Inard

Inard Istituto Nazionale Ricerca e Cura delle Depressioni

Finita la scuola, consegnate le pagelle. Se i risultati di vostro figlio non vi hanno soddisfatto pienamente, ponetevi (...
15/02/2024

Finita la scuola, consegnate le pagelle. Se i risultati di vostro figlio non vi hanno soddisfatto pienamente, ponetevi (anche) questa domanda: nel corso dell'anno ha fatto abbastanza sport? Perché e' ormai assodato che una buona forma fisica - già a partire dall'infanzia e poi nell'adolescenza - fa bene non solo al corpo ma anche alla mente. E dunque anche ai voti scolastici.

Niente di nuovo: la frase “mens sana in corpore sano” (mente sana in un corpo sano) l’ha inventata Giovenale duemila anni fa. Ma le conferme continuano ad arrivare: l'ultima da uno studio spagnolo pubblicato sul “Journal of Pediatrics”, condotto su 2.038 bambini e ragazzi fra i 6 e i 18 anni, secondo cui i ragazzi più atletici hanno migliori risultati scolastici. E a incidere di più sul rendimento intellettivo e' l'abilita' motoria, insieme a capacità cardiorespiratoria e forza muscolare. I ricercatori dell'Universita' autonoma di Madrid hanno raccolto dati completi sulla forma fisica, la composizione corporea e le performance accademiche dei soggetti studiati.

13/02/2024
Timidi e introversi davvero per tutta la vita? È possibile, per esempio, che una persona timida può diventare sempre più...
12/02/2024

Timidi e introversi davvero per tutta la vita?
È possibile, per esempio, che una persona timida può diventare sempre più introversa nel tempo e dal momento che la vita sociale è dolorosa, questo potrà causare lentamente un ritiro dalla socialità, rifugiandosi nei piaceri della solitudine o di altri ambienti con bassa soglia di socialità.

Allo stesso modo un introverso può diventare insicuro e timido se riceverà continuamente dei messaggi che gli rimandano che c’è qualcosa di sbagliato in lui.

La timidezza e l’introversione spesso si confondono perché entrambi sono legati alla socializzazione. Nella timidezza c’è timore della socialità, mentre nell’introversione c’è disinteresse.

Centro Di Psicologia Applicata

COMPRENDERE E SUPERARE LA FINE DI UN AMORE.La fine di una relazione sentimentale rappresenta sempre un evento traumatico...
09/02/2024

COMPRENDERE E SUPERARE LA FINE DI UN AMORE.
La fine di una relazione sentimentale rappresenta sempre un evento traumatico e si pone nel corso della vita come punto di svolta. Indipendentemente dalle motivazioni e dalle circostanze che producono la rottura del legame d’amore, il momento in cui realizziamo che la storia è finita stabilisce nella nostra memoria affettiva un “prima” e un “dopo”: un prima dove l’altro c’era e un dopo in cui si è da soli; un prima dove si era in coppia con una progettualità o una qualche visione di un futuro congiunto, e un dopo tutto da costruire, incerto e indecidibile. Questa frattura temporale stabilisce una discontinuità sia nel modo di percepire noi stessi e il partner che nel rapportarci ad amici, familiari, conoscenti e al mondo intero. E più è drastica la scissura tra il prima e il dopo il rapporto d’amore, più sono profondi la sofferenza, il senso di fallimento personale e il dolore, sentimenti che possono farsi talmente acuti da ostacolare a lungo l’elaborazione del distacco e la tensione verso un futuro senza l’ex-partner.

Alcuni di noi reagiscono allo stress e al trauma dell’amore finito risollevandosi e, seppure a fatica, ricercando un nuovo equilibrio grazie, prima di tutto, all’accettazione del distacco come la conseguenza fisiologica di una relazione che non funzionava e che, se fosse proseguita, avrebbe generato per anni più problemi, tristezza e disagio di quelli patiti nel corso della sua attuale conclusione.
Per altre persone, invece, la fine di un amore raggiunge o supera le proporzioni dilanianti della tragedia e del lutto più nero. In questi casi, lo shock emozionale dato dalla perdita dell’altro è come una frattura interna che si esprime nell’ossessione, nella depressione, nell’insonnia e nel rifiuto fermo e disperato di accettare il distacco come parte stessa della propria vita. Il distacco è avvertito da alcuni come una patologia inaccettabile, è un fallimento insopportabile, è percepito come la disfatta estrema che sottrae ogni senso al vivere.

