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SI CHIAMA STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA, MA MOLTI LA CONOSCONO COME “FEGATO GRASSO”. È UNA CONDIZIONE IN CUI IL FEGATO A...
23/10/2025

SI CHIAMA STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA, MA MOLTI LA CONOSCONO COME “FEGATO GRASSO”. È UNA CONDIZIONE IN CUI IL FEGATO ACCUMULA TROPPI TRIGLICERIDI E PUÒ COLPIRE CHI HA CHILI DI TROPPO, alterazioni del metabolismo o altre malattie croniche. Spesso non dà sintomi evidenti, ma può peggiorare con il tempo fino a trasformarsi in infiammazione, cirrosi o, nei casi più gravi, tumore del fegato. In Italia riguarda circa un adulto su quattro con prevalenza doppia tra i diabetici, ma non risparmia neppure bambini e adolescenti con obesità.

Non esistono ancora terapie farmacologiche: la gestione si basa principalmente su alimentazione equilibrata, perdita di peso e attività fisica regolare. Ma la sola dieta non sempre basta, e in alcuni casi la riduzione del grasso epatico è difficile da ottenere.
Un valido aiuto può ve**re dalla nutraceutica: è una scienza che si occupa di selezionare le componenti benefiche dei cibi, ottenendo dei preparati concentrati e purificati di tali sostanze.

Un recente studio, condotto dall’Università di Genova, su 100 pazienti affetti da sindrome metabolica e steatosi epatica, tutti con obesità centrale ha evidenziato che, somministrando un integratore nutraceutico a base di due alghe marine brune e cromo picolinato, e seguendo una dieta mediterranea ipocalorica, dopo sei mesi, sono migliorati i parametri metabolici e lipidici, peso, circonferenza vita, composizione corporea e condizione del fegato.

SEMPRE STANCHI ? POTREBBE ESSERE CARENZA DI FERRO. SCOPRIAMO I CIBI CHE NE SONO RICCHI.Il ferro è un minerale che nel co...
26/08/2025

SEMPRE STANCHI ? POTREBBE ESSERE CARENZA DI FERRO. SCOPRIAMO I CIBI CHE NE SONO RICCHI.

Il ferro è un minerale che nel corpo umano svolge una serie di importanti funzioni: è un componente fondamentale dell'emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue

Secondo alcune ricerche è però la carenza nutrizionale più diffusa a livello mondiale e coinvolge anche la fascia pediatrica, tanto da essere la causa più frequente di anemia.
Uno dei primi segnali di carenza è la debolezza, poi ci possono essere vertigini, unghie fragili, perdita di capelli, mal di testa.

L’esame per stabilire i livelli di ferro è quello del sangue.
Una volta accertata la carenza, bisogna scoprirne le cause.
Ci può essere un malassorbimento dovuto a patologie, o all’uso di terapie farmacologiche, oppure si può essere carenti in fasi particolari della vita (come gravidanza o età fertile delle donne) o anche a causa di celiachia, di ulcere gastroduodenali, di polipi, di infezioni e altre condizioni.
Per questo motivo, per interve**re, in caso di carenza di ferro bisogna essere seguiti da un medico: con l’alimentazione molti deficit si possono risolvere, ma a volte servono gli integratori.

Molte persone pensano che per raggiungere buoni livelli di ferro basti una bistecca al sangue: non è sempre così; infatti anche i vegetariani - se seguono una dieta varia - riescono a raggiungere i valori giusti .

Esiste il ferro “eme” che deriva da fonti animali e il ferro “non eme” che viene da fonti vegetali.
Però, mentre il ferro eme viene assorbito facilmente dal corpo, il ferro non eme degli alimenti vegetali spesso è legato ad alcune sostanze che ne limitano l’assorbimento.
Il ferro eme è contenuto nei tessuti animali (carne e pesce), ma anche nelle vongole, nelle cozze e nelle ostriche.

Per quanto riguarda il ferro non eme bisogna distinguere tra verdure, legumi, frutta secca e cereali integrali.

Molti legumi contengono buone dosi di ferro, ad esempio i fagioli secchi. Quello che si può fare per assorbire più ferro possibile dai legumi (renderli quindi più «biodisponibili») è tenerli a lungo in ammollo (cambiandone l’acqua almeno una volta) e poi cuocerli molto.

Per le verdure, per avere maggiori benefici è meglio il consumo a crudo: oppure solo “sbollentate” per pochi minuti.
E’ una buona idea aggiungere vitamina C (ad esempio dal succo di limone) al piatto di verdure per aumentare ancora di più la biodisponibilità. Oppure consumare alimenti ricchi di Vitamina C (kiwi, fragole, melone, arance ) al termine dello stesso pasto.

Anche la frutta secca oleosa (pistacchi, semi di sesamo, semi di girasole) è una buona fonte di ferro.

Infine, anche i cereali contengono ferro: quelli integrali ne hanno un buon quantitativo: anche in questo caso la procedura migliore è quella di lasciarli in ammollo per diverse ore prima di prepararli e consumarli.

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