Our Story
Psicologa-Psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico lacaniano specializzata presso Istituto freudiano per la clinica, la terapia e la scienza di Roma. Iscritta all'Albo Psicologi della Regione Marche con il n.1506
La psicoanalisi lacaniana non è semplicemente una terapeutica, ma piuttosto una esperienza di conoscenza del proprio desiderio più intimo. Per funzionare, necessita di un dispositivo analitico, che si installa non appena un soggetto decide di domandare ad un analista, con l’urgenza di voler lasciare la propria sofferenza, ma anche un movimento desiderante che spinge verso un sapere celato da qualche parte, che riguarda intimamente questa sofferenza / insofferenza, e la propria implicazione in tutto questo. Spostandosi verso la causa, si creerà un effetto terapeutico conseguente sui sintomi e sulla propria sofferenza.
La psicoanalisi opera per mezzo della parola di colui che viene e domanda, una parola che veicola, attraversando e stazionando dentro il corpo, la lingua del suo inconscio e gli effetti di scrittura che si sono prodotti durante l’esistenza. Opera altresì grazie al movimento di punteggiatura dell’analista, che direziona la cura facendosi presenza silenziosa, sottrazione, interpretazione, voce, sguardo, assenza, insignificanza. Scarto.
Il paziente sceglie il proprio analista grazie al meccanismo del transfert. J. Lacan ne fa una sorta di amore, non ideale, verso un sapere che il soggetto ignora di sapere, e pensa poter trovare presso l’analista che ha scelto. Lo psicoanalista prende quel posto là, un posto di messa al lavoro affinché cadano le identificazioni cui il soggetto era agganciato e che hanno costruito strati di struttura, ma anche prodotto malessere e sintomi: angoscia, panico, isolamento, relazioni che si ripetono allo stesso modo, dipendenze. Il lavoro analitico si spinge fino a isolare la causa precisa di questa sofferenza che è anche soddisfazione inconscia. Isolando la spinta prima più intima e estranea a noi stessi, si procede verso l’uscita dal meccanismo di ripetizione che ci legava, si è meno travolti e più consapevoli. Non si lascia la solitudine strutturale dell’essere umano o l’ineluttabilità dell’esistenza, ma si arriva a sentire di poter scegliere, se assecondare o meno il desiderio e la spinta che ci abitano.