Nutrizionista Tatiana Raineri

Nutrizionista Tatiana Raineri Ripristino corretta alimentazione nei bambini dai 2 anni in poi. Percorsi gravidanza e post-gravidanza.

Biologa Nutrizionista Specializzazioni:
Nutrizione clinica dal neonato all’adulto
Nutrizione oncologica
Nutrizione nei disturbi alimentari (anoressia, bulimia, binge eating)
VISITO ANCHE AL DOMICILIO DEL PAZIENTE
Pavia e provincia Brescia e provincia Lo studio Raineri dott.ssa Tatiana è specializzato in nutrizione umana e la dott.ssa vi aspetta nel suo studio di San Martino Siccomario per aiutarvi a raggiungere il benessere grazie ad un'alimentazione equilibrata. Presso lo studio potrete eseguire i seguenti esami: valutazione nutrizionale per i normali fabbisogni quotidiani, screening e valutazione nutrizionale in condizioni patologiche e non
Malattie autoimmuni
Diabete
Colesterolemia
Ipertensione
Allergie
Disbiosi intestinale. Correzione della fame nervosa e delle difficoltà di rapporto con il cibo attraverso percorso mi sfilzerà
Corretta alimentazione post interventi chirurgici.

22/12/2025

La pasta non andrebbe mangiata tutti i giorni. Questione di calorie ed esigenze nutrizionali? NO!!!

Precisiamo quanto segue.

👉 Non è questione di calorie e neppure di carboidrati (macromolecole importanti per chi fa sport, visto che il rendmento dello sportivo dipendono dalle riserve di glucosio a livello muscolare).

👉 E’ questione di proteine. O meglio, il punto sono le proteine di RISERVA, ovvero GLIADINA E GLUTENINA, che, unite ad acqua, formano il GLUTINE.

👉 Il GLUTINE, in particolare quello dei grani moderni, è quello che può favorire permeabilità intestinale.

👉 PERCHE? Il glutine dei grani moderni non viene completamente digerito, ovvero rimangono frammenti proteici non completamente scomposti, definiti EPITOPI TOSSICI, che possono favorire intolleranze al glutine e immunogenicità, ovvero possono indurre una risposta immunitaria (come accade nel caso della predisposizione alla malattia celiaca).

👉 Ecco perché no pasta tutti i giorni!! E certamente non da grani moderni… che spesso vengono dal Canada, quindi con aggiunta di glifosato.

👉 Diverso è mangiare il pane lievitato con pasta madre. I batteri lattici della pasta madre sono in grado di scomporre queste proteine di riserva, ovvero sono in grado di degradare le proteine del glutine (gliadina e glutenina). Nello specifico, la gliadina (principale responsabile della risposta immunitaria). Inoltre la masticazione favorisce questa scomposizione.

👉 La riduzione della gliadina in amminoacidi e peptidi a minor peso molecolare, operato dai batteri della pasta madre, fa si che il nostro organismo non riconosca questa proteina come tossica, riducendo quindi la risposta immunitaria. Ecco che il lievito madre può essere utile nel controllo dell’incidenza della sensibilità al glutine non celiaca e anche nella prevenzione del manifestarsi della celiachia.

Per la quotidianità preferiamo il cereale (non raffinato) in chicco… ad esempio riso integrale, miglio decorticato, farro, orzo, ecc.

Cereale integrale in chicco cotto per assorbimento: in questo modo oltretutto non ci perdiamo i composti idrosolubili quali sali minerali e fibra solubile. Quindi, anche i cereali senza glutine li preferiamo in chicco, cotti per assorbimento.

Questa è la vera dieta mediterranea.

Il miglio è un cereale antichissimo: veniva utilizzato per preparare la polenta prima che arrivasse il mais dal nuovo continente.

Il cereale non raffinato in chicco è quello che nutre il nostro microbiota. E sarebbe utile prendersi cura di questi batteri… nostri amici.

Non dimentichiamo che buona parte della popolazione segue una dieta “sbagliata”… la classica Wester Diet. Compresa la pasta con glifosato tutti i giorni. Ecco perché abbiamo tante malattie cardio metaboliche e tanti casi di disbiosi e permeabilità intestinale.

