Dott.ssa Beatrice Berilli - Psicologa

Dott.ssa Beatrice Berilli - Psicologa Psicologa (iscritta all'Ordine degli Psicologi dell'Umbria, n°1425) e Psicoterapeuta. Durante gli incontri utilizzo tecniche verbali e non.

Psicologa e psicoterapauta in formazione ad indirizzo psicoanalitico (Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica Esistenziale Gaetano Benedetti). Mi occupo delle varie sintomatologie della sfera umana considerandole come opportunità per accedere ad una maggiore conoscenza e consapevolezza del nostro essere umani. Non amo diagnosticare o etichettare disturbi ma anzi, preferisco coglierli per scendere nel profondo. Seguo bambini, adolescenti e adulti nelle varie tappe di vita, ogni periodo, infatti, necessita di presenza e ogni cambiamento di costante maturazione ed elaborazione. Disegno (disegno speculare progressivo, disegno dell'albero, della figura umana), musica, tecniche espressive. Ho esperienza nell'ambito delle dipendenze affettive, tossicodipendenze e delle psicosi. Ho cooperato con strutture terapeutico-riabilitative (comunità) e svolto attività in struttura sanitaria pubblica (CSM), attraverso progetti di psicoeducazione e riabilitazione della malattia psichiatrica grave. Sostengo fermamente che per "stare in cura" bisogna prima di tutto essere umani, considerare mente e corpo come un unico insieme vitale necessitante di amore e di presenza. La mia formazione professionale si é svolta all' Universitá degli Studi di Perugia e alla Sapienza di Roma (conseguimento della laurea con votazione di 110 e lode).

25/09/2025

Sartre define al ser siempre en positivo ya que el ser aún en falta o sintiéndose ausente "sigue siendo" mientras que la nada simplemente “no es”. En el Ser y la nada se nombra “nihilización” al proceso mediante el cual el ser humano introduce la nada en el mundo: el ser humano al ser consciente tiene la capacidad de introducir la negatividad en el mundo como recurso creativo; al ser capaces de negar, cuestionar o superar las cosas tal y como son, estamos creando un espacio de libertad.

Esa "nada" es lo que nos permite ir más allá de lo que ya existe. Entonces, para Sartre, la nihilización no es algo negativo en el sentido común, sino una capacidad creativa del ser humano para definirse a sí mismo y enfrentar la falta no como una carencia meramente negativa, sino como un espacio en el que puede definirse y proyectarse: “trascenderse" en términos Sartreanos.

Del mismo modo, Lacan nos sugiere que el psicoanálisis es "un sesgo práctico para sentirse mejor” y articula una vía para trabajar con la falta vía el barramiento del Otro— Esa utilización de la negatividad como motor dinámico, (la nihilización Sartreana), hace de la destitución subjetiva un uso de la falta del lado del haber en vez que la del deber.

La particularidad lacaniana es que se concreta esta dinámica en la lógica significante, definiendo al significante justamente como algo que “no signfica nada” y que opera como capacidad de sustracción a cualquier discurso, algo que no es poca cosa ya que los discursos son para Lacan los componentes de la “realidad”.

En ambos casos hay una posición clara: la amistad con el vacío.

Roberto Reyes

21/09/2025

“L’esperienza della solitudine, nel corso del processo analitico, passa da una solitudine mortale e mortifera ad una solitudine addomesticata, base della fiducia nella comunicazione con se stessi e con gli altri. Tale passaggio si snoda attraverso quello che noi psicoanalisti chiamiamo "l'elaborazione dell'angoscia di separazione e di perdita dell'oggetto". L’angoscia di separazione, quando è eccessiva, si traduce nel timore tragico di ritrovarsi soli e abbandonati, fonte principale del dolore psichico. Al contrario, quando è addomesticata, l'angoscia di separazione diventa punto di slancio di vita: “addomesticare la solitudine non significa sopprimere l'angoscia, ma imparare a fronteggiarla per metterla a servizio della vita. Sentirsi soli significa prendere coscienza che si è unici, che l'altro è ugualmente unico e il legame di relazione che si ha con se stessi e con gli altri diventa infinitamente prezioso” (p. 17-18).
L’analisi mira a fare sì che il paziente diventi progressivamente capace di essere solo in presenza dell’analista. La paura della fine dell’analisi non agisce solo nella fase terminale ma essa è presente fin dall’inizio; con queste parole si esprimeva un paziente: “Se comincio con lei, ho paura di non poterla più lasciare”. A volte l'angoscia per la fine dell'analisi è così forte che, dopo un primo contatto, la persona che chiede aiuto rinuncia a impegnarsi in una relazione analitica destinata a terminare, come se esprimesse l'idea che non vale la pena di vivere poiché si dovrà morire un giorno” (p. 210).

Con il progredire dell’analisi le manifestazioni dell'angoscia di separazione diminuiscono di intensità e di frequenza, perché evolve e si modifica la qualità della relazione transferale, ciò che fa la differenza è la capacità di "potersi portare da soli", invece che di dipendere dall'oggetto e tutto questo provoca un senso di giubilo (p.219-220).
Jean Michel Quinodoz
in La solitudine addomesticata.

18/09/2025

La castrazione rappresenta la realtà della condizione umana.

-L’esperienza dell’analisi, per il fatto di permettere un incontro con la castrazione, ovvero questo stato che indica un punto limite invalicabile e che, come osserva Lacan, rappresenta la realtà della condizione umana, non può concludersi solo su una posizione di comfort, cioè di effetti terapeutici e di un superamento di certe inibizioni.

-Freud indicava nella capacità di amare e lavorare il segno di un ritrovato benessere dopo la cura, ma chi vuole fare l’analista deve aver sperimentato il confronto con la castrazione per evitare le pretese di aiuto e/o di padronanza nel lavoro con un altro analizzante.

-Riprendendo il concetto freudiano dell’Hilflosigkeit, come condizione che il piccolo d’uomo sperimenta alla nascita, di totale pre maturazionee di dipendenza dalle cure altrui, Lacan parla di come questo smarrimento assoluto possa generare angoscia.

-Tale angoscia segnala, appunto, un pericolo, ed è posta lì come baluardo utile a impedire di finire in quello stato di smarrimento e impotenza.

Il saper fare nella cura.
Intervista a Marina Severini, psicoanalista AME dell’EPFCL.

Forum Lacaniano.

13/09/2025

𝗝𝗮𝗰𝗾𝘂𝗲𝘀 𝗟𝗮𝗰𝗮𝗻 – 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗶𝗼
Il sintomo parla al posto del soggetto, custodendo una verità che egli non riesce a dire. In analisi il paziente incontra il proprio desiderio, che non è mai pienamente soddisfatto ma sempre segnato dalla mancanza. L’analista non offre adattamento né consolazione: si fa specchio del desiderio, fino a che il soggetto possa riconoscere la propria parola.

𝙅𝙖𝙘𝙦𝙪𝙚𝙨 𝙇𝙖𝙘𝙖𝙣

Indirizzo

Piaggia Colombata 2C
Perugia
06123

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 20:00
Sabato 08:00 - 13:00

Telefono

+393477465113

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