12/10/2022
Sul narcisismo
Freud parla per la prima volta di Narcisismo nel 1910, in una nota che aggiunge ad un passaggio de I tre saggi della sessualità del 1905. In questa nota Freud vede il narcisismo come quella condizione in cui un soggetto, omosessuale, viene a sentirsi amato come è amato dalla propria madre(pag 459)
Nel 1914, Freud si cimenta in un’opera particolarmente impegnativa, Introduzione al Narcisismo, ma che non lo soddisferà mai abbastanza.
In questo lavoro Freud organizza il suo discorso sul narcisismo attraverso quello sulla libido dell’Io: fa del narcisismo un destino della libido , facendolo ruotare intorno a tre variabili: l’Io in quanto variabile dipendente dalle altre due: l’Ideale - nelle due declinazioni dell’Io Ideale e dell’Ideale dell’Io - e l’Oggetto. Più l’Io investe sull’Oggetto, più lo rende grandioso, più lo idealizza e più impoverisce sé stesso, e viceversa.
L’Io è qui descritto da Freud come un organismo dotato come di propaggini digitiformi sulla loro superficie, che possono ora spingersi verso l’esterno ora retrarsi di nuovo(p. 445)
La libido funziona allo stesso modo: appartiene all’Io e va verso l’oggetto, ma può anche ritornare di nuovo sull’Io che viene investito al posto dell’oggetto. Parliamo dunque di libido dell’Io sia nel senso oggettivo, quando ricade di nuovo sull’Io, sia nel senso soggettivo, quando partendo dall’Io si dirige verso l’oggetto.
Il narcisismo che ritroviamo dunque in Introduzione al Narcisismo è in relazione alla teoria della libido e di come essa si ripartisce tra l’Io e i suoi oggetti di investimento. Freud descrive in maniera molto meticolosa le diverse condizioni psicopatologiche, e della vita quotidiana, nelle quali si realizzano le condizioni del narcisismo: le psicosi , il dolore fisico , l’ipocondria e la vita amorosa.In questo scritto Freud parla ora di Ideale dell’Io, ora di io Ideale, ma in effetti si tratta di due concetti diversi. Seguendo anche la lettura che ne fa Lacan, possiamo riconoscere in Freud il riferimento all’Io Ideale quando l’Io viene trattato come l’oggetto ideale con cui il soggetto si identifica sul piano immaginario, e vedere l’Ideale dell’Io come quel principio ispiratore e armonizzante con cui il soggetto si identifica invece sul piano simbolico.
Il narcisismo è dunque quella condizione dell’essere che può realizzarsi solo a patto che non vi siano differenze tra l’Io e l’oggetto , tra sé e l’altro, vale a dire attraverso identificazioni reciproche e speculari , condizione cui l’essere umano tende naturalmente: non esiste situazione più basilare e ricercata tra gli esseri umani come quella del narcisismo, in quanto riproduce l’armonia della identificazione primaria con la madre e con il modo attraverso cui ella ci ha amati. Esiste dunque un narcisismo di base, costitutivo e fisiologico della persona, che presiede alla cura e all’amore di sé .
Il narcisismo, dunque, comporta anche benessere e armonia, ed è per questo che, spesso, per far funzionare le cose, per ottenere la pace, gli esseri umani cercano soluzioni narcisistiche , fanno in modo cioè di adattarsi tra di loro, di cancellare le differenze intersoggettive, illudendosi, in questo modo, di realizzare quelle condizioni di armonia che le relazioni narcisistiche sembrano garantire in quanto sottomesse all’ideale dell’Io. Occorre però che l’ideale dell’Io funzioni come un significante unificatore e rassicurante, affinché le traballanti relazioni narcisistiche, che di per sé tendono invece verso l’aggressività, mantengano la loro coesione pacificante, almeno fino a quando l’Ideale dell’Io non cada, non venga meno. Se l’Ideale dell’Io viene meno, allora il narcisismo è pronto a mostrare l’altro suo volto, quello che, piuttosto che alla vita, spinge alla distruttività e alla morte. Bisogna riconoscere con Green che, effettivamente, esistono un Narcisismo di vita e un Narcisismo di morte. cit(A. Green. Narcisismo di vita e narcisismo di morte)
Anche le nevrosi presentano dunque un aspetto narcisistico e d’altra parte Freud ha messo in evidenza il vantaggio secondario che il nevrotico trae dal piacere di lamentarsi senza posa. Ogni sofferenza nevrotica comporta dunque una quota di narcisismo, perché essere nevrotici significa, per Freud, non sapere che cosa si desidera, e un tale vuoto di sapere, come anche Lacan ci ricorda attraverso tutto il suo insegnamento, oltre che fonte di sofferenza, è anche causa di grande instabilità nel soggetto, una instabilità molto difficile da sopportare e che di conseguenza può spingere a soluzioni narcisistiche , sintomatiche, di difesa, tattiche. Il narcisismo dunque, nell’accezione freudiana, è una posizione tattica del soggetto, un modo per tenersi, per sostenersi, per affrontare meglio il disagio della propria esistenza nevrotica , o il disagio esistenziale o anche quello proprio della condizione umana in generale. Insomma, uno stato nevrotico, ma anche ogni situazione di precarietà o di disagio soggettivo può disporre ad un disordine narcisistico, ed è per questo che ritroviamo il narcisismo, soprattutto oggi, come il modo prevalente di essere dell’uomo post-moderno in rapporto a sé e agli altri.
"Introduzione al Narcisismo (1914)."