Volendo si può cambiare.
Visto che si tratta di SALUTE, il bene più importante.

Ma, come sempre, è una scelta.

21/12/2025

Le intolleranze sono deficit enzimatici.

Esiste l’intolleranza al lattosio per deficit di lattasi. Non esiste l’intolleranza alla caseina. Esiste invece l’allergia alla caseina (una proteina del latte). Ma allergia non è intolleranza.

Cosa è la caseina? O, meglio, le caseine?

Le caseine sono proteine del latte. Rappresentano circa l’80% della frazione proteica del latte (circa il 20% è rappresentato dalle siero proteine).

Tra le caseine abbiamo: α-caseina (circa 50%), β-caseina (circa 30%); κ-caseina (15%) e γ caseina (5%).

A sua volta, la β-caseina si distingue in β-caseina di tipo A1 e β-caseina di tipo A2.

Il latte di capra, pecora, bufala contiene β-caseina di tipo A2. Il latte vaccino contiene anche β-caseina di tipo A1 (la più abbondante) oltre che β-caseina di tipo A2. Anche se ci sono razze bovine che producono solo la seconda.

Le proteine β-caseina di tipo A1 e di tipo A2 differiscono solo per un singolo amminoacido in posizione 67 nella loro struttura primaria: la A1-β-caseina contiene istidina, mentre la A2-β-caseina contiene prolina in tale posizione [1].

Questa sostituzione amminoacidica è associata alla formazione di diversi prodotti di degradazione, come i peptidi beta-casomorfina (β-𝐂𝐌). Tra i β-𝐂𝐌, la β-casomorfina-7 (β-𝐂𝐌-7), composta da sette amminoacidi, è stata ampiamente studiata [1].

I possibili effetti del BCM-7 sulla salute sono un tema sempre più popolare grazie alle prove trovate in diversi studi sulla modulazione delle risposte proinfiammatorie gastrointestinali che possono scatenare sintomi digestivi, come il disagio addominale
[3].

Con l’avanzamento degli studi, è stata formulata l’ipotesi che vi sia una correlazione tra i possibili effetti del BCM-7 e l’asse microbiota-intestino-cervello. Tuttavia, alcuni studi hanno suggerito la possibilità che questi effetti avversi siano limitati a una porzione della popolazione, e 𝐥’𝐚𝐫𝐠𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 è 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐯𝐨, 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐢ù 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐢 [2].

Inoltre, non è ancora stata stabilita una soglia di esposizione al BCM-7 per chiarire il potenziale di questo peptide di innescare risposte fisiologiche a livello gastrointestinale e sistemico [2].

Studi su modelli murini (di roditori) collegano il consumo di A1 all’attivazione di una risposta infiammatoria e a un’espressione aumentata del Toll-like Receptor rispetto sia ad A2 che a controlli non lattiero-caseari.

Nell’uomo, vi è un numero limitato di studi relativamente al consumo di A1 che può essere associato a un ritardo del transito intestinale (1 studio clinico) e a una consistenza fecale più liquida (2 studi clinici).

Vi può essere un disagio digestivo per A1 ma non per A2. Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche sull’uomo per indagare gli effetti della funzione digestiva di A1 rispetto ad A2 in diverse popolazioni e contesti alimentari [3].

Nel mentre, il consumo di latte contenente il tipo A2 è associato a effetti benefici e una digestione migliore [1, 4, 5].

Nel latte bovino è presente anche il tipo A2 di β-caseina che sembra avere effetti protettivi contro patologie come quelle neurodegenerative, ad esempio.

Quindi?
Possiamo preferire derivati del latte di capra o pecora o bufala. Come tutto il nostro cibo, anche i formaggi li scegliamo in modo consapevole. Con latte fieno. Gli alimenti fermentati hanno effetti benefici per la salute.

Nel mentre, mangiare ogni tanto un po’ di formaggio vaccino (che contiene anche β-caseina di tipo A1), biologico, con latte fieno non conduce a esiti fatali, come vi vorrebbero far credere.

E ricordiamo che i prodotti fermentati hanno attività antinfiammatoria [6].

