21/08/2024
IL RAGNO VIOLINO, L’ESTATE TROPPO CALDA E LA PAURA DELL’IGNOTO
Avevo da poco iniziato a trattare una ulcerazione da morso di Loxosceles che il signor F. si era procurato facendo dei lavoretti nel suo garage, quando il ragno violino è tornato di colpo tristemente agli onori delle cronache; avevo avuto occasione di parlarne nel mio blog due estati fa.
https://www.cristinagarrino.com/post/una-strana-ulcerazione
Quest’anno, complici le temperature elevate e, probabilmente, la sempre maggiore facilità di diffusione delle notizie, l’impressione comune è che ci sia una “epidemia” di casi, e la paura cresce proporzionalmente al numero di notizie allarmanti.
Vale la pena di fare un po’ di chiarezza.
Sappiamo ormai tutti che il ragno violino, ospite abituale dei nostri giardini e delle nostre case e amante del clima caldo e asciutto, ha un comportamento schivo, si muove prevalentemente di notte o comunque al buio (nascosto dietro ai mobili o nei garage, nelle officine, nei depositi di attrezzi…); non attacca mai spontaneamente e cerca di fuggire in nostra presenza, ma reagisce se viene accidentalmente toccato.
Il suo “identikit” è ormai dappertutto, ma quello che forse ci interessa di più è imparare a capire se siamo stati punti, dal momento che la puntura è indolore e difficilmente chi viene punto se ne accorge subito: inutile riconoscere un ragno che neppure abbiamo visto; soprattutto, abbiamo bisogno di sapere cosa fare nel dubbio, e perché.
E’ importante sapere che le -rarissime- reazioni gravi spesso sono dovute proprio al mancato riconoscimento del morso, che porta a trascurarne le complicanze, tra cui la sovrainfezione da parte di batteri pericolosi (in particolare di alcuni batteri che si trovano sul terreno e possono portare alla gangrena, quella sì complicanza grave se non trattata in tempo e in modo aggressivo; molti di voi avranno già sentito parlare del “batterio mangia-carne” o della fascite necrotizzante). Sono per fortuna casi molto, molto rari: nella grande maggioranza dei casi il morso ha un decorso simile a quello di una puntura di imenottero (vespe, calabroni…).
In un numero limitato di casi, nel giro di 2-4 giorni si sviluppa, in centro al grosso pomfo, una lesione “a stampo” di colorito nerastro, che tende ad ulcerarsi in altri 2-3 giorni; alla comparsa di un aspetto “diverso” dalla solita puntura di insetto è bene rivolgersi rapidamente al proprio medico di fiducia, che potrà impostare una terapia a seconda dei sintomi presenti (possono comparire febbre, brividi, malessere generalizzato…) e richiedere alcuni esami allo scopo di escludere infezioni o altre complicanze legate alla tossina del ragno, e di impostare una terapia o, se necessario, disporre il ricovero.
Nel caso del signor F. gli esami hanno escluso complicanze, la terapia antibiotica ha rapidamente risolto l’infezione e le medicazioni, affiancate alla laserterapia, stanno portando l’ulcera alla guarigione (normalmente questo avviene in non meno di 8 settimane).