Stefania Savi Psicologa Perinatale

Stefania Savi Psicologa Perinatale Benvenuti nella mia pagina!

Come psicologa perinatale offro supporto ai genitori dall'inizio della gravidanza al terzo anno di vita del bimbo e mi occupo di tutti i temi che ruotano intorno a questo bellissimo periodo della vita della famiglia.

17/12/2025

Non è perché non hai ancora trovato “il metodo giusto” o perché tu* figli* è rott*…è che il sonno, soprattutto nei primi mesi di vita, è fisiologicamente immaturo: il cervello del neonato non è ancora in grado di sostenere lunghi periodi di sonno profondo, né di autoregolare i risvegli.

E ovviamente dietro a questo ci sono tante ragioni che hanno a che fare con la sopravvivenza.
Quello che dobbiamo tenere a mente però, è che il sonno non è un comportamento da correggere, non è una performance da raggiungere e tantomeno una prova di bravura genitoriale: è una competenza biologica che matura quando il sistema nervoso è pronto.

So che la stanchezza pesa, so che il confronto con gli altri può far dubitare di sé, ma se il/la tu* bambin* si sveglia spesso, non significa che stai sbagliando, significa che stai accompagnando un cervello che sta crescendo. ❤️

Sapete una delle cose più frequenti che mi succedono in studio? Che quando dico alle persone "Tu vai bene cosi come sei"...
13/12/2025

Sapete una delle cose più frequenti che mi succedono in studio? Che quando dico alle persone "Tu vai bene cosi come sei", spesso scoppiano a piangere.
Perchè?

Se ti metti sempre in discussione, se fai fatica ad apprezzarti, se il tuo dialogo interno è fatto più di critiche che di cura, se metti in dubbio i complimenti o senti di “non essere mai abbastanza”, non è perché ti manchi effettivamente qualcosa, ma è perché hai imparato a guardarti attraverso uno sguardo condizionato.

La psicologia dello sviluppo ci racconta che il senso di valore personale nasce nello spazio relazionale e secondo John Bowlby, quando l’amore viene percepito come legato al comportamento (“ti voglio bene se…”, “sei brav* quando…”), il bambino interiorizza l’idea che l’accettazione vada meritata.
E secondo Carl Rogers, questo crea una frattura tra il Sé autentico e il Sé “accettabile” e questo fa si che si cresca allenati a misurarsi con l’approvazione, più che con il cuore e con uno sguardo severo verso se stessi, spesso molto più duro di quello che useremmo con chiunque altro.

La buona notizia è che questo schema non è definitivo, perché le neuroscienze ci mostrano chiaramente che il cervello resta plastico per tutta la vita, quindi nuovi modi di parlarci, di riconoscerci e di trattarci possono essere appresi e avere un effetto guaritore.🌷

Imparare a sviluppare uno sguardo gentile su di sé non è indulgenza, è riparazione.
È ricostruire, frammento dopo frammento, un senso di valore che non dipende dalla performance perché ogni essere umano ha un valore intrinseco alla sua persona.
Oggi puoi scegliere di essere tu quella voce che vede, riconosce e accoglie.
💛

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Insegna ai tuoi figli che il disaccordo è permesso — anzi, è importante!Quando i bambini ci "sfidano", quando mettono in...
09/12/2025

Insegna ai tuoi figli che il disaccordo è permesso — anzi, è importante!

Quando i bambini ci "sfidano", quando mettono in discussione quello che diciamo o decidiamo, spesso rimaniamo straniti, se non scandalizzati del fatto che un piccolo si prenda la libertà di contestarci..."ma come si permette?!?"

Ma se attiviamo la nostra visione prospettica, possiamo facilmente capire che un bambino che non mette mai in discussione nulla diventerà un adulto remissivo, abituato a conformarsi a quanto gli viene richiesto, diventa qualcuno che dubita della propria voce, che fatica ad attivare una visione critica.

Quello che dobbiamo insegnare ai nostri bimbi è che disaccordo e mancanza di rispetto non sono la stessa cosa perchè il primo favorisce la crescita, la seconda interrompe la connessione.

Se ci arrabbiamo a fronte di ogni opinione diversa, di ogni verità scomoda che provano a esprimere, non cresceremo bambini che sanno ascoltare e ascoltarsi, ma cresceremo bambini che imparano a zittire se stessi.

E va da sè che un bambino che non osa esprimersi in casa, nel suo porto sicuro, farà fatica a parlare ovunque.