Certa gente dovrebbe smetterla di fare terrorismo becero (che conduce a disbiosi e permeabilità intestinale). Non se ne può più di tutte queste b***e.

Ma forse troppo bacon e ciccia. Non si spiega diversamente.

Bibliografia

[1] Cieślińska A, Fiedorowicz E, Rozmus D, Sienkiewicz-Szłapka E, Jarmołowska B, Kamiński S. Does a Little Difference Make a Big Difference? Bovine β-Casein A1 and A2 Variants and Human Health-An Update. Int J Mol Sci. 2022;23(24):15637. Published 2022 Dec 9. doi:10.3390/ijms232415637

[2] Jeong H, Park YS, Yoon SS. A2 milk consumption and its health benefits: an update. Food Sci Biotechnol. 2023;33(3):491-503. Published 2023 Oct 25. doi:10.1007/s10068-023-01428-5

[3] de Vasconcelos ML, Oliveira LMFS, Hill JP, Vidal AMC. Difficulties in Establishing the Adverse Effects of β-Casomorphin-7 Released from β-Casein Variants-A Review. Foods. 2023;12(17):3151. Published 2023 Aug 22. doi:10.3390/foods12173151

[4] Kay, S. S., Delgado, S., Mittal, J., Eshraghi, R. S., Mittal, R., & Eshraghi, A. A. (2021). Beneficial Effects of Milk Having A2 β-Casein Protein: Myth or Reality?. The Journal of nutrition, 151(5), 1061–1072. https://doi.org/10.1093/jn/nxaa454

[5] Brooke-Taylor, S., Dwyer, K., Woodford, K., & Kost, N. (2017). Systematic Review of the Gastrointestinal Effects of A1 Compared with A2 β-Casein. Advances in nutrition (Bethesda, Md.), 8(5), 739–748. https://doi.org/10.3945/an.116.013953

[6] Bordoni A, Danesi F, Dardevet D, et al. Dairy products and inflammation: A review of the clinical evidence. Crit Rev Food Sci Nutr. 2017;57(12):2497-2525. doi:10.1080/10408398.2014.967385

20/12/2025

𝐈𝐋 𝐂𝐀𝐌𝐈𝐂𝐄 𝐍𝐎𝐍 𝐅𝐀 𝐈𝐋 𝐌𝐄𝐃𝐈𝐂𝐎 𝐈𝐋 𝐁𝐈𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎, 𝐈𝐋 𝐃𝐈𝐄𝐓𝐈𝐒𝐓𝐀. 𝐈𝐋 𝐓𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐍𝐎𝐍 𝐅𝐀 𝐈𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐅𝐄𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈𝐒𝐓𝐀. 𝐄 𝐀 𝐕𝐎𝐋𝐓𝐄 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐎 𝐂𝐎𝐒𝐓𝐀 𝐋𝐀 𝐕𝐈𝐓𝐀.

Il caso di Maria Miceli, morta a 35 anni, dovrebbe togliere il sonno a chiunque lavori nella sanità. Non è gossip giudiziario. Non è una polemica. 𝐄̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚.

Una giovane donna fragile, malata, affidata non alla scienza 𝐦𝐚 𝐚 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚 senza esserlo, promettendo cure alternative, solo integratori, scorciatoie. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐚 𝐞 𝐮𝐧’𝐢𝐧𝐝𝐚𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐛𝐮𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞.

Eppure il problema non è “il singolo caso”.
Il problema 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐨 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨.

In Italia basta 𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐦𝐢𝐜𝐞, 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐚 “𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞” 𝐞 𝐮𝐧 𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐠𝐮𝐨 per conquistare fiducia.
Peccato che “dottore” non significhi nulla dal punto di vista sanitario.
- Un laureato in lettere è dottore.
- Un laureato in filosofia è dottore.
𝐌𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐮𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧𝐨.

E allora nasce l’inganno:
👉 “Dottore – naturopata”
👉 “Dottore – coach”
👉 “Dottore – operatore olistico”

Il cittadino legge “dottore”, abbassa la guardia e si affida.
𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚.

È 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐨𝐭𝐭𝐚!

