Dott. Giorgio Cuffaro pediatra

Dott. Giorgio Cuffaro pediatra Pediatra privato in ambulatorio a Pordenone e in diversi ospedali in Veneto. N. iscr. albo VE6785. iscrizione albo VE6785.
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𝐃𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐥𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚𝐥𝐞?Ve lo racconto con una storia vera, di gennaio 2024.Ero di turno in uno...
07/10/2025

𝐃𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐥𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚𝐥𝐞?

Ve lo racconto con una storia vera, di gennaio 2024.

Ero di turno in uno dei Pronto Soccorso Pediatrici dove lavoravo raramente, freddo e lontano da casa.
Ero “montato” alle ore 17:00 e stavo visitando nell’ambulatorio PS che si trovava all’interno del reparto di pediatria, come è consuetudine negli ospedali periferici.

Verso le 19:00 mi chiama un papà: suo figlio di 18 mesi ha febbre alta dalla sera prima, è stato visitato dalla propria Curante in tarda mattinata la quale ha sospettato una forma influenzale.
Il papà mi chiama perché il bimbo, dopo aver assunto l’ibuprofene, l’aveva vomitato con tutta la cena.
Consiglio quindi di ridarlo, restando a disposizione.

Vado avanti con le mie visite in ambulatorio PS dove, oltre il 90% dei casi, sono codici bianchi differibili all’indomani. Un classico.

Verso le 21:00 mi chiamano dal PS centrale: 𝒃𝒂𝒎𝒃𝒊𝒏𝒐 𝒅𝒊 2 𝒂𝒏𝒏𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒅𝒊𝒔𝒑𝒏𝒆𝒂, 𝒄𝒐𝒅𝒊𝒄𝒆 𝒓𝒐𝒔𝒔𝒐!

Penso al solito broncospasmo acuto.

Penso al solito codice rosso assegnato impropriamente, ma sono conscio di trovarmi in un ospedale periferico e dell'inevitabile effetto che fa, all'infermiere di triage, un bambino che respira male.

Penso che probabilmente potrò “portarmelo” in reparto e gestirlo al meglio lì, semmai dopo un bell’aerosol.

Mentre faccio questi pensieri sto correndo giù per le scale. Dal PS centrale mi separano 2 piani e un lungo corridoio nell'interrato.

Quando arrivo in Shock Room la situazione mi appare inizialmente tranquilla: il bambino è sì dispnoico, ma la saturazione non è pessima e risponde bene alla somministrazione di poco ossigeno e del broncodilatatore già avviato in aerosol, il colorito è roseo, ha gli occhi aperti.

Ha gli occhi aperti ma risponde poco agli stimoli. La glicemia è buona, ipotizziamo possa avere in corso una crisi epilettica non convulsiva e decidiamo di somministrare la terapia del caso, senza beneficio.

Per sostenere il circolo stiamo infondendo liquidi.

Nel sospetto di una meningo-encefalite somministriamo antibiotico e antivirale.

La TAC encefalo risulta negativa (nella norma).
Gli esami del sangue depongono invece per una grave infezione (aveva 74.000 GB/mm3!).
Probabilmente non si tratta “solo” di una convulsione febbrile complessa.

Tutto sembra però consentirci di poter attendere "tranquillamente" il trasporto, che sta arrivando.

Finché non peggiora rapidamente dal punto di vista respiratorio e gli anestesisti procedono all’intubazione, senza difficoltà.
Le vie aeree sono stabilizzate. Un bene, in vista del trasporto.

Dopo un quarto d'ora circa, come un fulmine a ciel sereno, 𝒂𝒔𝒊𝒔𝒕𝒐𝒍𝒊𝒂: arresto cardiaco.

Avviamo la rianimazione avanzata senza perdere un istante. Siamo nel posto giusto al momento giusto. Massaggio cardiaco, ventilazione, farmaci. Niente può andare storto.

E invece sì.

Dopo 45 minuti di rianimazione di alta qualità, nessun segnale di ripresa. Nessuna risposta di quel cuoricino alle manovre e ai farmaci. Nemmeno transitoria. Nemmeno una volta.

Non ci capacitiamo che possa essere successo. Cosa è andato storto?
Eppure tutte le verifiche fatte e rifatte durante la rianimazione non avevano evidenziato alcun buon motivo per cui quel cuoricino non dovesse ripartire.

Diagnosi? Encefalite fulminante da Influenza A + adenovirus.

Una combo che, nella scarsa letteratura presente, ho visto essere particolarmente aggressiva.

Un bambino di 18 mesi, di base sano, mi è morto davanti agli occhi nel giro di un paio d’ore a causa di una infezione per la quale, la vaccinazione, l’avrebbe quasi certamente salvato.

𝐃𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐥𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐜𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚𝐥𝐞?

ASSOLUTAMENTE SÌ!

