18/04/2025
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Se ti sembra che stia facendo una metafora troppo azzardata ti chiedo scusa, ma la pressione della cronaca di questi giorni è troppo forte.
Isola gli Stati, mettili in competizione l'uno contro l'altro, alza dazi e barriere e tutti saranno più ricchi, più sereni, più felici. Fa’ la stessa cosa con i tuoi allievi: ognuno relegato al suo banco, con la testa china sulla verifica, totalmente chiuso al rapporto con gli altri. Alza tra di loro divieti e barriere (“Copiare è rubare” tuonava come un Pubblico Ministero il mio professore di greco) e poi giudicali. Con un voto, un giudizio, una verifica, un’interrogazione, un interrogatorio: e tutti saranno più colti, più sapienti, più felici.
E pensare che avresti un’alternativa a prendere un mazzo di carte, mescolarle scrupolosamente per regalare al destino il destino dei tuoi allievi e organizzare in classe partite di poker nelle quali uno vince a scapito degli altri (gioco a somma zero lo chiamano i matematici). Potresti prendere un bel puzzle, sparpagliare le tessere su un tavolo e i bambini tutti intorno. Qualcuno sistemerà più pezzi. Qualcuno meno. Qualcuno darà una mano a fare la cornice, qualcuno a dividere le tessere azzurre del cielo da quelle verdi dei prati e qualcuno metterà le tessere verdi e quelle azzurre al posto giusto finché il puzzle, completato, sarà appeso alla parete della tua classe e tutti potranno vedere come è bello quel lavoro fatto da tutti, tutti insieme.