Dott.ssa Stella Semproni - Studio di psicoterapia

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Grazie alla Presidente dell'Inner Wheel per avermi invitata a parlare di un tema complesso e di grande rilievo in una gi...
25/11/2021

Grazie alla Presidente dell'Inner Wheel per avermi invitata a parlare di un tema complesso e di grande rilievo in una giornata per le donne, ma anche per gli uomini, così importante.

04/03/2021
28/11/2020

Questa donna straordinaria si chiama Franca Viola, oggi ha 72 anni. Ne aveva 17 il giorno di Santo Stefano del 1965, quando il suo ex fidanzato Filippo Melodia, noto malavitoso e nipote di un capoclan locale, dopo una lunga serie di minacce e intimidazioni, fece irruzione nella sua casa di Alcamo insieme a 13 giovani armati, che devastarono l'appartamento, pestarono a sangue la madre e rapirono Franca e il fratellino Mariano, che si era aggrappato alle gambe della sorella senza mollarla più.

Il fratello lo lasciarono poche ore dopo. Franca no. Franca trascorrerà i successivi sette giorni segregata in un casolare di campagna e, in seguito, in casa della sorella di Melodia. Infine, dopo una settimana trascorsa quasi sempre a letto, a digiuno, in stato di semi-incoscienza, insultata, saccheggiata, umiliata, fu violentata dall'ex fidanzato.

Quando, il 2 gennaio, fu rintracciata e liberata dalla polizia, Melodia dava per scontato che tutte le accuse sarebbero crollate con quello che allora era considerato la norma: il "matrimonio riparatore".

Ed è qui che una storia drammaticamente comune a quella di centinaia di donne assume una traiettoria che cambierà la storia di Franca e quella di un Paese intero. Franca rifiuta di sposarsi, sceglie di dichiararsi "svergognata" davanti a un'opinione pubblica bigotta e sbigottita: non era mai accaduto prima di allora.

Franca ha contro tutto e tutti: lo Stato italiano, la mafia, una società patriarcale e arcaica che la considera un incidente di percorso. Accanto a lei ha solo una persona: il padre Bernardo, che dal primo istante non l'ha mai abbandonata e si è costituito parte civile al processo, a costo anche del proprio lavoro.

Ed è proprio durante quello storico processo che Franca Viola pronuncia queste parole che oggi riecheggiano ancora fortissimo, ma che allora, nell'Italia e nella Sicilia degli anni '60, suonavano semplicemente blasfeme. E, per questo, potentissime.

"Io non sono proprietà di nessuno” disse. “Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L'onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.

Dopo mesi di fango, insulti, minacce, intimidazioni di ogni genere, Melodia e i suoi complici vengono condannati a 11 anni di carcere. Franca ha vinto, sposa un altro uomo, si riappropria della propria vita, ma dovremo attendere altri 15 anni - il 1981 - perché il matrimonio riparatore e il delitto d'onore - grazie anche e soprattutto al suo coraggio e alla sua tenacia - spariscano dal codice penale.

Ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, quando Franca incontra per strada alcuni dei suoi carnefici, chinano il capo alla vista di quella donna, incapaci di sostenerne lo sguardo, la dignità incrollabile.

Mentre parliamo di violenza sulle donne, abusi, discriminazioni di genere, di patriarcato malato e maschilismo tossico, questa storia è ancora lì a ricordarci che i diritti che crediamo scontati sono stati conquistati un pezzo per volta, un passo dopo l'altro, con fatica, sacrifici e sofferenze inimmaginabili da parte di donne come Franca Viola. Una grande italiana.

Storie di donne e uomini dall’Italia che resiste le trovate nel mio nuovo libro, “Un passo dopo l’altro”:👇
http://bit.ly/UnPassoDopoLaltro

08/11/2020

"Tutte le vite sono difficili; ciò che rende certe vite riuscite è il modo in cui sono state affrontate le sofferenze".

