Dott.ssa Sara Busi

Dott.ssa Sara Busi Consulenza e sostegno psicologico individuali, di coppia e familiari. Riceve su appuntamento contatt Chiedere aiuto non è un segno di debolezza.

In un particolare periodo della vita o davanti a problemi personali o relazionali può essere importante rivolgersi ad un professionista che ci aiuti a superare le difficoltà.

20/07/2025

"Ai ragazzi dobbiamo onestà. Spesso le omissioni hanno un intento protettivo, ma è un falso mito: coprire qualcosa, non dire tutto ai figli per non ferirli, non produce una crescita. In questo eccesso di protezione, vedo anche un bisogno degli adulti di tutelare loro stessi dal dolore dei figli, che è un dolore che ti torna addosso con un senso spaventoso di impotenza. Nel momento in cui cerchiamo di coprire le brutture, poi, mostriamo una grande sfiducia verso le capacità dei ragazzi di affrontare il mondo e crederli incapaci, ci aiuta a sentirci eternamente indispensabili per loro".
D. Di Pietrantonio

Datti tempo. Quante volte mi è capitato di assistere a quella fretta... "ora che mi sono decisa a cambiare. voglio farlo...
07/07/2025

Datti tempo.
Quante volte mi è capitato di assistere a quella fretta... "ora che mi sono decisa a cambiare. voglio farlo subito!"
E diventa sempre difficile confrontarsi con la dimensione del tempo, dell'attesa, della pazienza, della cura.
Datti tempo, nessun fiore fiorisce prima del suo tempo.🌼

26/06/2025

Mi accade di fare percorsi con le coppie.
Resto sempre colpita quando arrivano perché riconosco l’affetto e la volontà di proseguire oltre l’inceppo, tuttavia è così evidente, dall’esterno, che i due non si “vedono”.

Spesso, entrambi sono invischiati con dinamiche irrisolte del passato che proiettano sul partner senza saperlo. Perciò la relazione diventa scenario di pretese e luogo di aspettative che puntualmente vengono disattese.

Perché?

Perché l’altro non può sopperire, riparare e compensare il passato.

E perché la relazione funziona se entrambi sono sufficientemente adulti e “interi”, non bambini insicuri e paurosi in cerca di una stampella.

Una relazione adulta si basa su un giusto equilibrio tra il dare e l’avere




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23/05/2025

Se all'inizio del millennio erano tutti borderline, da qualche anno sono diventati tutti narcisisti.
Da sempre nel mio studio arrivano pazienti con partner o ex partner $tr0nzi/e, che ne hanno combinate di tutti i colori: tradimenti giustificati in modi surreali, innamoramenti a velocità supersonica, convivenze lampo, scelte completamente irrazionali, ricatti emotivi di ogni genere, atti mancati (i miei preferiti: quelli che si fanno scoprire perché non sanno come uscirne), ghosting, orbiting, storie Instagram piene di allusioni, ritorni improvvisi dopo ere geologiche (un classico del lockdown), e-mail furibonde e persino qualche serenata con chitarra in spalla.
Quando arrivano in terapia questi pazienti portano dolore, smarrimento, confusione.
Ferite nuove che spesso si sovrappongono a quelle vecchie, le riaprono, le aggravano, le infettano.
Appaiono pieni di rabbia e frustrazione, ma sotto sotto – e neanche troppo – sono pieni di paure.
Paura di restare soli, di essere sbagliati, di non meritare di meglio, di non valere abbastanza, persino di essere destinati a questo e a nient'altro.
Ci sono momenti in cui il lavoro del terapeuta deve essere netto, deciso.
Quando è in gioco la sopravvivenza, fisica o psichica, o quando sono coinvolti soggetti che non hanno possibilità di scelta – come i figli, reali o ancora solo immaginati, spesso investiti di ruoli messianici per cambiare la partita.
In questi casi, il significato di quelle paure si esplorerà dopo.
Prima, si salva il paziente. Lo si tira fuori da una casa che va a fuoco.
Ma poi bisogna chiederselo: cos’ha reso così affascinante l’idea di vivere con qualcuno che gioca con gli accendini e la benzina?
Ecco: nella retorica mainstream sulle “relazioni tossiche”, questo passaggio manca quasi sempre.
Ci sei tu, e poi c’è lo stronzo/a.
E basta.
Ti devi allontanare, devi riconoscere i segnali!
Così si fanno corsi per riconoscere i narcisisti, si stilano liste di red flags, si etichetta tutto: chiaro, semplice, digeribile.
Il problema viene ridotto a: “come evitare quelli/quelle che ti fregano”.
Come se interrogarsi su quali parti di noi ci hanno portato in quel bel guaio fosse un tabù.
Come se provarci significasse automaticamente condividere la colpa, come se mettere tutto sullo stesso piano.
E qui sta il rischio: favorire una resistenza – clinica e culturale – fondata su un patto implicito tra terapeuta e paziente.
Il terapeuta si trattiene dal pensare – o peggio, dal mostrare di pensare – “ma come hai fatto a non accorgertene?”.
Perché anche lui o lei magari ci è cascato/a, in una storia simile.
E il paziente, nel frattempo, ha un bisogno feroce di spostare tutta la frustrazione fuori da sé.
Il risultato?
Aiutiamo le persone a staccarsi da relazioni disfunzionali.
Ma non sempre le aiutiamo a creare lo spazio per accogliere relazioni funzionali.
E quello spazio non può nascere solo dall’abilità di schivare lo stronzo/a di turno.
Deve radicarsi in un’idea diversa di sé: nella capacità di provare amore, compassione, pazienza, tolleranza verso i propri bisogni, desideri, mancanze, passioni, contraddizioni.
Solo così possiamo smettere di cercare “la persona giusta” e cominciare a costruire “la relazione giusta”.

