Psicoterapia e Mediazione Familiare, Psi.Med

Psicoterapia e Mediazione Familiare, Psi.Med Psicoterapia, Psichiatria, Psicologia, Mediazione Familiare e Ipnosi Medica Dott. Ugo Mancini, medico psichiatra, psicoterapeuta, ipnologo, dott.

Associazione professionale di Psichiatria, Psicoterapia, Psicologia, Mediazione Familiare e Ipnosi Clinica per la diagnosi e il trattamento del disagio psicologico, nonché per l'assistenza alle coppie e alle famiglie. in filosofia, già docente C.O.I.R.A.G. di psicoterapia a Roma. Tiziana Felicioni, psicologo clinico, psicoterapeuta, mediatore familiate, dott. in economia, già psiconcologa presso il centro Chianelli di Perugia.

IDIOCRAZIA "Don't Look Up" - regia di Adam McKay, 2021.In un presente distopico, un meteorite sta per schiantarsi contro...
31/12/2021

IDIOCRAZIA
"Don't Look Up" - regia di Adam McKay, 2021.

In un presente distopico, un meteorite sta per schiantarsi contro il pianeta Terra.
Gli scienziati hanno un bel dire che ogni specie vivente è condannata all'estinzione nell'arco di soli sei mesi, se non si agisce in tempo.
Infatti, purtroppo:
1. la gente comune è troppo presa dai gossip sui social per curarsene,
2. i media sono più attenti a fare audience che informazione,
3. la politica è troppo impegnata a manipolare l'elettorato e, quindi,
4. sarà come al solito l'estabilishment capitalista (il quale tiene in pugno sia i politici che le masse), a prendere la risoluzione definitiva...
..e catastrofica!

Un film Netflix imperdibile (!!!), con un cast di eccezione (Leonardo di Caprio, Meryl Streep, Jennifer Lawrence etc.) e che sa navigare con efficacia nel triangolo delle Bermuda di tre cult movie:
1."Quarto Potere" di Orson Welles (1949), del quale riprende il tema della manipolazione mediatica del non-pensiero collettivo,
2. "Armageddon" di Michael Bay (1998), del quale ironizza l'impavida cavalcata spaziale incontro al pericolo e, sicuramente,
3. "Mars Attaks!" di Tim Burton (1996), per la denuncia ironica ma spietata di una tecnocrazia sostanzialmente imbecille.

A mio avviso, un capolavoro nel genere fantapolitico (sempre che ad esso sia riducibile) che, scritto in epoca pre-covid, denuncia la posizione
1. superficiale dell'uomo comune,
2. disorientante dei media,
3. menefreghista degli apparati politici,
4. cinica dei sistemi economici e
5. alfine ondivaga della scienza,
nei riguardi della emergenza climatica (per dichiarazione stessa del regista) ma, estesamente, di tutti i gravi problemi che affliggono il genere umano.
Il chiacchiericcio mediatico sollevato dal film, identico a quello descritto "nel" film, non fa che confermarne la visione disincantata e apocalittica della società moderna.

Vivremmo noi tutti sotto la dominazione di una plutocrazia sostanzialmente id**ta, perché id**ta lo è il genere umano nel suo complesso.
Alla fine, se il meteorite ci schiaccerà, a quanto pare non farà estinguere alcuna specie veramente senziente e, se ci saranno sopravvissuti, la scamperanno solo quei pochi sfatti, abietti, corrotti ricconi, francamente troppo male in arnese per riprodurre il genere umano.

Don't Look Up!, come a dire: non alzare il capo, tira diritto, di queste cose ce ne curiamo ai vertici!
"Andrà tutto bene"

DINAMICA DI GENERETwist memorabile nel "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino (1994).Un recalcitante Vincent Vega (John Tra...
29/12/2021

DINAMICA DI GENERE

Twist memorabile nel "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino (1994).
Un recalcitante Vincent Vega (John Travolta) cede all'invito alle danze di Mia Wallace (Uma Thurman), moglie del suo boss, la quale vuole vincere una gara di ballo.

Benché non vi sia nulla di esplicitamente sessuale, travolge la carica erotica della sequenza, a partire da lei che si presenta al pubblico con voce suadente, femminile, per poi introdurre lui, mimando il tono maschile.
Quindi, particolare importante, si tolgono entrambi le scarpe, per poi ballare l'uno sempre di fronte all'altra, scalzi!

