Psicologa Clinica e della Salute- Dott.ssa Chiara Ballone

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CARL GUSTAV JUNG - DAL PROFONDO DELL’ANIMA- TRASCRIZIONE DEL BELLISSIMO TESTO DEL VIDEO.Ero costantemente alla ricerca d...
06/09/2025

CARL GUSTAV JUNG - DAL PROFONDO DELL’ANIMA- TRASCRIZIONE DEL BELLISSIMO TESTO DEL VIDEO.

Ero costantemente alla ricerca di qualcosa di misterioso, mi immergevo nella natura, quasi mi confondevo nella sua stessa essenza fuori dal mondo degli uomini. Oggi, come allora, sono un solitario perché conosco e intuisco cose che gli altri ignorano e di solito preferiscono ignorare.
A 14 anni, durante le vacanze ai piedi del Rigi, mio padre mi mise in mano un biglietto e disse: ”Puoi andare sulla cima da solo”. Ero senza parole per la felicità. La locomotiva cominciò ad arrampicarsi verso altezze vertiginose dove abissi e paesaggi sempre mutevoli si spalancarono ai miei occhi finchè alla fine giunsi alla cima, e lì, in quell’aria insolitamente leggera contemplai inimmaginabili lontananze. “Si, è questo il mio mondo pensai, il vero mondo, quello segreto, dove non vi sono insegnanti e scuole e dove uno può essere senza dover chiedere nulla. Tutto era molto solenne e avvertivo la necessità di essere gentile e silenzioso perché mi trovavo nel mondo di DIO. Qui il suo mondo era tangibile.
Tutte le mie opere, tutta la mia attività creatrice, è sorta da quelle iniziali fantasie. Grande è la responsabilità umana verso le immagini dell’inconscio. Sbagliare a capirle o eludere la responsabilità morale che abbiamo verso di esse significa privare l’esistenza della sua interezza. Essere condannati a una vita penosamente frammentaria.
Ben poca attenzione è dedicata all’essenza dell’uomo, cioè alla sua psiche. Ho spesso visto persone diventare nevrotiche per essersi accontentate di risposte inadeguate, o sbagliate ai problemi della vita. Cercano la posizione, il matrimonio, la reputazione, il successo esteriore o il denaro e rimangono infelici e nevrotiche anche quando hanno ottenuto tutto ciò che cercavano. Persone del genere, di solito, sono confinate in un orizzonte spirituale troppo angusto. La loro vita non ha sufficienti contenuti, non ha significato. Se riescono ad acquistare una personalità più ampia generalmente la loro nevrosi scompare.
Tra i cosiddetti “nevrotici del nostro tempo” ve ne sono molti che in altre epoche non lo sarebbero stati. Non sarebbero cioè stati in disaccordo con se stessi. Se fossero vissuti in un’epoca e in un ambiente dove l’uomo, attraverso i miti, era ancora in rapporto con il mondo ancestrale e quindi con la natura sperimentata realmente e non vista solo dall’esterno avrebbero potuto evitare questo disaccordo con se stessi.
Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli a impantanarsi nella situazione attuale. Ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore. Tutto ciò è ridicolo. Che cosa vuole ottenere di fronte ad un enorme programma economico, di fronte ai cosiddetti “problemi della realtà”?
Ma io non parlo alle Nazioni. Io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male. Perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare ad esaminare se stesso. E poiché l’autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. E’ fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.
“Quando andavamo in campeggio sull’isola eravamo naturalmente in profondo contatto con la natura. Dormivamo per quattro settimane in tenda, con ogni tempo e cucinavamo e mangiavamo sotto il sole o sotto la pioggia. Di notte ci cullava il canto degli uccelli acquatici e lo sciacquio delle onde. Uscivamo in barca a vela sul lago anche in pieno Inverno. D’estate ci portava talvolta in montagna ma sempre lungo sentieri non battute” (Testimonianza delle figlie di Jung)
Gradualmente attraverso il mio lavoro scientifico potei dare alle mie fantasie una solida base. Carta e parole, comunque non mi davano l’impressione di essere abbastanza concrete. Avevo bisogno di qualcosa di più. Dovevo fare una professione di fede in pietra.
“Jung si è sempre impegnato a conoscere ogni cosa a fondo. Era un intellettuale con capacità anche manuali. Sapeva disegnare, dipingere, scolpire, ecc” (Testimonianza delle figlie di Jung)