-Nietzsche-

29/08/2020

"Quando la lista dei criteri diagnostici del disturbo antisociale apparve per la prima volta, si pensava che il clinico medio non potesse valutare in modo attendibile tratti di personalità come l'empatia, l'egocentrismo, il senso di colpa, e così via. La diagnosi, quindi, si basava soltanto su ciò che i clinici potevano presumibilmente valutare senza difficoltà, ossia sui comportamenti oggettivi socialmente devianti.
La conseguenza è stata un'ulteriore confusione, per cui molti clinici ritenevano erroneamente che il disturbo antisociale di personalità e la psicopatia fossero sinonimi.
In realtà il disturbo antisociale si riferisce principalmente a una serie di comportamenti criminali e antisociali. La maggioranza dei criminali soddisfa facilmente questi criteri. La psicopatia, invece, è definita sia dalla presenza di comportamenti socialmente devianti sia da una serie di tratti di personalità. Molti criminali non sono psicopatici e molti degli individui che riescono a muoversi nel lato oscuro della legge e restano fuori di prigione sono psicopatici!"

- Robert Hare-

OCCORRE TENERE A MENTE QUESTA DISTINZIONE QUALORA SI DEBBA CONSULTARE UN CLINICO A CAUSA DI UNO PSICOPATICO CHE CI STA ROVINANDO LA VITA . BISOGNA ASSICURARSI CHE IL PROFESSIONISTA A CUI CI RIVOLGIAMO CONOSCA LA DIFFERENZA TRA DIATURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITÀ E PSICOPATIA.

Il narcisista maligno, ovvero lo psicopatico, non ha nulla a che vedere con l'antisociale. Puo' condividerne dei tratti ...
25/08/2020

Il narcisista maligno, ovvero lo psicopatico, non ha nulla a che vedere con l'antisociale. Puo' condividerne dei tratti tuttavia è generalmente molto inserito nella società. Spesso, in realtà, appare molto più empatico e virtuoso di una persona che non presenta questa patologia perché fin dalla più tenera età ha imparato a fingere e manipolare. Purtroppo, spessissimo, persino gli psicoterapeuti confondono lo psicopatico con l'antisociale ma i tratti che caratterizzano il nucleo centrale della personalità psicopatica non sono assolutamente gli stessi.
La psicopatia è una categoria a sé e se il riconoscimento dell'antisociale è possibile a molti, riconoscere uno psicopatico può essere molto difficile , se non impossibile, persino a familiari e psicologi se questo ,durante tutta la sua esistenza, non commette crimini.

Da leggere tutto:  partendo dalla grandezza di Leopardi e dalla possibilità della disperazione e del nulla si arriva a r...
25/07/2020

Da leggere tutto: partendo dalla grandezza di Leopardi e dalla possibilità della disperazione e del nulla si arriva a riflessioni interessantissime sul tempo che viviamo e sulla ricerca della nostra personale e necessaria illusione che ci aggancia all’altro e alla vita.
È bello riflettere su qualcosa che ci proietta aldilà dell’utile e del contingente parlando un po’ anche a quella dimensione che non è solo ragione ma anche anima..

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/la-scoperta-del-nulla-e-il-senso-della-vita/
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/la-scoperta-del-nulla-e-il-senso-della-vita/

Duecento anni fa, proprio di luglio, nasceva un grande filosofo, anche se già celebre come poeta. E con lui nasceva il nichilismo, la scoperta del Nulla.

16/07/2020

Il sapere è al servizio dell'azione.
Non appena ho abbastanza sapere per agire, smetto di indagare e agisco. Se voglio sapere più di quanto mi serve per agire, la forza per agire va perduta. Allora il sapere diventa un sostituto dell'azione.