Lascia che domandino anche quando le domande sono scomode!
Lascia che verbalizzino il loro disagio.
Lascia che portino il loro punto di vista nella conversazione, perchè solo così impareranno a pensare in modo critico, a difendere se stessi e a riconoscere quando qualcosa per loro non va bene.

Però insegna loro a dissentire con integrità, ad esprimere la propria posizione senza attaccare e a restare centrati anche quando le emozioni si accendono.

L’obiettivo non è l’obbedienza cieca, ma il rispetto reciproco.
L'obiettivo è crescere esseri umani che sanno onorare la propria voce senza diminuire quella degli altri. ❤️

Il disaccordo è sano, è la mancanza di rispetto che non lo è.
E, inutile dire, che i bambini imparano la differenza osservando come noi gestiamo entrambe le cose!

Crescere con un genitore costantemente arrabbiato non ti permette di abituarti alla rabbia, ma ti porta ad organizzare t...
05/12/2025

Crescere con un genitore costantemente arrabbiato non ti permette di abituarti alla rabbia, ma ti porta ad organizzare tutto il tuo sistema nervoso in modo da sopravvivere a un ambiente emotivamente imprevedibile.

Da adulti poi, le tracce di questo funzionamento restano profondamente incisi nelle nostre modalità relazionali, negli automatismi emotivi e nelle reazioni corporee.

Quando la rabbia è stata la norma… il corpo impara a difendersi. 🦸

Stephen Porges ci insegna che un ambiente familiare imprevedibile attiva nel bambino uno stato costante di ipervigilanza: non serve che ci siano urla ogni giorno, basta la POSSIBILITA’ che possano esserci.

Così il bambino, per proteggersi, sviluppa adattamenti che da piccoli salvano… ma da adulti pesano. 😥

E non sono “difetti di carattere”! Sono strategie di sopravvivenza.

Quando l’amore e la rabbia si intrecciano, il cervello si confonde.🤯
Se il genitore che ami è anche la tua fonte principale di tensione, il bambino interiorizza un messaggio potentissimo: “L’amore è qualcosa a cui devo adattarmi, non qualcosa in cui posso abbandonarmi.”

Da li arrivano ansia da prestazione, paura di deludere, bisogno di compiacere e difficoltà nelle relazioni intime.😖Ti torna?

Ma quando impariamo a riconoscere le nostre reazioni come “vecchi schemi”, quando capiamo la loro origine, quando ci trattiamo con la cura che un tempo ci è mancata, allora il nostro sistema emotivo può finalmente sentirsi al sicuro. 💗

Da grandi possiamo guarire l’impatto che la rabbia ha avuto su di noi con l’auto-compassione, la regolazione emotiva, le relazioni sane e riparative e la consapevolezza della nostra storia.🌷

Se da bambini abbiamo imparato a sopravvivere, da adulti possiamo imparare a vivere.

Se ti rivedi nelle mie parole e vuoi saperne di più, scrivimi in DM o lascia un commento 👇Parlarne assieme ci può aiutare a capire tante cose. 😊

C’è un messaggio latente e implicito nella nostra società che ci inculca l’idea che la maternità sia sacrificio.Che più ...
02/12/2025

C’è un messaggio latente e implicito nella nostra società che ci inculca l’idea che la maternità sia sacrificio.
Che più rinunci a te stessa, più sei una brava mamma e che perdere parti di te è il normale prezzo da pagare per essere degnamente all’altezza del tuo ruolo.

“Sei uscita con le amiche? E il bambino???”
“Di cosa ti lamenti? Hai voluto la bicicletta…”
“Ma non ti senti in colpa a tornare al lavoro così presto?”
“Ti fidi a lasciarlo ai nonni per una notte?”

Ti suonano famigliari queste domande?🤯

Ma c’è una verità alla quale nessuno pensa: un bambino non si sente al sicuro quando tu ti azzeri per lui.
Percepisce la tensione, il senso di vuoto e soprattutto la pressione silenziosa di dover essere il tuo “tutto” e dunque all’altezza di ciò.
E’ cosi che si impara che l’amore ha un costo.
Che per restare connessi bisogna adattarsi, comprimersi, rinunciare a qualcosa…bisogna pagare un prezzo.💔

Il fatto è che non si tratta di scegliere te al posto di tuo figlio, si tratta di scegliere te affinché tuo figlio non debba mai rinunciare a sè stesso per restare vicino a te.