Diciamolo chiaramente, una volta per tutte:

🔴 Il naturopata NON è professionista sanitario, se non è iscritto a un albo sanitario riconosciuto dallo Stato (Medici, Biologi, Dietisti). E spesso non è nemmeno dottore (corsi privati spesso conseguiti all'estero).

🔴 Gli atti sanitari (valutare, consigliare, prescrivere terapie, indirizzare scelte di cura, elaborare diete, piani alimentari o solo consigli alimentari) non sono opinioni, sono responsabilità penali.

E poi c’è l’altra grande ipocrisia, quella che nessuno vuole toccare.
𝐋’𝐚𝐧𝐨𝐦𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐚𝐮𝐫𝐞𝐞 𝐢𝐧 𝐒𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐍𝐮𝐭𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.
Accessi facilitati presso Università telematiche a pagamento, percorsi online, provenienze accademiche lontanissime dalla biologia e dalla clinica.
Risultato? Professionisti formalmente abilitati, ma inermi davanti alla complessità del paziente reale.
𝑶𝒈𝒈𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒏𝒒𝒖𝒆, (laureati triennali in lettere, giurisprudenza, scienze motorie, etc) 𝒕𝒓𝒂𝒎𝒊𝒕𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒍𝒂𝒖𝒓𝒆𝒂 𝒎𝒂𝒈𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂𝒍𝒆 𝒊𝒏 𝑺𝒄𝒊𝒆𝒏𝒛𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑵𝒖𝒕𝒓𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂𝒓𝒆 𝑩𝒊𝒐𝒍𝒐𝒈𝒐, 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒂𝒗𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒍𝒂 𝒍𝒂𝒖𝒓𝒆𝒂 𝒕𝒓𝒊𝒆𝒏𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒊𝒏 𝒃𝒊𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂.

Strano però che:
– se un biologo vuole diventare farmacista, riparte da zero
– se un biologo vuole diventare medico, riparte da zero
- se un biologo vuole diventare in chinesiologo, fisioterapista, etc deve ripartire da zero
– se un biologo vuole una laurea umanistica (lettere, giurisprudenza, filosofia etc) deve ripartire da zero.

Solo in nutrizione sembra valere il “tutti dentro”.
𝐌𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢𝐧𝐞𝐫𝐢𝐚.

Questo post non è contro qualcuno. 𝐄̀ 𝐚 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚:
✔ della competenza
✔ della responsabilità
✔ dell’etica professionale
✔ del rispetto per i pazienti

Ed è un appello chiaro 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢:
👉 vigilate
👉 chiarite
👉 proteggete i cittadini

𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝘇𝗼𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗶𝗴𝗶𝗮 𝗲̀ 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝗻𝗼 𝗳𝗲𝗿𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗶 𝗠𝗶𝗰𝗲𝗹𝗶.

E ai veri professionisti, quelli che studiano, si formano, si assumono responsabilità ogni giorno, 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨:

👉 alzate la testa.
👉 Il silenzio non è più neutralità.
👉 È complicità involontaria.

𝑳𝒂 𝒔𝒂𝒏𝒊𝒕𝒂̀ 𝒏𝒐𝒏 𝒉𝒂 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒂𝒏𝒕𝒐𝒏𝒊. 𝑯𝒂 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊𝒔𝒕𝒊 𝒗𝒆𝒓𝒊.

𝐀 𝐯𝐨𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚, 𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞: 𝑝𝑟𝑒𝑡𝑒𝑛𝑑𝑒𝑡𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑝𝑎𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎. 𝑉𝑒𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑙’𝑖𝑠𝑐𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑂𝑟𝑑𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖, 𝑑𝑒𝑖 𝐵𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖 𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝐷𝑖𝑒𝑡𝑖𝑠𝑡𝑖. 𝐶ℎ𝑖 𝑒̀ 𝑖𝑛 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑜𝑓𝑓𝑒𝑛𝑑𝑒: 𝑣𝑖 𝑟𝑖𝑛𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎.

20/12/2025

Il “segreto” della longevità in salute?
Restrizione calorica senza incorrere in malnutrizione.

Mangiamo meno e mangiamo meglio. Seguiamo una dieta prevalentemente vegetale, con cereali integrali che in chicco, verdure, legumi e frutta.
E muoviamoci di più.