A Bollingen mi trovo nella mia vera natura, in ciò che esprime profondamente me stesso. Sono per così dire, “l’antichissimo figlio della madre”. La Torre è un luogo, in un certo senso, di maturazione, di grembo materno, nel quale è possibile diventare ciò che fui, sono e sarà. A volte mi sento come se mi espandessi nel paesaggio e all’interno delle cose e vivessi in ogni albero, nello sciacquio delle onde, degli animali, nelle nuvole che vanno e vengono, nelle cose.
Ho rinunciato alla corrente elettrica, io stesso accendo il focolare e la stufa e di sera accendo le vecchie lampade. Non vi è acqua corrente e pompo l’acqua da un pozzo. Spacco la legna e cucino il cibo. Questi atti semplici, rendono l’uomo semplice. E quanto è difficile essere semplici.
“Il mare in cui nuotano i pesci inconsci è ora alla fine. L’acqua si trova ormai nella brocca dell’acquario, cioè nel vaso della coscienza. Siamo scissi dall’istinto, dall’inconscio. Dobbiamo quindi nutrire l’istinto per non inaridire. Per questo l’acquario da da bere al pesce”
“Gli intellettuali lo irritavano per le loro domande astratte, lontane dalla realtà. Quando lavorava alle sculture diceva: “Questo è realizzare”. Gli uomini pensano che per realizzare i sogni basti parlarne, si ubriacano con le immagini dei sogni. Jung non usava mai parole altisonanti, non sfoggiava mai la propria cultura. Era molto concreto e reale. Comunicava con i manovali del cantiere. Loro lo capivano e lui ca piva loro”(Testimonianza delle figlie di Jung)
Tutto ciò che ha valore ed è costoso esige molto tempo e richiede molta pazienza.
“Jung viene spesso frainteso. Lo comprende forse soltanto chi ha potuto mettere in discussione tutte le cose apprese e credute durante la sua vita ed è quindi costretto a ripiegarsi su se stesso ed a cercare senza pregiudizi negli angoli più nascosti della propria anima indicazioni che gli mostrino una possibile via.” (Testimonianza delle figlie di Jung)
E’ decisivo che l’uomo sia orientato verso l’infinito. E’ il problema essenziale della sua vita. Quanto più un uomo corre dietro ai falsi beni e quanto meno è sensibile a ciò che è essenziale tanto meno soddisfacente è la sua vita. Si sentirà limitato perché limitati sono i suoi scopi. Se riusciamo a capire e a sentire che già in questa vita abbiamo un legame con l’infinito i nostri desideri e i nostri atteggiamenti mutano. Ma possiamo raggiungere il sentimento dell’infinito solo se siamo differenziati al massimo livello possibile. Se so di essere unico nella mia combinazione individuale e cioè limitato posso prendere coscienza dell’illimitato.
Perciò l’uomo ha bisogno come prima cosa di conoscere se stesso guardando senza reticenze quanto bene può fare ma anche di quali infamie è capace. Ciascuno è seguito da un ombra.. meno viene integrata nella vita cosciente dell’individuo più diventa nera e intensa. Nessuno sta fuori dalla nera ombra collettiva dell’umanità. Sarà quindi bene avere una “immaginazione del male” poiché soltanto gli sciocchi possono trascurare le premesse della propria natura. Sono accadute e accadono tuttora cose terribili ma sono sempre gli altri che le hanno fatte. Noi portiamo nel nostro essere, invariate e inamovibili la capacità e l’inclinazione a ripetere cose simili. Siamo, in forza del nostro essere umani, criminali in potenza.
Sia nella mia esperienza di medico che nella mia vita mi sono ripetutamente ritrovato di fronte al mistero dell’amore e non sono mai stato capace di spiegare che cosa esso sia. Qui si trovano il massimo e il minimo, il più remoto e il più vicino, il più alto e il più basso e non si può mai parlare di uno senza considerare anche l’altro. L’amore soffre ogni cosa e sopporta ogni cosa. Queste parole dicono tutto ciò che c’è da dire. Non c’è nulla da aggiungere. Perché noi siamo, nel senso più profondo, le vittime o i mezzi o gli strumenti dell’amore cosmico.
Essendo una parte l’uomo non può intendere il tutto. E’ alla sua mercè. L’amore non viene mai meno, sia che parli con la lingua degli angeli, sia che tracci la vita delle cellule con esattezza scientifica, risalendo fino al suo ultimo fondamento.
Se possiede un granello di saggezza, l’uomo deporrà le armi e chiamerà l’ignoto con il più ignoto, cioè con il nome di Dio. Sarà una confessione di imperfezione, di dipendenza, di sottomissione ma al tempo stesso una testimonianza della sua libertà di scelta tra la verità e l’errore.

In foto un buco nero

[ E pensare che questa farsa durerà ancora miliardi di anni, dicono.]Quando avremo sondato l'Universo alla ricerca della...
02/09/2025

[ E pensare che questa farsa durerà ancora miliardi di anni, dicono.]

