Dott. Francesco Novelli Psicoterapeuta

Dott. Francesco Novelli Psicoterapeuta Psicologo- Psicoterapeuta sistemico relazionale- EMDR

Anno Accademico 2026 Sono aperte le iscrizioni al 1 anno del Corso di Specializzazione .Riduzione del 20%  per chi si is...
24/07/2025

Anno Accademico 2026

Sono aperte le iscrizioni al 1 anno del Corso di Specializzazione .

Riduzione del 20% per chi si iscrive prima del 30/09/25

Bellissima esperienza con Odda.
30/06/2025

Bellissima esperienza con Odda.

08/06/2025

Convegno IPRA Maria Grazia Cancrini: “Dalla mappa al territorio, trent'anni dell’IPRA” con Luigi Cancrini
📆 18 ottobre 2025
⌛️ 9.00-18.00.

Maggiori informazioni: https://bit.ly/3SInWsz

Metalogo con la Macchina: l’intelligenza artificiale nei sistemi della cura.Chissà cosa penserebbe “ Gregory Bateson” de...
02/05/2025

Metalogo con la Macchina: l’intelligenza artificiale nei sistemi della cura.

Chissà cosa penserebbe “ Gregory Bateson” del nostro lavoro clinico e formativo in cui ci troviamo oggi, dove spesso, ci troviamo a dialogare e “metalogare” con presenze artificiali: strumenti digitali, algoritmi di classificazione, chatbot sempre più sofisticati.
Anche se facciamo ancora fatica ad accettarlo pienamente, l’intelligenza artificiale non è più solo una tecnologia esterna da temere o combattere, ma una realtà che già attraversa i nostri sistemi relazionali: famiglie, coppie, istituzioni, pratiche cliniche.
Forse in modo sottile, ma profondo.
Ignorare o escludere l’IA dal nostro sguardo terapeutico non la rende meno influente. Al contrario, non integrarla attivamente nel nostro pensiero rischia di lasciare il campo a utilizzi distorti o riduttivi, spesso guidati da logiche commerciali, imprenditoriali o di automazione del lavoro relazionale.
Il pericolo maggiore, quindi, non è tanto nell’IA in sé, ma nell’assenza di un pensiero critico che la accompagni.

Già oggi assistiamo alla diffusione del paziente “fai da te”, che consulta chatbot terapeutici, segue consigli algoritmici, si auto-diagnostica attraverso strumenti automatizzati. Questo scenario, se non compreso e integrato, rischia di produrre solitudini digitali, pseudo-relazioni e nuove forme di disconnessione emozionale.
Un ulteriore rischio, forse ancora più profondo, riguarda l’abdicazione epistemica da parte dei contesti clinici e formativi.
Se non ci interroghiamo oggi sul senso, sull’uso e sui limiti dell’IA, altri lo faranno, spesso con finalità estranee alla cura e alla complessità del soggetto.
Le grandi aziende tecnologiche stanno già intervenendo nel campo della salute mentale, proponendo soluzioni scalabili, rapide, automatizzate. Senza un pensiero sistemico, relazionale e critico, potremmo trovarci a delegare a questi modelli la definizione stessa di “benessere” o di “relazione terapeutica”.
L’ingresso dell’intelligenza artificiale nei sistemi umani, e potenzialmente anche nei contesti terapeutici, ci invita a ripensare alcune assunzioni fondamentali della pratica e della teoria sistemico-relazionale.
Senza pretendere di definire un nuovo ordine cibernetico, forse è il momento di aprire un dialogo collettivo su come l’osservazione, la narrazione e la costruzione del senso cambino quando entra in gioco un’intelligenza non-umana.

Più che proporre risposte, questo articolo vuole porre domande:
• cosa significa “relazione” quando qualcuno che fa parte del contesto è artificiale?
• in che modo l’IA può essere integrata come risorsa critica e non come scorciatoia interpretativa?
• quale postura terapeutica è necessaria per abitare con consapevolezza questi nuovi spazi dialogici?

L’immagine ovviamente è generata con AI.

Dott. Francesco Novelli, Psicoterapeuta

Famiglie e disturbi dello spettro autistico.Seminario con Fernando Zucconi, Psicologo, Psicoterapeuta – U.O.C. di Neurop...
15/03/2025

Famiglie e disturbi dello spettro autistico.