Il digiuno protratto non ha molto senso. Può favorire disturbi del comportamento alimentare, con rischio di abbuffate, vanificando quindi il percorso mirato al calo ponderale. Ma può anche arrecare danni alla salute, in quanto può portare a carenze nutrizionali
👉 https://www.ilcibodellasalute.com/il-digiuno-intermittente-serve/

Valter Longo, ricercatore della Longevità in salute, ci riporta quanto segue "Il digiuno intermittente si basa sullo schema 8:16, cioè si mangia per 8 ore e si digiuna per sedici.

Io consiglio di astenersi dal cibo solo per 12 ore, la sera, e di non saltare mai la prima colazione. Credo che mangiare non sia mai positivo o negativo di per sé e lo stesso vale per il digiuno. Studi autorevoli hanno però dimostrato che 16 ore di digiuno sono troppe". Quindi suggerisce un digiuno intermittente 12:12. Che si traduce nel cenare presto e poi colazione 12 ore dopo.

Non trascuriamo oltretutto le emozioni… attenzione alle ossessioni…

20/12/2025

“Io suggerisco il digiuno intermittente“
Leggiamo sulle pagine dei fuffa guru (che non sono neppure professionisti sanitari)… ora c’è questa moda del digiuno intermittente… sulla bocca di tutti…

La salute non è una moda. E tanto meno si possono seguire gruppi FB gestiti da gente incompetente che rischia solo di rovinare la salute altrui.

Il digiuno protratto può favorire disturbi del comportamento alimentare, con rischio di abbuffate, vanificando quindi il percorso mirato al calo ponderale. Ma può anche arrecare danni alla salute, in quanto può portare a carenze nutrizionali (ed ecco che ci sono gli integratori magici che vi propongono!!!).

Il digiuno protratto può favorire la formazione di calcoli alla cistifellea, a causa del suo ridotto svuotamento.

Quando si parla di digiuno bisogna intendersi sulla terminologia (PMID: 39059384).

E porre la differenza tra “restrizione calorica” (riduzione dell’apporto calorico a max 25% delle calorie), “digiuno prolungato” (≥4 giorni consecutivi), “digiuno intermittente” (periodi di digiuno ripetitivi di durata ≤48 h).

Il digiuno intermittente prevede l’astensione dal cibo – limitata a specifici archi temporali. Ovvero “time-restricted eating“, finestre temporali in cui limitare i pasti (ad esempio in 8 ore).

Il classico è il 16:8 (16 ore di digiuno e si mangia solo nella finestra di 8 ore). Ebbene, è stato osservato che una finestra di “eating” inferiore a 8 ore al giorno è associata in maniera significativa a un maggior rischio di mortalità cardiovascolare (PMID: 40944446).

Consideriamo che solo nel 2019 vi è stato il primo studio che ha avuto come end point (ovvero come obiettivo) quello di analizzare la correlazione tra digiuno e rischio di morte prematura. Tale studio ha arruolato più di 24.000 adulti statunitensi di età pari o superiore a 40 anni, ha scoperto una connessione tra digiuno e rischio di morte prematura [1]. Dallo studio è emerso che

👉 Consumare un pasto al giorno è stato associato ad un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause (30%) per malattie cardiovascolari (83%) rispetto a chi consuma 3 pasti al giorno.
👉 Saltare la colazione è associato ad un aumento del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari.
👉 Saltare il pranzo o la cena è associato ad un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause.

Facciamo dunque attenzione alle mode. Con la salute non si scherza.

Ci sono comunque altri studi. Un lavoro pubblicato su Aging Cell nel 2025 ci ricorda che gli effetti sulla salute umana di questi approcci sono ancora poco chiari (PMID: 40944446). Del resto, non sono stati condotti studi sugli effetti nel lungo termine.

Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato che il digiuno intermittente non è più efficace della restrizione calorica giornaliera standard per la perdita di peso a breve termine o per i miglioramenti cardiometabolici nei pazienti obesi (PMID: 39895836).

