
24/05/2025
Vi siete mai chiesti perché alcune persone non riescano a smettere di lavorare, nemmeno quando sono esauste?
In questi casi il cervello è cablato in modo leggermente diverso.
La ricerca dimostra che i workaholic spesso sperimentano una scarica di dopamina quando raggiungono obiettivi, portano a termine compiti o rimangono “produttivi”.
È proprio quel circolo vizioso della ricompensa che li spinge ad andare avanti, anche a scapito del riposo o delle relazioni.
Ecco il problema: il superlavoro cronico attiva i sistemi dello stress nel cervello (tra cui l’amigdala) che col tempo può indebolire il sistema della ricompensa, e di conseguenza rende ancora più necessario il lavoro per sentirsi appagati.
In questi casi l’equilibrio non è solo una cosa positiva, è neurologicamente necessario.
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