
07/07/2025
A volte lo sport è spietato. Ti porta a un passo da qualcosa di immenso e poi, in un attimo, ti toglie tutto.
Dimitrov stava per fare l’impresa: due set a zero contro il numero uno al mondo, con la racchetta in mano e il coraggio negli occhi. Ma quel maledetto dolore muscolare al petto è arrivato come una lama, nel momento in cui serviva solo resistere, lottare, chiudere la partita dei sogni.
E invece no. Ti fermi, ti siedi, nascondi la faccia tra le mani perché fa troppo male guardare in faccia la realtà.
Le lacrime di Dimitrov dicono tutto: non sono di rabbia, ma di impotenza. Di chi sa di avere ancora gioco nelle gambe, testa nei colpi, ma il corpo decide di fermarsi quando non dovrebbe.
Ma se c’è una cosa che resta, anche quando un tabellone dice “ritirato”, è la dignità. È la passione di un ragazzo che fino all’ultimo ha provato a combattere. È la grandezza di chi sa perdere anche quando avrebbe meritato di vincere.
Rialzati, Grigor. Guarisci, torna. Ci sarà un altro campo, un altro giorno, un altro sogno da inseguire.
In bocca al lupo campione. Perché le lacrime di chi ci crede davvero valgono più di qualsiasi vittoria.