La relazione terapeuta - paziente come solida alleanza è fondamentale per la cura di un qualsiasi problema o per imparar...
07/02/2024

La relazione terapeuta - paziente come solida alleanza è fondamentale per la cura di un qualsiasi problema o per imparare a gestire momenti e situazioni di vita particolari. Un rapporto di fiducia reciproca e di apertura è necessario affinché possano essere individuate le soluzioni giuste al problema.
La relazione tra paziente e terapeuta non è solo un semplice scambio di informazioni. Si tratta, infatti, di una vera e propria alleanza in cui vengono condivise le esperienze e le prospettive personali del paziente con l'obiettivo di trovare la strada migliore per affrontare il problema. Per costruire un rapporto solido, è opportuno che entrambi i soggetti coinvolti si impegnino a comunicare in modo chiaro ed efficace, ascoltando anche l'altro punto di vista.

La relazione terapeuta- paziente come solida alleanza è un aspetto cruciale del processo di cura. Si tratta di un legame speciale che si sviluppa tra paziente e terapeuta durante gli incontri. Questo legame può aiutare il paziente a sentirsi sostenuto e compreso, e può anche fornire al terapeuta preziosi insights sul modo migliore per aiutare il paziente.

Per costruire un'alleanza efficace, è opportuno che entrambe le parti si impegnino ad essere aperte e oneste l'una con l'altra. Il terapeuta dovrebbe incoraggiare il paziente a condividere i propri sentimenti ed esperienze e, allo stesso tempo, avere un atteggiamento empatico e di supporto. Dovrebbe inoltre cercare di stabilire un rapporto di fiducia con il paziente per poterlo guidare verso il successo nel suo percorso di cura.

Più di una volta abbiamo sentito parlare di questo concetto: l’empatia, ovvero mettersi nei panni degli altri. L’empatia...
05/02/2024

Più di una volta abbiamo sentito parlare di questo concetto: l’empatia, ovvero mettersi nei panni degli altri. L’empatia è la capacità che ha un individuo di percepire o interpretare in un contesto in comune quello che l’altra persona può sentire o, forse, perfino pensare.

Mettersi nei panni degli altri

In altre parole, è un modo di capire e comprendere quello che l’altro sta provando, ma da una posizione, perdonate la ridondanza, empatica, ovvero mettendosi nei suoi panni. Una forma sviluppata di empatia non implica solo la comprensione di quello che l’altra persona prova, ma anche la risposta a questi sentimenti.

Forse detta in questi termini, sembra che l’empatia sia una cosa metafisica, un’abilità divina riservata a pochi eletti. In realtà, tutti prima o poi nella vita sviluppiamo l’empatia, in maggiore o minor misura. Sarebbe bene svilupparla e potenziarla al massimo perché ci rafforza come persone e consolida i nostri rapporti personali.

Allora come manifestarla? La capacità di empatizzare è strettamente legata alla capacità di ognuno di noi di identificare i propri sentimenti. Per dominare l’empatia, è importante avere consapevolezza di sé, non avere pregiudizi e, soprattutto, avere la capacità di ascoltare e osservare l’altra persona con attenzione. Essere empatici non significa capire l’altro per ottenerne dei benefici, ma di capirlo per il suo bene. L’attenzione è quasi fondamentale per poter essere empatici. Se durante una conversazione con un’altra persona pensiamo ad altro o ai nostri problemi o a cosa diremo a questa persona quando avrà finito di parlare, non potremo mai verificare cosa stia provando davvero l’altro.

È normale al giorno d’oggi diventare un po’ egoisti senza rendercene conto, preoccupati solo ed esclusivamente dei nostri problemi e di noi stessi. Questo atteggiamento, però, ci conduce verso la direzione opposta a quella dell’empatia. L’empatia ci spinge a provare il dolore dell’altro, a ritrovare l’interesse per le persone che ci circondano e a consolidare il rapporto che abbiamo con ciascuna di loro. Diventa più facile man mano che conosciamo le persone, perché un contatto frequente ci permette di scoprire i motivi del malumore, dell’allegria o della tristezza della persona con cui ci relazioniamo, oltre a comprendere il suo modo di agire in base al suo stato d’animo.