21/05/2025

È la domanda dei genitori che amano.
Che vorrebbero tenere il figlio al sicuro, sempre.
Sapere dov’è. Con chi è. Cosa fa.

Ma sapere dove si trova non significa sapere come sta.
Conoscere la sua posizione non è conoscere la sua direzione.
Perché puoi vederlo su una mappa… ma non sapere nulla della sua vita interiore.

La geolocalizzazione dà una falsa illusione di controllo.
Ma educare non è controllare, è fidarsi.
È insegnare l’autonomia, non coltivare la dipendenza.

Un figlio che si sente libero di andare, sapendo che può tornare,
crescerà con l’idea che la fiducia si merita… non si impone.
Che la presenza non si misura in coordinate GPS,
ma nella certezza che, ovunque sia, c’è qualcuno che crede in lui.

La vera sicurezza non è sapere sempre dove sono,
ma aver dato loro una bussola per sapere dove andare.

Uno spazio sicuro in cui ricordarsi di sé Buongiorno e buon inizio settimana ☀️
12/05/2025

Uno spazio sicuro in cui ricordarsi di sé
Buongiorno e buon inizio settimana ☀️

Qualche momento prima dell'incontro di   , prima che nuove visioni si incontrino,  si confrontino,  si costruiscano insi...
12/04/2025

Qualche momento prima dell'incontro di , prima che nuove visioni si incontrino,  si confrontino,  si costruiscano insieme.

Il libro che entra con noi, con questi lettori che si stanno facendo gruppo, che si muovono tra le parole in modo così simile e diverso, curiose della lettura dell'altro e pronte ad accoglierla senza giudizio. E lo stesso libro che esce diverso, più complesso, ricco di nuove sfumature e nuove letture ricamate insieme. Lo terremo ancora un po' con noi...

Grata per la partecipazione e per l'atmosfera che ognuno contribuisce a creare, un bellissimo spazio in cui poter leggere se stessi.

   

18/03/2025

Bambini e ragazzi hanno bisogno di adulti consapevoli, capaci di riconoscere e regolare le proprie emozioni e che siano degli allenatori emotivi per loro sin da piccoli. Cosa ne pensate?

15/03/2025

Lo so fa male…ma compito dell’adolescenza è mettere la giusta distanza tra sé e il genitore.
Ci sono momenti in cui ragazzi e ragazze desiderano ancora il nostro abbraccio e la nostra vicinanza.
Questa dualità è tipica della mente adolescente: una terra di mezzo, tra il non poter essere più bambini e il non essere ancora adulti.
Una terra di mezzo difficile da abitare per voi genitori ma, allo stesso tempo, una terra di mezzo difficile da abitare anche per i nostri ragazzi.

Anche se non è facile dico a voi genitori la stessa cosa che stamattina ho detto ad una platea di 400 ragazzi.

L’adolescenza è dura.
Ma…non perdete la Speranza.
In molti casi è “solo” una questione di sintonizzazione e comunicazione…

E voi cosa ne pensate?

Lezioni d'amore per un figlio.❤️
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▶️Un nuovo gruppo, un nuovo percorso, un nuovo inizio.📖Ma anche un nuovo libro in cui ci siamo immersi, tenendo per mano...
31/01/2025

▶️Un nuovo gruppo, un nuovo percorso, un nuovo inizio.

📖Ma anche un nuovo libro in cui ci siamo immersi, tenendo per mano quel protagonista bambino che ci ha fatto ricontattare anche il nostro "Io bambino" , come è stato definito ieri sera.
In un dialogo tra omologazione, giudizio, vergogna, orgoglio, peculiarità, identità.

Un viaggio ricco, il primo di un percorso insieme tra le parole e le pagine.📑📚

   

Che possa essere un anno di desideri, di evoluzioni, di crescita e di serenità Buon anno a tutti ✨️                     ...
31/12/2024

Che possa essere un anno di desideri, di evoluzioni, di crescita e di serenità
Buon anno a tutti ✨️

A volte è necessario fermarsi. Mettere un attimo in pausa e occuparsi di quello che sembra un ostacolo sulla nostra stra...
17/12/2024

A volte è necessario fermarsi. Mettere un attimo in pausa e occuparsi di quello che sembra un ostacolo sulla nostra strada, messo lì apposta per darci fastidio.

In realtà spesso dovremmo trattarlo meglio quell'ostacolo, che ci aiuta, anzi a volte ci obbliga, a rallentare, a fermarci anche, per poter riprendere fiato, per poter spostare il focus dalla frenesia della vita quotidiana a qualcosa di importante.

Per capire come proseguire.




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