Fortuna La Mura Psicologa

Fortuna La Mura Psicologa Sono Fortunata La Mura, psicoterapeuta della Gestalt. Accompagno bambini, adolescenti, adulti e coppie in percorsi di consapevolezza. Colloqui online

Offro ascolto e presenza nel qui e ora, per aiutarti a ritrovare equilibrio, autenticità e fiducia in te stesso.

"Che cos'hai da ridire su te stesso?...Fammi questo piacere, accetta tutto quello che in te c'è di male, come il fatto c...
06/10/2025

"Che cos'hai da ridire su te stesso?...

Fammi questo piacere, accetta tutto quello che in te c'è di male,

come il fatto che tremi e via dicendo.

Continua a essere nervoso, e scopri quel che ci può essere di interessante.

Dì di sì al fatto che (tremi),...

So che per adesso è soltanto un trucchetto, ma proviamolo.

'Sto (tremando), e (tremare) mi piace'

Fritz Perls: la terapia gestaltica parola per parola, Roma, 1980, p. 170

Immagina una mattina al bar .Sei seduto al tavolo con le amiche, ognuna con il suo caffè e i suoi pensieri... finché qua...
05/10/2025

Immagina una mattina al bar .
Sei seduto al tavolo con le amiche, ognuna con il suo caffè e i suoi pensieri... finché qualcuna, con aria complice, dice:
“Lo sapete cosa ha fatto Marta ieri in riunione? Assurdo…”

Gli occhi si alzano, i sorrisi si stringono, le orecchie si tendono.
Il racconto parte, si colora, si ingigantisce. In pochi minuti, Marta diventa la protagonista di una storia da cui non può difendersi.

Quella brevissima frase iniziale – “Lo sai cosa ha fatto?” – dice già tanto.
Perché sì, stiamo parlando, anzi, sparlando di Marta che non c'è,
ma stiamo raccontando anche di noi, che invece siamo lì.

Il pettegolezzo è spesso una risposta a un bisogno interiore.
Non sempre lo facciamo con cattiveria. A volte, nemmeno ce ne accorgiamo.
Eppure, dietro ogni parola che usiamo per descrivere qualcun altro, può esserci un nostro bisogno non detto:

Bisogno di appartenenza:
Parlare di qualcuno ci fa sentire parte di un gruppo. Il “noi” si costruisce spesso intorno a un “lui” o “lei”.

Bisogno di identità:
Criticare le scelte altrui può rassicurarci sulle nostre. “Io non farei mai così” è un modo per dire “Io sono diverso, forse migliore”.

Bisogno di sfogo:
A volte usiamo il pettegolezzo per alleggerire tensioni interiori. Parlare degli altri diventa un modo (inconscio) per non ascoltare il rumore dentro di noi.

Il pettegolezzo, in fondo, è uno specchio.
Riflette molto di più chi lo fa, che chi lo subisce.

Prova a chiederti, la prossima volta:
– Di cosa ho bisogno, davvero?
– Cosa sto cercando di esprimere parlando di questa persona?
– C’è un modo più autentico per prendermi cura di quel bisogno, senza far male a nessuno?

Non si tratta di colpevolizzarsi, ma di conoscersi meglio.
Perché ogni parola che scegliamo, è anche una storia che raccontiamo su di noi.

E se, invece, partissi proprio da te?
Se parlassi di te, di quella volta in cui...?
Proviamo?
E se invece dessi ascolto a quel bisogno?
Proviamo?

Il Doc è un disturbo  d'ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Cosa sono le ossessioni?Pensier...
23/09/2025

Il Doc è un disturbo d'ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.

Cosa sono le ossessioni?

Pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e intrusivi.

Sono indesiderati e causano disagio o ansia.

Chi ne soffre non vuole quei pensieri e cerca di scacciarli.

“E se facessi del male a qualcuno?”

“E se fossi una cattiva persona?”

“E se ho lasciato il gas acceso?”

Cosa sono le compulsioni?

Sono comportamenti o pensieri ripetitivi messi in atto per ridurre l’ansia causata dalle ossessioni.

Possono essere: Comportamentali (es. lavaggi, controlli, ripetizioni)
Mentali (es. contare, pregare, ripetere frasi, cercare rassicurazioni)

Non sempre si vedono dall’esterno, ma consumano molta energia interna.