E’ chiaro che quando arriva un neonato, ci sta per i primi tempi essere “neonatocentriche”…è anche necessario; ma pian piano dobbiamo recuperare tutte le parti di noi e garantire che ciascuna abbia il suo spazio.

Certo, vanno adattate alle nuove logiche della nostra vita, ci mancherebbe, ma non possiamo certamente pensare di sbarazzarci completamente delle persone che eravamo, perché ogni sacrificio ha un costo che prima o poi ci porterà a presentare il conto... in maniera più o meno consapevole.

Che ne pensi? 👇
Se ti fa piacere condividi la tua esperienza e parliamone assieme per rompere i tabù!

28/11/2025

Sicuri che sia “solo un biscotto?”. 🍪

Piaget e la tradizione cognitiva ci spiegano che i bambini tra i 2 e i 3 anni sono in quello che lui chiama stadio pre-operatorio, in cui un cambiamento nella forma di un oggetto viene percepito come un cambiamento dell’oggetto stesso.
Tradotto: se il biscotto si rompe, non è più lo stesso biscotto.
Sembra assurdo, ma è così!

Se a questa difficoltà cognitiva aggiungiamo il fatto che i bambini piccoli cercano nel mondo esterno ciò che li aiuta a stabilizzarsi internamente, capiamo come un oggetto intero possa essere un piccolo ancoraggio di sicurezza, mentre uno rotto possa diventare una mini–esperienza destabilizzante.

🧠 La nostra amata corteccia prefrontale, la parte del cervello che gestisce la regolazione emotiva, come ormai ben sapete perché lo ripetiamo spesso, è ancora immatura (completa il suo sviluppo intorno ai 20!!! anni).

Per questo in un bimbo piccolo, un piccolo cambiamento può generare una grande reazione emotiva.

Cosa possiamo fare quando i biscotti interi sono finiti e restano solo quelli spezzati???
In primis respirare.💆🏼‍♀️Poi:
– Validare l’emozione: “Lo so, lo volevi intero. È difficile quando si rompe.”
– Offrire alternative realistiche: “Proviamo a cercarne uno intero.”
– Accogliere la frustrazione senza sminuirla -> consolare ed empatizzare
– Portare pazienza ricordando che sta imparando come funziona il mondo.

Per i bambini, questi momenti sono allenamenti emotivi importantissimi…e anche per noi!!!!

E sì, continueremo a cercare il biscotto intero perduto come archeologi delle colazioni… ma sapendo cosa significa davvero per loro.🙂

Anche a casa tua si mangiano solo biscotti interi? 👇🏻

Abbiamo paura di viziare i nostri figli, di dare troppo amore. Temiamo che se li trattiamo con troppo rispetto non capir...
25/11/2025

Abbiamo paura di viziare i nostri figli, di dare troppo amore.
Temiamo che se li trattiamo con troppo rispetto non capiranno le implicazioni dei loro comportamenti.

Dobbiamo però tenere in conto che una delle forme più silenziose di protezione che offriamo ai nostri figli è la bussola interiore che costruiscono in base a come li trattiamo.
Quando crescono circondati da considerazione, calore e sicurezza emotiva, non confondono la mancanza di rispetto con l’amore, non si rimpiccioliscono per adattarsi al comfort di qualcun altro, non giustificano ciò che non fa stare bene.

Si, sto parlando di relazioni tossiche. Conoscete qualcuno che sta con qualcun altro che l* tratta male? E perché ci sta???? He he…questo succede perché magari da bambini abbiamo sperimentato questa dinamica nella relazione coi nostri genitori.

Quel senso interno — “non è così che merito di essere trattato” — non nasce dal nulla: si forma in casa, si modella nel modo in cui parliamo ai nostri bimbi, li ascoltiamo e onoriamo la loro umanità.
Così, l’amore e il rispetto diventano la loro base.

E quando l’amore è la base, tutto ciò che ne è al di sotto diventa inconfondibile.
Ed è questo il vero dono: non solo crescere figli che si sentano amati,
ma crescere figli che sappiano cos’è l’amore, quello vero, non quello che fa male, perché l’amore non fa mai male.❤️

Ps. amare e rispettare non vuol dire "Puoi fare tutto quello che vuoi" eh.😆 (a scanso di equivoci)

Che ne pensi? 👇💗

Non sono i bambini ad essere pesanti.Sono le aspettative, le corse, il carico mentale e la nostra società che non è fatt...
21/11/2025

Non sono i bambini ad essere pesanti.
Sono le aspettative, le corse, il carico mentale e la nostra società che non è fatta a misura di mamma o di famiglia, perchè ti chiede di essere tutto, per tutti — sempre, e subito.

