20/01/2025
💭 Questa frase innocente racchiude un’idea che sembra scolpita nella pietra, ma che in realtà è solo una costruzione culturale. Sì, avete letto bene: rosa e blu non sono mai stati “naturalmente” legati a femmine e maschi!
↩️ Nel XIX secolo e fino ai primi del XX, i colori non erano rigidamente associati al genere.
Quando lo erano, però, spesso i significati erano invertiti rispetto a oggi:
• Rosa: considerato un colore energico, deciso e vicino al rosso, simboleggiava forza, passione e mascolinità.
• Azzurro: associato alla dolcezza, alla tranquillità e alla purezza, era ritenuto più adatto alle bambine.
💇🏻♀️Negli anni ’50 e ’60, con l'esplosione del marketing di genere, il rosa diventò sinonimo di tutto ciò che era “da bambina”. Un esempio iconico? Barbie, con il suo guardaroba super rosa, che consolidò questa idea.
👩🏻⚕️Negli anni ’80, grazie alla diffusione della diagnosi prenatale, che permetteva di conoscere il sesso del nascituro, le aziende iniziarono a dividere nettamente i prodotti: rosa per le femmine, azzurro per i maschi. Questo schema divenne la norma, rafforzato da strategie di marketing sempre più sofisticate che sfruttavano gli stereotipi di genere.
‼️Ma i colori sono solo colori‼️
Non definiscono chi siamo, cosa ci piace o chi possiamo diventare. Insegnare ai bambini, e anche agli adulti, che possono scegliere liberamente è un primo passo per abbattere questi stereotipi.
✨La prossima volta che vedete un bambino con una copertina rosa o una bambina con un giocattolo blu, ricordate: stanno semplicemente scegliendo ciò che piace a loro, non quello che una società ha deciso per loro.