant’Ignazio di Loyola ci offre uno spunto profondo per una riflessione sul rapporto tra   e   interiore.In un’ep...
31/07/2025

🔵 💭 👉🏻 Sant’Ignazio di Loyola ci offre uno spunto profondo per una riflessione sul rapporto tra e interiore.
In un’epoca in cui l’informazione è abbondante e facilmente accessibile, siamo spesso portati a confondere l’accumulo di nozioni con la vera . Tuttavia, non equivale a . La mente può essere colma di concetti, ma l’ (intesa come la dimensione profonda dell’essere) resta affamata se quel sapere non viene integrato nella propria esperienza vissuta.
Il “sentire e gustare interiormente” di cui parla richiama la necessità di una conoscenza incarnata, che passa attraverso l’ , il e la . Solo ciò che viene realmente sentito, elaborato emotivamente e fatto proprio attraverso l’esperienza diventa autentico per la . È il principio su cui si fondano molte pratiche psicoterapeutiche: il reale avviene non nel momento in cui si capisce qualcosa razionalmente, ma quando quella comprensione scende nel e trasforma il modo in cui ci si relaziona a se stessi e al mondo.
Così, Sant’Ignazio ci invita a non cercare il senso della vita nei dati o nelle teorie, ma nell’ profondo di ciò che vibra dentro, là dove il sapere diventa e l’anima trova .
AF

Nel profondo ascolto umano si apre uno spazio sacro, in cui l’invisibile della psiche prende forma e voce. Quando Carl R...
07/07/2025

Nel profondo ascolto umano si apre uno spazio sacro, in cui l’invisibile della psiche prende forma e voce. Quando Carl Rogers afferma che ascoltare significa capire ciò che l’altro non dice, non ci sta solo offrendo una tecnica terapeutica: ci sta indicando una via di umanizzazione profonda, che riecheggia – senza contraddirli – i principi cristiani dell’accoglienza, della compassione e dell’amore per l’altro.
In chiave psicodinamica, ciò che l’altro “non dice” è spesso ciò che non può dire: è l’indicibile, è il materiale inconscio, rimosso, censurato, oppure semplicemente sconosciuto alla coscienza. L’infanzia perduta, il dolore negato, le difese erette per sopravvivere emotivamente: tutto ciò si insinua tra le righe del discorso, nei silenzi, nei lapsus, nei gesti involontari. L’ascolto autentico non si ferma dunque alle parole, ma accoglie le assenze di parola, come uno spazio da rispettare, non da forzare.
Chi ascolta così, entra in punta di piedi nel mondo interno dell’altro, e in questo gesto c’è un’attitudine profondamente cristiana: non si impone, non giudica, ma si fa “presenza che custodisce”. Come il Cristo risorto che si affianca ai discepoli di Emmaus senza rivelarsi subito, anche l’ascoltatore empatico cammina con l’altro nella sua notte, rispettando i tempi della rivelazione interiore.
In un simile ascolto, l’altro sperimenta qualcosa di rarissimo: essere visto e riconosciuto anche là dove lui stesso non si vede. Questo atto ha un potere trasformativo, che nella tradizione cristiana potremmo avvicinare alla misericordia: vedere oltre il peccato, oltre la ferita, per scorgere la persona amata, l’anima creata per la luce.
Dal punto di vista psicodinamico, questo ascolto attiva processi profondi: riduce le difese, consente l’elaborazione del non detto, e può portare alla simbolizzazione dell’inconscio. Ma tutto questo avviene solo se l’altro percepisce che non è analizzato come oggetto, ma accolto come mistero.
Ascoltare ciò che l’altro non dice è, dunque, un atto d’amore: un amore che non invade, ma si dona silenziosamente, come fa Dio quando, rispettando la libertà dell’uomo, parla spesso nel silenzio.
Così, l’ascolto diventa una forma di preghiera relazionale: ci si mette in ascolto non solo dell’altro, ma del mistero che nell’altro si cela. E forse, proprio in quel silenzio condiviso, si fa spazio anche alla Voce di Dio.
AF

