27/11/2025
Cosa definisce una relazione “sana”? A mio avviso ci vogliono almeno quattro ingredienti: stima, rispetto della persona e dei confini personali, sostegno e fiducia.
La stima e il rispetto reciproco sono alla base di qualsiasi relazione positiva amicale o sentimentale, ma è importante anche sapere di poter contare gli uni sugli altri, fidarsi e sostenersi a vicenda, fare squadra. Quest’ultimo aspetto è molto importante in amicizia e in amore, per capire se l’altro è un Amico con la A maiuscola oppure un amico con la a minuscola, come dico io, o ancora un semplice conoscente. In amore poi è fondamentale camminare insieme ad una persona che ci sostenga, che ci arricchisca, non che ci impoverisca o sminuisca. Nella vita dobbiamo tutti essere in grado di camminare lungo il nostro percorso autonomamente, decidere di camminare insieme a qualcuno che condivide con noi valori e obiettivi è una scelta che facciamo perché quella persona ci arricchisce e rende la nostra camminata più positiva e più bella.
La relazione sana è una relazione che dà, da entrambe le parti, senza togliere o impoverire. Tutte le relazioni hanno poi dei confini, che non sono da intendersi come muri invalicabili che allontanano, bensì come dei muretti, delle siepi, che delimitano fin dove posso arrivare o l’altra parte può arrivare nella mia sfera personale.
Mi capita spesso di sentire racconti di persone che a lavoro, in famiglia, in coppia o nei rapporti di amicizia non riescono a dire “no” e acconsentono a tutte le richieste dell’altro, lamentando poi stanchezza, insoddisfazione, percependo spesso che l’altro si stia approfittando di loro, ma non riescono ad uscirne. Come l’immagine dell’elefante legato ad un piccolo chiodino da una catena, che ormai crede di non poter scappare quando basterebbe un piccolo sforzo.
In questo caso il “piccolo sforzo” è l’assertività negativa, cioè imparare a dire qualche NO quando serve, per mandare un messaggio all’altro che non posso essere sempre disponibile, perché talvolta possono subentrare impegni o situazioni che mi impediscono di fare quello che mi viene chiesto (talvolta invece più che chiesto, imposto!). D’altronde gli altri si comportano con noi come noi gli permettiamo di comportarsi, quindi dobbiamo essere noi a modificare qualcosa nel nostro comportamento. Dall’altra parte possiamo aspettarci una resistenza a questo cambiamento, ma se ripetiamo il messaggio più volte, con fermezza ed educazione, scopriremo che l’altra persona troverà altre soluzioni per raggiungere il proprio obiettivo, e noi manterremo le nostre energie per altre cose per noi più importanti.
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