Centro Psicoterapia Familiare Pescara

Centro Psicoterapia Familiare Pescara Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Centro Psicoterapia Familiare Pescara, Psicoterapeuta, Viale G. Bovio, 94, Pescara.

Il Centro di Psicoterapia Familiare è uno spazio accogliente e contenitivo destinato a individui, coppie e famiglie che vivono difficoltà legate alle diverse fasi del ciclo di vita. Il Centro di Psicoterapia Familiare è uno spazio accogliente e contenitivo destinato a individui e famiglie che vivono difficoltà legate alle diverse fasi del ciclo di vita.

15/07/2025

«L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo». Questa frase di Umberto Galimberti racchiude in poche parole la differenza tra un legame basato sulla libertà e uno vissuto come possesso.

Troppo spesso, nel parlare di relazioni, si usano aggettivi possessivi: “mia moglie”, “mio marito”. In realtà l’altra persona resta sempre distinta da noi, non è una proprietà da reclamare. Anche il matrimonio dovrebbe partire da questo presupposto: Lui o Lei è un individuo, non una nostra estensione.

L’amore non si misura con la quantità di attenzione che riceviamo o pretendiamo, ma con la capacità di arricchire e ampliare la vita di entrambi. Importante è vivere sapendo che qualcuno ci ama: Freud lo aveva già spiegato, senza la consapevolezza di essere amati rischiamo di spegnerci dentro.

Galimberti sottolinea qualcosa che spesso si dimentica: l’amore si nutre di gratuità, non di do ut des. Sino a quando la società vede la generosità come un difetto o un’ingenuità, non si crea lo spazio per un amore autentico.

Vivere l’amore come una pretesa di possesso è l’opposto di ciò che davvero significa amare. Ed è proprio nella consapevolezza della libertà dell’altro che può nascere un legame profondo.

13/07/2025
11/07/2025

A volte ti innamori di qualcuno, ma non davvero di lui. Ti innamori di un’idea.
Di un’immagine. Di un potenziale.
Vedi cose che lui non vede ancora.
Credi in possibilità che forse
non si realizzeranno mai.
Ti innamori di chi potrebbe diventare, non di chi è ora.
E tu ci ci provi.
Gli parli come se potesse sentirti.
Lo guardi come se prima o poi potesse capire.
Aspetti. Giustifichi. Tieni duro.
Ti dici che magari è solo questione
di tempo, che è una fase.
Che è paura.

Poi cominci a zittire le tue esigenze,
ad adattarti, a non disturbare.
A non chiedere troppo.

Perché una parte di te spera ancora che
se resti abbastanza a lungo, lui capirà.
E diventerà. Cambierà. Sboccerà.

Ma c’è una cosa che impari a tue spese:
l’amore non serve a far fiorire nessuno.
Non se non lo vuole.
Non se non lo sceglie.

E allora arriva quel giorno.
E smetti.
Di sperare. Di aspettare.Di spiegare.
Non perché ti sei stancata di amare,
ma perché hai capito che non puoi continuare
a farlo al posto suo.
E da lì, lentamente,
succede qualcosa.
All’inizio ti senti persa.
Poi cominci a sentire spazio.

Spazio per te.
Per chi sei diventata mentre lo aspettavi.
Per tutto quello che hai sepolto sotto
il tentativo
di aggiustare lui.

E lì, finalmente,
scegli te.

E allora no.
Non è vero che hai perso anni.
Non è vero che hai sbagliato tutto.
Hai solo amato come sapevi fare.
Hai solo sperato dove qualcun altro
non sapeva fiorire.

🌊NON RESTARE DOVE AMI SOLO LA VERSIONE FUTURA DI QUALCUNO🌊

👉Chiediti sempre: mi sento vista, oggi?
👉Mi sento scelta, adesso?
————————————————
📘”MI PROMETTO IL MARE” fa per te
se hai bisogno di ricominciare da te stesso/a dopo il tradimento della persona che ami.
📗”OVUNQUE IO SIA torno a prendermi” fa
per te se sei diventata mamma e all’improvviso hai smesso di essere donna.
Se ti senti incastrata in una vita
che non è su misura con te.
📙”SE MI AMASSI DAVVERO” fa per te se
stai vivendo o hai vissuto una
relazione tossica e hai bisogno di ritrovarti.
—————————
Riccardo Bertoldi

11/07/2025

AMARE UN GENITORE CHE NON SA AMARE
Lo amavi perché è tua madre (o tuo padre): non avevi scelta.
L'amore per un genitore non si decide, si vive, è biologico, istintivo, inevitabile.
Anche quando loro non sanno ricambiarlo, anche quando il loro amore era vuoto, ma tu eri un bambino e i bambini amano i loro genitori, sempre, anche quando sono mostri.