14/06/2025
Ecco l’ennesima guerra. La guerra è sempre il segno di un fallimento. È il risultato di tensioni che non si sono volute ...
13/06/2025

Ecco l’ennesima guerra.
La guerra è sempre il segno di un fallimento.
È il risultato di tensioni che non si sono volute affrontare con maturità, di ferite collettive che sono state trascurate fino a diventare esplosive.
Quando il dialogo viene meno, quando la paura prevale sull’ascolto e l’identità si costruisce contro l’altro invece che insieme all’altro, il conflitto diventa inevitabile.
Le conseguenze della guerra non si contano solo in termini materiali: si annidano nelle coscienze ferite, nei traumi non elaborati, nei legami spezzati.
Chi vive la guerra, anche da lontano, ne porta il peso per tutta la vita. Distrugge non solo città e comunità, ma fiducia, sogni, capacità di immaginare il futuro.
La pace, al contrario, è una scelta che nasce da una visione matura dell’umanità. È l’espressione di una responsabilità adulta: scegliere la pace significa saper contenere l’impulso, gestire la paura, riconoscere il volto dell’altro non come una minaccia, ma come una possibilità. La pace è un lavoro lento e profondo, che comincia nei cuori, passa dalle parole, si concretizza nei gesti quotidiani e nelle scelte politiche.
Speranza e progresso non sono frutti automatici della tecnica o dell’economia: sono il risultato di relazioni sane, di comunità che hanno scelto di costruire piuttosto che distruggere. Senza pace, non c’è spazio per la fiducia. Senza fiducia, non c’è futuro.
Le parole di Papa Francesco sono, quindi, più che un invito: sono un’esortazione a recuperare la nostra umanità più profonda. Perché la vera forza non sta nella conquista, ma nella capacità di non cedere alla logica della vendetta. E la vera crescita non nasce dal dominio, ma dal coraggio della cooperazione.

10/06/2025

Al Santa Croce di Cuneo si curano le aritmie con la tecnica del rilassamento “Riduce ansia e sedativi e il tempo non esiste più”

C’è un mistero profondo nell’anima umana: la capacità di trasformare il vuoto in direzione, il silenzio in dialogo, la p...
31/05/2025

C’è un mistero profondo nell’anima umana: la capacità di trasformare il vuoto in direzione, il silenzio in dialogo, la prova in cammino. Non è la realtà esterna a determinare il nostro andare, ma la presenza di una meta. E non una meta qualsiasi, ma una che sa parlare al cuore, che orienta l’interiorità, che chiama con voce più forte della fatica e della sete.
La meta è ciò che dà forma all’identità. Senza una direzione, il Sé si disperde, si frammenta. Nel deserto dell’esistenza, fatto di solitudine, confusione, dolore o apparente assenza di senso, l’uomo può perdersi o può trasformare ogni granello di sabbia in passo, ogni ostacolo in opportunità di crescita. La differenza non è fuori, ma dentro: è nella qualità della speranza che ci abita.
La meta va vista anche come Vocazione. Non nel senso astratto di un dovere imposto dall’alto, ma come eco di un amore che chiama. Se si ascolta questa chiamata – tenue ma persistente come una brezza nel deserto – anche l’aridità diventa feconda, e ciò che sembrava morte diventa strada. Così, la croce non è più fine ma passaggio. Il deserto, come per il popolo d’Israele, non è più luogo di smarrimento, ma di alleanza.
Quando l’anima riconosce una meta che la trascende e insieme la compie, si attiva una resilienza che non è semplice resistenza, ma trasfigurazione. Il viaggio non è più sopravvivenza, ma pellegrinaggio. E allora, anche nel cuore delle notti più buie, c’è già una via tracciata. Non perché il deserto sia sparito, ma perché finalmente ha un senso.
AF

“Quando c’è una meta, anche il deserto diventa strada” (proverbio arabo).