Il DOC si presenta in diverse forme,

Controllo (porte, gas, messaggi inviati)

Contaminazione (paura di germi, malattie)

Ossessioni pure (pensieri violenti, blasfemi o sessuali)

Simmetria e ordine

Scrupolosità morale o religiosa

Ogni tipo può avere ossessioni e rituali associati.

Falsi miti da sfatare

"Sono un po’ ossessivo anch’io!"
Il DOC è un disturbo clinico e può essere diagnosticato solo da un professionista, in taluni casi i pensieri e le compulsioni sono talmente frequenti da invalidare la vita sociale del soggetto.

"Chi ha pensieri violenti è pericoloso"
No, chi ha DOC ha paura di quei pensieri e non li vuole. Proprio per questo cerca di evitarli.

"Il DOC si nota sempre"
No, molti rituali sono mentali e invisibili.

Si può guarire?

Sì, il DOC si può trattare con efficacia.

Il trattamento d’elezione è la psicoterapia

In alcuni casi, può essere utile affiancare un supporto farmacologico.

Chiedere aiuto è un atto di coraggio.

Se ti riconosci in questi vissuti, non sei solo.
Con il giusto supporto, è possibile tornare a vivere una vita piena.

Contattami per informazioni o per un colloquio.

“S’incomincia a vedere e sentire il proprio paziente e a fargli compagnia, gli si sta vicino nella sua discesa entro se ...
15/09/2025

“S’incomincia a vedere e sentire il proprio paziente e a fargli compagnia, gli si sta vicino nella sua discesa entro se stesso, nell’esplorazione del suo mondo. ‘Vedere’ è percepire con l’occhio empatico, cogliere il dolore nelle sfumature della postura corporea, dell’espressione del viso, degli atteggiamenti e movimenti. È un vedere partecipativo, in cui non si è neutrali e distaccati, ma si sente e si soffre insieme all’altro.”
Sergio Mazzei

Nutrire le emozioni: quando quella che senti non è proprio 'fame'.Ti capita di aprire il frigorifero anche se hai appena...
23/08/2025

Nutrire le emozioni: quando quella che senti non è proprio 'fame'.

Ti capita di aprire il frigorifero anche se hai appena mangiato? Di mangiare qualcosa anche se lo stomaco non brontola? Vuoi riempire un vuoto che non ha fame, senti il bisogno di “qualcosa”.

Forse sei stanca.
Forse ti senti sola.
O forse hai solo bisogno di una pausa .

Quello che provi non è fame fisica.
È una fame emotiva.

In quei momenti, il cibo diventa una forma di consolazione, un rifugio rapido, una distrazione che placa — ma solo per poco.
Subito dopo, però, possono emergere frustrazione, senso di colpa e domande difficili:
“Perché l’ho fatto di nuovo?”

È importante chiarire un punto:
non si tratta di mancanza di forza di volontà.
È una strategia, spesso automatica, per gestire emozioni complesse o difficili da riconoscere.
Le emozioni che possono portare a mangiare senza fame:

Stress : mangi per trovare calma

Ansia : mangi per recuperare controllo

Noia :mangi per colmare un vuoto

Tristezza : mangi per consolarti

Solitudine : mangi per sentirti meno sola

Queste dinamiche sono comuni e umane.
Ma possono essere comprese, rielaborate, trasformate.

Da dove iniziare?

Con una domanda tanto semplice quanto potente:
“Cosa sto cercando davvero in questo momento?”

Perché spesso non hai bisogno di uno spuntino.
Hai bisogno di ascolto, di rallentare, di respirare.
Hai bisogno di parlare, di sentirti accolta, vista, capita.

E tutto questo non si trova in un pacchetto di biscotti.

Se senti che il cibo è diventato una risposta automatica alle emozioni,
non sei sola, e non c’è nulla di sbagliato in te.

Se desideri fare chiarezza su questi meccanismi e a costruire un rapporto più consapevole e sereno con te stessa, con ciò che provi e con il cibo puoi chiamarmi
📞3381173472

Ricevo online e in presenza.
Contattami se desideri iniziare un percorso di consapevolezza emotiva e benessere psicologico.

