Francesca Carloni Psicoterapeuta

Francesca Carloni Psicoterapeuta Si offrono percorsi individuali e di coppia, per adulti e bambini

Decidere di iniziare un percorso psicologico può essere faticoso ma è una scelta importante da parte di una persona che decide di prendersi cura di sé stessa, magari per la prima volta.

27/12/2024

𝐅𝐫𝐞𝐮𝐝, 𝐥’𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢

Bellissimo, il film dedicato all’ultima analisi di Freud mi ha colpito profondamente. Per la sobrietà rarefatta e per la delicatezza con cui vengono raccontati gli ultimi giorni della sua vita ma anche, e soprattutto, per la chiarezza con cui egli si confronta con un passaggio cruciale della sua teoria: la spiegazione che con la psicoanalisi egli aveva cercato di dare, parlando di istinto di morte, per la irrazionalità delle guerre e di tutti gli orrori del mondo.
Innamorato del suo pensiero da sempre, sempre avevo affrontato con difficoltà il tema dell’istinto di morte. Lui ne aveva parlato per la prima volta nel 1923 in un saggio intitolato “Al di là del principio del piacere“ e nella mia mente quella idea altro non era stata che una reazione disperata alle perdite (un figlio e una figlia) subite al tempo della prima guerra mondiale. Oggi, nel film, per la prima volta, come se un velo fosse caduto, ho visto e sentito, profondamente dentro di me, la lucidità del pensiero che era arrivato a formularla analizzando la forza spaventosa dei mostri (Hi**er, il nazismo e le bombe fuori di lui, il cancro dentro la sua bocca, la necessità di accettare una nuova solitudine con il distacco emotivo, lo svincolo di Anna ) da cui era assediato, senza arrendersi a loro ma proponendo e riconoscendo, con la forza altrettanto grande della analisi, la loro origine: nel profondo del suo stesso Inconscio. Nel profondo di ogni essere umano.
Non ci sono spiegazioni alternative, mi sono detto, per quello che succede anche oggi con i bambini di Gaza e di Kiev. Il male è così profondamente collegato alla natura dell’uomo da rendere necessario il pensiero sull’istinto di morte. Anche se è importante pensare, credo, che l’istinto di morte esiste dentro di noi come una potenzialità, non come una necessità assoluta. Controllabile dalla ragione che lo analizza e lo riconosce e lo descrive. Come ci dimostra lui, Freud, anche in questa situazione estrema.
Le origini della follia di Hi**er penso, stanno nella crudeltà della sua infanzia e anche il sentimento profondo di un male che agisce da dentro di noi vissuto da Freud in quella fase terribile della sua vita è una reazione naturale alla violenza che lo investe. Hi**er non ne ha consapevolezza e lo agisce, Freud lo analizza e lo controlla.
La decisione che matura dentro di lui in quel momento, anticipare la morte liberandosi di una sofferenza disumana e ormai senza speranza, mi sono detto, è ancora una volta una scelta di vita. L’uomo può capire quello che accade dentro di lui. L’istinto di morte può essere controllato nel momento stesso in cui se ne riconosce l’origine: lottando contro le sue manifestazioni finché se ne ha la forza ma sapendo accettare anche l’idea della resa personale.
Poche persone hanno dato un contributo più grande di quello dato da Freud alla lotta contro la sofferenza degli uomini. Importante per noi oggi però è soprattutto raccogliere la forza del suo messaggio. Arrendersi alla forza di una malattia vuol dire affidare ad altri il compito di portarlo avanti. Ci riusciremo? Io lo sintetizzerei dicendo che lottare bisogna contro la violenza e la guerra come contro il cancro. L’istinto di morte è sempre in agguato dentro di noi, Freud ha ragione, violenza e guerra possono metterlo in moto in ogni momento. Ma l’uomo dispone di un’arma formidabile per controllarle, l’arma della ragione.

Volersi bene...
23/12/2024

Volersi bene...