Bert Hellinger "Ordini dell'amore"

28/06/2020

Riflettevo sul caso Morelli-Murgia e ieri ho postato la loro intervista dichiarandomi basita dalle affermazioni di Morelli, poi però ho fatto un passo indietro: per quest'uomo non ho mai provato alcuna stima e ho trovato spesso i suoi interventi banali ed espressi sempre in maniera molto presuntuosa e credo che qualsiasi concetto venga espresso in tv debba essere espresso con i giusti modi e i giusti termini altrimenti il messaggio che si vorrebbe trasmettere viene distorto e non viene recepito. Il concetto era espresso in maniera stupida e volgare, la donna non deve sentirsi riconosciuta dallo sguardo di un uomo che incontra per strada ma dalla stima che ha di se'costruita attraverso la fatica personale. Direi quindi che Morelli ha fatto una figura barbina e si è dimostrato molto spiacevole.
Credo anche, però, che il concetto sbagliatissimo che ha veicolato morelli sia stato ulteriormente storpiato: credo cioe' che il concetto del femminismo venga ormai estremizzato e distorto , sono la prima a portarlo avanti tant'e' che da qualche anno mi batto tenacemente affinché ci sia più informazione su quello che significa per una donna il maltrattamento psicologico perpetrato dagli uomini, un maltrattamento sottile, subdolo e continuo che spesso non viene identificato neanche da chi lo subisce. Ma pensare di sentirsi insultate e sminuite perché un uomo ci guarda per strada mi sembra f***e: viviamo in un'epoca in cui l'uomo è sempre più spaventato dalla donna di fronte alla quale si sente sempre più insicuro e in difficoltà (ed è proprio questo che porta molti a prevaricarle e maltrattarle ahimé..), molte donne si lamentano del fatto che gli uomini "non fanno più gli uomini", non ci provano più, non le corteggiano più, sembrano non avere più nessuno slancio affettivo e sessuale nei loro confronti tant'e'che molte donne, anche molto in gamba, si ritrovano spesso a inseguirli e corteggiarli in ogni modo possibile, ci si lamenta quindi di questa inversione di ruoli....poi però addirittura ci indignamo se un uomo ci guarda per strada perché il suo sguardo ci offende ?? No, non ci siamo, il femminismo non è questo, il femminismo non consiste nello snaturare l'uomo per poi lamentarci della sua incapacità di interagire con una donna , combattere per un maggiore rispetto della donna è doveroso ma bisogna farlo nel modo giusto. Credo che continuando così non aiutiamo né gli uomini né le donne! Bisogna arrestare questa caccia alle streghe e , nel percorso per la parità dei sessi, aiutare gli uomini senza giudicarli in continuazione e senza distorcere ogni cosa: un conto è essere trattate come oggetti sessuali, un conto è impedire all'uomo di avere una natura diversa dalla nostra. Questo post l'ho scritto di getto,senza pensare troppo alla forma ma spero che possa essere compreso e che non venga frainteso, come spesso accade quando si parla di questo argomento. Le cose non sono mai o bianche o nere e bisogna essere obiettivi. Credo di essere una delle persone più femministe che conosco ma in questo caso e analizzando bene la questione credo che abbiamo reso un concetto sbagliato , se possibile, ancora più sbagliato.

PS. Chiaramente la storia delle bambine che giocano con le bambole e dei bambini che non possono farlo è di una cretinaggine unica e neanche mi ci soffermo..