Le movenze da mantide della Thurman in questo amplesso virtuale, raffrontate alla postura pugilistica di Travolta, sguardo lei intenso, lui addirittura truce, riconfermano le posizioni maschile/femminile della coppia, ma senza dominanza di genere, in perfetto ritmo con il R&R di Chuk Berry ("You Never Can Tell", 1964).
Anche se a condurre è indubbiamente lei.

L'esito tragicomico, tipicamente tarantiniano, di questa scappatella, vedrà lei collassata per overdose e lui che le trafigge il cuore, ma non con il dardo di Cupido, bensì con una siringa di adrenalina, per salvarla dall'arresto cardiaco.
Indimenticabili

I do believe Marsellus Wallace, my husband, your boss, told you to take ME out and do WHATEVER I WANTED. Now I wanna dance, I wanna win. I want that trophy, ...

Tanti auguri a Stan Lee (Stanley Martin Lieber, New York, 28 dicembre 1922 - Los Angeles,12 novembre 2018) che oggi avre...
29/12/2021

Tanti auguri a Stan Lee (Stanley Martin Lieber, New York, 28 dicembre 1922 - Los Angeles,12 novembre 2018) che oggi avrebbe compiuto 99 anni.

Paradossalmente, sia l'ideatore dell'Uomo Ragno, sia Jerry Siegel & Joe Shuster, inventori di Superman, che meglio di chiunque hanno saputo rappresentare il mito dell'übermensch con i loro supereroi, erano ebrei.

Supereroi, ma con superproblemi ❣

MAUS - graphic novel di Art Spiegelman, 1980."È questa la faccia di un ratto? Sono questi gli occhi di un ratto? Non ha ...
26/12/2021

MAUS - graphic novel di Art Spiegelman, 1980.

"È questa la faccia di un ratto? Sono questi gli occhi di un ratto? Non ha occhi un Ebreo..." [Schindler's List - Stephen Spielberg - 1993]

CHE LE STORIE NON FINISCANO MAI[Spoiler Alert]"La Storia Infinita", film del 1984 del regista tedesco Wolfgang Petersen,...
19/12/2021

CHE LE STORIE NON FINISCANO MAI
[Spoiler Alert]

"La Storia Infinita", film del 1984 del regista tedesco Wolfgang Petersen, tratto dall'omonimo romanzo di Michael Ende (1979), racconta una storia fantasy la cui narrativa percorre sostanzialmente due binari: da un lato la realtà, dall'altro la fantasia.

La realtà è quella dove vive il piccolo Bastian: essa è fatta, come quella di molti, puramente di doveri e di lotta; nel suo specifico, di studio e di bullismo.
Tuttavia Bastian trova rifugio nella lettura ed è appunto un libro che per lui funziona da portale verso un altro mondo: il libro si intitola "La Storia Infinita" e racconta di un regno: Fantàsia.

Fantàsia è un paese di fantasia dove ogni cosa immaginata dagli esseri umani è reale, e qui vive l'alter-ego di Bastian: Atreiu.
Fantàsia si contrappone alla realtà perché essa è caratterizzata da libertà e concordia. Fantàsia è infatti una dimensione ideale creata da tutti quegli esseri umani che, pur vivendo nella realtà, ancora sono in grado di sognare e sperare.
La storia è infinita appunto perché la fantasia umana, e dunque Fantàsia che la rappresenta, non ha confini.
Ma...
..ma un lupo, Gmork, sta scatenando il Nulla che ora distrugge Fantàsia.
Laddove Fantàsia è il regno dei sogni e della speranza degli uomini, nel contrappasso del libro, che infatti è scritto in rosso e in verde nella edizione originale, (rispettivamente e significativamente per gli accadimenti nel mondo reale e in Fantàsia), il Nulla rappresenta il materialismo e la disperazione che dilagano ovunque.

Il disegno di Gmork è quello di annientare letteralmente Fantàsia per ottenere il potere sugli uomimi. Infatti, se l'umanità rinuncerà a sperare e dimenticherà i suoi sogni, sarà più facile dominarla, "perché è più facile dominare chi non crede in niente", spiega Gmork ad Atreiu nel loro confronto finale.

Singolare è il fatto che Gmork, che pure è un personaggio di Fantàsia ed è dunque un prodotto esso stesso della fantasia degli uomini, "sa"; sa cioè del mondo reale ed è proprio questo che intende conquistare.
Se quindi Gmork è disposto a distruggere Fantàsia alla quale pure appartiene, vuol dire che egli è certo di esistere anche nella realtà perché, lo si capisce, come Atreiu in Bastian (ma anche il Fantasidrago nello scorbutico Libraio, secondo me, e la Principessa nella mamma di Bastian, da costui invocata all'atto di gridare il fatidico nome nella tempesta), anche Gmork deve avere un corrispettivo nel mondo reale.