Il vaccino è 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚𝐭𝐨 per tutti i bambini nella fascia 6 mesi-6 anni (e ai fragili oltre quella età, come anche agli ultra 60enni).

Raccomandato significa che noi pediatri dovremmo raccomandarlo, non suggerirlo timidamente.

Saranno disponibili 2 tipologie di vaccino:
- spray nasale, vivo attenuato: per bambini di almeno 2 anni;
- intramuscolo: dai 6 mesi.

La prima volta sono previste 2 dosi a distanza di circa 1 mese una dall’altra, una sola dose dall’inverno successivo in poi.

Se l’encefalite fulminante è evento raro (ne sono descritte diverse in letteratura, ma non quella che vi ho raccontato che purtroppo è rimasta in bozza e non per mia scelta) l’influenza causa spesso febbre alta per svariati giorni (anche 8-10) e può complicarsi in polmonite interstiziale con necessità di ossigeno.

Che per me sarebbe già abbastanza.

Dott. Giorgio Cuffaro

Immagine: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/book/10.1002/9781119716181

Ogni guerra bombarda le famiglie.In molte famiglie ci sono bambini.I bambini mai e poi mai dovrebbero essere vittime del...
07/10/2025

Ogni guerra bombarda le famiglie.

In molte famiglie ci sono bambini.

I bambini mai e poi mai dovrebbero essere vittime delle scelte sbagliate di noi adulti.

Tutti noi adulti abbiamo il dovere di proteggere i bambini, tutti i bambini.

Ne consegue che nessuna guerra sia realmente giusta. Tantomeno gli attentati terroristici.
Causassero anche una sola piccola ferita a uno solo di quei bambini, diretta o indiretta, fisica o psichica.

Come glielo spieghiamo ai nostri figli, quel che gli stiamo lasciano?

Dott. Giorgio Cuffaro

Foto di David Puente

𝐈𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨, 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝𝐢̀ 𝟏𝟎 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞.Interverranno anche la dott.ssa in Scienze Motorie Jenny Tellan e la consulente i...
07/10/2025

𝐈𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨, 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝𝐢̀ 𝟏𝟎 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞.

Interverranno anche la dott.ssa in Scienze Motorie Jenny Tellan e la consulente in allattamento La Leche League Jessica Toscano.

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👶🏼✨I PILASTRI DELLA SALUTE PEDIATRICA.
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Acqua, sapone, cerotto, felpa. Senza filtri.Indefinita gratitudine verso l’universo per tutta questa bellezza.Ed è pure ...
06/10/2025

Acqua, sapone, cerotto, felpa.

Senza filtri.

Indefinita gratitudine verso l’universo per tutta questa bellezza.

Ed è pure in regola con le vaccinazioni!

Buonanotte, specie a chi è a lavoro.
Dott. Giorgio Cuffaro

𝐐𝐮𝐢𝐳 𝐬𝐮𝐥 𝐦𝐚𝐥 𝐝’𝐨𝐫𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐏𝐒.*** RISPOSTA IN FONDO ***La notte scorsa ho visitato 2 bambini in PS per ot...
06/10/2025

𝐐𝐮𝐢𝐳 𝐬𝐮𝐥 𝐦𝐚𝐥 𝐝’𝐨𝐫𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐏𝐒.

*** RISPOSTA IN FONDO ***

La notte scorsa ho visitato 2 bambini in PS per otalgia (mal d’orecchio), in assenza di febbre.

CASO 1: 5 anni, lamentava otalgia sinistra da alcune ore. I genitori somministrano ibuprofene (a dose corretta!) e lo portano in Pronto Soccorso dove arriverà dopo circa 20 minuti, alle ore 1:00 circa di notte.

CASO 2: 4 anni, lamentava otalgia destra da alcuni giorni. I genitori non somministrano nulla e lo conducono in Pronto Soccorso verso le 4:00 di notte.

Quale dei 2 casi era effettivamente meritevole di una visita in PS?

Nei prossimi giorni scriverò di otite e del mio approccio “controcorrente” in caso di otorrea (fuoriuscita di muco dall’orecchio).

Stay tuned.

Dott. Giorgio Cuffaro

*** RISPOSTA ***

La risposta corretta era: nessuno dei 2, non essendo l’otalgia una urgenza.

CASO 1: l’antidolorifico somministrato a dose corretta impiega almeno 60-90 minuti per agire. Anche avesse avuto una franca otite media avrebbe potuto aspettare l’indomani.

CASO 2: il dolore nel bambino va SEMPRE trattato, subito. Noi poi riusciamo comunque a capirne la causa e siamo agevolati nella visita se il dolore si è nel frattempo ridotto.