Anche quando i loro genitori non sanno amare.

Da bambino non puoi permetterti di non amarli: dipendi da loro per sopravvivere.
Il tuo cervello deve convincersi che quell'amore freddo sia normale, che quelle briciole siano un banchetto.

Non hai alternative.
O li ami o muori dentro.
E così scegli di amarli ogni singolo giorno.

Il paradosso più crudele: più loro sono incapaci di amarti, più tu ti sforzi di meritare il loro amore.

Diventi perfetto/a, invisibile, silenzioso/a.

Se solo fossi più bravo/a (pensi) forse mi amerebbero!

Ma non puoi insegnare l'amore a chi non ha mai imparato cosa significhi.

E così cresci diviso in due: una parte di te (il Bambino/a che sei stato) ama disperatamente; l'altra parte sa la verità... che il loro amore è come una stanza vuota.
Ma, ammettere che loro non ti amino davvero, significa ammettere di essere solo/o al mondo.

E' troppo.
Troppo.

Così da adulto impari a vivere nel paradosso: ad amare chi ti ferisce, a cercare calore nel ghiaccio, a vedere amore dove c'è solo dovere, o peggio, indifferenza.
Impari che amare significa soffrire in silenzio; che essere amati è un lusso che non ti puoi permettere.

Ma il tuo corpo ricorda: quando qualcuno ti tratta con freddezza ti senti a casa, quando qualcuno è emotivamente assente, lo riconosci come amore.

E' il paradosso che ti porti dentro: cerchi negli altri lo stesso vuoto che ti ha cresciuto/a, perché è l'unico amore che il tuo sistema conosce.

C'è una responsabilità dolorosa da riconoscere: scegli chi conferma la tua storia; i partner emotivamente assenti non capitano per caso, li riconosci, li selezioni, li tieni perché l'intimità vera terrorizza chi non l'ha mai conosciuta.

Meglio il vuoto familiare che il pieno sconosciuto.

Riconosci l'amore disfunzionale come un segugio, lo fiuti nell'aria, lo vedi in come non ti guardano, in come ti sfamano a briciole, non per masochismo, ma perché il tuo sistema sa navigare il rifiuto, non la presenza: è una competenza traumatica.

Claudia Scarpati su Essere Indaco

09/07/2025

L’atto della resa di chi chiede di poter morire non è mai un atto irresponsabile. È, piuttosto, la testimonianza estrema di una soggettività che non vuole essere ridotta a sopravvivere ad ogni costo. In quel “no!” a una vita divenuta simile alla morte, la vita rivela tutta la sua umanità. È un “no!” non nel nome della morte ma nel nome della vita che reclama sino all’ultimo respiro il diritto alla sua dignità. Una civiltà matura non si misura solo dalla capacità di difendere la vita, ma anche da quella di accompagnarla nel suo congedo con dignità.

Al link, "La sovranità della resa", il mio articolo uscito ieri su la Repubblica: https://drive.google.com/file/d/1GHzEy3-ESnqditrApFAVxftvx4Niy-bl/view?usp=sharing

[In copertina: La stanza accanto (2024) di P. Almodóvar]

28/06/2025

C’è una frase che ogni tanto riemerge nei commenti, spesso accompagnata da un’immagine di donne che, da radiose, diventano via via spente, appassite. È attribuita a Cruella de Vil, la cattiva per eccellenza:
“Il matrimonio ha distrutto più donne che la fame, la guerra e le catastrofi naturali.”

Forse le hanno fatto pronunciare quelle parole proprio per farla apparire insensibile, cinica. Ma il paradosso è che, in quella frase, tante donne si sono riconosciute.
Non come “cattive”, ma come ferite.
Donne che al matrimonio avevano creduto, e che invece si sono ritrovate svuotate, spente, stanche.

La mia opinione, però, è più complessa.
Non è il matrimonio, in sé, a spegnere una donna.
Sono certe dinamiche che si accendono dentro di esso.
Sono le scelte non dette, i silenzi ingoiati, le rinunce che si moltiplicano fino a diventare invisibilità.