Quando avremo sondato l'Universo alla ricerca della nostra incapacità di dominarlo e di capirlo, dovremo ritornare al Poeta e concludere che a muovere il Sole e le altre stelle (a muoverle, ma non a spiegarle) è l'Amore. Allora la nostra fede non sarà più liberatrice, ma deduttiva, accettata per la nostra incapacità di andare oltre.

Ennio Flaiano, da Diario degli errori.

A proposito del destino …اوریانا فالاچی - oriana fallaci
29/08/2025

A proposito del destino …

اوریانا فالاچی - oriana fallaci

"È sempre necessario sapere quando finisce una fase della vita.Se insisti a rimanere in essa oltre il tempo necessario, ...
25/08/2025

"È sempre necessario sapere quando finisce una fase della vita.
Se insisti a rimanere in essa oltre il tempo necessario, perdi la gioia e il senso del resto.
Chiudere cerchi, o chiudere porte,
o chiudere capitoli, come preferisci chiamarlo. L'importante è riuscire a chiuderli e lasciare andare i momenti della vita che si sono conclusi.
Non possiamo vivere il presente rimpiangendo il passato,
né tantomeno domandandoci il perché.
Quello che è successo, è successo, e bisogna lasciarlo andare, bisogna staccarsene.
Non possiamo essere eternamente bambini, né adolescenti tardivi, né dipendenti di aziende inesistenti, né avere legami con chi non vuole essere legato a noi.
I fatti accadono, e bisogna lasciarli andare!"

Paulo Coelho.

Mi sono moltiplicato per sentirmi,per sentirmi ho dovuto sentir tutto,sono straripato, non ho fatto altro che traboccarm...
21/08/2025

Mi sono moltiplicato per sentirmi,
per sentirmi ho dovuto sentir tutto,
sono straripato, non ho fatto altro che traboccarmi,
mi sono spogliato, mi sono dato,
e in ogni angolo della mia anima c'è un
altare a un dio differente.

Fernando Pessoa.

Una mia paziente ieri mi ha detto:“Da questa seduta ho capito che ho ancora la mia vita da vivere…”Sembrerà una verità b...
13/08/2025

Una mia paziente ieri mi ha detto:
“Da questa seduta ho capito che ho ancora la mia vita da vivere…”

Sembrerà una verità banale, ma quanti almeno una volta hanno vissuto la sensazione di non avere più una vita, di non star vivendo, ma piuttosto sopravvivendo nel passato, nel dolore, nel rimpianto?

La vita è nel presente, nell’oggi e prendere la propria vita per mano è un nostro compito, un nostro dovere.
Non lasciate che vi sfugga, non lasciate che la mente vi inganni in gabbie senza via d’uscita.

Non c’è altro che questo meraviglioso eterno, caduco e in dive**re momento presente. 

©️testo e foto

E c’è la cosiddetta “malattia mentale”. Chissà perché considerata in modo totalmente diversodalla malattia fisica: uno s...
12/08/2025

E c’è la cosiddetta “malattia mentale”.
Chissà perché considerata in modo totalmente diverso
dalla malattia fisica: uno stigma, qualcosa
che ci interroga sui confini tra normalità e follia
e, facendoci sentire che la distinzione non è netta,
ci spaventa, fa ve**re a galla la paura del non-controllo,
la convinzione che la volontà possa qualcosa,
e la rabbia invidiosa per chi non ha argini convenzionali
al dire e al fare. Spesso non riusciamo a vedere che dietro
non c’è altro che un’enorme sofferenza, cosí grande che straripa,
scolla i nessi, sbreccia, scavalca i bordi del contenitore,
corpo, mente, tutto. È una sorta di temporanea soluzione
al troppo pieno. Una sofferenza insoffribile ci interroga sulla nostra tendenza a coprire, imbiancare, fingere, distrarci,
non pensarci, gettarci nell’azione, non fermarci
mai, essere sempre all’esterno di noi e non sentire
il vuoto che chiama: «Torna a casa».
Chi soffre mentalmente ha una casa inabitabile,
ma non è distratto: è divorato dalla presenza.
Ha bisogno di un involucro fuori di sé, di ascolto non giudicante.
E che vuol dire? Sapere come sto mentre ascolto,
non nascondere il timore, non trasformare
le emozioni in tranquillizzanti giudizi, in sedazioni
del pensiero. Stare con l’altro nella verità di sé.
E vuotarsi dai pregiudizi, riconoscendoli,
per ospitare l’altro, per specchiarsi reciprocamente.
Tu mi fai tremare, io resto, per accogliere i nostri tremiti
e tremare insieme.

Chnadra Candiani da 'I visitatori celesti.' Einaudi.

Oggi sarò a La Balera del Parco Lavino - Scafa per questo bellissimo evento “Artisti in natura” organizzato da GlobuliGr...
27/07/2025

Oggi sarò a La Balera del Parco Lavino - Scafa per questo bellissimo evento “Artisti in natura” organizzato da GlobuliGreen che ringrazio tanto per l’ospitalità.

