29/09/2022
...Alcune riflessioni...
UGUALI O DIVERSI: QUESTO E’ IL PROBLEMA
Si ritorna a scuola, entusiasti, preparati o quasi, curiosi, stanchi già all’inizio, contro voglia, alla ricerca e per ricercare… ma di chi stiamo parlando? Alunni o insegnanti?
Per una volta scrivo un post rivoto ad entrambi, rivolto ai bambini e dietro loro ai genitori (che si fanno carico di loro e per loro), rivolto al maestro/a che conoscerà i nuovi e saluterà i “vecchi”, rivolto ai proff che si allenano a convivere e vivere l’adolescente.
Vorrei sfatare il mito secondo cui c’è solo una faccia della medaglia che va raccontata, una per volta per non assuefare chi legge, voglio parlarvi di entrambi, di tutti cercando di non soffermarmi solo su alcuni della categoria ma sulla moltitudine, sul gruppo.
Inizio con chi è già stato dalla parte dei piccoli, che ha già scritto il suo cammino e che ora si ritrova dall’altra parte, dietro la cattedra (cimelio millenario) a preparare il futuro. Ebbene sì, FUTURO, le piccole leve che arrivano a piccoli passi con degli zaini enormi, arrivano davanti ai maestri e a loro affidano parte della loro crescita.
Come si sentirà un’insegnante al suo primo giorno di scuola????
Tachicardico, agitato, ansioso, deciso, sicuro, titubante, curioso o dubbioso? “Io me la farei decisamente sotto”, se fossi un maestro, sia perché i bambini mi daranno la mano per farsi condurre sia perché il grande diventerà la guida, il modello da seguire. Per non parlare di loro, i proff, adulti che vivono gli adolescenti con tutti i loro turbamenti: se va bene riescono a farli uscire dalle superiori soddisfatti dei risultati ottenuti, se va male invece si sentiranno il peso della sconfitta ( per chi lo sente) o del non essere stato capito.
Dei bambini e dei ragazzi che dire se non che dovranno rimboccarsi le maniche e farsi strada nel mondo a suon di tabelline, poesie, parafrasi, traduzioni e problemi di fisica o estimo…. avranno l’ingrato compito di esaudire i desideri inconsci dei genitori da una parte ed essere ribelli dall’altra, sentirsi parte del gruppo mantenendo l’individualità, sentirsi appagati ma anche affamati… insomma come camminare sui cristalli cavalcando un’elefante: difficilissimo!!!!
Ed eccoci qua, siamo arrivati al punto della questione: CHI Può ESSERE CAPITO, CHI Può SENTIRSI CAPITO, CHI OSSERVA CHI? CHI GUIDA CHI?
I bambini e i ragazzi osservano le persone, colgono mode e tendenze, vestiti, comportamenti e modi di fare: copiano e si copiano, emulano e cambiano. Gli insegnanti ci provano, si cimentano in lezioni nuove, mappe concettuali in 3D, filmati moderni, lezioni interattive. A volte mancano di osservare…
CHI HO DI FRONTE?
Lui, lei, quello, quella, sono e fanno parte di gruppi che vivono all’interno di altri gruppi che interagiscono con altri gruppi ancora e così via…, a volte le persone si perdono a rincorrere compiti, programmi, ad adempiere richieste senza GUARDARE chi c’è di fronte a loro, se il bambino timido o la rappresentante d’istituto ribelle, perdono l’attimo di cogliere le vere differenze che ci appartengono che ci rendono unici: COME? Continuando ad omologare.
Per convenienza il bambino inesperto al suo primo giorno di scuola si avvicinerà a chi già conosce a chi lo chiama col suo nome e così i ragazzi più grandi saluteranno gli amici, ma gli insegnanti a chi si avvicineranno?
Posture di adeguatezza e saluti con dei gran sorrisi nasconderanno paure, timidezza e preoccupazione dei grandi.
In fondo perché dobbiamo apparire uguali se siamo diversi?
G.B