Farmacia Labrozzi Petacciato

Farmacia Labrozzi Petacciato Siamo specializzati in educazione alimentare, nutrizione e disturbi della digestione. Affidati ai nostri esperti per il tuo benessere quotidiano.

I nostri valori sono ascrivibili in quattro grandi concetti principali:

» Competenza
Approfondite conoscenze e capacità professionali sono il fulcro dei nostri servizi e della consulenza offerta al cliente. Un plus che il nostro staff si impegna a sostenere e sviluppare attraverso la condivisione della conoscenza e l’aggiornamento costante tramite qualificati corsi formativi professionali.

» Onestà
Crediamo che la trasparenza e la lealtà siano le chiavi per soddisfare pienamente il cliente attraverso proposte, consigli e soluzioni su misura in base alle sue esigenze. Senza dimenticare l’onestà nel riconoscere i propri errori e la grande franchezza e sincerità con cui improntiamo tutti i rapporti personali.

» Rispetto
Ogni necessità della clientela è un obiettivo primario per la nostra farmacia, per questo il nostro staff è sempre operativo in postazione e adotta espressioni e atteggiamenti educati verso ogni interlocutore, in linea con i valori e il contesto della farmacia.

» Passione
Entusiasmo, dedizione e impegno sono il cuore dell’attività del nostro personale, sempre pronto a interpretare il proprio ruolo coinvolgendo il cliente tramite un approccio positivo e motivante, ma anche flessibile e responsabile verso i propri compiti ed obiettivi.

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra Farmacia sarà aperta dalle 9:30 alle 12:30.Ci sta a cuore la tua salute !
12/10/2025

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra Farmacia sarà aperta dalle 9:30 alle 12:30.
Ci sta a cuore la tua salute !

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra Farmacia è aperta dalle 9.30 alle 12.30. Ci sta a cuore la tua salute !
28/09/2025

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra Farmacia è aperta dalle 9.30 alle 12.30.
Ci sta a cuore la tua salute !

Giuseppe, Luisa e il filo prezioso della vita.Capita che la vita ti metta davanti una difficoltà dietro l’altra, e la mi...
24/09/2025

Giuseppe, Luisa e il filo prezioso della vita.

Capita che la vita ti metta davanti una difficoltà dietro l’altra, e la mia, fin da subito, è stata una strada in salita. Io sono Giuseppe, e questa è la storia di come ho costruito il mio mondo, mattone su mattone, sudore sopra sudore. Non c’è retorica in quello che vi racconto, solo la nuda e cruda verità di un uomo che ha imparato presto che se vuoi qualcosa, devi andartela a prendere con le tue mani, perché nessuno te la regala.

I miei genitori, gente semplice di Petacciato, avevano sei figli. Mia madre, una donna forte, mi ha partorito che aveva quasi cinquant'anni, quasi contemporaneamente a quando partorì una delle sue figlie. A quei tempi era così, la vita non aspettava e si presentava quando le pareva. La mia famiglia viveva in una piccola casa con una stalla annessa, un campo da lavorare e qualche animale da cortile. Ma a me la vita stretta non andava giù.

Ricordo quando mia sorella si sposò a Pescara con un ferroviere. Tutti andarono, ma a me, ragazzino, mi lasciarono a casa. Era inverno, un freddo cane. Ma io, cocciuto come sono sempre stato, non mi arresi. Presi il pullman, il treno, fermai qualche carretto per strappare un passaggio – non so nemmeno io come feci – ma arrivai a Pescara. Vi assicuro che la faccia dei miei, quando mi videro sbucare, valeva tutta la fatica. Ero un ragazzino sveglio, e loro lo sapevano bene.

Il primo vero sacrificio, quello che ha segnato l'inizio della mia casa, della "nostra" casa, fu quando decisi di allargare quella stalla. Volevo trasformarla in un posto dove la mia famiglia, avrebbe avuto il suo spazio. Ma per farlo, servivano soldi, e io non avevo paura di sporcarmi le mani. Sono andato in Svizzera, in Germania, ho lavorato in fornace, poi con una ditta che installava lampioni a Pescara. Mi alzavo alle cinque, raggiungevo a piedi la stazione. Ho fatto di tutto e ogni lira guadagnata era un passo in più verso il mio obiettivo.