Tutti ti dicono di “goderti ogni momento”, ma come si fa se sei stremata e non hai mai un momento per te?
Ti dicono “sei fortunata, non lamentarti” ed è vero, certo, ma questo non significa che sia come bere un bicchier d'acqua.
Ti dicono “devi solo organizzarti meglio”, quando il tuo obiettivo è arrivare intera a fine giornata.

Eppure tu vai avanti.
Con gli occhi stanchi e il cuore pieno, le mani che curano, preparano, rassicurano e la mente affollata che che va costantemente a 200 allora.

Non sei ingrata se ti senti sopraffatta.
Non c'è nulla di sbagliato in te, sei solo stanca.
Non sei una cattiva madre se, a volte, vorresti solo sparire per un’ora di silenzio.

Questa stanchezza non parla della tua fragilità o della tua incapacità, parla di quanto ti dai, ogni giorno. ❤

Se le mie parole ti risuonano, tagga una mamma che avrebbe tanto bisogno di respirare.💛

E’ davvero assurdo trovarsi ad odiare la maternità dopo averla tanto desiderata, eppure è una cosa che capita davvero di...
10/11/2025

E’ davvero assurdo trovarsi ad odiare la maternità dopo averla tanto desiderata, eppure è una cosa che capita davvero di frequente.

Perché a volte, dopo mesi (o anni) di desiderio, di attese e di sogni, ci si aspetta che la felicità sia l’unica emozione possibile e invece, accanto all’amore immenso, arriva spesso anche una fatica non preventivabile, la paura, la solitudine, la confusione.

Quella vita che ti sta schiacciando è stata una tua decisione…sei la carnefice di te stessa! Non posso dirvi quante volte mi sono sentita dire: “ho fatto la scelta sbagliata”. Perché fare un* figli* non è la vita di prima + un* figli*, ma è più: sbarazzati di tutto ciò che conosci e lanciati nel vuoto.

È in questo paradosso che spesso si trovano le neomamme, nel cuore di una trasformazione identitaria profonda più che protagoniste di un semplice “evento felice”.

Diventare madre significa lasciare andare una parte di sé per accoglierne un’altra tanto che la frase: “io non sono più la persona di prima, ma non so nemmeno dire chi sono diventata adesso” è un altro tema di cui parliamo davvero spesso.

Questo classico conflitto interno ci genera confusione e senso di perdita, ma diventa anche una straordinaria possibilità di crescita.

Daniel Stern racconta questo passaggio come di una vera e propria naturale “crisi evolutiva”, in cui l’identità si riorganizza.

Questa trasformazione — che coinvolge il corpo, la mente e la relazione con l’altro — può essere travolgente e generare di conseguenza un’elevata vulnerabilità emotiva che non siamo preparate ad affrontare perché non ce l’aspettiamo.

Se hai tanto voluto un* figli* e adesso ti senti in crisi nera e fai fatica a stare nel tuo ruolo di madre, sappi che è normale e che passerà, perché sei in un processo di profonda ristrutturazione del Sé.

E come ogni crisi, anche questa può avere un importante valore trasformativo: è un passaggio pieno di ambivalenze, ma anche un’opportunità di rinascita psicologica unica.

Ps. se per te il passaggio alla maternità è filato liscissimo, molto bene! Ma se hai vissuto quanto scritto sopra, sappi che non c'è nulla in te che non va e che non sei sola!

Ti risuona questo post? 👇

31/10/2025

Chi stai realmente mettendo in punizione? 🧐

Io dico sempre che i bambini nascono con uno specchio in mano: ci mostrano chi siamo veramente e tirano fuori da noi aspetti che ci appartengono ma che magari nemmeno conosciamo.

Io credo che per essere bravi genitori, bisogna conoscersi bene.
Non bisogna fare tutto giusto, ma bisogna aver un buon grado di consapevolezza, perché è quello che ci fa fare la differenza.

Che ne pensi? 👇🏻
Buon venerdì! 🎃

Le aspettative familiari: un peso invisibile sulle spalle.Quante volte hai fatto certe scelte per non deludere qualcuno?...
27/10/2025

Le aspettative familiari: un peso invisibile sulle spalle.