Manipolazione emotiva: quando perdi contatto con te stesso Ci sono relazioni in cui, lentamente, inizi a sentirti confus...
21/08/2025

Manipolazione emotiva: quando perdi contatto con te stesso

Ci sono relazioni in cui, lentamente, inizi a sentirti confuso.
Hai la sensazione costante di essere in errore, di doverti giustificare, anche quando sai di non aver fatto nulla di sbagliato.

Chi manipola non sempre lo fa in modo evidente.
Spesso usa strumenti più sottili: il senso di colpa, il silenzio, la colpevolizzazione indiretta, o fa leva sul tuo bisogno di essere accettato, di non deludere.

In terapia, accade spesso di scoprire che queste dinamiche si collegano a parti più antiche della nostra storia:
quel bambino che, pur di essere amato, ha imparato ad adattarsi, a compiacere, a mettere da parte i propri bisogni.

Non è una colpa.
Diventa una responsabilità riconoscere quando ti stai allontanando da te stesso per trattenere l’altro.

Il lavoro terapeutico parte proprio da qui:
dalla possibilità di ritrovare la propria voce,
riconoscere i propri limiti,
e attivare quell’adulto interiore capace di proteggersi e costruire relazioni fondate sul rispetto reciproco.

Perché la manipolazione si basa su un disequilibrio relazionale.
Uno controlla, l’altro si adegua.
E per quanto possa sembrare amore, non lo è.

In terapia si impara che:
Dire “no” non significa essere cattivi.
Mettere confini è un atto di rispetto verso se stessi.
Non sei sbagliato se smetti di compiacere chi ti toglie energia.

Tutto cambia quando scegli di tornare al centro della tua esperienza.
Lì, puoi ritrovare la tua autenticità e costruire relazioni diverse, più sane, più vere.

E a te, è mai capitato di sentirti lontano da te?
Se vuoi, ne parliamo.
📲 3381173372

Se continui a scegliere chi ti ferisce,non è perché non sei abbastanza.È perché una parte di te sta ancora cercando amor...
20/08/2025

Se continui a scegliere chi ti ferisce,
non è perché non sei abbastanza.
È perché una parte di te sta ancora cercando amore… nel posto sbagliato.

Non è fragilità.
È una ferita che chiede ascolto.

Anche le donne più forti possono ritrovarsi in relazioni disfunzionali.
Non per mancanza di valore,
ma perché dentro ognuna di noi vivono parti vulnerabili
che continuano a cercare amore — anche dove non può esserci.

Se ti è capitato di amare chi ti spegne,
chi ti manipola,
chi ti fa sentire sbagliata per ciò che provi…

Sappi che non è colpa tua.
Non è debolezza.
È la voce di una parte più giovane di te, invisibile,
che non ha ancora ricevuto l'amore, la cura, la sicurezza di cui aveva bisogno.
E che oggi continua a cercarle, anche dove fa male.

Finché quella parte resta sola,
potresti trovarti a dare troppo a chi restituisce poco.
A giustificare ciò che non andrebbe giustificato.
A confondere amore con assenza.

Ma il cambiamento è possibile.
E comincia quando scegli di accoglierti,
con compassione e responsabilità.

“Non è colpa mia.
Ma oggi è mia responsabilità prendermi cura di me.”

Se senti che è arrivato il momento di farlo,
scrivimi un messaggio o contattami al 📞 338 117 3472
🌸 Insieme possiamo dare voce a quella parte di te
che chiede amore, cura e presenza.

“Voglio studiare… ma non ci riesco. Perché?” A volte non è pigrizia.Non è mancanza di voglia e nemmeno di organizzazione...
18/08/2025

“Voglio studiare… ma non ci riesco. Perché?”

A volte non è pigrizia.
Non è mancanza di voglia e nemmeno di organizzazione.
È che qualcosa dentro si blocca.

Ti siedi alla scrivania, ma la mente è altrove.
Dentro c’è un misto di ansia, rabbia, frustrazione.
Ti senti “indietro”…

“I miei amici pubblicano foto della loro festa di laurea e io sono fermo da un anno.”