Anche avessero avuto una vera otite media acuta, vista l’età, l’assenza di febbre e la monolateralità, difficilmente avrebbero potuto aver bisogno di un antibiotico (motivo dell’accesso in PS) che, comunque, agisce solo sulle forme batteriche (una minima %) e richiede almeno 24 ore per iniziare ad agire.
Antibiotico che di fatto non ho prescritto a nessuno dei 2.
Al limite il CASO 2 vista la durata del dolore ma, colpo di scena, non aveva nemmeno l’otite!

Immagine: https://www.nostrofiglio.it/bambino/salute/otite-emorragica

𝐃𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐛𝐢𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐢 𝐦𝐮𝐨𝐫𝐞.Di pochi giorni fa la notizia di un bambino nato prematuro e deceduto a seguito di infezione matern...
05/10/2025

𝐃𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐛𝐢𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐢 𝐦𝐮𝐨𝐫𝐞.

Di pochi giorni fa la notizia di un bambino nato prematuro e deceduto a seguito di infezione materna da morbillo in Canada (Fonte 1).

Il morbillo è un virus che non lascia scampo in 1 caso ogni 1000 circa, non solo nei bambini.

L’immunità di gregge protegge anche i figli dei novax ma, se la percentuale di vaccinati scende sotto una certa soglia di sicurezza, sono esposti al rischio di infezione tutti i bambini nel primo anno di vita e parzialmente quelli che devono ancora completare il ciclo vaccinale.

La vaccinazione contro il morbillo, contenuta nel vaccino quadrivalente vivo attenuato MPRV, prevede una prima dose tra i 12-15 mesi e una seconda dose a 5-6 anni.

La prima dose conferisce una protezione del 95% circa, la seconda del 99% e dura per tutta la vita.

Farmaci con efficacia del 100% non esistono motivo per cui, nel caso dei vaccini, è fondamentale l’immunità di gregge.

Fondamentale anche per proteggere i figli dei novax e chi semplicemente non può essere vaccinato per età o per patologie/terapie concomitanti o, infine, chi non risponde al vaccino (“no-responder”).

In Canada è in corso una epidemia di morbillo, con oltre 5.000 casi registrati da inizio anno (Fonte 2).

In Italia recente il caso di una bimba di 2 anni non vaccinata ricoverata per 10 giorni in terapia intensiva (Fonte 3) e dei 2 trentenni trevigiani, anch’essi non vaccinati e ricoverati (Fonte 4).

Se qualche sanitario vi sconsigliasse le vaccinazioni pediatriche fateglielo mettere per iscritto con data, timbro e firma.

Vaccinate i vostri figli e verificare di essere voi stessi in regola con le vaccinazioni.

E come dico sempre, state alla larga dai ciarlatani!

Dott. Giorgio Cuffaro

Fonti:
1. https://www.cidrap.umn.edu/measles/another-canadian-baby-dies-measles-south-carolina-reports-outbreak
2. https://health-infobase.canada.ca/measles-rubella/
3. https://tg24.sky.it/cronaca/2025/06/17/morbillo-bambina-non-vaccinata-rianimazione-firenze
4. https://www.tribunatreviso.it/cronaca/due-ragazzi-gravissimi-morbillo-ricoverati-treviso-ca-foncello-ee8a0fm0

𝐃𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐥’𝐨𝐬𝐭𝐞𝐨𝐩𝐚𝐭𝐚?Prendo spunto dalla clamorosa testimonianza della signora Alessia che oggi mi ha spie...
02/10/2025

𝐃𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐥’𝐨𝐬𝐭𝐞𝐨𝐩𝐚𝐭𝐚?

Prendo spunto dalla clamorosa testimonianza della signora Alessia che oggi mi ha spiegato l’importanza della collaborazione tra pediatri e osteopati, differenziandone le competenze, al fine di rassicurami.

Non ci è riuscita.

Secondo la signora Alessia gli osteopati si occupano di “disturbi funzionali non patologici” come (vedi immagine):
- reflusso
- coliche
- plagiocefalia
- torcicollo congenito
- problemi di suzione
- alterazioni del sonno
- scatti di crescita
- difficoltà nell’allattamento

Il decreto interministeriale 1563 del 1/12/23 stabilisce che l’osteopata possa occuparsi solo di “prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche (𝑛.𝑑.𝑟. 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑁𝑂𝑁 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑜𝑛𝑜, 𝑚𝑎 𝑣𝑎𝑏𝑏𝑒̀) non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo-scheletrico”.

Nel decreto viene inoltre specificato che l’osteopata possa attuare “tecniche osteopatiche esclusivamente manuali, non invasive, ed esterne”.
E quindi niente mani in bocca!

Sebbene sia arcinoto che gli osteopati continuino ad occuparsi delle cose elencate dalla signora Alessia faccio presente che le suddette questioni, o non sono riconducibili all’apparato muscolo-scheletrico, o costituiscono vere e proprie patologie.

