24/11/2025
Silvia si è rivolta a me perché stava attraversando un periodo di profonda frustrazione e rabbia.
Aveva spesso scatti nei confronti del compagno e del figlio adolescente.
Il suo corpo era saturo: il peso delle emozioni trattenute era diventato insopportabile.
La vita le stava scivolando di mano, mentre veniva trascinata da una rabbia che non riusciva a controllare.
Spesso consideriamo la rabbia come un’emozione “negativa”.
In realtà è una forza potente, un’energia che — se direzionata verso un intento — può diventare motore di cambiamento e di soddisfazione.
Attraverso l’analisi del suo albero genealogico, abbiamo scoperto una linea materna segnata da donne che hanno dovuto rimboccarsi le maniche per sopravvivere.
Donne che, per mancanza del maschile, hanno contratto il loro femminile e imparato a non chiedere aiuto.
Nel percorso fatto insieme, Silvia ha riconosciuto che quella rabbia non era solo “sua”: era un copione transgenerazionale, un’eredità emotiva che stava continuando a ripetere.
Quando ha potuto restituirla e lasciare andare quel peso, ha ritrovato leggerezza.
Si è sentita più libera, più presente, più donna.
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Anche tu senti che la tua rabbia non ti appartiene del tutto?
Potrebbe essere una voce antica che chiede di essere ascoltata.
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