Seminario con Fernando Zucconi, Psicologo, Psicoterapeuta – U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile A.S.L. di Pescara – Didatta del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale
29 Marzo 2025, h. 9:00/17:00 – Via Properzio n. 4 – PESCARA

Le diagnosi di “Disturbo dello spettro autistico” sono aumentate in maniera esponenziale negli ultimi anni, così come i trattamenti riabilitativi intensivi. Il parallelo lavoro con le famiglie, riconosciuto ormai da tutti i modelli di intervento come imprescindibile, troppo spesso è di tipo unidirezionale/pedagogico e relazioni, emozioni, affettività e stili di attaccamento rimangono sullo sfondo.
L’uso del Lausanne Trilogue Play (LTP; Fivaz-Depeursinge & Corboz-Warnery, 2000) apre nuove prospettive nella clinica sistemico-relazionale per stimolare l’intersoggettività e la co-genitorialità. Allo stesso modo, l’osservazione della sessione di gioco mette in risalto sempre in maniera molto chiara la struttura della famiglia (confini, alleanze, modalità di interazione).
Ragioneremo su una casistica di 170 famiglie con un figlio con “Disturbo dello spettro autistico” seguite presso l’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile della A.S.L. Di Pescara.
Seminario gratuito per studenti e neolaureati – Costo 20 € per gli esterni
Informazioni e iscrizioni:
Tel. 085.68644 dal lunedì al venerdì (h.15:00/19:00)
info@ipra-mariagraziacancrini.com
www.facebook.com/ipra.pescara

Ci sono veleni che assumi ogni giorno: a volte si chiamano mamma, a volte papà, a volte nonno e nonna. Ci sono veleni ch...
25/09/2024

Ci sono veleni che assumi ogni giorno: a volte si chiamano mamma, a volte papà, a volte nonno e nonna. Ci sono veleni che, spesso, non sanno di essere veleni, ma hanno un effetto tossico su di noi. Il «non si può dire,» il «non sta bene», il «non adesso», il «non puoi capire». Questi veleni ci vengono iniettati giorno dopo giorno con l'educazione, con il ricatto, con la paura.

Ci sono veleni che fanno così tanto parte di te che non li riconosci per quello che che sono. Si chiamano inadeguatezza, il non sentirsi mai abbastanza, il senso di colpa, la paura dell'abbandono, l'amore da meritarsi, il dover essere diversi perché quel che si è non va mai bene. Ci sono veleni che non sappiamo di iniettare, perché non siamo consapevoli del loro potenziale tossico. E ci sono veleni che pensiamo di dover passare per forza, perché li hanno passati a noi.

E poi ci sono persone che sono antidoto e, per fortuna, anche queste a volte si chiamano mamma, papà, nonno o nonna. A volte si chiamano marito, moglie, fidanzato, amico, maestra, psicologo.... A volte non sappiamo neanche come chiamarli, ma sappiamo soltanto una cosa: che ci fanno stare bene. Sono queste le persone di cui dovremmo circondarci. E sono sempre queste le persone che dovremmo diventare.

Perché c'è chi ogni giorno sceglie d'essere un po' meno veleno, e sceglie di lavorare su se stesso come diceva Jung e di diventare, quando può, antidoto.❤️‍🩹

2500 follower! Grazie per il continuo supporto. 🙏🤗🎉
28/08/2024

2500 follower! Grazie per il continuo supporto. 🙏🤗🎉

EMDR level 2 ✌️
19/05/2024

EMDR level 2 ✌️

>Lo stress di lavorare “comodamente” da casa<Lo Smart working è diventato sempre più diffuso negli ultimi anni, tuttavia...
20/03/2024

>Lo stress di lavorare “comodamente” da casa<

Lo Smart working è diventato sempre più diffuso negli ultimi anni, tuttavia nonostante sia un sogno di tanti lavorare da remoto, può comunque far sperimentare alti livelli di stress.
Uno dei principali fattori è la mancanza di confini tra vita personale e vita professionale.
Come quando il capo ti manda una mail alle 2 di notte e tu sei pronto a rispondere!
Questo non vuol dire che abbiamo trovato il nostro capro espiatorio, ma è sicuramente più difficile staccare completamente dal lavoro in assenza di un luogo fisico distinto che porta non solo ad alti livelli di stress, ma anche a quella sensazione di dover essere sempre disponibili.
Se sommiamo a questo anche la mancanza di interazioni sociali e la difficoltà nel separare le responsabilità familiari allora lo stress non avrà pietà di voi!
Beh in realtà diverse soluzioni ci sarebbero.
Innanzitutto è fondamentale che le aziende comprendano e tengano in considerazione le problematiche dello Smart Working, offrendo supporto psicologico se è possibile ma soprattutto stabilendo delle linee guida chiare per la gestione del lavoro da remoto.
“Se ho uno stile di vita equilibrato anche il mio dipendente sarà equilibrato”.
No, non è una sciocchezza, e qui si potrebbe introdurre “la teoria dell'attaccamento” di John Bowlby, secondo la quale l’individuo, nei primi anni di vita, si identifica in diversi stili di attaccamento con i propri “caregiver”, tra cui attaccamento “sicuro”, “insicuro-evitante” e “insicuro-ansioso”. Un individuo con un'esperienza di attaccamento insicuro, ad esempio, potrebbe sviluppare un'insicurezza simile nelle relazioni lavorative, lasciandosi attrarre o scegliendo di rimanere in luoghi di lavoro poco equilibrati.
Anche se potrebbe sembrare un paradosso, le persone che sono attratte da un ambiente disfunzionale sono mosse da un bisogno di conferma e affetto e, proprio come nelle relazioni primarie, vivono costantemente l’illusione di poterli ricevere in un ambiente dove probabilmente non li riceveranno mai.
Questo per dire che: se la mia azienda è “sana ed equilibrata” non solo attirerò lavoratori equilibrati ma avrò la possibilità di promuovere uno stile di vita che permette di preservare il benessere anche comodamente da casa.


