
18/03/2024
Mangiare dopo le 18 fa ingrassare?
Sfatiamo questo e altri 7 falsi miti sull'alimentazione
Dalla “maledizione” del glutine alle finestre alimentari, fino alle diete no carb, facciamo chiarezza sui principali luoghi comuni in ambito nutrizionale
I 7 falsi miti alimentari più diffusi e ampiamente sfatati dalla scienza
Carboidrati, sì o no? Diversi piccoli pasti o pochi pasti abbondanti? La dieta vegana è davvero sana o comporta carenze nutritive? È facile perdersi nel mare magnum di tendenze riguardanti l'alimentazione. Un ambito che, oltretutto, pullula di cliché e falsi miti. Abbiamo individuato quelli più diffusi (e persistenti) con l'obiettivo di sfatarli.
1. Mangiare dopo le 18 fa ingrassare
Mangiare la sera fa ingrassare? Non è detto. Studi scientifici dimostrano che il peso corporeo non dipende dal momento in cui le calorie vengono assunte dall'organismo. A essere decisivo è l'apporto calorico nell'arco della giornata, non l'orario del pasto. Tuttavia, chi mangia o fa uno spuntino molto tardi è statisticamente più propenso a consumare cibi poco sani e grassi. In effetti, in questi menù notturni, è più probabile che figuri alimenti molto calorici come la pizza anziché la verdura.
2. I prodotti a basso contenuto di grassi sono sempre sani
È un mito quello secondo cui i prodotti a basso contenuto di grassi hanno benefici per la salute. Studi scientifici dimostrano che molti di questi prodotti contengono più zucchero o additivi artificiali rispetto ai loro omologhi con un contenuto di grassi normale, e ciò al fine di migliorare il gusto e la consistenza. Questo vale anche per molti prodotti cosiddetti “light”, ai quali non di rado vengono aggiunti dolcificanti chimici per dare più sapore.
Più importante della quantità di grassi è la tipologia a cui questi ultimi appartengono e la qualità complessiva del prodotto, che dovrebbe avere una percentuale il più possibile elevata di acidi grassi insaturi (utili a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo). Come regola generale, meno ingredienti sono presenti in un prodotto e meno quest'ultimo è lavorato, maggiori sono le garanzie di mangiare del cibo sano.
3. I carboidrati sono nemici della linea
Consumare la minore quantità possibile di carboidrati è fondamentale per mantenere il peso sotto controllo? Non necessariamente, perché non tutti i carboidrati sono uguali. Quelli complessi, presenti negli alimenti ricchi di sostanze nutritive, come i cibi integrali, la frutta e la verdura, sono a più lenta digestione e quindi, rilasciando energia a poco a poco, prolungano il senso di sazietà, riducendo le voglie alimentari, e rafforzano la flora intestinale. Pertanto, contrariamente a quanto solitamente si crede, sono eccellenti alleati per contrastare l'aumento di peso.
4. La dieta vegana comporta carenze nutritive
Se si segue una dieta vegana, prima o poi si soffrirà di sintomi da carenza nutritiva? Anche questo è uno dei tanti falsi miti alimentari. Una dieta vegana equilibrata, infatti, può fornire tutti i nutrienti necessari all'organismo. Tutto dipende da quanto è varia la dieta che si segue.
È importante assicurarsi di consumare un'ampia selezione di alimenti sani e di assumere vitamina B12. Questo nutriente è fondamentale per la produzione dei globuli rossi e per la formazione del midollo osseo, e una sua carenza può portare a gravi problemi di salute. Purtroppo, si trova principalmente nei prodotti di origine animale. Quindi, se si segue una dieta vegana, può essere utile assumerlo sotto forma di integratori alimentari.
Anche l'approvvigionamento di acidi grassi omega-3 può essere difficile per chi segue una dieta vegana. L'EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), in particolare, necessari a tenere sotto controllo la pressione sanguigna e a regolare i valori di trigliceridi nel sangue, si trovano principalmente nel pesce azzurro (sardine, acciughe, sgombri ecc.). Come fonte alternativa di questi acidi grassi, i vegani possono ricorrere all'olio di alghe. I semi di lino, quelli di chia e le noci possono contribuire invece a fornire l'acido alfa-linolenico (ALA), importante nella prevenzione di problematiche cardiovascolari, in particolare infarti, pressione alta, colesterolo elevato e arteriosclerosi.
5. Proteine subito dopo l'allenamento
Assumere proteine dopo un allenamento può favorire la riparazione muscolare, ma il concetto di una finestra temporale ristretta è un mito. Secondo la teoria della finestra anabolica, nel periodo compreso tra i 30 minuti e le due ore dopo l'allenamento il corpo dovrebbe essere particolarmente ricettivo alle proteine e ai nutrienti. I risultati di una ricerca del Journal of the International Society of Sports Nutrition, ad esempio, indicano che a essere importante non è quando gli atleti consumano le proteine, ma il fatto che l'organismo ne sia adeguatamente rifornito nel corso della giornata.
6. Il glutine fa male
Il glutine, un complesso proteico di origine vegetale presente in cereali come il grano, l'orzo e la segale, ha ricevuto molta attenzione negli ultimi anni. Ci viene detto spesso che provoca reazioni infiammatorie nell'organismo, ma studi scientifici dimostrano che ciò è vero solo per le persone affette da celiachia (una malattia permanente, con reazione auto-immune al glutine), allergia al grano o intolleranze specifiche.
Di per sé, quindi, il glutine non costituisce un problema per la maggior parte delle persone. Inoltre, una dieta priva di glutine non è necessariamente più salutare, in quanto i prodotti “gluten-free” contengono spesso una maggiore quantità di zucchero, grassi e sale rispetto a quelli convenzionali, al fine di imitare la consistenza e il sapore di questi ultimi.
7. Le diete detox sono necessarie per purificare l'organismo
Le diete detox – che spaziano dall'assunzione di succhi drenanti a quella di integratori specifici, fino al digiuno – sono spesso presentate come una soluzione per disintossicare l'organismo dalle sostanze nocive, supportando al contempo gli organi nelle loro funzioni e migliorando la salute e il benessere generali.
Il fatto è che il corpo umano è perfettamente in grado di disintossicarsi da solo. Il fegato, i reni e altri organi svolgono questo lavoro in continuazione, senza bisogno di alimenti disintossicanti. Questi organi sono specializzati nel ripulire il corpo da sostanze potenzialmente dannose.
Al contrario, non esiste alcuna prova scientifica che una dieta detox aiuti l'organismo a eliminare le tossine. Inoltre, queste diete possono avere effetti collaterali, tra cui stanchezza, mal di testa e sintomi da carenza di nutrienti. A lungo termine, infine, le diete detox possono portare ad adottare abitudini alimentari non salutari.
Fonte: Vogue Italia