1. La codependenza.
È una delle trappole più subdole.
Essere legata a un uomo problematico — un alcolista, un narcisista, un eterno fragile — e pensare di poterlo salvare.
Mettere sé stesse in secondo piano, sempre.
Diventare l’argine di tutte le sue tempeste, finché l’unico ruolo che rimane è quello della “salvatrice”.
E dentro quella maschera, si smarriscono tutte le altre versioni di sé: la donna creativa, l’amica, la sognatrice, l’essere umano che merita cura.

La nostra cultura premia questo martirio. Lo chiama amore.
Ma l’amore che ti svuota non è amore. È una lenta estinzione.

2. La fusione.
Un altro rischio è confondersi nell’altro fino a sparire.
Capita quando arriva un figlio. Quando ci si prende cura di un genitore malato.
In quei momenti, esserci per l’altro è necessario, persino nobile.
Ma se il “noi” diventa una gabbia, se il “tu” conta sempre più del “io”… allora non è più amore, è dissolvenza.

E troppe donne vengono celebrate per questa dissolvenza.
Perché sanno esserci, sì — ma a quale prezzo?
Nessuno le guarda più davvero. E loro smettono di guardarsi.

3. L’autostima.
Una donna con poca autostima chiede il permesso per esistere.
Adatta il suo corpo, la sua voce, le sue opinioni a ciò che l’altro approva.
Sta zitta per evitare i conflitti.
Si annulla per “tenere tutto in piedi”.
Ma amare non dovrebbe mai voler dire camminare sulle punte, sperando di non disturbare.

Una donna con autostima, se non viene amata con rispetto, se ne va.
Chi non ce l’ha, resta.
Perché ha imparato a misurare il proprio valore attraverso lo sguardo degli altri.

Ecco perché dico: non è il matrimonio a distruggere.
Sono certe dinamiche malate.
Sono gli insegnamenti sbagliati, le aspettative sociali, la paura di valere “da sola”.

Le nostre bambine meritano di più.
Meritano di imparare che amare non è sparire.
Che si può costruire qualcosa insieme senza perdere sé stesse.
Che la cura non deve mai diventare annullamento.

Perché l’amore vero non ti spegne.
L’amore vero ti tiene in piedi.
Ti lascia intera.

Charme su Essere Indaco

28/06/2025

Si chiama biotipo cognitivo e colpisce fino a un paziente su quattro ⤵

15/06/2025
15/06/2025

RELAZIONI CONSAPEVOLI
"Ci stiamo avvicinando a un periodo di tempo in cui le relazioni sono pronte ad affrontare un'importante ridisegnazione. Il paradigma attuale non funziona. Le persone non sono soddisfatte nell'amore; le persone non sanno come far funzionare i rapporti.

E, che ci crediate o no, questa non è una br**ta cosa. Perché quando i sistemi si guastano, è allora che cambiano. Credo che sia quello che sta accadendo nell'ambito del partenariato intimo. Il crollo ci sta costringendo ad andare verso l'amore consapevole.
Quindi cos'è esattamente una relazione consapevole?

È una relazione sentimentale in cui entrambi i partner si sentono impegnati per uno scopo, e questo scopo è la crescita. Crescita individuale. Crescita collettiva come coppia. La crescita che rende il mondo un posto migliore.

A partire da ora, la maggior parte delle persone entra in relazioni per soddisfare i propri bisogni personali. Questo potrebbe funzionare per qualche anno, ma alla fine il rapporto ci fallisce e di conseguenza finiamo insoddisfatti.

Ma quando due persone si uniscono con l'intenzione di crescere, il rapporto cerca qualcosa di molto più grande della gratificazione. La partnership diventa un viaggio di evoluzione, e i due individui hanno l'opportunità di espandersi più di quanto potrebbero da soli. Ne derivano una profonda soddisfazione e una realizzazione a lungo termine.

Quindi, se sei qualcuno che si sente chiamato a portare la tua esperienza di amore romantico al livello successivo, qui sotto ci sono quattro qualità che caratterizzano cosa significa essere una coppia consapevole. Benvenuti nel percorso della relazione consapevole. Questo è amore di livello superiore...