20/04/2024
26/01/2024

- Hai cambiato letto.
- Sì.
- Quando?
- Non mi ricordo. Saranno quindici anni.
- Questo ha il cassettone.
- Sì.
- E non m’hai detto niente?
- Scusa.
- È una questione di rispetto.
- Lo so, scusa.
- Mettiti nei miei panni, in quanto mostro sotto il letto, la struttura del letto ha un ruolo
fondamentale per il corretto svolgimento del mio lavoro. Se tu me la cambi, ci va di mezzo
la qualità del servizio.
- Mi rendo conto.
- Non vorrei dovermi rivolgere al sindacato.
- Vedo cosa posso fare.
- Grazie.
- Aspetta… io ho un mostro sotto il letto?
- Avevi. Abbiamo lavorato insieme dal ’90 al ‘98. Ti risulta?
- Forse.
- Mi chiamavi Tommyknocker, te lo ricordi?
- Ah già.
- Cos’era?
- Un brutto film tratto da un brutto libro di Stephen King.
- Ti faceva così paura?
- Non l’ho mai visto. Mi faceva paura il nome.
- Il nome. E le dita. Te le ricordi le dita? Dita lunghe, dita di morto, dita con falangi magre
che graffiavano e spiavano, e poi chissà, occhi vuoti, tre file di denti, tutto quello con cui la
fantasia poteva torturate un bambino. Scivolavo nel buio come un insetto, come un
annegato. E mentre mamma e papà litigavano nell’altra stanza, tu chiudevi gli occhi e
fissavi il muro. Perché la regola era…
- Che se ti vedo, mi prendi.
- Che se mi vedi, ti prendo. Non ci siamo più sentiti. Com’è?
- Ho avuto un sacco da fare.
- Vuoi che ti faccia paura?
- A te farebbe piacere?
- Ma sì, in ricordo dei vecchi tempi.
- Va bene.
- Allora adesso allungo una mano e ti afferro un piede.
- Okay.
- Com’è?
- Ho molta paura.
- Non sembra.
- No, no, davvero, sono pietrificato.
- Non è vero.
- Invece sì.
- Smettila di essere condiscendente. Lo capisco quando fingi.
- Scusa, è che c’ho la testa da un’altra parte. Mi sono arrivati un sacco di lavori tutti
insieme, un mucchio di scadenze, e poi…
- E poi?
- Lasciamo perdere.
- No, no, dimmi.
- Non è per sminuirti, è che adesso mi fanno paura cose diverse.
- Tipo?
- Beh, così su due piedi.
- Dai, magari mi aiuta, facciamo un corso di aggiornamento.
- I parcheggi a esse.
- Cioè?
- Mi fanno paura i parcheggi a esse. Non li so fare. Vado nel panico.
- Ma come faccio a farti parcheggiare qua nella tua stanza.
- C’hai ragione.
- Qualcos’altro?
- Le raccomandate.
- Le lettere?
- Sì, le buste delle raccomandate. Di solito è una multa, ma c’ho sempre paura che sia
qualcosa di peggio. Una di quelle cose che ti rovina la vita.
- Mi potrei vestire da postino…
- Ma non è il postino in sé, è più…
- La busta, ho capito. Non posso passarti buste da sotto il letto, dai.
- No, no, chiaro.
- Mi sentirei uno scemo.
- I debiti.
- Eh?
- Mi fanno molta paura i debiti. L’idea di essere in debito. Mi mette ansia.
- Sì, va bene, ma pure questo è astratto.
- Poi, fammi pensare…
- Guarda, forse è il caso che la chiudiamo qui.
- Vediamo, ho paura di non essere quello che ho detto di essere. Capisci? Un bel giorno
dover andare in giro e spiegare a tutti che mi sono sbagliato, che non è vero che so fare
quello che ho detto di saper fare.
- Va bene, ho capito, facciamo che ci aggiorniamo…
- Ho paura che sia troppo tardi.
- Per cosa?
- Per tutto. E che ogni giorno sia troppo tardi per una cosa nuova.
- Così no, però, così non va bene…
- Vorresti che avessi paura di qualcosa di più concreto, vero? I mostri magari. I fantasmi,
gli alieni?
- Esatto! Esattamente! È proprio quello che cercavo di dirti.
- Ma magari.
- Come magari?
- Magari ci fossero i mostri, magari ci fossero gli alieni, magari ci fosse qualcosa che si
muove nel buio. Io ci spero che le cose che mi facevano paura da bambino siano vere. Io
ci spero che nel buio ci sia qualcosa, perché significherebbe che non sono solo in quel
buio. Che non è tutto qua.
- Basta, ti prego.
- E poi ho paura di me.
- Davvero non…
- Delle mie ipocrisie, delle mie nevrosi, della mia malignità, di una sveglia sul cellulare con
scritto sopra “pagare tasse”. E più di tutto…
- No…
- Ho paura perché credo di aver finalmente capito perché ho paura.
- Smettila…
- Ho paura perché credo di essere come uno di quei quadri impressionisti. Quelli che da
lontano sembrano belli e sensati e più ti avvicini più ti accorgi che non c’è niente, sono
solo macchie di colore. Ed è quello che penso di me.
- Cristo santo. Davvero?
- Sì.
- Io… cavolo, è… è…
- È?
- Terrificante.
- Lo so.
- Oh no.
- Cosa?
- Sei diventato il mio mostro sopra il letto.

Il testo è di Nicolò Targhetta

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Giovedì 09:00 - 19:00
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