11/06/2020
I giapponesi utilizzano una particolare tecnica, chiamata Kintsugi (Kin= oro; tsugi= riparare), per riparare un oggetto rotto, riempiendo le crepe con l'oro, valorizzandolo.
Per loro ogni oggetto è unico per quelle ferite.
E' proprio grazie ad esse, e quindi alla storia personale, che esso diventa più bello e prezioso.
Secondo la tradizione, tale tecnica è stata inventata dalla creatività di alcuni artigiani giapponesi, che riuscirono a risanare e impreziosire una tazza rotta di Ashikaga Yoshimasa, Sh**un del XV secolo, alla quale era particolarmente affezionato.
Simbolicamente possiamo accostare questa pratica alla psicoterapia, la quale aiuta a riparare le ferite dell'anima.
Tendenzialmente siamo portati a buttare via gli oggetti rotti, o a cercare di incollare alla perfezione, sovrapponendo anche, le parti separate, per rendere il meno visibile possibile le cicatrici.
Così facendo mettiamo in atto dei meccanismi di difesa, come la proiezione delle parti "rotte", considerate brutte, negative, vergognose, da buttare via, fuori da noi, e la negazione della ferita stessa, perchè vediamo l'imperfezione come una debolezza..e, allora, meglio non vedere.
Le ferite però rimangono iscritte dentro di noi, e grazie alla psicoterapia possiamo guardarle e ripararle, costruendo ponti che gettano luce e consapevolezza, e restituiscono dignità e significati nuovi, proprio come avviene con l'arte del Kintsugi.
🌱 A.M.