09/08/2025
💛💙 di Pietro Gennai “BEATI VOI!”
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. ... Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.”
(Dal Vangelo secondo Luca, 12,32ss)
Aspettare non è cosa facile, richiede pazienza, attenzione, calma. Significa vivere nel dubbio, cercare con gli occhi, con le orecchie un segnale o un minimo rumore che sia un preannuncio, una scintilla che accenda un barlume di speranza: sta arrivando, ecco, è qui. Ci vuole come sentinelle il nostro Dio, capaci di decifrare le più insignificanti minuzie, di scoprire i dettagli del Suo avvicinarsi, i Suoi silenziosi passi.
Attendere diventa così il tempo delle scelte e delle decisioni, il tempo di vivere pronti, vestiti di tutto punto per poter correre di slancio. Forte ci afferra la voglia di stenderci un poco a riposare, sopraffatti dall’impazienza e dalla fretta, dal voler tutto e subito, in tempo reale. “Siate pronti” ci dice invece Gesù, pronti ad attendere nell’inquietudine di non riuscire a vedere o a sentire, perché fede è cercare, dubitare e cercare ancora: verrà? Non verrà? in un alternarsi continuo di dubbi e speranze, di istanti forti e attese.
Siate pronti a lasciarvi sorprendere: chi state aspettando sarà il primo a correre tra le vostre braccia, impaziente più di voi di stringervi. E, come sempre, è un Dio che capovolge tutto, non il Dio padrone al quale mettere le pantofole, ma il Dio servo che vi farà sedere a tavola e brindare, colmi di gioia, occhi lucidi di felicità: beati.
(Luigi Verdi, Liberamente tratto dal quotidiano 'Avvenire' del 7.08.25)