Credo che gli alter-ego reali di Gmork siano più di uno: sono tutti quelli che, come i piccoli bulli che tiranneggiano Bastian costringendolo a trovare scampo nei bidoni della spazzatura, fanno, dei sogni di chi ha ancora fantasia, pura immondizia.

Al centro di Fantàsia resiste la roccaforte della Principessa.
Costei non ha un suo nome. Solo se lo otterrà da un umano, allora Fantàsia sarà salva. Per far ciò, quell'essere umano, meglio se un bambino perché non ancora disincantato come gli adulti, dovrà arrivare a credere che il mondo ideale di Fantàsia, con tutte le sue buffe creature, esiste davvero, al paro del mondo reale.

Si chiede quindi a Bastian sostanzialmente un atto di fede e, per questo, la Principessa invia Atreiu in missione verso i neo-confini del regno, sostanzialmente verso il Nulla, non tanto per trovare alcunché, ma per dar vita a una storia che, venendo letta da Bastian in una soffitta, lo avvinca a tal punto da farlo identificare in Atreiu onde convincerlo che Fantàsia esiste davvero.
Mentre infatti l'identificazione di Atreiu in Bastian è già avvenuta quando egli si specchia al termine della prova iniziatica dell'Oracolo, Bastian si riconoscerà in Atreiu solo all'ultimo quando, nel libro, vi legge la principessa invocare dispetata il suo nome, il nome di Bastian!

L'opera di Ende è geniale perché, al doppio binario di fantasia-realtà, l'Autore vi aggiunge il meta-livello di noi che leggiamo il suo romanzo.
Si intenda: noi qui, nel nostro mondo reale, leggiamo un romanzo intitolato "La Storia Infinita", nel quale seguiamo la vicenda di Bastian che, nel (suo) mondo reale, legge una fiaba, sempre intitolata "La Storia Infinita", nel quale segue l'avventura di Atreiu che noi pure leggiamo.
Bastian legge dunque di Atreiu così come noi leggiamo di entrambi, di Bastian e di Atreiu ma, ci viene da chiederci: c'è qualcuno che al contempo sta leggendo di noi? Siamo noi pure personaggi di fantasia, protagonisti di una Storia Infinita, da altri letta e così via? Chi è lo scrittore finale?

Una vertigine epistemologica non troppo da approfondire se si vuol mantenere salde le proprie certezze.
Tuttavia quanti di voi, vinti da uno slancio di pura fantasia e abdicando all'esercizio della ragione, hanno provato se non altro l'impulso di gridare ai quattro venti: "il nome della Principessa è..."?
E quanti proprio lo hanno fatto? Perché, come cantava Edoardo Bennato a proposito di un'altra Fantàsia, l'Isola Che Non C'è, "se ti prendono in giro se continui a cercarla, tu non darti per vinto perché, chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te".

Buona visione e buona lettura

STRAPPARE LUNGO I BORDI."Siamo come i fili d'erba", tutti uguali da lontano, ma visti da vicino ciascuno diverso. [Zeroc...
01/12/2021

STRAPPARE LUNGO I BORDI.
"Siamo come i fili d'erba", tutti uguali da lontano, ma visti da vicino ciascuno diverso. [Zerocalorie, Netflix, 2021].

"Zero", un adolescente che vediamo crescere (ma non maturarsi) chiuso nella corazza dell'armadillo che interpreta la sua coscienza, è il ritratto nichilista di una generazione che stenta a ritagliarsi un profilo nella società.

Finché un evento funesto non gli insegna che è necessario aprirsi anche se si viene feriti. Infatti poi il male passa, si forma la cicatrice che, anche se resta, "in fondo è anche bella, perché è una medaglia che non ti può essere tolta, è la vita".

P.S: il linguaggio scurrile di tendenza si fa perdonare dalla potenza del messaggio da questa serie animata trasmesso

NOTIZIE DAL MONDO. (2020) "Per andare avanti, prima devi ricordare".Texas, 1870. Uniti dal caso, un reduce della Guerra ...
21/11/2021

NOTIZIE DAL MONDO. (2020)
"Per andare avanti, prima devi ricordare".

Texas, 1870.
Uniti dal caso, un reduce della Guerra Civile e un'orfana tirata su dagli Indiani devono seppellire i propri ricordi per andare avanti, assieme.
Un dolcissimo Western di Paul Greengrass, tratto da un romanzo del 2016 di Pauletta Jiles, con un sorprendente Tom Hanks.