L’empatia è una grande caratteristica e bisogna valorizzarla come tale. Quando qualcuno mostra empatia nei nostri confronti, dobbiamo saperlo apprezzare e quando qualcuno ha bisogno di noi, dobbiamo essere in grado di sviluppare questa meravigliosa capacità al massimo per poter aiutarlo, il che comporta sempre una grande soddisfazione.

Animali come catalizzatori sociali e anti-depressione.Cani e gatti sono animali da compagnia molto popolari, soprattutto...
01/02/2024

Animali come catalizzatori sociali e anti-depressione.

Cani e gatti sono animali da compagnia molto popolari, soprattutto nei paesi occidentali. Ma questi animali domestici possono anche avere un impatto positivo sulla nostra salute mentale e sociale. Gli studi hanno dimostrato che i proprietari di animali domestici hanno meno probabilità di soffrire di depressione rispetto alle persone senza animali, e i cani in particolare possono aiutarci a socializzare e ad avere una vita più attiva.
Molte persone soffrono di depressione e cercano aiuto dalla medicina o dalle terapie tradizionali.
Tuttavia, c'è una terapia che viene spesso trascurata ma che può essere altrettanto efficace: la terapia assistita con gli animali (TAA).
La TAA è un tipo di terapia non convenzionale ma in crescita che coinvolge l'interazione tra paziente e animale.

I pazienti possono scegliere di lavorare con qualsiasi animale, ma i cani sono generalmente considerati i migliori compagni per questo tipo di terapia.

I cani hanno un effetto positivo sulla salute mentale e fisica dei pazienti depressi.

L'attività fisica è un modo efficace per combattere la depressione, e i cani possono incoraggiarci a fare più esercizio. Inoltre, i cani hanno anche un effetto rasserenante sulla nostra mente e sul nostro umore.

Gli anziani sono spesso soli e isolati, soprattutto quando si trasferiscono in un nuovo ambiente.

Avere un cane può essere un grande aiuto per superare questa solitudine e sentirsi meno depressi. I cani possono infatti aiutare gli anziani a socializzare e ad avere uno scopo nella vita.

A recente studio condotto dall’Università di Ferrara ha dimostrato che la terapia assistita con i cani è efficace nel ridurre la depressione negli anziani.

Lo studio, pubblicato su “Frontiers in Psychology”, ha coinvolto 60 anziani che vivono in residenze per anziani. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: un gruppo che ha ricevuto le visite settimanali di un cane, un gruppo che ha partecipato a sessioni di psicoterapia e un gruppo di controllo.

La depressione è una condizione clinica caratterizzata da un persistente stato di umore triste e da una ridotta capacità di provare piacere in attività che una persona normalmente troverebbe gratificanti.

Può portare a una serie di altri sintomi, come perdita di appetito, insonnia o eccesiva sonnolenza, ansia, irritabilità e pensieri negativi.

La depressione è un problema di salute mentale grave e può avere conseguenze negative sulla vita di una persona in molti modi.

Fortunatamente, ci sono diversi trattamenti disponibili per aiutare le persone con depressione.

Uno di questi trattamenti è la terapia assistita con i cani (TAC), che si sta dimostrando efficace nel ridurre i sintomi della depressione. La TAC è un tipo di terapia basata sul contatto fisico e sull'interazione con gli animali, che si ritiene possa aumentare il senso di benessere e il supporto sociale.

Le nostre abitudini, il nostro comportamento ed il nostro pensiero sono di fondamentale importanza nella costruzione del...
31/01/2024

Le nostre abitudini, il nostro comportamento ed il nostro pensiero sono di fondamentale importanza nella costruzione della nostra felicità.

Se da una parte non possiamo avere il potere di incidere su eventi esterni, abbiamo comunque la possibilità di predisporci con un atteggiamento che non sia causa di infelicità.