Uno studio randomizzato controllato pubblicato su The New England journal of medicine ha concluso che, nei pazienti obesi, un regime alimentare a tempo limitato non è risultato più efficace per quanto riguarda la riduzione del peso corporeo, del grasso corporeo o dei fattori di rischio metabolici rispetto alla restrizione calorica giornaliera (PMID: 35443107)

L’opinione prevalente che il digiuno intermittente sia cardioprotettivo deriva in gran parte da modelli sperimentali su roditori e studi di intervento. Tuttavia, è importante notare che i roditori hanno un metabolismo basale significativamente maggiore; pertanto, gli effetti metabolici benefici riportati dall’alimentazione a tempo limitato sulla pressione sanguigna e sulla struttura cardiaca nei topi e nei ratti potrebbero non essere pienamente applicabili all’uomo (PMID: 39895836).

Si sottolinea la necessità di cautela nell’applicazione del digiuno intermittente come strategia dietetica a lungo termine per la salute cardiovascolare. Sebbene siano stati dimostrati benefici a breve termine del digiuno intermittente, come la perdita di peso e il miglioramento del profilo lipidico, questi effetti sembrano principalmente mediati dalla restrizione calorica piuttosto che dalle caratteristiche peculiari del digiuno intermittente. È importante sottolineare che gli impatti a lungo termine del digiuno intermittente rimangono in gran parte inesplorati (PMID: 39895836).

In termini di calo ponderale, sono state osservate differenze minime tra digiuno intermittente e la restrizione energetica continua. E’ quanto emerge da una meta-analisi pubblicata su The BMJ che ha analizzato quasi 100 studi randomizzati, per un totale di oltre 6.500 partecipant (PMID: 40533200).

Da vari studi sono emersi effetti contrastanti sul digiuno intermittente. La ricerca di Deng et al. evidenzia i potenziali svantaggi del digiuno a giorni alterni (ADF), una variante del digiuno intermittente, dimostrandone l’influenza sullo sviluppo dell’aterosclerosi. Analogamente, un recente studio osservazionale indica un aumento del 91% del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari associato al digiuno intermittente rispetto al consumo di pasti nell’arco di un periodo di 12-16 ore. Nella revisione sono state raccolte e analizzate le prove esistenti per affrontare le preoccupazioni relative al digiuno intermittente e ai suoi potenziali benefici e rischi, ossevando che può essere un’arma a doppio taglio per la salute cardiovascolare (PMID: 38910053).

Gli studi che hanno osservato risultati positivi per il calo ponderale e la salute metabolica, sottolineano la necessità di ulteriori ricerche approfondite per comprendere gli effetti a lungo termine, i piani di digiuno intermittente individualizzati e i potenziali effetti avversi del digiuno intermittente in diverse popolazioni (PMID: 39618023).

Quindi, il digiuno intermittente che senso ha?

Per dimagrire?
Basterebbe mangiare meno. Del resto, è quello che hanno osservato gli studi. Per dimagrire occorre mangiare meno.

Per favorire l’autofagia?

Spendiamo allora due parole sull’autofagia (detta anche morte cellulare di tipo II): si tratta di un meccanismo di rimozione selettiva di componenti danneggiati presenti nella cellula. E’ un processo fisiologico coinvolto nel turnover (ricambio) di proteine danneggiate o anormali, il cui accumulo nella cellula è tossico.

Si tratta essenzialmente di un meccanismo protettivo e, nella maggior parte, di adattamento allo stress, in particolare una risposta allo stress nutrizionale (per carenza di nutrienti): per conservare un adeguato livello di nutrienti all’interno della cellula, il nostro corpo avvia un meccanismo cosiddetto di “auto cannibalizzazione”, in modo tale da evitare il processo di morte cellulare.

Tuttavia, sebbene questo processo protegga inizialmente, può anche causare la distruzione di componenti vitali per la cellula e portarla alla morte.

La restrizione calorica attiva l’autofagia: vi sono quindi alternative senza necessariamente sottoporsi ad un rigido regime di privazione.

Ci sono anche molecole che mimano la restrizione calorica: ad esempio quercetina, catechina, EGCG, resveratrolo, berberina [2]. L’inserimento nell’alimentazione di tali composti bioattivi potrebbe avere effetti sulla durata della vita.