Un veterano della guerra civile che legge le notizie di città in città affronta un pericoloso viaggio attraverso il Texas per portare un'orfana in una nuova casa.

LA BALLATA DI BUSTER SCRUGGS (2018). "Le persone sono come i castori, sono tutte uguali". La vita affidata al caso nel s...
20/11/2021

LA BALLATA DI BUSTER SCRUGGS (2018).
"Le persone sono come i castori, sono tutte uguali".
La vita affidata al caso nel singolare Far West dei fratelli Joel ed Ethan Coen

LA NOTTE CHE MORÌ GWEN STACYÈ questa una delle storie Marvel piú tristi, coinvolgenti e importanti di tutti i tempi, la ...
30/09/2021

LA NOTTE CHE MORÌ GWEN STACY

È questa una delle storie Marvel piú tristi, coinvolgenti e importanti di tutti i tempi, la storia che ha fatto perdere l'innocenza ai Supereroi per sempre.
Peter Parker, come i suoi giovani lettori, ha bisogno di percorrere la strada che lo porterà alla definitiva maturazione psicologica, e ciò che Stan Lee, Genry Conway, John Romita e l’editor Roy Thomas sanno bene, è che questa strada è cosparsa di prove dolorose.
"Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?" si interrogava Bob Dylan nel '62. Qui, dieci anni più tardi, la strada del giovane Peter diviene faticosissima, perché uno dei dolori più lancinanti è la morte della persona alla quale ci si è legati per amore.

Nel mondo fatto di carta dei comics, le decisioni dei suoi creatori si fanno realtà e, malgrado ai personaggi dei fumetti difficilmente accada (anche se per la terza volta tocca allo sventurato Peter, dopo la morte violenta sia dello zio Ben,
sia del padre di Gwen), proprio Gwen Stacy, l'amore eterno di Peter Parker, muore.

È così che accade: Norman Osborn, alias Goblin, rapisce Gwen e la porta sul Brooklyn Bridge dove avverrà lo scontro con Peter Parker, alias Spideman. Il Goblin lancia la ragazza priva di coscienza nel fiume e Spiderman, in un disperato tentativo di salvarla, l’afferra per una caviglia con la sua ragnatela per evitare che lei si schianti contro la superficie dell’acqua.
Egli pensa sia salva, noi tutti crediamo che ancora una volta l'eroe abbia vinto ma, come la ragnatela arresta bruscamente la caduta di Gwen, leggiamo sulla pagina l’onomatopea più tragica: è il suo collo che si spezza per il contraccolpo, con un lapidario SNAP!

La potenza della nona arte, il fumetto, è racchiusa tutta in questo piccolo effetto sonoro. Quattro semplici lettere rivelano al lettore la più cruda delle realtà, l'implacabile volontà dell’Autore, quella verità maledetta che Peter Parker non può accettare. Spiderman, per la terza volta, lo ha tradito, e cioè proprio lui, Peter, che ne indossa la maschera, è venuto meno a se stesso e, non certo per propria intenzione, ma comunque a causa sua, un altro innocente ha pagato con la vita. Gwen è morta.

La morte di Gwen rappresenta uno spartiacque epocale, è il capovolgimento di un topos narrativo, è la damigella in pericolo che non viene salvata dal suo cavaliere. E’ il Male che trionfa sul Bene, l’eroe che perde ma, soprattutto, che perde la testa perché, contaminato dall'odio del suo nemico, giacché pure lui "umano, troppo umano", avrebbe detto Nietzsche, gli grida disperato che lo ucciderà per vendetta!

"Il sorridente" Stan Lee, così lui amava siglarsi, qui destabilizza un'etica inviolabile, demolisce ogni certezza, mettere in dubbio la speranza e insinua, nella mente dei teenager, la possibilità che la donna, ancora per mentalità dell'epoca affidata al suo uomo, possa morire proprio a causa di lui e che questi, una sorta di boyscout con superpoteri, impazzito di dolore, diventi una erinne vendicatrice!

Gwen, da figura di contorno, con la sola utilità di dare spessore al supereroe sul piano affettivo, come una Giulietta o una Ofelia, viene elevata a simbolo dell’amore perduto tragicamente. Queste emozioni, questi avvenimenti, questi colpi di scena difficilmente vedrebbero la luce nelle opere a fumetti di oggi. Queste vicissitudini, generate da Autori di altri tempi, rimangono, anche a distanza di decenni, come colonna portante del genere supereroistico. Mai, prima di allora, un eroe aveva dovuto affrontare un lutto simile, sentirsi pervaso dall'odio, dominare lo spirito della vendetta per restare incorotto e vincere il Male, quello che ognuno si porta dentro, non già incarnato dal supervillain di turno.

