17/10/2025
Un emendamento approvato in Commissione Cultura vieta ogni attività didattica o progettuale che tratti temi legati alla sessualità fino alla scuola media.
Solo alle superiori se ne potrà parlare, ma previa autorizzazione scritta dei genitori.
In pratica, nella scuola primaria e media tutto verrà affidato alla sensibilità, o al coraggio, dei singoli insegnanti.
Ma con quale competenza?
I docenti non possono essere tuttologi: non basta la buona volontà per affrontare temi come affettività, consenso, rispetto, corpo, identità.
Serve formazione, servono esperti dell’area sanitaria e psicologica, psicologi, sessuologi, educatori, medici con competenze reali e linguaggi adeguati all’età.
- A 15 anni, il 21,6% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze ha già avuto rapporti sessuali ;
Solo il 60-70% usa il pr********vo (ISS, HBSC 2022).
- L’82% degli studenti che ha partecipato a corsi di educazione sessuale li ha giudicati utili
Nei Paesi dove l’educazione sessuale è strutturata, si registrano meno gravidanze indesiderate, meno abusi e più consapevolezza del corpo (OMS-Europa).
Eppure, in Italia si continua a confondere l’educazione con l’indottrinamento.
Così, ragazzi e ragazze non trovano risposte né a scuola né a casa.
Perché molti genitori, pur con la migliore intenzione, non sanno spesso come affrontare il tema o lo evitano per imbarazzo.
E allora si rivolgono a Internet, ai social, agli influencer. Oppure, sempre più spesso, a ChatGPT.
Cercano lì le risposte che gli adulti non hanno avuto il coraggio di dare.
Educare alla sessualità e all’affettività significa educare al rispetto, e il rispetto è la prima forma di prevenzione della violenza di genere e dei femminicidi.
Chi impara da piccolo a riconoscere un confine, a dire no, a rispettare l’altro, da grande non cercherà di distruggerlo per paura di perderlo.
L’educazione sessuale e affettiva non toglie l’innocenza.
La protegge.