11/10/2025
Pensiero personale e senza riferimenti a nessuno.
Negli ultimi tempi si parla molto di innovazione nel settore funebre, spesso in termini entusiastici e quasi salvifici. Si promettono rivoluzioni digitali, servizi commemorativi virtuali, QR code da applicare ai monumenti, spazi online dedicati ai defunti. Tutto molto suggestivo, ma dietro a certi discorsi si nasconde spesso una visione più commerciale che realmente utile per le famiglie o per le imprese del settore.
La digitalizzazione non è, di per sé, un male. Può essere un supporto importante se usata con intelligenza e misura. Tuttavia, si sta diffondendo la tendenza a presentare strumenti elementari come grandi innovazioni, spacciando per progresso ciò che in realtà chiunque può realizzare in autonomia e gratuitamente. Un QR code, ad esempio, si genera in pochi secondi con servizi gratuiti online; un memoriale digitale si può creare con una pagina web o un profilo social dedicato, senza costi né intermediari. Eppure c’è chi li propone come funzioni esclusive, costruendo attorno a queste banalità un linguaggio patinato e modernista.
La verità è che il valore di un servizio funebre non si misura con la quantità di tecnologie integrate, ma con la qualità umana di chi lo offre. La vera innovazione, nel nostro mestiere, non consiste nel moltiplicare strumenti digitali, ma nel riuscire a usare ogni mezzo per rendere il servizio più empatico, più trasparente, più vicino alle persone. La tecnologia deve essere un mezzo, non un fine.
Chi opera davvero nel campo sa bene che la morte non è un mercato come gli altri. È un ambito in cui la fiducia, la presenza e il rispetto contano più di qualsiasi effetto scenico o trovata tecnologica. Pensare che un codice o un link possano sostituire la competenza, la voce o la guida di un professionista è un errore di prospettiva. Il dolore non si gestisce con una piattaforma, ma con l’esperienza e la sensibilità di chi accompagna.
Serve quindi un approccio realistico. Innovare non significa aderire a ogni novità che viene proposta, ma saper scegliere ciò che realmente migliora il servizio e scartare ciò che serve solo a far apparire “moderni”. Prima di adottare una nuova soluzione, ogni imprenditore del settore dovrebbe chiedersi: porta valore concreto alle famiglie? È economicamente sostenibile? Migliora davvero il modo in cui il lutto viene vissuto e accompagnato?
Il futuro delle onoranze funebri non passerà da slogan o da servizi digitali di facciata. Si costruirà, come sempre, sulla professionalità, sulla credibilità e sul rispetto. Perché nel nostro lavoro, a differenza di tanti altri, la vera modernità è restare umani.
Nik