“E se non fossi tagliato per lo studio? Se sto sbagliando strada? Forse dovrei trovare un lavoro…”

“Non sono buono a nulla. Non ho le capacità.”

“Forse è che io non valgo niente…”

Questo è il blocco dello studente.
E no, non è solo un problema di metodo.
È un peso emotivo profondo, che ti porti dentro.

Può nascere da ferite interiori:
• Paura di fallire
• Aspettative familiari
• Pressioni interne
• Un’autostima che vacilla

E se ti dicessi che questo momento di vuoto…
potrebbe essere un vuoto fertile?
Quel vuoto che senti…
può essere uno spazio di trasformazione.

Uno stop che ti costringe a guardarti dentro.
A sentire. A capire cosa ti serve davvero.
A riscrivere il tuo rapporto con lo studio — e con te.

A volte, fermarsi è necessario per crescere.
Il blocco non è la fine: è una pausa che può diventare uno spazio, un tempo “inutile” solo in apparenza, che invece prepara il terreno per qualcosa di nuovo.

Superarlo è possibile.
Serve pazienza, comprensione… e gli strumenti giusti.

Cosa puoi fare?
Il primo passo è ascoltare quello che stai provando, senza giudizio.

Meriti rispetto, anche quando ti senti fermo.

Fai un bel respiro...

E tu? Ti è mai capitato di “fermarti” per un po’?
Scrivimelo nei commenti: anche questo è un primo passo.

E se imparassimo a fidarci delle nostre ali?Il passero non teme che il ramo si spezzi. Non perché il ramo sia sicuro, ma...
17/08/2025

E se imparassimo a fidarci delle nostre ali?

Il passero non teme che il ramo si spezzi. Non perché il ramo sia sicuro, ma perché conosce la forza delle sue ali. La sua fiducia non dipende da dove si posa, ma da ciò che porta dentro di sé.

Questa immagine ci ricorda qualcosa di essenziale: non possiamo costruire la nostra stabilità su ciò che è fuori da noi. Le persone cambiano, le situazioni si trasformano, le certezze di oggi possono svanire domani. E allora? Allora è dentro di noi che dobbiamo imparare a trovare appoggio. Nella nostra resilienza. Nelle risorse che spesso sottovalutiamo. Nelle ali che abbiamo, anche se a volte ce ne dimentichiamo.

Credere in sé stessi non è arroganza. È un atto d’amore e responsabilità verso la propria vita. È sapere che, anche quando qualcosa finisce o crolla, possiamo restare in piedi. Possiamo reinventarci, fare spazio al nuovo, costruire altre strade.

Siamo spesso portati a cercare sicurezza nelle abitudini, nei luoghi familiari, negli altri. Ma come il ramo per il passero, anche questi appigli possono ve**re meno. E quando succede, chi ha imparato a fidarsi di sé, vola.

E tu?
Hai mai pensato a quanto sarebbe liberatorio non dover dipendere sempre da ciò che è esterno?
Hai mai sentito il desiderio di rafforzare quella parte di te che può sostenerti davvero, anche nelle tempeste?

Se senti che è il momento di tornare a credere in te, di coltivare le tue risorse interiori, di ritrovare il coraggio di aprire le ali...
Possiamo lavorarci insieme.

Il primo passo? Scegliere di cominciare.
📲 3381173472

🌀 L’ansia spesso nasce quando ci manca un senso di sicurezza.Quando ci sentiamo vulnerabili, incerti, fuori controllo… l...
16/08/2025

🌀 L’ansia spesso nasce quando ci manca un senso di sicurezza.
Quando ci sentiamo vulnerabili, incerti, fuori controllo… la mente si mette in modalità difensiva.
Non cerca soluzioni, cerca solo di evitare il peggio.

In quei momenti è facile perdere il contatto con le nostre risorse interiori: capacità, esperienze, forza.
Tutto ciò che normalmente ci sostiene sembra sparire.
Ci sentiamo travolti, piccoli, fragili, soli.

🧠 La sicurezza cambia le cose.
È quella voce dentro che ci dice: "Ce la posso fare."
Non perché tutto sia semplice, ma perché io ho gli strumenti per affrontarlo.
La sicurezza non elimina le difficoltà, ma ci dà il coraggio di guardarle in faccia senza sentirci schiacciati.