In poche pagine, la Marvel Comics scrive un capitolo enorme della storia del fumetto, destinato a porre fine alla Silver Age, l’epoca dei comics spensierati, per darne vita a una nuova: la più cupa e realistica Bronze Age.
"Da grandi poteri derivano grandi responsabilità", come insegnatogli dallo zio Ben, unica figura paterna che Peter abbia mai conosciuto, e da grandi dolori derivano grandi uomini (e donne).
O almeno così dovrebbe essere.
Lungo la strada tracciata dalla penna di Stan Lee, un personaggio di carta e di china diviene un modello di grande ispirazione, e un ragazzo che ogni lettore ha imparato ad amare, diventa un uomo!

(Da Amazing Spider-Man vol 1 # 121, Giugno 1973, un capolavoro!)
Un grazie a Mattia Bizzarri per il soggetto originale prestatomi per questo post

MY OCTOPUS TEACHER (Il Mio Amico In Fondo Al Mare) - Documentario Netflix, 2020Può un biologo marino innamorarsi di una ...
21/09/2021

MY OCTOPUS TEACHER (Il Mio Amico In Fondo Al Mare) - Documentario Netflix, 2020

Può un biologo marino innamorarsi di una piovra?
Sì, se costei mostra di saperlo ricambiare.

L'amore come linguaggio universale

WOMAN IS THE NI**ER OF THE WORLD (John Lennon)***Spoiler Alert***Una giovane donna, in fuga dal padre perché con lui in ...
12/09/2021

WOMAN IS THE NI**ER OF THE WORLD (John Lennon)
***Spoiler Alert***

Una giovane donna, in fuga dal padre perché con lui in disaccordo, si rifugia in un paesino, ospite della gente che all'inizio appare accogliente, benevola.

Ma poi la scena progressivamente cambia: tutti, ciascuno a suo modo, la maltrattano, la schiavizzano e la abusano nel modo più crudele.

Una allegoria al femminile (attualissima) della figura di Gesù e del modo in cui l'idiozia umana Lo ha accolto e alfine massacrato...
Fino all'arrivo del Padre che la salva e scatena sul paesello il doveroso Giudizio.

La scenografia piatta, che mette in scena il luogo del dramma come una semplice mappa disegnata al suolo, senza alcuna verticalità, rappresenta l'assoluta mancanza di elevazione, quindi di prospettiva spirituale del genere umano e delle sue opere.

Ancora un tema sacro sviluppato dal grande regista Lars Von Trier: "Dogville", 2003.

JIMMY (JAMES VICTOR) SCOTT (1925-2014)Voce (femminile) da contralto: dovuta alla sindrome di Kallmann, forma genetica di...
08/09/2021

JIMMY (JAMES VICTOR) SCOTT (1925-2014)

Voce (femminile) da contralto: dovuta alla sindrome di Kallmann, forma genetica di ipogonadismo.

Talento nella diversità

https://youtu.be/NJnn4bVssFY

Provided to YouTube by Universal Music GroupDay By Day · Jimmy ScottMood Indigo℗ 2000 Milestone RecordsReleased on: 2000-01-01Producer: Todd BarkanAssociated...

CONTRO IL CLASSISMO -  da "Scent of a Woman", regia di Martin Brest, 1992.Monologo di Al Pacino (Frank Slade)Frank Slade...
24/08/2021

CONTRO IL CLASSISMO - da "Scent of a Woman", regia di Martin Brest, 1992.
Monologo di Al Pacino (Frank Slade)

Frank Slade: Il signor Sims non la vuole. Non gli interessa l'etichetta di studente ancora degno della Baird School. Ma che significa? Qual è il vostro motto qui: basta denunciare i propri compagni per salvarsi il c**o?! E chi non fa la spia viene mandato al rogo?! Beh, signori miei, quando piove la m***a, c'è molta gente che scappa e pochi altri che tengono duro, e qui Charlie affronta il fuoco mentre George si nasconde nelle mutande di papà. E voi che cosa fate? Decidete di salvare George e di distruggere Charlie.

Sig. Trask: Ha finito, signor Slade?

