Dott.ssa Muscarello Francesca - Psicologa Psicoterapeuta

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Dott.ssa Muscarello Francesca - Psicologa Psicoterapeuta Studio di Psicologia Clinica e Psicoterapia. Per info ed appuntamenti: 3405832672 - freenz@libero.it

04/08/2025

Gli elementi costitutivi di un Amore sono essenzialmente tre e corrispondono al suo ciclo vitale: il fattore Distanza, il fattore Tempo, la capacità di creare un Terzo.

Nell' Innamoramento la distanza non esiste, si parla infatti di Psicosi amorosa perché i soggetti entrano in una "bolla simbiotica" in cui uno diventa lo specchio dell'altro, le differenze si annullano e si ricerca la continua vicinanza fisica, emotiva, mentale.

Col Tempo, però, la distanza si dilata e comincia a ridefinire i limiti e i contorni della relazione. Le due cellule cominciano lentamente a separarsi e a individuarsi, si ridimensionano le rispettive idealizzazioni o proiezioni fantasmatiche e si comincia a crescere separatamente.
E qui avviene un passaggio importante, cruciale.

Affinchè l'Amore possa durare nel Tempo e nella Distanza psichica si deve costituire un Terzo, un "luogo" che non sia nè Io nè tu, ma un qualcosa che va oltre, che in un certo senso trascenda la diade, legittimandola. Uno spazio nuovo che unisca pur restando separati.

Non necessariamente un figlio: potrebbe essere un sogno, un progetto, una passione, una prospettiva, uno stile di vita condiviso, un Valore. Qualsiasi cosa purchè ci sia.

Diversamente, non sarà mai un Noi ma due Io che si consumano a vicenda e che la Distanza e il Tempo, da soli, ridurranno, inesorabilmente, in nulla.

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Il problema non è l’IA, ma se sappiamo educare i ragazzi a pensare e desiderare ciò che va oltre quello che la macchina ...
09/06/2025

Il problema non è l’IA, ma se sappiamo educare i ragazzi a pensare e desiderare ciò che va oltre quello che la macchina può darci, perché è lei parte di noi, non noi parte di lei.

Cosa succederà, a tutti noi - e specialmente ai nostri ragazzi - quando l'Intelligenza artificiale sarà un oggetto con cui dialogheremo? Alessandro D'Avenia

Durante la prima giornata degli   dell'  e dell' , è stata inaugurata una mostra a cura di alcuni ragazzi di scuola supe...
26/05/2025

Durante la prima giornata degli dell' e dell' , è stata inaugurata una mostra a cura di alcuni ragazzi di scuola superiore, i quali hanno dato sfogo alla propria creatività realizzando, attraverso varie tecniche, manifesti volti a comunicare ciò che per loro significa .
I temi toccati da queste opere sono quelli del , dell' , della , del , dell' , della , della , della , dell' , aspetto che, quest'ultimo, sembra essi chiedano al contesto educante e di riferimento. Grazie, quindi, all'incisività di queste cartoline a dir poco pubblicitarie, che adottano colori, immagini e slogan attrattivi tipici degli spot, questi giovani artisti veicolano, in realtà, tutt'un altro marketing: quello dell' , che richiede tempi e sguardi molto diversi da quelli attuali.

 , in questa lectio magistralis,  ci ricorda che lo sviluppo umano si articola in una fase   e in una  . Nella prima dip...
23/05/2025

, in questa lectio magistralis, ci ricorda che lo sviluppo umano si articola in una fase e in una . Nella prima dipendiamo dalle figure di riferimento e dal loro sguardo per la formazione del , pertanto essere esposti al giudizio è qualcosa di estremamente negativo, in quanto plasma il modo di vedere se stessi, in quanto abbiamo bisogno di essere visti per conoscerci. Ciò richiama al degli adulti e della società, che necessita di essere e non eccessivamente critico. Rispetto alla banalizzazione del significato di amore per gli altri, la professoressa ci riporta all'etimologia della parola , composta da alfa privativo+mors, mortis, cioè assenza di morte, quindi amare come processo che mette fine alla distruzione dell'altro come scelta di vita generale.