💬 E nelle relazioni?
La vera sicurezza non arriva solo dal sapere di essere amati…
Arriva quando lo sentiamo davvero, profondamente.
Anche se il passato ci ha fatto dubitare di noi stessi.
Anche se, a volte, una voce dentro ci dice che non siamo abbastanza.

🌱 L’ansia inizia a cambiare quando iniziamo a prenderci il nostro posto nel mondo.
Quando smettiamo di voler essere “giusti” per tutti…
e iniziamo a riconoscerci, davvero.
È lì che ritroviamo forza, direzione, stabilità.

🤍 La sicurezza è come un abbraccio silenzioso che ci ricorda:
“Sei al sicuro, adesso. Hai tutto ciò che ti serve. Puoi scegliere, puoi costruire. E ce la farai.”
E tu, sei pronto a prendere il tuo posto nel mondo?
Se ti va possiamo parlarne
📲3381173472

🌀 Senti di non essere abbastanza: quando la misura del tuo valore… è non valereNella stanza di terapia, questa frase si ...
12/08/2025

🌀 Senti di non essere abbastanza: quando la misura del tuo valore… è non valere

Nella stanza di terapia, questa frase si presenta in tante forme:

👉 “Non sono mai stato all’altezza”
👉 “Devo sempre dimostrare qualcosa”
👉 “Non so nemmeno bene chi sono, ma so che non vado bene così”

Questa sensazione – profonda, faticosa, a volte invisibile agli occhi degli altri – non è “chi sei”,
ma una risposta appresa.
Un modo che hai sviluppato, forse molto tempo fa, per restare in contatto con gli altri… rinunciando però al contatto autentico con te stessə.

In Gestalt, non cerchiamo di aggiustare chi sei.

Ci interessa incontrarti lì dove ti trovi ora, con rispetto.
Perché quel “non sentirsi abbastanza” non si scioglie con frasi motivazionali,
ma con presenza, ascolto e consapevolezza.

✨ Iniziare a sentire che “vali”, significa:

✔️ Riconoscere i messaggi interni che continui a ripeterti
✔️ Dare voce al vissuto che c’è dietro quei messaggi
✔️ Imparare a stare in contatto con te, nel presente, senza dover “essere diverso”

Non sei sbagliatə.

Forse, per troppo tempo, ti sei guardatə con occhi che non erano i tuoi.
E ora è il momento di iniziare a vederti… davvero.

📩 Se senti che questo è il momento giusto per incontrare te stessə in modo più autentico, la terapia può essere uno spazio sicuro per farlo.

Possiamo lavorarci insieme.
📱3381173472

- Non mi tolga tutto il lutto, dottoressa,me ne lasci la metà;io non voglio che il mio cuoresia sgombro per intero,mi la...
25/05/2025

- Non mi tolga tutto il lutto, dottoressa,
me ne lasci la metà;
io non voglio che il mio cuore
sia sgombro per intero,
mi lasci la mancanza:
faccia male di notte,
se non dormo, ma se dormo,
se possibile, vorrei
non svegliarmi nel buio,
come se
non potessi respirare.
Mi tolga
l’impossibile che è che non si possa
più ascoltare la sua voce
e lo squillo del telefono mai suo
quando compio un altro anno
e non vorrei.
Mi lasci continuare
a guardare fissamente
se qualcuno beve
il caffè nel vetro
e faccia che io pianga
sulla torta di riso;
mi tolga il grido, se può,
la testa che sbatte,
il nero che fa
la fine.
Non mi resta che
la mancanza che è:
e se è il dolore che riempie
come un corpo
il mio corpo,
me lo lasci per metà.
Non voglio perdere
che ferisca
la lama che non taglia dei suoi occhi;
Tolga il lutto che inginocchia,
che non crede, che mi chiude
in casa.
Mi lasci che mi facciano
male i fiori,
ma non tutti,
solo quelli arancioni.

Beatrice Zerbini

Indirizzo

Via Stabiana 1
Pompei
80045

Orario di apertura

Mercoledì 09:00 - 17:00
Giovedì 15:00 - 20:00
Venerdì 15:00 - 20:00

Telefono

+393381173472

Sito Web

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