25/11/2025
𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐛𝐮𝐢𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨. 💔
Mi hanno adagiato nella culla, con dolcezza, con un sorriso sulle labbra, e hanno chiuso la porta alle loro spalle. L’oscurità ha invaso la stanza.
All’inizio non capivo. Perché questo silenzio assordante? Allora, con un filo di inquietudine, ho chiamato. Una volta, due volte. Ho sentito la porta aprirsi e il mio cuore si è riempito di speranza: “Finalmente, tornano a prendermi!”.
Ma una voce dolce, lontana, ha sussurrato: “Shhh, è ora di dormire…”. E la porta si è richiusa.
Mi sono ritrovato solo, ancora più solo di prima. Il buio sembrava più profondo, più pesante. Ho gridato con più forza, sperando che questa volta la mamma sarebbe venuta. Ma a ogni richiamo, tutto ciò che sentivo era quel sussurro ripetitivo: “Shhh, shhh… è ora di dormire.”
Ho pianto ancora e ancora. Forse non mi sentono? Forse non sanno dove sono? Ho urlato con tutta la forza che avevo, ho scalciato contro le sbarre del lettino, ho fatto tutto il possibile per dirgli: “Sono qui, venite a prendermi, ho bisogno di voi!”. Ma niente. Nessuno.
Col tempo, il mio pianto si è placato. Non perché non avessi più paura. non perché fossi sereno. Ma perché ho capito che, non importa quanto piangessi, nessuno sarebbe venuto. Non volevo più disturbare. Sono rimasto lì, nell’oscurità, ad aspettare. Aspettare un abbraccio, una voce rassicurante, un bacio sulla fronte, ma non arrivava nulla.
Sono passate diverse notti ormai.
Quando mi mettono nella culla, quasi non piango più, resto in silenzio. Ho imparato che gridare non serve a niente, ho imparato che, in questa oscurità, sono solo. Forse sono un bambino cattivo, forse è per questo che non vengono.
Ogni sera, spero.
Ogni sera mi dico: “Forse stasera… forse verranno a prendermi, mi stringeranno tra le braccia, mi diranno che non sono solo”.
Ma ogni sera, l’oscurità rimane la mia unica compagnia.
Un bambino non piange per manipolare.
Un bambino piange perché è l’unico modo che ha per dirti che ha bisogno di te.
Quando lasciamo un bambino solo nel buio, non gli insegniamo ad addormentarsi. Gli insegniamo che le sue chiamate restano senza risposta, che i suoi bisogni non contano. Gli insegniamo la solitudine.
So che siete stanchi, so che avete paura di sbagliare, che avete sentito consigli che dicono di “lasciarli piangere”. Ma vi prometto che un bambino non ha mai bisogno di sentirsi abbandonato per imparare a dormire.
Un giorno lasceranno le vostre braccia.
Un giorno non verranno più a rannicchiarsi contro di voi. E quel giorno, vi renderete conto di quanto quelle notti fossero preziose.
Ascoltateli finché vi chiamano.
Consolateli finché piangono.
Amateli finché hanno bisogno di voi.
Perché quel bisogno non dura per sempre.