27/06/2020

Molti dei problemi che mi vengono sottoposti dai genitori che seguo sono relativi alle manifestazioni ansiose dei propri figli: bambini insicuri che hanno paura dei brutti voti, dei rimproveri, della relazione con gli altri, bambini che rifiutano di portare avanti degli impegni nel momento in cui si rendono conto di non riuscire ad eccellere , che richiedono la costante presenza dei genitori per eseguire i compiti scolastici correttamente e che, spesso e volentieri, hanno bisogno di dormire nel letto coniugale spodestando i padri che , talvolta, sono costretti a cercarsi altre stanze in cui dormire.
Analizzando i comportamenti di questi genitori emerge un’iperprotezione che questi riservano ai propri figli: un atteggiamento protettivo è istintivo e naturale ma, quando eccessivo, può diventare potenzialmente pericoloso in quanto i bambini, per poter acquisire fiducia in se stessi, DEVONO SPERIMENTARE IL FALLIMENTO e avere la possibilità di sbagliare. Proteggere eccessivamente un figlio e sostituirsi a lui trasmette questo tipo di messaggio: “NON SEI CAPACE DI CAVARTELA DA SOLO E HAI BISOGNO CHE SIA IO A FARE LE COSE AL POSTO TUO”.
Questo messaggio, nel tempo, si struttura nella personalità di chi lo recepisce arrivando al punto in cui un figlio adolescente o adulto ricorre ai genitori per qualsiasi difficoltà rinforzando quotidianamente l’idea di non essere in grado di vivere se non con l’appoggio costante degli altri;
di contro, quando si abitua un figlio a “sbrigarsela” da solo, gli si da la possibilità di acquisire quegli strumenti che gli serviranno per sentirsi AUTOEFFICACE nel mondo e quindi SICURO DI SE’, capace di poter affrontare le difficoltà senza abbattersi e richiedere l’aiuto degli altri.
Il più delle volte queste dinamiche non sono consapevoli ed è per questo motivo che è molto importante riuscire ad analizzare i propri comportamenti: spesso, infatti, alla base dell’accudimento eccessivo di un figlio c’è un bisogno di tenerlo legato a sé ma in questo modo si rischia di innescare un circolo vizioso nel quale nessuno dei componenti della famiglia si sente libero e autonomo e si continuano a reiterare comportamenti malsani che sembrano essere finalizzati al benessere dei figli ma che , involontariamente, li danneggiano e li predispongono ad un’esistenza in cui mai nessuna soddisfazione li renderà pienamente orgogliosi e qualsiasi ostacolo sembrerà insormontabile causando angoscia e senso di impotenza.
Se due bambini piccoli litigano al parco non bisognerebbe intromettersi, attraverso lo scontro infatti potranno riuscire a trovare un modo di comunicare, intervenendo gli impediamo di esprimersi e di capire che a determinate azioni corrispondono delle reazioni precise, se ci accorgiamo che nostro figlio la mattina dimentica sistematicamente di infilare tutti i libri nello zaino dovremmo evitare di farlo noi genitori al posto suo perché è solo esponendolo al rischio di un rimprovero da parte della maestra che imparerà a dare importanza alle cose che lo riguardano diventando nel tempo più autonomo e responsabile, se un bambino non ha voglia di fare i compiti non dovremmo farli al posto suo per scongiurare il rischio di un brutto voto perché così facendo capirà che ci sarà sempre qualcuno a fare le cose al posto suo e difficilmente si sentirà motivato ad impegnarsi.
Questi sono solo piccoli esempi, in sostanza le variabili che concorrono alla costruzione di una personalità sana sono molteplici ma, sicuramente, affinchè un bambino possa diventare un adulto sicuro di sé, è importante che fin da piccolo venga lasciato libero di SPERIMENTARE IL FALLIMENTO: solo in questo modo potrà sviluppare le strategie più adeguate per affrontare le difficoltà della vita imparando a conoscere i propri limiti e i propri punti di forza e a riconoscere, infine, il proprio valore.

Ecco chi rappresenta la nostra categoria in televisione ....https://youtu.be/cmzmhnHEIi0
25/06/2020

Ecco chi rappresenta la nostra categoria in televisione ....
https://youtu.be/cmzmhnHEIi0

"Zitta e ascolta!", incalzato da Michela Murgia, lo psichiatra Raffaele Morelli perde il controllo durante la diretta del Tg Zero di Radio Capital. Per Morel...

07/06/2020

"Ai più non ebbi mai voglia di piacere, quello che ad essi piaceva non lo imparai, e quello che io sapevo era troppo lontano dal loro sentire.."

- Epicuro -

"Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri sei nel posto giusto..."
30/05/2020

"Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri sei nel posto giusto..."

14/05/2020

"Capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando".

- Philip Roth-

13/05/2020

"In questo mondo non ci sono né felicità né infelicità, esiste solo il confronto tra una condizione e l' altra, ecco tutto. Solo chi abbia provato l'estremo dolore è in grado di percepire l' estrema felicità. Bisogna aver voluto morire per sapere quanto è bello vivere"
-Alexandre Dumas-

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