Frank Slade: No, no, no, amico mio. Ho cominciato appena. Io non so chi ha frequentato questa scuola: Guglielmo Howard Taft, Guglielmo Jennings Bryan, Guglielmo Tell, chiunque sia. Il loro spirito è morto! E se ce l'hanno mai avuto è scomparso! Alla Baird state forgiando dei serpenti. Una razza di viscidi conigli spioni! E se credete di portare questi cuccioli alla virilità, levatevelo dalla testa, signori miei! Perché io vi dico che state uccidendo proprio quello spirito che questa istituzione pretende di infondere! Che truffa! E cos'è questa pagliacciata che avete messo su oggi?! L'unico attore di classe di questa farsa è accanto a me, e io affermo che l'anima di questo ragazzo è intatta! Non è negoziabile! E sapete come lo so? Qualcuno qui, e non starò a dirvi chi, lo voleva comprare! Ma il nostro Charlie non vendeva!

Sig. Trask: Lei sta esagerando!

Frank Slade: Glielo faccio vedere io che cosa vuol dire esagerare! Lei non sa che cosa divento quando esagero, Signor Trask! Glielo farei vedere, ma sono troppo vecchio, troppo stanco, e anche troppo cieco! E se fossi l'uomo che ero cinque anni fa, oh, io verrei col lanciafiamme in quest'aula!

Sig. Trask: La smetta!

Frank Slade: Ma la smetta lei piuttosto! Con chi crede di parlare?! Ho girato il mondo, cosa crede?! C'è stato un tempo in cui ci vedevo! E allora ho visto ragazzi come questi, più giovani di questi, con le braccia strappate, le gambe brutalmente lacerate, ma non c'è niente, niente di peggio che assistere alla stupida amputazione di un'anima, perché... perché per quello non c'è protesi! Voi pensate di rispedire questo splendido soldato alla sua casa dell'Oregon con la coda fra le gambe, ma io vi dico che voi, signori, state condannando a morte la sua anima! E perché?! Perché non è uno della vostra Baird, un privilegiato?! Ferite questo ragazzo e infangherete la Baird tutti quanti! E voi: Harry, Jimmie, Trent, dovunque siate laggiù, andate a fare in c**o!

Sig. Trask: Faccia silenzio, signor Slade!

Frank Slade: Io non ho ancora finito! Entrando qua dentro, ho sentito queste parole: «la culla della leadership». Beh, quando il supporto si rompe, cade a pezzi la culla, e qua è già caduta, è già caduta. Fabbricanti di uomini, creatori di leader, state attenti al genere di leader che producete qua. Io non so se il silenzio di Charlie in questa sede sia giusto o sbagliato, non sono giudice né giurato, ma vi dico una cosa: quest'uomo non venderà mai nessuno per comprarsi un futuro! E questa, amici miei, si chiama onestà, si chiama coraggio, e cioè quelle cose di cui un leader dovrebbe essere fatto. Io mi sono trovato spesso ad un bivio nella mia vita; io ho sempre saputo qual era la direzione giusta, senza incertezze sapevo qual era, ma non l'ho mai presa, mai. E sapete perché? Era troppo duro imboccarla. Questo succede a Charlie: è giunto ad un bivio ed ha scelto una strada, ed è quella giusta: è una strada fatta di princìpi, che formano il carattere. Lasciatelo continuare nel suo viaggio. Voi adesso avete il futuro di questo ragazzo nelle vostre mani, è un futuro prezioso, potete credermi. Non lo distruggete. Proteggetelo, abbracciatelo. È una cosa di cui un giorno andrete fieri, molto fieri.

20/08/2021
IL MIGLIOR MONDO POSSIBILE9 Luglio 1968, National Institute of Health a Bethesda, nel Maryland: lo scienziato americano ...
20/08/2021

IL MIGLIOR MONDO POSSIBILE

9 Luglio 1968, National Institute of Health a Bethesda, nel Maryland: lo scienziato americano John Calhoun & co., finanziati dalla Rockefeller Foundation, diedero l'avvio all'esperimento "Universo 25", uno dei laboratori di studio più terrificanti nella storia delle scienze sociologiche, pur secondo gli spietati standard in sperimentazione animale tipici dell'epoca.
Attraverso il modello di una colonia di topi, Calhoun voleva studiare le possibili derive della società umana cosiddetta del benessere.

Quello dell'Universo 25 intendeva all'origine costituire una sorta di "Utopia dei topi" in un ampio, igienico e funzionale spazio vitale, appositamente progettato perché i roditori avessero abbondanza di cibo, di acqua e di materiale per nidificare, in assenza di pericoli naturali e di predatori, e dove avrebbero potuto dare vita a una colonia pacifica e prospera, benché in un ambiente del tutto artificiale, proprio come quello urbano dell'uomo.

