Dr. Roberto Pinetti - Percorsi di Consapevolezza

Dr. Roberto Pinetti - Percorsi di Consapevolezza Psicologo, Psicoterapeuta, Libero Ricercatore, a Parma dal 1992
Contatti: 349 6379802 - dr.pinetti@tiscali.it (no messenger) In altre parole: più consapevoli.

«PERCORSI DI CONSAPEVOLEZZA»

"Colloqui di Consulenza e percorsi Psicoterapeutici" sono le attività che svolgo dal 1992 presso il mio Studio di Parma e per le quali è possibile contattarmi telefonicamente per informazioni e/o definire un primo appuntamento. (Studio:0521 200 788 - Mobile/whatsapp: 349 63 79 802)
SONO POSSIBILI ANCHE CONSULENZE "ON LINE"

La «consapevolezza» è il proces

so che ci trasforma in "esseri autentici". Viviamo in un mondo che ci propone come "ovvie" ingiustizie e brutalità ogni giorno. E quando ne soffriamo ci sentiamo inadeguati, fragili, incapaci. Eppure, non è aderendo ottusamente alle parti più crudeli di questa vita che la renderemo "migliore" e degna di essere vissuta. Renderci disponibili a un "percorso di consapevolezza" significa smettere di guardare ogni cosa col filtro delle "categorizzazioni" precostituite che ci è stato imposto dalla "mentalità comune" e iniziare a vedere veramente "ciò che è".

«Responsabilità» è un'altra parola magica, assieme a "consapevolezza" e "vedere". Significa farsi carico della propria quota di vita pur nella consapevolezza che altri aspetti non possono dipendere da noi. Ma questo riconoscerci "la nostra parte di responsabilità" è già sufficiente a dare inizio ad una trasformazione profonda del nostro essere. Una trasformazione che ci renderà più sereni, soddisfatti e padroni di noi stessi. Per qualunque altra informazione potete scrivere a dr.pinetti@tiscali.it o
telefonare:
in Studio allo 0521 200788
(nel caso, lasciate nome e recapito telefonico sulla segreteria e sarete richiamati/e al più presto) oppure

sul "mobile" al 349 63 79 802 (è gradito un primo contatto in whatsapp o sms per definire un momento opportuno in cui sentirsi)

10/07/2025
06/07/2025

QUANDO È TEMPO DI LASCIARSI

Una delle cose forse meno considerate ma decisamente importanti che accadono inevitabilemente in ogni psicoterapia è il momento della sua conclusione.

La si pensa, e tratta, come il raggiungimento di una meta, come la risoluzione di alcuni problemi personali che ci avevano portato dal terapeuta. Ma c'è qualcosa d'altro. Così semplice e fondamentale che non ce ne avvediamo quasi mai.

Il fatto è, che due persone, dopo aver trascorso momenti importanti insieme, a volte anche per periodi lunghi, ad un certo punto, devono decidere di lasciarsi.
Non si lasciano perchè hanno litigato, perché sono arrabbiati o frustrati, perché non sopportano più di vedersi.

Si lasciano perché è giunto il momento, perché hanno concluso il loro percorso insieme, perché è tempo di andare per la propria strada.

Se credete che per me (il terapeuta) dopo tanti anni sia un'abitudine, una routine, sbagliate di grosso. Se pensate che in fondo questo "lasciarsi" sia una cosa non così importante, sbagliate ancora.

Il fatto è che, purtroppo, al di fuori della psicoterapia, sono rare le separazioni segnate dalla felicità. La nostra vita ci ha (di)-mostrato che ogni separazione è dolore e sofferenza. Che i suoi residui sono spesso rabbia, tristezza e frustrazione. Ma questa non è la "regola del separarsi", quella appena descritta è ciò che "il senso di abbandono" ci fa provare in quanto persone "dipendenti".
La mia brava e cara collega Sale Musio ha creato un neologismo per promuovere un modo diverso di concepire la separazione: @"sepamarsi".
Ma, per quanto importanti, non esistono solo le separazioni fra coniugi.

Nella vita ci si incontra, ci si "annusa", a volte, e si intrecciano relazioni che nulla hanno di certo e per nulla perfette. A volte basterebbe ascoltare l'intuito per comprenderlo, a volte c'è bisogno di vari tentativi, per rendersi conto di come non sia possibile "stare insieme".

