17/09/2025
“Maccarone, m’hai provocato… e mo’ te magno!”
Quante volte me lo sento dire:
“Non sono dimagrita, eppure non ho mai mangiato la pasta!”
La pasta e il pane sono stati trattati come il male assoluto, il diavolo in formato fusillo o filoncino.
Nel frattempo, grissini, cracker, taralli e gallette hanno avuto il passaporto di “cibi leggeri” — salvo poi nascondere, in pochi grammi secchi secchi, più calorie e meno sazietà.
Com’è nata questa storia?
• Negli anni ’70-’80 arrivano dagli USA le prime diete “low carb”: eliminare i carboidrati era la scorciatoia per dimagrire.
• Negli anni ’90-2000 riviste patinate e mode hanno rilanciato lo slogan: “Niente pasta, gonfia e fa ingrassare”. Facile, semplice… e sbagliato.
• Così, piano piano, la pasta è diventata “cibo proibito”, mentre il croccante da pacchetto è stato promosso come “innocente”.
La realtà?
Un piatto di pasta integrale sazia, nutre, mantiene stabile la glicemia ed è perfettamente compatibile con un’alimentazione sana.
Un pacchetto di grissini, taralli o cracker dà quella sensazione croccante che piace tanto… ma dietro quella croccantezza si nascondono grassi aggiunti. Il pane secco non è croccante: si secca e si sbriciola. Allora facciamoci una domanda: perché i grissini scricchiolano e i taralli si sgranocchiano così bene? La risposta è semplice: perché dentro c’è olio, strutto o altri grassi che li rendono “golosi”… e molto più calorici.
La verità è che non è la pasta a essere il problema, ma le quantità, gli abbinamenti e i falsi miti.
Il vero “male” non è un piatto di spaghetti al pomodoro, ma l’idea che uno snack confezionato e unto valga meno calorie solo perché è piccolo e fa “crunch”.
La pasta non è il diavolo: è cultura, tradizione, sazietà e salute se mangiata con criterio.
Il diavolo, semmai, è la disinformazione che ci ha fatto temere la forchetta e abbracciare il pacchetto di cracker, taralli e grissini.