Ma queste cose sono successe dopo. Dopo aver conosciuto Luisa, il riferimento, il sostegno, la luce della mia vita. Era il mese di maggio, la festa di San Nicola. Questa ragazza, venuta a Petacciato da alcuni parenti, salì su una giostra, una di quelle altalene giganti che ti facevano volare in alto. Appena la vidi, mi ci buttai anch'io; appena vista, volevo conoscerla. Mi aveva fulminato. Ma lei, appena mi notò, scese subito. Aveva paura che i suoi genitori la vedessero. Non mi arresi. La seguii ovunque quel giorno, e poi, dopo essermi informato da dove venisse, le scrissi una lettera. Le dissi che era apparsa "come una stella del firmamento". Ci sposammo nel 1954. Io avevo diciannove anni, lei diciotto. Esattamente un anno dopo il nostro primo incontro.

Non avevamo nulla. Nulla significa proprio nulla: due piatti e due bicchieri. Mio padre ci aveva concesso mezza stanza in casa sua, l'altra metà era di un mio fratello. È iniziata così la nostra vita insieme.
Però noi, io e Luisa, avevamo la stessa voglia di progredire, lo stesso spirito di sacrificio. Insieme, affrontammo tutto: la fatica, la lontananza, le difficoltà economiche. Ma anche la gioia dei figli, delle conquiste, delle piccole vittorie quotidiane.

Avevo una passione f***e per la lirica. Cantavo le arie mentre lavoravo, e quando finalmente ebbi la nostra casa e comprai il salotto con il giradischi, al mattino, mentre mi spennellavo la crema da barba, mi sentivo un vero barbiere di Siviglia. Adoravo il Rigoletto, e se in televisione c'era un'orchestra, mi bloccavo, incantato. Ero così pazzo per la lirica che quando nacque la nostra prima figlia, nel 1957, la volli chiamare Norma. Ah, e il violino! Sognavo di imparare a suonarlo, se solo i tempi fossero stati diversi.

Con Norma, la casa divenne troppo piccola. Non avevamo soldi. Allora partii: Svizzera, Germania. Prima la fabbrica di tegole, poi di succhi di frutta. Qua, la campagna non bastava più. Io mandavo i soldi a casa, e Luisa, da vera leonessa, gestiva tutto, risparmiando ogni singolo centesimo. Alla fine, mettemmo insieme i soldi per i mattoni e la calce. E non avevamo operai, no. Io e Luisa facemmo tutto con le nostre mani. Lei impastava il cemento, mi portava i secchi e io mettevo un mattone sull'altro. Mia moglie, una vera muratrice!

Una volta finite le stanzette al piano di sopra, le affittammo a una maestra. Altri soldi, altro sacrificio. Poi andai a Milano, ma lì non trovai niente. Allora tornai a Petacciato e ci mettemmo a vendere scarpe al mercato. In paese mi chiamavano "lo scienziato" perché ero un tipo ingegnoso. Costruii un aggeggio di ferro con tre ruote, trainato da un'Ape Piaggio, che ero riuscito a comprare con i risparmi. Quando arrivavamo nei paesi, io e Luisa trasformavamo quel ripiano in una bancarella di scarpe in un baleno. All'inizio andavamo a Pescara in treno per comprare le scarpe all'ingrosso, poi con l'Ape. Era un viaggio che durava un'intera giornata.

Poi aprì la fornace alla stazione e cercavano operai. Mi buttai anche lì. Luisa, intanto, si era messa a fare la sarta, ma non una sarta qualunque. Faceva confezioni raffinate, aveva un talento naturale per accostare tessuti e colori. Era molto apprezzata. Lavoro, lavoro, lavoro. Non ci siamo mai tirati indietro.

Nel 1968 nacque la mia seconda figlia. Per quell'occasione, con i soldi che avevo messo da parte senza distrazioni, comprai una mietitrebbia. La noleggiavo a chi aveva terreni e ne aveva bisogno al momento del raccolto. Facevo tutto l'Abruzzo e il Molise. Da quel momento, finalmente, il benessere iniziò a entrare nella nostra casa.

Ero un uomo risoluto, non avevo paura di niente. Una volta, durante una trebbiatura, mi ferii alla pancia con un lungo ferro appuntito del macchinario. Perdevo molto sangue. Strappai una pezza di stoffa, mi legai stretto e non dissi niente a nessuno. Fortunatamente, non mi fece infezione. Quando tornai a casa, dissi a Luisa, che era incinta, che se fosse nata una femmina, l'avremmo chiamata Marianna. Per ringraziare la Madonna, Maria, e sua madre, Sant’Anna, per la grazia ricevuta.

Negli ultimi anni mi occupai con piacere della gestione del Consorzio Agrario del paese ed ebbi modo di vivere più tranquillamente.
Quando voi figlie avete messo su famiglia, io e Luisa abbiamo iniziato a goderci un po' di tempo per noi. Andavamo spesso a ballare, ogni anno facevamo un viaggio. Conoscere culture e popoli diversi mi ha sempre incuriosito.