1. La coppia consapevole non è legata all'esito della relazione - la crescita viene prima.
Non essere attaccati all'esito della relazione non significa che non ti importi di quello che succede! Non vuol dire anche che non hai fantasie su come andrà a finire il rapporto.
Ciò che significa è: sei più impegnato nell'esperienza di crescita che nel far funzionare la relazione. ”

La realtà è che siamo qui per crescere. Fisicamente, mentalmente, emotivamente e spiritualmente Quando la crescita si ferma, ci sentiamo automaticamente come se qualcosa fosse andato storto. Perché è così. Senza crescita, non realizziamo lo scopo della nostra anima.

Purtroppo, le relazioni oggi tendono a soffocare la crescita più che a migliorarla. Questo è uno dei motivi principali per cui stiamo fallendo nell'amore romantico.

Vogliamo che i nostri partner agiscano in un certo modo, reprimiamo noi stessi per piacere agli altri, e presto ci sentiamo piccoli, oppressi e perplessi su chi siamo diventati. Questo, inevitabilmente, fa sembrare la relazione una gabbia da cui vogliamo uscire. Ma la sfortunata verità è che ci siamo ingabbiati.

La coppia consapevole valorizza la crescita più di ogni altra cosa perché sa che questo è il segreto per mantenere viva la relazione. Anche se la crescita fa paura (perché ci porta nell'ignoto), la coppia è disposta ad impegnarsi verso l'espansione, anche a rischio di superare il rapporto. A causa di questo, il rapporto mantiene un naturale sentimento di vita, e anche l'amore tra la coppia lo fa.

2. Ogni persona nella relazione è impegnata a possedere il proprio s #*o.
Le coppie consapevoli sanno che tutti abbiamo ferite del passato, e capiscono che queste ferite si scateneranno inevitabilmente, specialmente in una relazione. In altre parole, si aspettano di sentirsi abbandonati, intrappolati, rifiutati, trascurati e qualsiasi altra sensazione di m***a che si presenta quando ci leghiamo strettamente con un'altra persona.

La maggior parte di noi crede ancora che le relazioni debbano solo stare bene, e quando emergono i cattivi sentimenti, qualcosa è andato terribilmente storto. Quello che non riusciamo a vedere in questa situazione è che questi sentimenti di m***a derivano dal nostro stesso schema difettoso! Questi problemi non sono causati dai nostri partner, ma dalle nostre convinzioni.

La coppia consapevole è disposta a guardare i propri problemi passati e attuali nelle relazioni perché sa che affrontando questi sistemi di credenze, possono evolversi in una nuova realtà relazione.

Gli schemi disfunzionali si dissolveranno, ma solo quando ce ne assumiamo la responsabilità, prima.

3. Tutti i sentimenti sono benvenuti e nessun processo interno è condannato.
In una relazione consapevole, c'è spazio per sentire qualsiasi cosa. Non solo, c'è spazio per esprimere quei sentimenti e queste fantasie al partner. Questo è un territorio tagliente... non è facile da fare. Ma è anche una delle cose più curative che possiamo vivere in una partnership.

È raro essere completamente onesti su chi sei, e allungarsi per lasciare che il tuo partner faccia lo stesso. Potrebbe non piacerti quello che senti, anzi, potrebbe scatenarti da morire. Ma sei disposto ad essere attivato se questo significa che il tuo partner può essere autentico.

Come ho già detto, siamo abituati a modellare e cambiare noi stessi per piacere alle persone che amiamo perché non vogliamo che smettano di amarci! Questo soffoca l'amore dalle nostre connessioni.

L'unica opzione è l'onestà radicale: rivelare parti di noi difficili da condividere e lasciare che i nostri partner facciano lo stesso. Questo porta a sentirsi conosciuti, visti e realmente compresi, una combinazione che accrescerà automaticamente il vostro amore.

4. La relazione è un luogo dove praticare l'amore.
L'amore, alla fine, è una pratica. Una pratica di accettazione, essere presenti, perdono e estendere il cuore in territori vulnerabili.

A volte trattiamo l'amore come se fosse una destinazione. Vogliamo sempre quella sensazione di picco e quando non c'è non ci accontentiamo di quello che è diventato il rapporto. Nella mia mente, questo manca tutto il senso dell'amore.

L'amore è un viaggio e un'esplorazione. È mostrarsi per tutte le varie sfumature della vostra relazione e chiedersi: cosa farebbe l'amore qui? ” La risposta sarà ogni volta diversa e per questo potrai crescere in modi che non hai mai avuto prima!

