07/09/2025
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LA DONNA OSSIDIANA
La donna ossidiana osserva. Ha imparato a leggere i segni prima di agire.
Non ne fa un’esibizione né un’identità. Semplicemente, è stata istruita dai falchi, dai gatti e dai lupi. Dal tuono e dal bosco.
La donna ossidiana ha imparato attraverso la sacra pietra nera che solo attraverso il sangue ascendi. Che solo convivendo con il veleno del mondo puoi guarire. Che solo attraversando la notte puoi farti sciamana.
La donna ossidiana ha attraversato la morte. Per questo può mangiare il sole e passeggiare tra i serpenti. Gli animali la riconoscono e la rispettano. Continuano ad offrirsi come sue Guide.
La donna ossidiana non mette in mostra i suoi poteri. Ha integrato le direzioni del vento, sa fiutare la pioggia, cammina scalza sui sentieri, disdegna chi si lamenta.
Quando lei indossa l’ossidiana, non rischia più sorprese dalla sua ombra. Ha raccolto i cocci caduti più e più volte, ha asciugato il proprio sangue, ha accettato e onorato ogni sua cicatrice come un figlio. Non si è permessa scuse, nascondigli, maschere, lei sa che le scorciatoie non esistono.
Prende in mano i ragni, cammina tra le vespe e gli scorpioni, ammicca alle vipere quando passano, conosce gli stormi e i loro movimenti, vede ciò che gli altri non guardano.
Vive con le mantidi, mangia coi felini, gioca con i morsi e con gli artigli, non si spaventa dei graffi, né del buio né del tuono, non teme la violenza del rapace, non rifiuta la caccia del predatore.
La donna ossidiana non ha paura degli uomini.
La donna ossidiana non si abbatte di fronte ai problemi e non si sorprende davanti agli imprevisti. Sa a che gioco sta giocando qui. Ha aderito alle leggi di Natura.
La donna ossidiana non si abbasserebbe mai a sentirsi vittima, a lamentarsi, non chiede pietà e la concede solo se sei all’altezza.
La donna ossidiana è stata spesso male interpretata o criticata come “maschile”, “troppo”, “esagerata”, “irraggiungibile”. Le persone che così la definiscono non hanno paura solo di lei: hanno paura della morte e cercano ancora scuse per restare attaccati alla mamma o alla loro tana. Ma, soprattutto, hanno paura della vita.
Non potrebbero mai comprenderla. La donna ossidiana rispecchia in loro il passaggio di ogni limite, il coraggio di andare oltre le vie previste, la scelta di prendere tutta la vita nelle proprie mani senza se e senza ma: l’assenza di scuse.
La donna ossidiana ha fatto pace con questo mondo. Per questo può muoversi da un altro piano e tra i piani.
La sua soglia del dolore è molto alta.
La donna ossidiana ha le radici nel sud e cresce verso nord.
Si fa servire dalle ortiche, sente le energie delle orme, si fa consigliare dal bosco.
Con l'ossidiana ci ha lavorato. Ci ha pianto e ha ritrovato l’Abbraccio universale.
Quando è con gli animali, ha imparato come si parla senza parlare.
È più quello che tace che quello che dice.
Rispetta il mondo invisibile e i mondi minuscoli.
La donna ossidiana può accompagnarsi solo con uomo ossidiana. Risoluto, risolto, rinato. Spesso, procede da sola.
Ha fatto pace con gli inverni, con la febbre, con le ferite, con il fuoco, con il fango, con il freddo, con i fantasmi, con i cattivi odori, con la notte, con i parti, con la carne, con la trasformazione, con la muta, con le eclissi, con il silenzio, con la fatica, e, danzandoci sopra, solo ora può essere leggera.
La donna ossidiana conosce le pietre a sentire e non le sfugge mai il fruscio di un volo; ha sensi aperti che altri hanno dimenticato, ma lo tiene per sé.
La donna ossidiana guarda il sole e veglia con la luna.
La sua presenza infonde un fluido che si potrebbe chiamare guarigione.
La maternità e la menopausa possono aiutare a diventare Donne Ossidiana. Alcune, non lo diventano mai.
In onore dell’eclissi di luna di sangue,
ispiratami da “Donne Ossidiana” conosciute nella mia vita come Greta Adami, Silvia Savanna Mut, la mia stessa essenza oggi e dall’OSSIDIANA che mi appare in sogno (o ricordo?), poi in Sardegna, poi in Messico e i provanti e rivelatori lavori attraversati in solitaria con Lei, grazie