Svegliamoci. Non possiamo continuare a chiamare ‘conflitti’ ciò che sono veri e propri massacri. Non possiamo invocare l...
26/05/2025

Svegliamoci.
Non possiamo continuare a chiamare ‘conflitti’ ciò che sono veri e propri massacri.
Non possiamo invocare la pace nella preghiera della domenica e poi scrollare le spalle il lunedì di fronte a bambini sepolti sotto le macerie in Ucraina, a madri che partoriscono nei rifugi di Gaza, a padri che muoiono stringendo fotografie, non armi.
Non c'è giustificazione, né storica né politica, che possa coprire l'urlo di un essere umano dilaniato dalla violenza.
Siamo chiamati a essere strumenti di pace, non spettatori anestetizzati.
Cristo non ha chiesto diplomazia tiepida, ma amore scandaloso, disarmante. E l’amore, quando è autentico, si indigna. Si alza. Dice basta.
La guerra non è solo un fallimento della politica: è un trauma collettivo che lacera l’anima di intere generazioni. I bambini cresciuti tra le sirene e i droni non imparano a vivere: imparano a sopravvivere. E noi adulti, se tacciamo, diventiamo complici del loro smarrimento.
Abbiamo ridotto l’orrore a notizia, il dolore a statistica. Ma la fede ci impone un’altra via: fermarci, commuoverci, soccorrere.
La neutralità morale non è cristiana. Le parole di Cristo non dicono ‘Beati i realisti’, ma ‘Beati i costruttori di pace’.
A qualunque latitudine, da qualunque parte arrivino le bombe, da qualunque popolo si alzi il grido di dolore, un solo cuore dovrebbe bastare per gridare insieme: è troppo. È follia. È peccato. È disumano. Basta!
AF

(immagine: dal web)

𝑰𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐 𝒂𝒑𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊 𝒔𝒖𝒔𝒔𝒖𝒓𝒓𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒐𝒔 𝒕𝒂𝒄𝒆 (𝔸𝕟𝕥𝕠𝕟𝕚𝕠 𝔽𝕖𝕣𝕣𝕠). Il silenzio non è s...
22/05/2025

𝑰𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐 𝒂𝒑𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊 𝒔𝒖𝒔𝒔𝒖𝒓𝒓𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒐𝒔 𝒕𝒂𝒄𝒆 (𝔸𝕟𝕥𝕠𝕟𝕚𝕠 𝔽𝕖𝕣𝕣𝕠).
Il silenzio non è semplice assenza di rumore, ma uno spazio psichico fertile dove la mente smette di reagire e inizia ad ascoltare. Quando il caos — interno o esterno — tace, si apre un varco: la verità, prima sommersa dal frastuono delle difese, delle ansie e dei pensieri compulsivi, emerge come un sussurro fragile ma autentico. Occorre 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑣𝑢𝑜𝑡𝑜, 𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑔𝑟𝑒𝑚𝑏𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎: solo quando ci concediamo la quiete, possiamo davvero incontrare ciò che siamo, al di là delle maschere e delle urgenze quotidiane.
La verità non grida. Parla piano. E il silenzio è la lingua con cui la si può finalmente udire.
🌿 𝗜𝗹 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝘃𝘂𝗼𝘁𝗼.
𝗘̀ 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮̀ 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗲.
𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗼𝘀 𝘁𝗮𝗰𝗲, 𝗶𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮. 💬

𝔸𝔽

🔵 𝐒𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 ❌Il vero errore è non ascoltare cosa ci sta insegnando quella caduta 💭Ogni sbaglio è una ...
20/05/2025

🔵 𝐒𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 ❌
Il vero errore è non ascoltare cosa ci sta insegnando quella caduta 💭

Ogni sbaglio è una lezione travestita 🎭
Se lo eviti, resta solo una ferita 💔
Ma se lo accogli con curiosità… diventa crescita 🌱