>>>>Ma quali sono nel dettaglio le principali fonti di stress in smart working? Eccone alcuni:

1) Isolamento sociale e mancanza di interazione faccia a faccia con i colleghi e soprattutto con i supervisori.
2) Difficoltà ad impostare i confini tra lavoro e vita privata
3) Problemi di comunicazione e coordinamento a causa della mancanza di interazioni dirette.
4) Sensazione di essere costantemente connessi e disponibili
5) Pressione per dimostrare la propria produttività
6) Paura di perdere opportunità o di essere penalizzati a causa della mancanza di presenza fisica
7) Problemi tecnici legati all’infrastruttura informatica e alla connessione internet.

>>>Che posso fare per ridurre il livello di stress dei miei dipendenti?

1) Promuovere una cultura del benessere: le aziende dovrebbero concentrarsi sul supportare il benessere dei dipendenti e promuovere un ambiente lavorativo sano. Ciò può includere la promozione di pause regolari, l’accesso a benefit di supporto per la salute mentale e la creazione di spazi, virtuali e non, per il relax e il benessere.

2) Comunicazione efficace: le aziende dovrebbero assicurarsi che i dipendenti siano sempre ben informati riguardo le aspettative, i compiti e i progetti in corso. Questo può aiutare a ridurre l’ansia e lo stress associato a un senso di incertezza e disconnessione.

3) Fornire supporto tecnico: assicurarsi che i dipendenti siano dotati delle risorse e degli strumenti necessari per lavorare in modo efficiente da casa. Questo può includere l’accesso a tecnologi affidabili, connessione internet stabili e supporto tecnico dedicato.

4) Flessibilità nell’orario di lavoro in modo da consentire al dipendente di avere una maggiore possibilità di conciliare lavoro e vita privata.

5) Promuovere la community: organizzare attività di team building e incentivare la connessione tra dipendenti può contribuire a favorire un ambiente lavorativo positivo.

6) monitoraggio del carico di lavoro: assicurarsi che i dipendenti non siano sovraccaricati solo perchè lavorano da casa! È importante stabilire il carico di lavoro e soprattutto la distribuzione dei compiti in base ai ruoli in modo equo e gestibile.

7) Last but not least.. Riconoscimento e gratitudine: riconoscere e gratificare i dipendenti per il loro duro lavoro può contribuire a ridurre lo stress e a migliorare il morale complessivo.

Equilibrio tra vita privata e lavoro:
È risaputo ormai che un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata può contribuire a ridurre lo stress dei dipendenti che lavorano da casa in diversi modi. Ecco alcune strategie:
1) Gestione del tempo: pianificate con carta e penna il vostro tempo, fissando gli orari di lavoro ma soprattutto lasciando spazio per voi stessi, per le attività che vi fanno stare bene e i vostri cari.
2) Stabilire una routine: create una vostra routine quotidiana! Questo sicuramente vi aiuterà a mantenere i confini tra la vita privata e il lavoro.
3) Creare uno spazio di lavoro dedicato: non lavorate in cucina mentre vostra moglie prepara il pranzo.. cercate, e possibile, di rendere unico uno spazio di lavoro separato da tutto il resto.
4) Prendersi delle pause regolari concordandole con il datore di lavoro può aiutare a riposare la mente e a distendersi
5) Mantenere uno stile di vita sano: esercizio fisico, alimentazione equilibrata e sufficiente riposo sono fondamentali per ridurre lo stress e mantenere il benessere. Provare per credere!
6) Praticare tecniche di rilassamento: se hai un interesse per respirazione profonda, meditazione, mindfulness e yoga.. praticale!!! Possono aiutarti a ridurre lo stress.
7) Comunicare con i colleghi: non possiamo andare d’accordo con tutti.. ma comunicare con i colleghi ci può aiutare a ridurre il senso di isolamento e a mantenere un senso di appartenenza al team.

8)Chiedere supporto: se ti senti stressato in modo eccessivo.. non aver paura di chiedere supporto al manager o al datore di lavoro e soprattutto non aver paura di rivolgerti a un professionista della salute mentale.

Trattamento (evidence-based) del disturbo da stress post-traumatico
26/02/2024

Trattamento (evidence-based) del disturbo da stress post-traumatico

22/02/2024

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