Sara Micotti

Sara Micotti Psicoterapeuta. Già direttrice scientifica settore di psicoterapia del Centro Benedetta D’INTINO Psicologo

Giocare  prima delle parole Ricerche recenti analizzano molto dettagliatamente gli aspetti impliciti, preverbali,  della...
18/07/2023

Giocare prima delle parole

Ricerche recenti analizzano molto dettagliatamente gli aspetti impliciti, preverbali, della comunicazione tra genitori e bambini: il parental embodied mentalizing è un aspetto della mentalizzazione associato con la capacità dei genitori di comprendere ed estrapolare gli stati mentali del bambino da ciò che dice con il suo corpo. Penso agli studi dell’Anna Freud Centre (Shai & Belsky, 2017; Avdi, Baradon et al., 2020). Questa comprensione è ostacolata quando il bambino bisognoso di cure evoca nei genitori parti del loro sé infantile deprivato. Quando il bambino esprime un momento di angoscia o di evitamento, i suoi segnali possono disorganizzare il genitore, suscitare risposte confuse, incongrue, come una risposta di ritiro o una risata fuori luogo. In ogni caso, non si attiva un movimento di riparazione della rottura nel flusso della comunicazione e il bambino rimane solo con il suo disagio. Pensiamo al divenire dei processi di mutua regolazione emotiva nel gruppo familiare con un bambino piccolo, ai momenti di sintonizzazione che sono co-creati ed espandono la mente e alle sequenze che Tronick chiama fallimenti a formare gli stati diadici di coscienza.

Tronick, E. Z., & Weinberg, M. K. (1997), Depressed mothers and infants: Failure to form dyadic states of consciousness. In L. Murray & P. J. Cooper (Eds.), Postpartum depression and child development (pp. 54–81). Guilford Press.

Cristina Riva Crugnola, La relazione genitore-bambino tra adeguatezza e rischio, Il Mulino 2012

Antonio Imbasciati, Loredana Cena, Psicologia clinica perinatale babycentered. Come si costruisce la mente umana, Franco Angeli, 2020

11/01/2023
Ho rivisto il film TRE PIANI  di Nanni Moretti, ispirato al romanzo di Eshkol Nevo (Neri Pozza, 2017). Il film parla in ...
11/01/2023

Ho rivisto il film TRE PIANI di Nanni Moretti, ispirato al romanzo di Eshkol Nevo (Neri Pozza, 2017). Il film parla in maniera straordinariamente intensa, che va dritta al cuore, della depressione di una giovane neomamma.
In primo piano un tema caro a Nevo (Le vie dell’Eden) e a Moretti (La stanza del figlio): il mistero della condizione umana, della casualità nella vita, che può ferire con colpi durissimi. Tre storie si intrecciano per narrare un mondo sofferente, incapace di ascoltare e ascoltarsi, incapace di comunicare, tutto concretezza e razionalità.

Delle tre storie che si intrecciano, vorrei segnalare quella di Monica, di Giorgio e della loro figlia neonata. Monica è sola sin dalla prima scena notturna, quando esce di casa in pieno travaglio e sulla strada aspetta un taxi. Dopo avere partorito in solitudine, Monica accudisce con tenerezza ed emozione la sua bambina neonata, ma vive una silenziosa battaglia quotidiana contro la depressione. Il marito è costantemente all’estero per lavoro, su una piattaforma petrolifera, e non capisce la sofferenza della moglie, che immagina piena di sentimenti gioiosi per la nuova nascita. Monica è tormentata dai fantasmi, il corvo nero che entra in casa, tracce allucinatorie che si acuiscono nell’isolamento, senza scambi, senza cure. Conosce bene lo spettro della follia, attraverso la madre ricoverata in un ospedale psichiatrico. È commovente quando invita una vicina di casa più anziana ad assistere al primo bagnetto della figlia, quando tenta di fare conversazione con il marito via Skype, e con il medico della madre, ma lo smarrimento prevale, non viene riconosciuto e curato.

Un film capace di mettersi sintonia con la sofferenza della contemporaneità, di testimoniare il dolore, la durezza, la solitudine. Nel finale la chiusura si rompe, affiorano incontri inattesi e poetici, la vitalità dei bambini che crescono e vanno verso il mondo, la timida apertura di alcuni adulti verso buone relazioni con gli altri e con la natura, verso la possibilità di riparare.

Mercoledì 1 marzo 2023, nell’ambito delle attività di formazione dell’ Osservatorio di Psicologia Clinica Perinatale, Università degli Studi di Brescia, parlerò del periodo perinatale e di come sostenere le mamme, i papà e bambini alle origini della vita, quando tutto si forma, la soggettività del bambino, l’identità genitoriale, la comunicazione e la relazione tra bambini e genitori. Vorrei trasmettere quanto sia importante portare nelle istituzioni e nella comunità in cui viviamo il messaggio sulla necessità di fare spazio agli interventi psicoterapeutici nel periodo perinatale, interventi precoci, profondi, tempestivi. È importante intervenire presto. Negli ultimi cinquant’anni è avvenuta una rivoluzione nel campo del diritto alla cura dei bambini e dei neogenitori, ma c’è ancora tantissimo da fare.

Ringrazio il Settore di Psicoterapia del Centro Benedetta D’Intino Onlus, che da molti anni collabora con le famiglie e con i pediatri per offrire consultazioni e psicoterapie psicodinamiche genitore-bambino nel periodo perinatale.

Grazie a chi ha pensato e organizzato il Corso, il professor Antonio Imbasciati e la professoressa Loredana Cena. Il Corso di Perfezionamento post laurea in "Psicologia Clinica Perinatale" 2023 e’ alla 10° edizione. Il Corso si svolgerà dal 8 febbraio 2023 al 7 giugno 2023 in presenza presso la Facoltà di Medicina dell'Università degli Studi di Brescia. Durata di 48 ore complessive in 6 giornate. Sono previsti 48 crediti ECM.

Il Bando Rettorale con le modalità di iscrizione è pubblicato online sul sito Unibs

23/09/2022

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23/09/2022

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Indirizzo

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