All'inizio Calhoun collocò nel recinto quattro coppie di topi riproduttori, appositamente selezionati dal National Institute of Mental Health per le loro doti di temperanza e di equilibrio caratteriale.
Le cavie iniziarono immediatamente a riprodursi: ogni 55 giorni circa la popolazione raddoppiava, per rallentare solamente a 145 giorni, quando raggiunse il numero di 620.

Fu a questo punto che cominciarono le prime anomalie. Si divisero in gruppi, all'interno dei quali emerse una gerarchia con a capo i maschi più grossi.
I cosiddetti "maschi grossi" attaccavano regolarmente i membri rimasti isolati e quelli degli altri gruppi, azzannandoli o violentandoli, femmine o maschi che fossero.
In reazione ai loro continui abusi, apparvero i cosiddetti "topi delinquenti": esemplari violenti dediti all'aggressione gratuita e indiscriminata dei soggetti più deboli.

I roditori "grossi" cominciarono allora ad attaccare i "delinquenti" per ristabilire il predominio ma, di seguito, anche gli altri maschi "tranquilli" del proprio gruppo, con il risultato che molti tra questi finirono uccisi, oppure crollarono psicologicamente, assumendo atteggiamenti di sottomissione fino alla consegna assoluta.

Di conseguenza le femmine, non sentendosi più protette dalla violenza dei "maschi grossi", a loro volta diventavano sempre più aggressive, anche nei confronti dei loro stessi piccoli, manifestando infine segni di isolamento e mancanza di umore riproduttivo.
La popolazione, che aveva raggiunto i 2.200 esemplari (per un massimo stabilito di 3.000), accusò di conseguenza una contrazione del tasso di natalità, assieme a un aumento della mortalità presso i cuccioli, che venivano abbandonati o persino divorati dalle loro proprie madri.

La rivolta delle femmine pose fine alla dittatura dei "grossi", e comparve allora una nuova classe di topi maschi, i cosiddetti "belli".
Costoro si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine, disertando il lavoro di demarcazione del territorio e di nidificazione. A loro importava solo mangiare, dormire e lisciarsi di continuo il pelo.
Ad un certo punto, i "bei maschi" e le “solitarie aggressive", costituivano la maggioranza della popolazione.
Conseguentemente a ciò, la natalità puntò verso il tasso zero, mentre la mortalità infantile superava il 90%.

I topi in via di estinzione precipitarono in una vera bolgia contrassegnata da pansessualità, diffusa frenesia motoria, aggressività, autolesionismo e, nonostante ci fosse abbondanza di cibo per tutti, cannibalismo e necrofagia. L'insieme di queste e di altre aberrazioni fu indicato da Calhoun col termine di "fogna del comportamento".

Due anni dopo l'inizio dell'esperimento, nacque l'ultimo cucciolo della colonia e, nel 1973, morì l'ultimo topo superstite dell'Universo 25.
John Calhoun ripeté lo stesso esperimento ben 25 volte, donde la denominazione dello stesso, ma sempre con il medesimo risultato.

II lavoro di Calhoun, criticabilissimo da un punto di vista etico come altri esperimenti in voga negli anni 70, presenta ovvi limiti.
Innanzitutto il modello animale, che appare assai riduttivo rispetto alle ben più complesse variabili umane.
In secondo luogo, l'esclusione di fattori che l'esperimento intenzionalmente teneva sotto controllo, quali ad esempio problemi ecologici come il riscaldamento ambientale, il crescere della penuria di ogni risorsa, la compromissione dell'equilibrio con altre specie viventi e, non da ultimo, il possibile svilupparsi di malattie contagiose, come si è visto con il Covid-19.
In tutti questi ambiti pare purtroppo che la realtà abbia di gran lunga sopravanzato la simulazione.

Si ricorda tuttavia che le intenzioni dello studioso si limitavano a indagare come bastasse la sola perdita del controllo demografico perché un modello societario potenzialmente virtuoso precipitasse in una vera e propria apocalisse.
L'utopia tecnologica del filosofo Francesco Bacone, secondo il quale affrancare l'uomo dai suoi bisogni e dalle avversità della natura avrebbe creato il paradiso in Terra, non poteva essere più fallace.

Ad oggi, con una popolazione mondiale prossima agli 8 miliardi, il laboratorio di Calhoun resta un modello veritiero per interpretare il collasso delle società umane in caso di sovrappopolazione, e ancora resiste come pietra miliare per lo studio della alienazione urbana, nonché dei rapporti di potere, anche tra i sessi.

