20/11/2025
🌏 20 Novembre – Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Oggi celebriamo la Convenzione ONU del 1989, che ci ricorda che bambini e adolescenti sono titolari di diritti propri, diritti che le istituzioni hanno il dovere di proteggere e promuovere.
Tra questi diritti, ce n’è uno che nel nostro Paese merita ancora più coraggio e visione: il diritto di accedere a educazione affettiva, sessuale e supporto psicologico senza che il consenso genitoriale diventi una barriera insuperabile.
Per molti adolescenti che vivono conflitti familiari, paura, vergogna o contesti disfunzionali, la richiesta del consenso dei genitori significa non poter chiedere aiuto, non poter accedere a percorsi di prevenzione e tutela, non poter comprendere ciò che vivono.
È una fragilità del sistema che rischia di lasciare soli proprio coloro che più avrebbero bisogno di essere accompagnati.
Molti Paesi hanno adottato da anni il principio dell’autonomia progressiva del minore, riconosciuto anche dal Comitato ONU per i Diritti dell’Infanzia: i ragazzi, crescendo, devono essere messi nella condizione di partecipare attivamente alle scelte che riguardano la loro salute, il loro corpo, il loro benessere emotivo e relazionale.
È un cambio di paradigma che in Italia stenta ad emergere, specialmente in ambito scolastico e psicologico.
Eppure, proprio in questi giorni, il nostro ordinamento compie un passo avanti fondamentale.
La Commissione Giustizia della Camera ha approvato all’unanimità un emendamento che introduce nel nostro codice penale un principio chiaro e rivoluzionario:
senza consenso libero e attuale, è sempre violenza sessuale.
Un cambiamento culturale e giuridico che elimina zone d’ombra interpretative e rafforza la tutela della libertà sessuale di ogni persona.
Questo passaggio conferma quanto il tema del consenso debba diventare parte integrante dell’educazione affettiva e relazionale sin dalla più tenera età: perché imparare a riconoscere, esprimere e rispettare i confini propri e altrui significa prevenire violenza, abusi e dinamiche predatorie.
In queste ultime settimane abbiamo più volte ribadito che educazione affettiva e accesso al supporto psicologico sono strumenti di protezione, non minacce.
La letteratura scientifica internazionale lo conferma: quando i giovani hanno spazi sicuri per parlare di emozioni, relazioni, corpo, consenso e confini, diminuiscono violenza, disagio psicologico, ritiro sociale e dinamiche abusive.
Come Ordine degli Psicologi della regione Siciliana, insieme alla nostra comunità professionale continueremo ad assumere, con responsabilità, la nostra funzione pubblica e sociale nel guidare e orientare le politiche che riguardano le nuove generazioni, con rigore, competenza e cura, affinché i diritti dell’infanzia non rimangano enunciati formali, ma diventino realtà concreta per ogni bambino e ogni adolescente.