Eppure si prova e riprova. Ci si convince di dover sacrificare parte delle proprie caratteristiche, delle proprie aspettative, della propria necessità di stare bene e di essere sereni. Ci si sente egoisti mentre qualcuno ci chiede di essere diversi da ciò che si è, di fare a finta di non vedere aspetti (per noi) insostenibili dell'altro, che ci fanno stare male.
Come ci è accaduto nell'infanzia, siamo ora noi ad autoconvincerci che "bisogna accontentarsi", che è presuntuoso aspirare alla felicità, che il disagio e il dolore è destinato a rimanerci accanto, in un modo o nell'altro.

Ma non è così. Possiamo scegliere, possiamo ascoltarci, possiamo lasciarci senza alcun odio o rancore per l'altro e, addirittura, senza sensi di colpa. Infatti, non stiamo facendo qualcosa contro un'altra persona ma qualcosa di importante ed essenziale per noi e la nostra vita. Non miriamo al "male" dell'altro ma al nostro autentico "bene".
Così anche chi è lasciato può, gradatamente, imparare a "lasciare andare", specie se "sente" che non è una "punizione", non un "abbandono" che ci farà morire di fame o di stenti come sarebbe per un neonato non accudito ma la riapertura di una strada che si credeva ormai chiusa. Una gamma infinita di "possibilità" al posto della triste e spenta "certezza" che nutriva la nostra insicurezza.

Penso sia (anche) per questo che faccio lo psicoterapeuta. Per salvarmi la vita, ogni giorno, dalle mie parti "sofferenti". E per scoprire ogni volta che quell'addio, seppur commosso, non è una perdita ma un capitolo che si chiude felicemente. L'esperienza di una fine, di un distacco, pieno d'amore.

Così, arrivi a comprendere la meraviglia della vita. Inizi a scoprire come l'amore non abbia né tempo né spazio e ti connetta ad ogni cosa e a tutti.
E quando dovrai dire addio, per qualunque motivo, a una persona che hai comunque amato (come hai potuto), ti sarà finalmente chiaro che quell'amore rimane.
E non ci sarà più bisogno di inveire, arrabbiarsi e dolersi quando qualcuno ci lascia, perché nessuno può impedire al nostro cuore di amare chiunque, comunque, per l'eternità che abita ogni istante della nostra esistenza.

È assodato che fare il genitore non sia facile. Un saggio mi ha detto qualcosa che non mi aspettavo: "sii amico dei tuoi...
06/06/2025

È assodato che fare il genitore non sia facile. Un saggio mi ha detto qualcosa che non mi aspettavo: "sii amico dei tuoi figli!"
Un proposito che anch'io ero pronto a rigettare "dall'alto" di uno dei luoghi comuni più citato anche dagli psicologi che pareva affermare l'esatto contrario: "non devi essere amico di tuo figlio, sei il suo genitore!"
Eppure quest'ultima affermazione, opposta alla prima, nasce da un fraintendimento e alcune omissioni e incomprensioni. Una fra queste, colma di risvolti significativi, è come si intenda "l'amicizia". Abbiamo una visione spesso stereotipata quando non retorica dell'amicizia, quasi sempre non così chiara come pensiamo. In effetti l'amicizia cui fa riferimento il saggio è quella di un adulto nei confronti di una persona più piccola (giovane) e, come tale, priva di giudizio e pretese, e piena di ascolto e accettazione. Tutto qui. Non si tratta di abiurare alle proprie responsabilità ma, al contrario, di riconoscere il senso profondo dell'essere genitore (colui che ha generato), che non si nutre di potere e aspettative, né di proiezioni dei desideri infranti o compensazioni delle proprie frustrazioni personali. Perché i figli sono entità uniche, speciali e autonome che debbono solo scoprire la "loro" strada e un adulto accanto, attento, rispettoso e responsabile, è il miglior compagno di viaggio possibile; proprio come un vero amico.

22/04/2025
17/04/2025

Sono pochi i genitori che amano i figli.
Sono molti i genitori che si preoccupano dei figli, che li fanno studiare, che li curano se si ammalano. Che fanno tutto e tutti i loro doveri. Ce ne sono.
Però questo non vuol dire amare.
Amare è cercare di capire l’altro.
Amare è non dare per assodato che l’altro sia in un certo modo. Amare un figlio vuol dire accettare che il figlio è diverso da noi, che la pensa in modo diverso da noi e che devo spendere delle energie per poterlo capire e il minimo che posso fare è chiederglielo.