La coppia consapevole si impegna ferocemente ad essere l'incarnazione dell'amore. E attraverso la loro devozione e pratica, l'amore si presenta nelle loro vite e relazioni in modi che non avrebbero mai immaginato prima. "~

🍎🔥
~ Shelly Bullard
Fonte: Sacred dreams

30/05/2025

Le api nascondono un segreto sorprendente.
Quando l’alveare perde la sua regina – l’unica in grado di dare vita alla colonia e mantenere l’ordine in una società perfettamente organizzata – tutto sembra perduto. La vita nell’alveare rallenta. Senza nuove uova, il futuro scompare. Nel giro di poche settimane, la colonia rischia di estinguersi.

Ma le api non vanno nel panico. Né aspettano la salvezza dall’esterno.
Con un’eccezionale dimostrazione di intelligenza collettiva e istinto profondo, attivano una procedura d’emergenza spettacolare, difficile da immaginare in un mondo governato da insetti.
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◆ La trasformazione inizia con una scelta semplice, ma essenziale
Le api operaie selezionano alcune larve comuni – le stesse che normalmente sarebbero diventate semplici lavoratrici. Non sono speciali. Non sono nate diverse. Ma ora, il loro destino cambia completamente.
Vengono scelte per ricevere un nutrimento speciale: la pappa reale. Una sostanza rara, prodotta dalle api nutrici, ricca di proteine, vitamine e composti bioattivi. È un cibo regale nel senso più puro.

La larva nutrita esclusivamente con questa sostanza non segue più il percorso ordinario. In pochi giorni, il suo corpo si sviluppa in modo diverso. Le ovaie si attivano. Il corpo diventa più grande, più forte. La durata della vita si moltiplica per quasi venti volte.
Non lavorerà. Regnerà. Non seguirà la routine. Darà vita.
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◆ La regina non è scelta in base ai geni. Viene creata.
Ciò che rende davvero affascinante questo processo è il fatto che le api operaie e la regina condividono lo stesso codice genetico. Non è il DNA a determinare il destino. È la nutrizione. La cura. La decisione dell’alveare.
È come se, in una società umana, si potesse prendere un bambino comune e, offrendo il giusto nutrimento, l’ambiente adatto e il sostegno necessario, trasformarlo in un leader straordinario. Senza interventi genetici. Senza artifici. Solo grazie a supporto e visione.
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◆ Un leader nasce dalla crisi
Questa metamorfosi non salva solo la larva. Salva l’intera colonia.
Una volta che la nuova regina è pronta, assume la guida dell’alveare, inizia a deporre uova, ristabilisce l’ordine e dà inizio a un nuovo ciclo vitale collettivo. Da una minaccia di estinzione, la colonia rinasce più forte, più organizzata, più equilibrata.
---
◆ Una lezione silenziosa, ma profonda
Le api ci mostrano, senza parole, che nei momenti di grande crisi non serve la disperazione – ma la chiarezza. Un piano. La scelta giusta. Cura e direzione.
Nel loro mondo, una regina non nasce. Viene sostenuta. Nutrita. Guidata.

E forse, proprio come nell’alveare, anche nella vita – non conta chi sei all’inizio, ma ciò che ricevi, come vieni accudito e quali decisioni prendono gli altri nei momenti difficili.
Perché a volte, nei momenti più duri, nasce il leader più forte.
Non per fortuna. Ma dalla crisi, dalla visione e dalla trasformazione.

21/05/2025

"Quando finisce un amore…non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché. In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità; l'amore è uno stato ove per il tempo in cui siamo innamorati, non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro; e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità.

Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra identità dall'amore dell'altro.E allora, dopo il congedo, il lavoro non è di cercare di recuperare la relazione dell'altro, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento"

- Umberto Galimberti

20/05/2025

LA CHIUSURA DEI CICLI

"La vita ci chiederà molti addii.
Con persone, con storie, con versioni di noi che sono rimaste nel passato.

Non si può andare avanti senza lasciare alcune cose indietro.
I nuovi capitoli si scrivono solo quando concludiamo quelli vecchi.
Il nuovo ci richiede cambiamento,
così come ci chiede distacco.

Distaccarsi non significa dimenticare.
Significa non restare dove non entriamo più.
Significa essere grati per ciò che abbiamo vissuto e aperti a ciò che verrà.

Significa capire che la vita non finisce quando chiudiamo dei cicli.
Essa ricomincia!"

Alexandro Gruber su Essere Indaco

Indirizzo

Viale G. Bovio, 94
Pescara
65123

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 08:00 - 12:00

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