Al momento l’unico modello valido per la longevità in salute è quello della restrizione calorica, intesa come riduzione dell’apporto calorico giornaliero senza però incorrere in malnutrizione.

Ovviamente, bene seguire il timing che ci viene dal detto “colazione da re, pranzo da principe, cena da povero“, cercando di non cenare troppo tardi. Idealmente, uno “spuntino-cena” massimo alle 19. Lo stesso Valter Longo suggerisce di evitare pasti nelle 3-4 ore precedenti il sonno.

Infatti, i risultati di uno studio pubblicato su Nutrition & Diabetes ha esaminato i dati di 41mila persone del database NHANES rilevando un aumento del rischio di mortalità e di diabete tra coloro che mangiano tra le 23:00 e mezzanotte rispetto a coloro che consumano l’ultimo pasto prima delle 22:00 [3].

Il messaggio da portarsi a casa è: mangiamo meglio e meno. Non ci sono rimedi magicii. E si faccia attenzione alle mode e ai falsi profeti.

Silvia Petruzzelli

[1] Sun Y et al. Meal Skipping and Shorter Meal Intervals Are Associated with Increased Risk of All-Cause and Cardiovascular Disease Mortality among US Adults. J Acad Nutr Diet. 2023 Mar;123(3):417-426.e3.

[2] Sharma, R. (2021). Bioactive food components for managing cellular senescence in aging and disease: A critical appraisal and perspectives. PharmaNutrition, 18, 100281.

[3] Wang P, Tan Q, Zhao Y, Zhao J, Zhang Y, Shi D. Night eating in timing, frequency, and food quality and risks of all-cause, cancer, and diabetes mortality: findings from national health and nutrition examination survey. Nutr Diabetes. 2024;14(1):5. Published 2024 Feb 27. doi:10.1038/s41387-024-00266-6

20/12/2025

"A casa mia il pane è un carboidrato. Impari a leggere le etichette... è scritto carboidrati di cui zucchero".

Questi sono alcuni commenti che compaiono sulla mia pagina. A casa loro purtroppo l'educazione è sconosciuta.

Come possiamo osservare, l'ignoranza (ovvero non aver contezza di un argomento) si accompagna spesso all'arroganza e alla presunzione di insegnare nutrizione a chi se ne occupa di professione.

Abbiamo visto che i carboidrati sono MOLECOLE, invisibili ad occhio n**o. Dunque non le vediamo.

Il pane è un cibo e non può essere identificato con una molecola. Il pane conterrà certamente carboidrati. Ma non solo. Ci saranno anche grassi, proteine, sale, fibre (tra cui i carboidrati accessibili al microbiota).

Impariamo a leggere le tabelle nutrizionali!

In etichetta, oltre alla lista di ingredienti, troviamo suddette tabelle, obbligatorie, che forniscono informazioni relativamente al valore energetico (kcal/kJ), carboidrati (di cui zuccheri), grassi (di cui saturi), proteine, sale, per 100g/ml di prodotto.

In figura un esempio di tabella nutrizionale (non quella del pane).

Questo ci permette di avere contezza della composizione nutrizionale del prodotto, in particolare in termini di macronutrienti (carboidrati, grassi, proteine).

In tabella nutrizionale verrà indicato il totale del quantitativo di carboidrati, comprendendo sia quelli complessi (amidi) sia quelli semplici. E verrà specificato il di cui di quelli semplici.

Ma la tabella nutrizionale non mi sta dicendo che l'alimento si identifica con tali molecole ma che CONTIENE le molecole in questione.

Quindi, il pane non è un carboidrato. Ma un cibo.

19/12/2025

🥞 La Crêpes di Avena
Semplici, leggere e super versatili: perfette a colazione o come merenda fit 😍

📝 Ingredienti
• 60 g farina di avena
• 2 uova
• 120 ml latte scremato
• Un pizzico di sale

👩‍🍳 Procedimento
1️⃣ In una ciotola unisci farina di avena, uova, latte e un pizzico di sale.
2️⃣ Mescola bene con una frusta fino a ottenere una pastella liscia e senza grumi.
3️⃣ Scalda una padella antiaderente leggermente unta.
4️⃣ Versa un mestolo di impasto e cuoci 1–2 minuti per lato.
5️⃣ Ripeti fino a terminare la pastella.
6️⃣ Farcisci a piacere: yogurt, frutta fresca, crema proteica o cioccolato 🍓🍫

👉 Ottime sia dolci che salate!



