15/04/2020
Alcune riflessioni sull’ansia.
Ansia è un termine che fa parte del nostro vocabolario quotidiano, ma è innanzitutto utile distinguerne due tipi: una prima tipologia è la manifestazione della paura, la cosiddetta ansia anticipatoria che serve per proteggerci da un danno anticipando il pericolo, l’altra è invece una manifestazione della tristezza e della perdita, un’emozione che coincide con il dolore psicologico, detta ansia da separazione e che serve per legarci fin da bambini alle figure da cui dipendiamo per sopravvivere.
L’ansia che deriva dalla paura è caratterizzata maggiormente da un’attivazione del ramo simpatico del sistema nervoso autonomo, con sintomi quali accelerazione del battito cardiaco, disturbi somatici, sudorazione, disturbi gastrointestinali e tensione muscolare, modificazioni fisiologiche utili per prepararci alla fuga in vista di un pericolo; l’ansia che deriva dalla tristezza è invece caratterizzata maggiormente da un’attivazione del ramo parasimpatico del sistema nervoso autonomo con sintomi quali debolezza, depressione, forte impulso a piangere, oppressione al torace e nodo alla gola, sensazioni che ci spingono a cercare l’aiuto dell’altro e che suscitano in lui reazioni empatiche.
I due tipi di ansia appartengono a due circuiti cerebrali distinti ma che interagiscono tra di loro influenzandosi a vicenda; è possibile quindi provare contemporaneamente queste due emozioni.
Entrambi i due tipi di ansia stimolano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene a produrre gli ormoni dello stress, portando oltre ai sintomi sopra elencati ad un abbassamento del sistema immunitario, cosa molto controproducente soprattutto in questo periodo. L’iper attivazione dell’asse dello stress può portare anche alla manifestazione di deficit cognitivi come una ridotta capacità di concentrazione e deficit di memoria.
La paura legata al contagio, ad eventuali difficoltà lavorative ed economiche e la situazione di isolamento sociale possono evocare entrambe le due tipologie di ansia.
Paura e dolore psicologico sono importanti segnali che ci vengono in soccorso e che vanno colti e saputi interpretare anziché desiderare di non provarli o sentirsi inadeguati e sbagliati perché li proviamo. E’ la nostra parte emotiva più profonda che ci comunica bisogni, necessità e desideri. Nostra responsabilità è ascoltare quella parte profonda e più saggia e decifrare quei messaggi che ci sta mandando sottoforma di spiacevoli manifestazioni fisiche e psicologiche.
Stare male non significa che il nostro corpo e la nostra mente funzionano male, anzi significa che stanno funzionando molto bene nel segnalarci qualcosa di importante; un po’ come le spie sul cruscotto della macchina ci segnalano le necessità dell’autoveicolo e che se ignorate portano alla rottura dello stesso, allo stesso modo i sintomi psicofisiologici ci avvertono delle necessità del nostro organismo.
Ovviamente non possiamo avere alcun controllo sugli eventi esterni che non ci riguardano direttamente, in questo momento storico come in qualunque altra circostanza della vita, ma possiamo aiutare il nostro organismo a produrre alcuni neurotrasmettitori che ci vengono in aiuto nel contrastare ed eliminare queste due forme di ansia.
Ossitocina, oppiodi endogeni , serotonina e dopamina sono sostanze che vengono stimolate dagli abbracci, dal tatto, dalla musica, dal dedicarci ad attività nuove che ci incuriosiscono, dall’attività sportiva, dal prenderci cura delle persone, degli animali e delle piante, dal gioco, dall’attività sessuale e da ogni forma di interazione sociale positiva, sia essa di persona che a distanza.
Fonti:
- LeDoux (1996), Il cervello Emotivo
- Panksepp & Biven (2014), Archeologia della Mente
www.parma-psicologo.it