Alle 16:30 con KÖRPER -LEIB un laboratorio di consapevolezza psico-corporea attraverso le arti performative e tecniche di arte-terapia.

Alle 19:00, invece con “Alienation”: una performance che affronta il tema dell’alienazione dell’uomo moderno dalla natura.

Nella locandina trovate maggiori dettagli.

Vi aspetto 🙏🏻 🦋 🫀

Evitate di parlare dei vostri problemi. Non andate in cerca di comprensione, perché il bisogno di autocommiserarsi provo...
22/07/2025

Evitate di parlare dei vostri problemi. Non andate in cerca di comprensione, perché il bisogno di autocommiserarsi provoca ancora più infelicità. Vincete l’impulso di esagerare le difficoltà, perché non fareste altro che peggiorare la situazione. Alcuni sostengono che parlare di una sofferenza guarisce: non credeteci. Se viene piantato il seme di un problema, diventerà un albero. Se parlate di malattia o di scarsità di denaro, oppure di amicizia e di libertà, quello che dite è proprio ciò che otterrete. Sradicate tutti questi discorsi. I discorsi negativi sono come trappole per orsi che scattano a qualunque cosa si avvicini. Il dolore che provereste sarebbe insopportabile, perciò tenetevi lontani...

Joyce Sequichie Hifler Cherokee.

« Squarciare il velo, comprendere la vita… che significa? Noi uomini vorremmo vivere in un mondo ordinato, pulito e tras...
17/07/2025

« Squarciare il velo, comprendere la vita… che significa? Noi uomini vorremmo vivere in un mondo ordinato, pulito e trasparente in cui il bene e il male, il bello e il brutto, la verità e la menzogna siano nettamente separati e non si mescolino mai, in modo da poter essere sicuri di come stanno le cose, dove andare, come procedere; sogniamo un mondo in cui si possano prendere decisioni e formulare giudizi senza l’ardua fatica di capire. È da questo nostro sogno che nascono le ideologie, quei pesanti veli che ci fanno guardare senza vedere. Questa tendenza, che paralizza gli uomini, è quella che Étienne de la Boétie chiamò «servitù volontaria». E il sentiero che porta fuori e lontano da quella servitù è quello che Cervantes ci ha aperto, mostrandoci il mondo in tutta la sua nuda, scomoda ma liberatoria realtà: una realtà fatta di una moltitudine di significati e di un’irrimediabile mancanza di verità assolute. È in questo mondo, un mondo in cui l’unica certezza è la certezza dell’incertezza, che siamo condannati a tentare e ritentare, senza mai riuscirci definitivamente, di comprendere noi stessi e l’un l’altro, di comunicare e dunque vivere l’uno con l’altro e per l’altro. »

Zygmunt Bauman, “Un mondo fuori asse”.
La foto è mia!

“La famiglia non è sempre un rifugio.Gli stoici insegnavano che nasciamo con doveri verso l'umanità, non legami imposti ...
16/07/2025

“La famiglia non è sempre un rifugio.

Gli stoici insegnavano che nasciamo con doveri verso l'umanità, non legami imposti dal sangue. Epitteto diceva: "Ciò che non dipende da te, non ti appartiene". E a volte questo include l'amore dei tuoi genitori o la comprensione dei tuoi fratelli.

La famiglia può essere un rifugio, ma può anche essere una prigione emotiva. Ci insegnano a idealizzarla, a giustificare tutto "perché è tua madre", "perché è tuo padre", "perché è il tuo sangue". Ma lo stoico sa: il vero dovere è verso la virtù, non verso l'abitudine.

Cos'è più salutare: mantenere il legame o proteggere la mente?

La psicologia lo conferma: i legami familiari tossici possono lasciare ferite più profonde di qualsiasi battaglia esterna. Cresciamo cercando approvazione, caricando colpe che non scegliamo, ripetendo schemi che non comprendiamo. E quando ci svegliamo, ci fa più male vedere che il nemico non era fuori, ma sul tavolo della sala da pranzo.

Ma lo stoico non odia. Osserva. Accetta. Agisci.

Non si tratta di tagliare, si tratta di capire: non sei responsabile dei loro traumi, né di curarli. La tua pace interiore non ha bisogno di permesso o cognomi. Ciò di cui ha bisogno è coraggio: per porre dei limiti, per guarire senza rumore, per amare senza aggrapparsi.

Perché a volte il più grande atto d'amore... è andarsene”.

Crediti a chi di competenza.

Da “Il silenzio è cosa viva” di Chandra Livia Candiani.
16/07/2025

Da “Il silenzio è cosa viva” di Chandra Livia Candiani.

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Pescara

Telefono

+393932193848

Sito Web

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