05/03/2025
⚠️Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi?⚠️
L'ennesima rissa davanti a scuola, un episodio di violenza che si trasforma nella vendetta di un branco. Un copione che, purtroppo, si ripete troppo spesso. Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Perché credono che l'unica soluzione ai loro contrasti sia la violenza? Dove stiamo sbagliando noi adulti?
Da tredici anni lavoro come psicologa scolastica in un istituto superiore che conta più di duemila studenti. Ho visto crescere generazioni di ragazzi, ho seguito le loro storie, ho ascoltato le loro paure e i loro sogni. E quello che vedo, oggi più che mai, è un aumento della sofferenza, della fragilità, dell’ansia. Questi episodi di violenza non sono semplici atti di rabbia improvvisa, ma segnali di un disagio più profondo, che troppo spesso rimane inascoltato.
Negli anni, insieme alla scuola, abbiamo lavorato instancabilmente per creare un ambiente accogliente e di supporto. Sono stati attivati sportelli d’ascolto per studenti, famiglie e insegnanti, percorsi di educazione all’affettività, progetti di mentoring, laboratori extrascolastici, attività di impegno sociale alternative alla sospensione. Eppure, sembra non bastare. Ogni volta che un episodio di violenza scuote la nostra comunità scolastica, ci chiediamo: cos’altro possiamo fare?
I nostri ragazzi non sono solo numeri nelle statistiche della devianza giovanile. Sono giovani che vivono l’amicizia, l’amore, che coltivano sogni e passioni. Li vediamo nei corridoi della scuola, nelle piazze, negli impianti sportivi, con la loro energia contagiosa e con le loro fragilità, spesso nascoste dietro uno sguardo sfuggente o un atteggiamento di sfida. Quelle fragilità che riempiono i loro zaini insieme ai libri e che, quando non trovano uno spazio sicuro per essere espresse, possono esplodere in gesti violenti.
Ma allora, cosa manca? Forse la risposta sta nella capacità degli adulti di essere realmente presenti. Non solo con le regole e le sanzioni, ma con l’ascolto, con l’esempio, con il tempo dedicato. Stiamo offrendo ai nostri ragazzi modelli di riferimento solidi? Stiamo insegnando loro che il conflitto si può risolvere con il dialogo e non con i pugni? Stiamo mostrando loro un mondo in cui l’empatia, la comprensione e il rispetto valgono più della sopraffazione?
Il nostro compito, come educatori, genitori e società, è quello di non arrenderci. Di continuare a costruire reti di supporto, di offrire spazi sicuri in cui i ragazzi possano esprimere le loro emozioni, di insegnare loro che ogni difficoltà può essere affrontata senza ricorrere alla violenza. Perché dietro ogni episodio di aggressività, c’è sempre una richiesta di aiuto che non possiamo ignorare.
Questa generazione è il nostro futuro. Sta a noi adulti dimostrare di essere all’altezza del compito di guidarli, senza giudicarli, senza lasciarli soli, senza rinunciare a credere in loro.