20/05/2025
07/05/2025
18/04/2025

𝐀𝐧𝐚𝐭𝐨𝐦𝐲 𝐨𝐟 𝐚 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐭𝐡𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐬𝐭! Life as a therapist is more than just conversation. Holistic approaches paired with dynamic thinking and resilience is what makes therapists so special. This hard work changes lives. Its important for u...

Un altro punto di vista sul recente fenomeno Netflix che ci domanda se per educare gli adolescenti non si possa fare alt...
17/04/2025

Un altro punto di vista sul recente fenomeno Netflix che ci domanda se per educare gli adolescenti non si possa fare altro se non raccontare loro quanto possono essere cattivi, mettendoli in guardia da loro stessi e dal loro mondo. Gli adulti oggi non pensano di poter educare i giovani proponendo degli ideali, ma solo attraverso la trasmissione delle loro paure, rimandando ai ragazzi l’immagine terrificante dell’alieno che possono diventare appena si staccano dalla dipendenza dei genitori. Se non vogliamo che il codice maschile demonizzato torni a mostrare un volto feroce, abbiamo soprattutto bisogno di costruire nuovi ideali maschili, positivi e credibili.

La serie televisiva Adolescence ha avuto un grandissimo successo. Il primo ministro britannico Keir Starmer è arrivato a proporre che sia trasmessa nelle scuole, lasciando così intendere che la visione di questa storia possa avere un valore educativo. Che cosa può insegnare questa serie non solo ...

24/03/2025

ADOLESCENCE: una serie TV per riflettere sulla fragilità di genitori e figli

“Mi dispiace ragazzo. Avrei potuto fare di meglio”. E’ questa la frase che chiude la serie “Adolescence”, composta di 4 episodi, che in questo periodo ha fatto molto discutere. L’uomo che pronuncia questa frase è il padre di Jamie, un preadolescente incarcerato perché accusato di aver ucciso una compagna di scuola. La serie mette a fuoco la necessità di una paternità rinnovata. E più in generale, di una genitorialità rinnovata. La storia ci mostra un padre confuso, che è stato un figlio confuso e che diventa padre portando nella relazione con suo figlio Jamie i propri bisogni irrisolti. “Adolescence” mette in scena tutta la fatica della genitorialità contemporanea, allontanatasi dal modello delle generazioni precedenti, ma incapace di generarne uno nuovo, capace di sostenere la crescita in un tempo che della crescita non ha alcuna cura. Si vedono ragazzi affamati di validazione attraverso la modalità ingannevole della comunicazione proposta dai social media. I preadolescenti vengono raccontati come soggetti narcisisticamente fragili alla ricerca di un rispecchiamento esterno che dia loro valore e che confermi precocemente un’identità che non può darsi il tempo di attendere la maturità piena per definirsi. Si ha la percezione che il dramma di Jamie non sia solo suo, ma di un’intera generazione, costretta a fare tutto troppo presto e cresciuta da adulti confusi che non hanno saputo trovare la bussola per orientare il proprio progetto educativo in un tempo abitato dal disorientamento collettivo. C’è un vuoto etico, c’è una mancanza di empatia che trasforma il tempo della vita in un tempo di conflitto dove invece che allearsi, ci si trova ad essere tutti contro tutti. Credo che questa serie faccia tanto parlare, perché obbliga noi adulti a riflettere partendo dalla domanda “Dove ci siamo persi?”. Il film non dà una risposta semplice, perché mostra una complessità di fattori alla radice di quel senso di confusione oggi pandemico, portandoci ad empatizzare con il padre di Jamie, quando nella scena finale, piange lacrime di dolore a fianco dell’orsacchiotto di suo figlio. Quel figlio che ha dormito avendo un orsacchiotto appoggiato sul cuscino del letto la notte prima dell’alba in cui è stato prelevato e portato in carcere per omicidio. Dormire stringendo un orsacchiotto, dopo aver ucciso una coetanea a coltellate: il paradosso della crescita oggi sta tutto in questa contraddizione. Figli ancora piccolissimi che fanno le peggio cose del mondo adulto. Mentre noi genitori, confusi e disorientati, li perdiamo di vista. E’ proprio questo ciò che dichiara il papà: “Il problema è che ho perso di vista mio figlio”. Ma forse il problema principale è che noi adulti abbiamo perso di vista il nostro ruolo di adulti. “Adolescence” ti turba come raramente accade. Ma è un turbamento che fa riflettere. Per questo lo consiglio. Può essere visto anche insieme ai propri figli adolescenti, a partire dai 17 anni, come lo stesso “age rating” del film consiglia. Forse può anche essere vista con 15enni e 16enni, purchè in co-visione, permettendogli così di diventare occasione per parlare insieme degli infiniti spunti di discussione che la trama offre. In molti mi hanno scritto in queste settimane, chiedendomi di recensire questa serie TV. Se pensate che altri possano essere interessati a questo post, condividetelo.