Ecco alcune abitudini che quotidianamente le persone infelici fanno fatica a cambiare.

Abitudini tipiche delle persone infelici

1- Complicare l'esistenza

È vero che la vita comporta responsabilità ed obblighi che spesso risultano estremamente gravosi. È altrettanto vero che, spesso, siamo noi a renderla ancora più difficile. La tendenza a complicare l'esistenza può essere motivo d'infelicità in quanto contribuisce ad innalzare l'asticella della quota di insoddisfazione.

2- Essere perfezionisti

Chi crede che la perfezione sia la premessa necessaria per la felicità è verosimilmente destinato a subire moltissime delusioni. È possibile ipotizzare che nel momento stesso in cui viene raggiunto un obiettivo, esso può apparire di poco conto o comunque degno di miglioramento.

3- Lasciarsi influenzare dalle critiche

Vivendo in un contesto sociale è inevitabile ve**re a contatto con persone che possono esprimere critiche sul proprio operato. Se esse arrivano a condizionare lo stato d'animo impedendo il raggiungimento degli obiettivi, la strada verso la felicità può apparire tortuosa.

4- Fossilizzarsi nel passato e temere il futuro

Rivivere continuamente dolorosi ricordi del passato e rimpiangere opportunità non colte può fare davvero male.
Anche ipotizzare un futuro pieno di problemi e di preoccupazioni contribuisce a creare i presupposti per un'esistenza infelice.

5- Fare paragoni con la vita altrui

Paragonare la propria vita con quella degli altri può essere una tendenza particolarmente distruttiva, che può sfociare nel non sentirsi all'altezzasi e perdere la fiducia in se stessi.

6- Essere troppo pessimisti

Focalizzandosi esclusivamente sugli aspetti negativi si perde di vista la realtà per quella che è veramente, ossia uno scenario è fatto sia di eventi negativi, ma anche positivi.

Come modificare le abitudini che rendono infelici

1- Per semplificare la vita può essere utile focalizzarsi su pochi obiettivi alla volta e perseguirli nei tempi stabiliti. Se il tutto appare più complicato del previsto, fermarsi e ristrutturare il proprio tempo sarà di grande aiuto.

2- Prendere consapevolezza del fatto che il mito della perfezione richiede un dispendio enorme di energie. Spesso, nel ricercarla, si rischia di non portare a termine quello a cui si sta lavorando perchè si è costantemente insoddisfatti. Anche in questo caso, darsi una scadenza nel portare a termine un lavoro è sicuramente utile. Una volta raggiunto l'obiettivo non resta altro che considerare il lavoro terminato: questo aiuterà a liberarsi dell’idea che il progetto richieda ancora delle rifiniture (forse inutili).

3- Per accettare meglio le critiche è consigliabile considerarle nella giusta prospettiva e soprattutto imparare a riconoscere quelle distruttive da quelle positive, che sono volte, infatti, al miglioramento, al benessere e all’aiuto dell’altro.

4- Per essere felici è indispensabile sganciarsi dall'oppressione del passato e dall'angoscia del futuro, concentrandosi sul "qui e ora" e programmando la propria vita facendo riferimento soprattutto al presente. Questo non significa eliminare "ieri e domani", ma cercare di fare tesoro delle esperienze passate ed imparare a "buttarsi" con le dovute precauzioni.

5- Per evitare continui paragoni con le vite altrui bisogna concentrarsi su di sé, valutando e riconoscendo gli obiettivi raggiunti, i progressi compiuti e gli sforzi fatti. Questo ha il vantaggio di generare gratificazione e gentilezza verso se stessi, poichè offre l’occasione di osservare da dovei si è partiti, gli ostacoli csuperati e tutto ciò che si è riuscito ad ottenere.

6- Per allontanare i pensieri pessimisti può essere utile concentrarsi sugli aspetti positivi della propria persona; ognuno ha pregi e difetti e bisogna valorizzare i primi a scapito dei secondi, cercando di agire e non restando bloccati sul pensare. Può essere utile farsi queste domande: "Come posso trasformare questa cosa negativa in qualcosa di positivo? C'è qualcosa che posso fare?".

Indirizzo

Pescara

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
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