08/12/2025
Un biglietto, le scuse, la vergogna…
La vergogna per aver lottato da sola, dopo che il suo unico pilastro si è sgretolato. La morte del marito, Salvatore (Salvatore Milone ), ex infermiere in pensione che riusciva, nonostante la sua malattia incurabile, a dare equilibrio economico, morale, funzionale a tutta la famiglia e che permetteva a Lucia di prendersi cura di Giuseppina, anch’essa disabile e che non riusciva più a camminare per un brutto incidente da poco vittima. Il nostro è un sistema, uno stato, che da poco ai disabili, in termini economici e di servizi alternativi, ma soprattutto non investe sui caregiver, anzi li sottovaluta, li isola. Nel caso specifico, la difficoltà e la disperazione ha macerato dall’interno Lucia, ha scavato giorno dopo giorno, mentre la mente ha provato a tenere insieme tutto, fino a quando le emotività cedoni, il buio prende il sopravvento, l’isolamento soffoca e il brutto accade.
In Italia ci sono circa 7 milioni di caregiver familiari, persone che si fanno carico 24 ore no stop di un caro non autosufficiente. Queste sono persone, a volte fragili, che reggono silenzi, stanchezze, spesso senza una rete adeguata che lasciate sulle spalle di una sola persona può diventare insostenibile. Peso che può anche sconquassare equilibri familiari qualora il caregiver fosse coniugato. La nostra società deve evolversi ed aiutare i caregiver ad aiutare, a non farli sentire inadeguati, impotenti, soli e pieni di vergogna nel non aver saputo sostenere un peso così grande, così grande dal togliere la vita a se stessi ed al suo caro disabile. Disgrazie come queste colpiscono tutto il nostro paese, nell’ultimo anno ci sono stati casi simili nel modenese e nel lodigiano, realtà territoriali diverse da quelle siciliane e che in teoria investono più risorse ma non sufficienti.
Oggi in Italia il 24% della popolazione ha più di 65 anni, il numero che compongono le famiglie è sempre più esiguo, di queste poche hanno la forza economica per far assistere il proprio disabile da strutture adeguate, anzi i dati (studi del quotidiano Avvenire) ci dicono che il lavoro non retribuito che le famiglie italiane fanno sui propri cari ammonta a circa 60 miliardi di ore, circa 26% del PIL nazionale. Nell’ultima legge di bilancio nel disegno di legge sui caregiver si stimano risorse importanti ma non sufficienti. Circa 1,15 milioni di euro per il 2026 e 257 milioni per il 2027, ma i criteri sono talmente stringenti che andrebbero ad una platea esigua a cui si presume un compenso economico di circa 10€ ore per un caregiver che assiste una persona con disabilità grave per 91 ore settimanali avente isee inferiore a €15.000.
Lo sforzo c’è ma non è ancora adeguato, questo dovrebbe far riflettere tutta la società e la politica italiana che si straccia le vesti per motivi meno vicini al suo popolo.