23/02/2025

Cosa ne pensate?

Nell'epoca della fragilità, dove qualsiasi tipo di sofferenza è da evitare, rischiamo l'evitamento anche della fruizione...
26/01/2025

Nell'epoca della fragilità, dove qualsiasi tipo di sofferenza è da evitare, rischiamo l'evitamento anche della fruizione di forme d'arte, come il cinema, che può solo portare riflessione emotiva e nutrimento culturale.
L’esposizione a contenuti che possono toccare corde emotive anche dolorose, infatti, non dovrebbe spaventare.
È entrando in contatto con il dolore che lo si può superare, non certo evitandolo.
Se non ci alleniamo alla vita anche grazie all'esposizione indiretta a temi ed emozioni complessi, saremo sempre e solo più fragili.

"Alla fine, siamo sopravvissuti alla morte di Artax.
Senza trigger warning.
Senza spoiler.
E senza una seduta di EMDR inclusa nel prezzo della VHS."

Il trigger warning è un messaggio volto ad avvisare che certi temi potrebbero riattivare traumi passati. Ma funziona davvero?

19/01/2025

Secondo un articolo apparso su Parents, l’ordine di nascita può influenzare il futuro stile genitoriale. Essere figli maggiori, di mezzo, minori o unici non stabilisce regole rigide, ma pare suggerire tendenze che si riflettono nella cura dei propri bambini. Gli psicologi citati sottolineano che queste indicazioni non vanno intese come dogmi, bensì come spunti di riflessione.

La psicologa Leslie Sanders evidenzia che i primogeniti “partono avvantaggiati”, avendo visto i genitori prendersi cura dei fratelli. Da adulti, mostrano senso di responsabilità e organizzazione, ma possono rischiare di essere eccessivamente critici e stressati. “Potrebbero pretendere troppo da sé e dai propri figli,” spiega Sanders, mettendo in guardia dal perfezionismo.

Secondo Sanders, “i fratelli di mezzo sono molto empatici e pazienti,” avendo sperimentato posizioni intermedie in famiglia. La psicologa Kristen Dial avverte però che l’abitudine a “smorzare i conflitti” può portare a sminuire le emozioni dei figli, che invece necessitano di sentirsi compresi e validati.

“I minori,” prosegue Sanders, “crescono in un clima più permissivo e creativo.” Diventano genitori rilassati e inventivi, sebbene a volte mostrino indecisione, abituati com’erano a delegare ai familiari maggiori. Questo può renderli meno fermi nel definire regole o limiti.

Secondo Dial, i figli unici tendono a essere ottimi ascoltatori e a instaurare un legame intenso con i propri bambini. Di contro, rischiano un controllo eccessivo, specialmente in una famiglia numerosa o caotica. Gli psicologi concludono che ogni profilo racchiuda opportunità e criticità: riconoscerle aiuta ad agire con equilibrio e a proteggere il benessere di genitori e figli.

Per approfondire 👇🏻
https://www.fanpage.it/wamily/lordine-di-nascita-puo-influenzare-lo-stile-genitoriale-di-ogni-persona-secondo-gli-psicologi/

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