07/11/2025
IL MISTERO DEI REGNANTI
C’è un insegnamento che non si trova né nei Veda né nei vangeli.
Un frammento sopravvissuto in poche scuole, dove la conoscenza non si studiava ma si ricordava.
Parlava dei Regnanti, gli Arconti:
le intelligenze che tengono in equilibrio il cosmo e la mente dell’uomo.
Si dice che, quando l’Assoluto decise di conoscere se stesso, generò due tipi di materia: la lunare e la solare.
La prima era riflessa, passiva, priva di volontà; la seconda, radiante, capace di coscienza.
Da questa scissione nacquero due ordini di forze: gli Arconti della Luna e quelli del Sole.
Insieme costruirono il laboratorio dell’universo.
Ogni forma vivente è un esperimento di queste forze.
Il corpo umano stesso è composto di sostanza lunare — una materia psichica ancora in divenire, che riflette la luce ma non la emette.
In essa gli Arconti operano come ingegneri invisibili, regolando desideri, impulsi, pensieri.
Sono le leggi che ti abitano.
Ogni emozione ricorrente, ogni abitudine, ogni paura: un Arconte al lavoro.
Gli antichi dicevano che finché l’uomo resta costruito di materia lunare, egli ruota nella Ruota di Samsara.
Le stesse forze che lo fanno nascere lo richiamano nella dissoluzione.
Solo chi riesce a trasmutare la propria sostanza, infondendovi il fuoco solare, rompe l’ingranaggio.
Allora gli Arconti non lo possono più trattenere, perché la loro legge termina dove comincia la luce cosciente.
Gli iniziati chiamavano questo processo “il matrimonio del Sole e della Luna”.
È la seconda nascita, la creazione dei corpi solari.
Chi la compie diventa un punto fisso nello spazio energetico: non più riflesso, ma fonte.
È ciò che le Scritture velano con nomi diversi — Sabaoth, Cristo, Hiranyagarbha — ma il significato è sempre lo stesso: materia che ha ricordato la propria origine.
Nel mistero degli Arconti si dice anche che essi non sono nemici.
Sono funzioni: intelligenze del sistema che ti trattengono fino a quando sei instabile.
Ti imprigionano solo per impedirti di distruggerti con la tua stessa energia.
Quando la tua frequenza si ordina, la loro presa si allenta.
La stessa forza che ieri ti teneva incatenato oggi ti solleva.
I Maestri lo spiegavano così: “Nell’uomo ci sono dodici reggenti, dodici mondi.
Finché non li riconosci, ti governano; quando li riconosci, ti obbediscono.”
E allora ogni Arconte torna al suo posto naturale — non più carceriere, ma guardiano della soglia.
Gli Arconti sono i custodi del Tesoro della Luce, il vello d’oro nascosto nelle profondità della psiche.
Non lo concedono a chi domanda: lo custodiscono per chi diventa degno di sostenerlo.
Solo chi ha attraversato i propri inferni interiori, dissolto le maschere, equilibrato i propri elementi, può varcare la sfera dove essi dimorano.
E in quell’istante, scopre che i Regnanti erano sempre stati parte della sua stessa coscienza: i frammenti del Sé che mantenevano l’ordine in sua assenza.
Questo è il mistero degli Arconti.
Non sono potenze esterne, ma le leggi viventi del tuo stesso essere.
Quando ti opponi a loro, resti nella lotta.
Quando li riconosci, la loro catena diventa scala.
E il segreto si chiude come era cominciato:
la stessa forza che ti imprigiona è quella che ti libera.
Dipende da quale lato della luce stai respirando.
Dalla pagina di Luigi Silvestri
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Paola Iris Grasso ⚜️