Quante volte hai fatto certe scelte per non deludere qualcuno?
Quante volte hai represso delle emozioni per non creare problemi?
Quante volte non ti sei comportat* in maniera autentica per non sentirti sbagliat*?

E’ abbastanza ovvio che crescere, in fondo, significa imparare a distinguere ciò che viene dalla nostra storia da ciò che appartiene veramente a noi, ma questo passaggio, psicologicamente, non è affatto semplice.

Murray Bowen, pioniere della terapia familiare e fondatore della terapia sistemica, ci spiega che ognuno di noi è parte di un sistema relazionale in cui emozioni, ruoli e aspettative si trasmettono di generazione in generazione. Quando un membro della famiglia prova a fare qualcosa di diverso — tipo educare i figli in modo nuovo o porre un confine giusto per lui/lei— il sistema tende a reagire perché il cambiamento destabilizza l’equilibrio preesistente.

E così spesso sentiamo dentro di noi due spinte opposte: da un lato il bisogno di appartenenza, che ci dice “adeguati! fai come ti dice!”, e dall’altro il bisogno di autenticità, che ci sussurra “ma questo non ti piace! scegli te!”.

E' quando questi bisogni si scontrano che nascono i sensi di colpa, la paura di deludere o la sensazione di “non avere il diritto” di vivere in modo diverso da come si è sempre fatto.

Sempre Bowen parla di “differenziazione del Sé”, ovvero la capacità di mantenere un senso di identità personale pur restando in relazione con gli altri, che è il cuore della -a me tanto cara- autonomia emotiva. 💗

Essere la prima persona della tua famiglia a “fare diversamente” — che sia chiedere aiuto psicologico, educare senza punizioni, o dire di no a una tradizione che non senti più tua — non è un atto di ribellione, ma un atto di cura e di libertà, perché ogni volta che ti concedi di essere autentic*, stai aprendo la strada anche a chi verrà dopo di te.

Restare fedeli a se stessi è l’atto più amorevole anche verso la propria famiglia, perché interrompe schemi disfunzionali che si tramandano da generazioni.

Sapevi che è possibile amare la tua famiglia e allo stesso tempo scegliere te? ❤ 👇

La riconnessione dopo uno strappo: ecco come i bambini imparano l’amore che non vacilla!Spessissimo in stanza lavoro con...
21/10/2025

La riconnessione dopo uno strappo: ecco come i bambini imparano l’amore che non vacilla!

Spessissimo in stanza lavoro con genitori dispiaciuti e sommersi di sensi di colpa per i momenti difficili in cui sono esplose emozioni forti (da un alto e dall’altro) e in cui i toni sono andati sopra le righe. La loro richiesta in genere è quella di riuscire ad acquisire competenze che gli eviteranno di ripetere l’errore.

Posto che ritengo che sia saggio e utile per noi adulti acquisire strumenti per gestire meglio le nostre emozioni, però dobbiamo anche mettere in conto che nella vita quotidiana con i figli gli “strappi” sono inevitabili: ci irritiamo, alziamo la voce, esplodiamo. Il vero punto non è evitare ogni rottura (cosa assolutamente impossibile), ma saper riparare: tornare, nominare ciò che è successo, chiedere scusa quando serve, ristabilire il contatto.

Questa riconnessione è così importante perché insegna ai bambini due verità fondamentali:
1. Le emozioni/situazioni difficili non rompono il nostro legame.
2. Anche quando sbagliamo, restiamo degni d’amore dell’altro e possiamo rimediare.

Come funziona il cervello del bambino?
Durante il conflitto, il sistema nervoso del bambino va in iperattivazione (allarme). La riparazione offre regolazione esterna (voce calma, contatto) che aiuta a tornare in sicurezza: così il cervello associa limite + relazione, non limite = rottura/rifiuto.

Quanti di noi adulti sono spaventati dal conflitto o dal rifiuto dell’altro?

Ed Tronick, psicologo dello sviluppo, mostra che le interazioni genitore-bambino sono piene di mismatch e che è proprio la riparazione a costruire sicurezza e resilienza (modello mismatch–repair).

Quello che vogliamo insegnare ai nostri bambini è che non è una relazione perfetta che costruisce la sicurezza, ma la presenza della riparazione. Ogni riconnessione racconta al bambino che l’amore è più grande dell’errore e che i legami possono rompersi un po’ ma che poi si riaggiustano.💗

Tagga qualcuno che ha bisogno di leggere queste parole 💗👇

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Piacenza
29010

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