19/12/2025

🎄Durante le festività natalizie il cibo è al centro della convivialità, ma questo periodo coincide spesso anche con un aumento degli sprechi alimentari. Ricordiamoci che la sostenibilità passa anche dalle scelte quotidiane e dal modo in cui gestiamo ciò che portiamo in tavola. Ridurre gli sprechi non significa rinunciare alla convivialità, ma organizzare i pasti con maggiore
consapevolezza.

📆Pianificare le quantità, preparare una lista della spesa mirata e valorizzare gli avanzi trasformandoli in nuove ricette sono piccoli gesti che, anche durante le feste, possono contribuire a diminuire in modo significativo gli sprechi domestici. Inoltre, scegliere ingredienti stagionali e locali aiuta a ridurre l’impatto ambientale, mantenendo alta la qualità nutrizionale dei piatti.

Un approccio più attento e sostenibile durante le vacanze non solo tutela l’ambiente, ma rappresenta anche un modo per valorizzare il cibo, la tradizione e la salute. Un Natale più consapevole è un Natale che fa bene a tutti: alle persone, alle risorse e al pianeta🌎

19/12/2025
18/12/2025

Altroconsumo ha pubblicato il test 2025 su pandori e panettoni della grande distribuzione:
- Pandori: Tre Marie si conferma il migliore, mentre Conad e Favorina (Lidl) ottengono il titolo di Miglior Acquisto.
- Panettoni: Coop panettone classico conquista il doppio riconoscimento di Migliore del Test e Miglior Acquisto, seguito da Giovanni Cova & C e Le Grazie (Esselunga).
- Novità: introdotta la label “Scelto dai consumatori”, assegnata ai prodotti che hanno ottenuto valutazioni complessive positive nelle prove d’assaggio.

Continua a leggere: https://www.foodaffairs.it/2025/12/05/i-migliori-pandori-e-panettoni-commerciali-secondo-altroconsumo-qualita-top-sotto-i-7-euro/

18/12/2025

Troppa igiene peggiora le allergie

Come mai assistiamo a una aumentata incidenza di allergie nei bambini?

A parte il ruolo dell’alimentazione… oggigiorno ci sono sempre più bambini in sovrappeso, che mangiano cibo spazzatura e tanti zuccheri liberi (eppure è risaputo: niente zuccheri liberi liberi ai bambini almeno fino a 2 anni di vita!)… l’ignoranza molto diffusa è che se i bambini non mangiano caramelle, biscotti ecc crescono male… quando in realtà crescerebbero in salute!

Un’altra considerazione è l’eccesso di igiene. Abbiamo visto anche la pubblicità della super mamma che igienizza tutto e il bambino cresce in un mondo sterile… penalizzando il Microbiota.

Secondo l’epidemiologo David P. Strachan, della St. George’s Hospital Medical School di Londra l’aumento dell’igiene determina una minore esposizione ai microbi necessari per la stimolazione del sistema immunitario, predisponendo così alle allergie i soggetti più sensibili.

Un’indagine condotta dal New England Journal of Medicine aveva confrontato gli Amish dello Stato dell’Indiana e gli Hutteriti del Sud Dakota. Nei primi, più rurali, seppure immersi in un ambiente piuttosto ricco di sostanze allergizzanti e microbi, nessuno è risultato affetto dall’asma; mentre nei secondi il 20% lo era.

"Più è sterile l'ambiente in cui vive un bambino, più alto è il rischio che possa sviluppare allergie o disturbi autoimmuni nel corso della vita” afferma il professore Guy Delespesse dell’Università di Montreal, direttore del Laboratorio di ricerca sulle allergie.

Esiste una correlazione inversa fra i livelli di igiene e l'incidenza di allergie e malattie autoimmuni.

Con l'aumentare dell'igiene, il nostro Microbiota si impoverisce!!!

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