IL SENSO DELLA VITA secondo Stan LeeS.S.: "Noi siamo arrivati finora qui, dobbiamo andare più lontano... noi dobbiamo co...
19/08/2021

IL SENSO DELLA VITA secondo Stan Lee

S.S.: "Noi siamo arrivati finora qui, dobbiamo andare più lontano... noi dobbiamo comprendere la risposta"!
G.: "Nessun essere vivente può sapere la risposta".
S.S.: "Nemmeno tu?"
G.: "Io sono Galactus. Sebbene io sia più di un uomo, ancora sono meno di Dio".
S.S.: "E io sono il tuo araldo, meno di un moscerino che fluttua sull'arazzo infinito dello spazio; purtuttavia, un moscerino che brama di scoprire, di apprendere la risposta"!
G.: "Non c'è risposta".

Da un confronto tra Silver Sufer e il suo creatore Galactus.

Galactus è un personaggio dei fumetti Marvel ideato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1966.
Da lui dipende l'equilibrio dell'universo. È Infatti uno degli Antichi: figure cosmiche talmente potenti da riuscire a sopravvivere ai cicli di big-bang e big-crunch (espansione e contrazione ripetute) dell'universo cosiddetto pulsante.
Il suo ruolo e il suo destino è quello di viaggiare nel cosmo, con la sua astronave-planetoide, distruggendo pianeti come il nostro ricchi di vita, della cui energia potersi nutrire.
Viene infatti chiamato "il divoratore di mondi" e non è propriamente un cattivo, anche se spietato, in quanto è mosso dalla sola necessità. Ripeto: Galactus è un elemento necessario all'equilibrio cosmico, così come Thanatos che si contrappone ad Eros, la morte cioè alla vita, nel ciclo della natura che incessantemente si rinnova.

Silver Surfer è il suo araldo di morte.
Originariamente era il membro di una razza umanoide che, per salvare il proprio pianeta dall'attacco di Galactus (ma anche per un personale spirito di avventura e un desiderio di conoscenza spentisi da generazioni nella sua specie super-evoluta), si era immolato a costui.
Norrin Radd era stato così trasformato da Galactus in Silver Surfer: un essere in grado di solcare gli spazi infiniti per dirigerlo, come un pesce pilota fa con lo squalo, su mondi che lui potesse divorare.

Giunto sulla Terra, non privo già di scrupoli morali, Silver Surfer si lascia definitivamente redimere dalle parole di una certa Alicia Masters, una scultrice che, seppur cieca, evidentemente riesce a far centro nel suo cuore con concetti semplici.
Alle parole di lui: "se ne dipendesse la tua vita, non esiteresti tu a calpestare un formicaio?", lei ribatte: "ma anche una semplice formica ha il diritto di vivere".
Una risposta inconfutabile che precipita il potente Silver Sufer in una profonda crisi di coscienza, riscoprendosi egli come il semplice Norrin Radd che all'origine era, per ribellarsi così al suo padrone, pagandone il fio.

Lui che era oramai abituato a solcare in solitario le correnti dello spazio sulla sua asse argentea da surf, viene carcerato per sempre sulla Terra, oltretutto a contatto con una umanità che non lo comprende né lo accetta a cagione della sua alienità, ma che in fondo lo invidia per i suoi cosmici poteri.

Nella tavola a fumetti che qui vi propongo, nel confronto tra creatura e creatore, quest'ultimo un essere che si definisce, nella sua vanagloria, "non ancora" all'altezza di Dio, torna il tema dell'insetto (lì una formica inchiodata a terra, qui un moscerino svolazzante) circa il valore e, rispettivamente, il senso da dare alla vita.

Ogni essere vivente ha diritto alla sua vita, ma ogni essere senziente dovrebbe in più sapere perché vive.
Galactus, a un amletico Silver Surfer, dapprima risponde disarmato "nessun essere vivente lo sa" ma poi, ricomponendosi nella superbia dell'ente che aspira ad essere Dio, conclude: "non c'è risposta".

È vero, forse non c'è risposta che umanamente si possa afferrare, ma può una formica, un moscerino o un essere umano, rinunciare a industriarsi, a volare o, rispettivamente, a interrogarsi, se ciò è nella sua natura?
E questa natura, Donde gli proviene? Ma è appunto questo il cuore della domanda.

Indirizzo

Via Dei Filsosofi 22
Perugia
06121

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