𝑵𝒐𝒏 𝒕𝒆𝒎𝒆𝒓𝒆 𝒍’𝒆𝒓𝒓𝒐𝒓𝒆 ⚡
𝑻𝒆𝒎𝒊 𝒅𝒊 𝒂𝒕𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒊𝒎𝒑𝒂𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒏𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒂 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒊𝒗𝒊 🔍

𝓒𝓱𝓲 𝓲𝓶𝓹𝓪𝓻𝓪 𝓭𝓪𝓲 𝓹𝓻𝓸𝓹𝓻𝓲 𝓼𝓫𝓪𝓰𝓵𝓲 𝓷𝓸𝓷 𝓯𝓪𝓵𝓵𝓲𝓼𝓬𝓮: 𝓮𝓿𝓸𝓵𝓿𝓮. 🔁
𝓔 𝓬𝓱𝓲 𝓮𝓿𝓸𝓵𝓿𝓮… 𝓼𝓲 𝓵𝓲𝓫𝓮𝓻𝓪 🕊️

✨ “𝐄̀ 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐨𝐦𝐛𝐫𝐚, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀.” – 𝐍𝐞𝐥𝐬𝐨𝐧 𝐌𝐚𝐧𝐝𝐞𝐥𝐚Non sono le nostre fragilità...
19/05/2025

✨ “𝐄̀ 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐨𝐦𝐛𝐫𝐚, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀.” – 𝐍𝐞𝐥𝐬𝐨𝐧 𝐌𝐚𝐧𝐝𝐞𝐥𝐚

Non sono le nostre fragilità a farci davvero paura. Quelle, in fondo, le conosciamo.
Ci spaventa di più la parte luminosa di noi: il talento, il coraggio, la bellezza autentica che ci abita.

Perché? Perché vederla ci obbliga a scegliere.
A non nasconderci più. A non farci piccoli per non disturbare.

Brillare richiede coraggio.
Non per sentirsi superiori, ma per essere veri.
E spesso, è proprio la nostra verità che ispira gli altri a fare lo stesso.

🌟 𝑵𝒐𝒏 𝒕𝒆𝒎𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒕𝒖𝒂 𝒍𝒖𝒄𝒆. 𝑽𝒊𝒗𝒊𝒍𝒂.

“𝐅𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚: 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 𝐞 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀”. Oggi, nella 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑀𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑎𝑚...
15/05/2025

“𝐅𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚: 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐞 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 𝐞 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀”.
Oggi, nella 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑀𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎, ricordiamo che la non è solo un’ sociale, ma un # sacro, un laboratorio vivente dove si sperimentano le fragilità umane e le infinite possibilità dell’amore.
Dal punto di vista psicologico, la famiglia è il primo luogo in cui impariamo chi siamo. È lì che riceviamo le prime carezze e, talvolta, le prime ferite. Ma è proprio in quel terreno, fatto di imperfezioni e slanci d’amore, che può germogliare la guarigione più profonda. Perché la famiglia, quando è abitata dalla grazia, diventa un sacramento vivente: uno spazio dove Dio opera, educa, consola.
Nella visione cattolica, la famiglia non è chiamata alla perfezione mondana, ma alla santità quotidiana: quella che si realizza nelle piccole rinunce, nei gesti di perdono, nei pranzi condivisi e nei silenzi compresi. È lì che si manifesta il volto della Trinità, comunione d’amore che accoglie ogni diversità senza annullarla.
Oggi non celebriamo solo la “famiglia ideale”, ma anche quelle ferite, faticose, ricomposte da mille atti di misericordia. Perché ogni famiglia, anche nella sua fragilità, può diventare segno vivo della presenza di Dio nel mondo.
Che il Signore benedica le nostre famiglie, e doni loro la forza di essere sempre più umane, e proprio per questo, sempre più divine.

Indirizzo

Via Giuseppe Sciuti, 54
Palermo
90144

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 20:00
Martedì 10:00 - 20:00
Mercoledì 10:00 - 20:00
Giovedì 10:00 - 20:00
Venerdì 10:00 - 20:00

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