Ora che non ci sono più, so che vi manco. Non ero uno che dimostrava affetto apertamente, non si usava una volta, ma vi ho amato profondamente. Ero un uomo autoritario e severo, lo so, ma vi volevo bene. Tengo stretto nel mio cuore il ricordo di una sera, quando eravate piccole e la mamma non c'era, che vi rimboccai le coperte mentre facevate finta di dormire. Quel gesto tenero, sappiatelo, lo conservo come un dono prezioso.

Vedo che adesso vi prendete cura di vostra madre, della mia amata Luisa, che è anziana e ha bisogno di assistenza. E so che lo fate con tutto il cuore, con la stessa dedizione che noi abbiamo messo nel costruire la nostra vita. Le state accanto, le tenete compagnia, e lei vi racconta storie del passato, la sua mente è ancora viva nonostante gli acciacchi. So che vorreste darle almeno un po' di quello che lei ha dato a voi, e vi dico, figlie mie, che ne sono contento. Anzi, ne sono fiero.

Storie che fanno bene alla salute
Maria Antonietta Labrozzi

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra farmacia è aperta dalle 9:30 alle 12.30.Ci sta a cuore la tua salute!
21/09/2025

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra farmacia è aperta dalle 9:30 alle 12.30.
Ci sta a cuore la tua salute!

Questa mattina sono state trovate queste chiavi in farmacia.
05/09/2025

Questa mattina sono state trovate queste chiavi in farmacia.

Le persone belle non ci lasciano mai❤️La signora Giulia, classe 1928, è una donna affettuosa dal sorriso aperto, quello ...
25/08/2025

Le persone belle non ci lasciano mai❤️

La signora Giulia, classe 1928, è una donna affettuosa dal sorriso aperto, quello posseduto dalle persone che amano e sono amate.

Infatti è circondata da figli, nipoti e pronipoti che le vogliono molto bene e di cui è orgogliosa.

Nonostante i suoi novant’anni conserva una mente vivace e buona memoria.
Le allena leggendo e scrivendo e vive le sue giornate in piena autonomia.

Suo padre faceva il calzolaio e quando rimase vedovo, lei aveva solo sette anni. I suoi fratelli, otto e tre.
Senza una madre che si occupasse di loro, vissero con la nonna materna che faceva la panettiera e che appena i nipoti ne furono in grado, li mise al tavolo ad impastare il pane, perché, disse, era il solo modo per crescere.

Da quel momento Giulia non ha mai smesso di lavorare.
Prima come panettiera e poi nel negozio del marito Amedeo.
“Sono stata dietro un banco per quasi settant’anni. Quando mio figlio ha venduto la tabaccheria, mi sono sentita molto male”.
Lo dice con un’onda di emozione nella voce.
Come se si fosse chiuso un libro, una porta, una storia importante.
“Abbiamo vissuto una vita semplice di lavoro, famiglia e buon vicinato. Un tempo ci si aiutava e soccorreva a vicenda.
Si era più disponibili, era un mondo più bello”, mi racconta con un filo di nostalgia.

Ho conosciuto i signori Troiano trent’anni fa, quando sono arrivata a Petacciato.
Andavo al negozio a fare spesa e scambiavo qualche battuta col signor Amedeo, sempre cordiale.
Lo ricordo fino all’ultima volta che mi portò i soldi spicci, puntuale, come ogni settimana.
Quando si ammalò gli mandai un biglietto: “Carissimo Signor Amedeo, la sua vacanza si sta protraendo troppo a lungo. Si rimetta presto perché ho bisogno delle monete per il cambio”.
Invece se n’è andato lasciando il suo simpatico ricordo.
La signora Giulia ne porta ancora oggi un lutto stretto.

Però è serena, grata di ciò che ha ricevuto dalla vita e di ciò che ha dato.

“Passati due anni dalla morte di mia madre, mio padre si è risposato e ha avuto altri quattro figli. Questa nuova mamma è stata una fortuna per noi. Ci ha amati come fossimo i suoi e ci ha insegnato a volerci bene come un’autentica madre.
Ci ha cresciuti e curati senza nessuna distinzione. La sua presenza è stata fondamentale per me.”

Gli occhi le brillano.
Capisco chi l’ha educata all’amore.

Maria Antonietta Labrozzi

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra Farmacia sarà aperta dalle 9:30 alle 12:30. Ci sta a cuore la tua salute !
24/08/2025

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Ci sta a cuore la tua salute !

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17/08/2025

Anche oggi, come ogni domenica, la nostra Farmacia è aperta dalle 09:30 alle 12:30. Ci sta a cuore la tua salute!

Indirizzo

Viale Pietravalle, 17
Petacciato
86038

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Sabato 08:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Domenica 09:30 - 12:30

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