Il minimo che posso fare ancora è di consentirgli di contestarmi.
Di dirmi ciò che secondo lui con noi non è andata bene.
E se riscontrate che ha ragione, e in genere una ragione ce l’ha se no non sarebbe così dispiaciuto e arrabbiato, potete chiedergli scusa.

Gabriella Tupini

07/04/2025

COMUNICAZIONE BELLISSIMA E INTERESSANTISSIMA..
Poi ci sono io, che colgo l'uso del termine "topolini" (la cui madre è stata immersa nell'acqua gelida per "stressarla") come un diminutivo [5' e 30" del video se non lo hai visto tutto]. Un diminutivo dell'orrore-errore umano che produce sofferenza in altri esseri viventi "per la scienza". Un "diminutivo" dell'essere: "umani". Anche in chi solo "cita" atti di malvagità, mascherati da "ricerca" e finalizzati a un sapere che non conosce pietà e sentimenti.
E questo è ciò che provo ogni giorno, nel trovare tracce (elementi, tradimenti) d'insensibilità (strutturale) anche in chi promuove, certo con buone intenzioni, un "nuovo linguaggio", bello, logico-ma-sensibile, razionale-ma-che-parla-d'amore; il quale, però, è la traduzione di conoscenze pregresse in un codice che piace tanto attualmente: lo stile "neuroscienze". Persona molto intelligente, Daniela Lucangeli, che si esprime così bene e in modo affascinante. Io, che forse non sono così intelligente (sicuramente non "così"), e certo non ho mai voluto infilarmi in contesti universitari dove il potere prevale sulla Conoscenza, ancora non oltrepasso il "particolare", quell'unica piccola parola che illumina, per me, tutto il discorso rivelando una mancanza essenziale. Se nel tuo sapere vi è un solo atto di "dolore provocato", il tuo "sapere", purtroppo, a "quello" rimanda.

Indirizzo

Viale Vittoria, 35
Parma
43125

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 20:00

Telefono

+393496379802

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dr. Roberto Pinetti - Percorsi di Consapevolezza pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Digitare

Percorsi di Consapevolezza

La magia del primo incontro

Quando ero un giovane psicologo (un secolo fa..) alle prese con le incertezze circa il mio futuro (mai definitivamente risolte, per fortuna), nella prospettiva del lavoro clinico, si stagliava all'orizzonte, maestoso, oscuro e inquietante, il "primo colloquio". Un momento cruciale in cui mettere tutte le conoscenze acquisite fino ad allora e, insieme, la capacità "d'ascolto" (mitica qualità d'ogni psicologo), magari sperando di scoprire se avessi la "stoffa" per quel mestiere così speciale. C'erano già numerosi libri che spiegavano cosa fosse e soprattutto come gestire quel fantomatico primo incontro. Certo erano libri "tecnici", descrivevano metodi e modalità proprio come nei manuali. Ora ricordo quell'epoca con estrema tenerezza e, tutto sommato, sento di non aver sbagliato mestiere. Ma come in tutte le cose che faccio, cioè in tutte le cose che amo fare, la "pratica" rimane un processo in divenire, un laboratorio aperto in cui, ogni giorno ricomincio da capo, pur essendomi nutrito di ogni istante già vissuto. Così, come un eterno bambino con il bagaglio di un vecchio, accompagno persone che cercano.. un aiuto, comprensione, qualcosa che non sanno neanche loro, amore.. Il "primo colloquio" non è altro che il "primo incontro", con tutti i timori, le incertezze, le fantasie, i dubbi, le speranze, che ci portiamo appresso inconsapevolmente ogni giorno ma che, in quest'occasione, si manifestano e amplificano come non mai. Nella magia dell'incontro con lo "sconosciuto", che permea ogni primo contatto umano, emergono i nostri fantasmi, le nostre abitudini da tempo "invisibili", le "certezze" della quali spesso ci nutriamo come "cibo spazzatura" di cui ignoriamo provenienza e tossicità.. Abbiamo dovuto affrontare le infinite opposizioni della nostra mente, le considerazioni ciniche, i pensieri denigratorii e altri terribili ostacoli ma siamo finalmente qui, al nostro primo incontro. È tempo di spiccare il volo.


  • "CONSULENZE E PSICOTERAPIA individuale, rivolte agli adulti" sono le attività che svolgo presso il mio Studio di Parma e per le quali è possibile contattarmi telefonicamente per informazioni e/o definire un primo appuntamento.

  • GRUPPI e SEMINARI sono altre prassi e itinerari fra i Percorsi di Consapevolezza da me proposti.