04/05/2025
I MATTONCINI LEGO
oltre il gioco, tra sviluppo, strategie e relazione
(post lungo 3-4 minuti)
Nel mio lavoro di psicologo a carattere neuropsicologico dell'età evolutiva, mi capita spesso di osservare attività apparentemente semplici con una lente diversa. Una di queste è senza dubbio il gioco con i mattoncini LEGO.
Non sono un “guru del LEGO”, né un promotore di prodotti. Ma i LEGO sono presenti nella quotidianità di moltissimi bambini e, in anni di ricerca e pratica clinica, è emerso come possano diventare — se ben orientati — strumenti preziosi per stimolare abilità cognitive, emotive e sociali.
In base a come vengono proposti e vissuti dai bambini, possiamo parlare di due modalità principali di utilizzo: da una parte il gioco seguendo le istruzioni, dall’altra il gioco creativo e libero. Entrambe offrono potenzialità diverse.
🧩 Il gioco guidato: seguire le istruzioni e allenare le abilità
Quando un bambino costruisce seguendo le istruzioni, si attivano processi cognitivi ben precisi. È stato dimostrato che questa modalità stimola le abilità visuospaziali e la rappresentazione mentale delle forme (Nicoletti, 2019; Yasmin et al., 2024). Allo stesso tempo, coinvolge funzioni esecutive come pianificazione, inibizione e flessibilità cognitiva (Zecca, 2021).
Costruire rispettando le fasi di un modello richiede di mantenere l’attenzione, tollerare la frustrazione e affrontare gli errori con spirito adattivo (Yasmin et al., 2024). Inoltre, la manipolazione dei mattoncini supporta lo sviluppo delle abilità motorie fini (Rofiva et al., 2020).
In altre parole, seguire le istruzioni non è solo un esercizio di precisione, ma diventa un piccolo laboratorio di regolazione cognitiva ed emotiva.
🎨 Il gioco libero: creatività, simboli e regolazione emotiva
Il gioco libero, senza istruzioni, apre invece ad una dimensione diversa. Qui emergono creatività, pensiero divergente e narrazione. Inventare strutture e cambiare idea stimola l’immaginazione e la flessibilità cognitiva (Nicoletti, 2019; Valbusa et al., 2018).
Tuttavia, non tutti i bambini accedono facilmente a questa modalità. In presenza di fragilità visuospaziali o esecutive — come può accadere in ADHD o DSA — è naturale preferire attività più strutturate. È importante rispettare questi tempi: il passaggio al gioco creativo può avvenire gradualmente, quando il bambino si sentirà pronto.
🚦 Dalla pratica clinica: un approccio scalare e riflessivo
Nella mia esperienza utilizzo i LEGO in modo intenzionale e progressivo. Nei laboratori e nei training propongo attività scalabili e graduali, partendo da costruzioni semplici fino a modelli più articolati. Questo percorso permette di incontrare ogni bambino dove si trova, rendendo l’esperienza accessibile e sostenibile fin dal primo passo.
Allenare concentrazione, pianificazione e autoregolazione avviene così in modo naturale. Al termine di questo percorso, il bambino costruisce un progetto significativo e duraturo, che potrà portare a casa. Questo gesto non ha solo un valore affettivo: è un vero e proprio rinforzo positivo, una forma di token economy evoluta 🎁, in cui l’impegno trova un riconoscimento concreto e motivante.
Oltre alla costruzione in sé, diventa importante anche riflettere su come si è lavorato. "Cosa è stato facile? Cosa difficile? Come ho trovato soluzioni?". Questo momento di confronto e narrazione apre alla dimensione della metacognizione, che aiuta il bambino a prendere consapevolezza delle proprie strategie e risorse 🚀.
🏡 E a casa? Un piccolo suggerimento per i genitori
Anche nel contesto familiare si possono proporre esperienze simili, senza trasformarsi in terapeuti. Offrire ai bambini attività con livelli di difficoltà crescenti — iniziando da costruzioni semplici e arrivando gradualmente a quelle più complesse — significa offrire un terreno di gioco e apprendimento accessibile e stimolante.
Quando il bambino sarà pronto, lasciare spazio alla costruzione libera gli permetterà di esprimere sé stesso e di sviluppare fiducia nelle proprie idee.
Osservare come affronta questi momenti — se segue, se esplora, se si frustra — è un’occasione preziosa per comprendere meglio il suo modo di funzionare e il suo percorso di crescita 🌱.
📌 In conclusione
I LEGO non sono "la terapia" e non hanno poteri speciali. Ma se inseriti con consapevolezza in un progetto educativo o neuropsicologico, possono diventare un ponte tra gioco, apprendimento e sviluppo.
Per alcuni bambini sono un’opportunità per allenare abilità cognitive e regolative, per altri uno spazio creativo e relazionale. Ciò che fa la differenza non è il mattoncino in sé, ma la qualità della proposta educativa e il tipo di relazione che si costruisce attorno ad esso.
In fondo, è proprio osservando questi piccoli dettagli quotidiani — il modo in cui un bambino costruisce, esplora, persevera — che a volte nascono le domande più interessanti. E da lì, talvolta, cominciano anche i percorsi più significativi.