In entrambi i casi, le quelle problematiche non possono essere gestite e trattate dall’osteopata che, continuando a farlo, commetterebbe un reato perseguibile d’ufficio che si chiama abuso di professione medica (art. 348 C.P.).

Qualche esperienza che contraddica o confermi quanto ho scritto?

Dott. Giorgio Cuffaro

https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-interministeriale-n-1563-dell1-12-2023

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐨𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚𝐭𝐢?3 su 1000 nascono in arresto cardiaco: necessità di intubazione, ventilaz...
01/10/2025

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐨𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚𝐭𝐢?

3 su 1000 nascono in arresto cardiaco: necessità di intubazione, ventilazione con ossigeno,
compressioni toraciche, farmaci.

1 su 100: necessità di intubazione e ventilazione con ossigeno.

5 su 100: necessità di ventilazione a pressione positiva.

10 su 100 nascono in apnea primaria: si risolve con asciugatura/stimolazione tattile.

Circa 85 bambini su 100 non richiedono alcun intervento da parte del personale sanitario e iniziano a piangere spontaneamente entro 20-30 secondi dalla nascita.

Sulla base di questi dati calcolati su grandissimi numeri, che % morirebbe o riporterebbe un danno ipossico-ischemico se nascesse fuori dall’ospedale?

Dott. Giorgio Cuffaro

Fonte: IRC – Italian Resuscitation Council https://share.google/uEg9HRz6J7ojQuJ4z

Immagine: mia personale.

01/10/2025

𝐋𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐚 𝐆𝐚𝐳𝐚.

Chiaro, vero, diretto e lucido come solo chi sta vivendo questa guerra dall’interno può essere.

Le parole del dott. Marco Sandrone, capoprogetto di Médecins Sans Frontières / MSF a Gaza.

Troppo spesso diamo dell’ “eroe” a chi fa solo il proprio lavoro, al sicuro, come tutti noi medici occidentali con la pancia piena.

Qui siamo a un livello di umanità e altruismo che noi comuni medici del primo mondo possiamo solo ammirare e rispettare in silenzio.

Dott. Giorgio Cuffaro

https://www.facebook.com/share/v/19wPT5HhmT/?mibextid=wwXIfr

𝐃𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐍𝐮𝐫𝐨𝐟𝐞𝐧 𝐨 𝐓𝐚𝐜𝐡𝐢𝐩𝐢𝐫𝐢𝐧𝐚?Questa è sicuramente una delle domande che più frequentemente noi pediatri ci sent...
30/09/2025

𝐃𝐨𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐍𝐮𝐫𝐨𝐟𝐞𝐧 𝐨 𝐓𝐚𝐜𝐡𝐢𝐩𝐢𝐫𝐢𝐧𝐚?

Questa è sicuramente una delle domande che più frequentemente noi pediatri ci sentiamo fare dai genitori con bimbi malati.

Ma intanto alcune premesse, anche alla luce delle ultime “americanate”:

1) il paracetamolo è il più sicuro antidolorifico e antipiretico esistente, l’unico indicato in qualunque fase della gravidanza e dal primo giorno di vita (l’ibuprofene no, come mai?).
Agisce su febbre e dolore, non sull’infiammazione;

2) alla dose terapeutica (quella che trovate riportata sulla confezione o sul foglietto illustrativo) il glutatione non sarà consumato, potete stare tranquilli;

3) l’ibuprofene è controindicato in alcune fasi della gravidanza (salvo diversa indicazione del medico) e, in età pediatrica, è indicato solo dai 3 mesi di vita in poi (ma in genere evitiamo di darlo anche nei mesi immediatamente successivi).
Oltre ad avere azione antipiretica e antidolorifica come il paracetamolo, agisce anche sull’infiammazione portandosi dietro degli effetti collaterali che il paracetamolo non ha.

Ma più che domandarci cosa sia meglio TRA ibuprofene e paracetamolo dovremmo chiederci: QUANDO somministrare l’uno o l’altro?

In caso di:
- malessere
- sofferenza
- lamento
- pianto
- irrequietezza
ovvero in caso di DOLORE del bambino.

E non in caso di “febbre superiore a” in quanto la febbre è un’arma messa in campo dall’organismo per contrastare le infezioni.
Va abbassata SOLO se crea discomfort visto che non comporta alcun pericolo salvo specifiche patologie di base ben note ai genitori, come l’epilessia (avevo scritto questo post a riguardo, con oltre 2000 condivisioni: https://www.facebook.com/share/ZKAzhytexXpyDZhf/?mibextid=WC7FNe).

E così come la febbre viene generata per contrastare l’infezione, lo stesso vale anche per l’infiammazione che, entro certi limiti, andrebbe quindi preservata e non contrastata.

Ma allora, QUALE scegliere?

Sempre e comunque il paracetamolo in prima battuta.
A dosaggio terapeutico è ripetibile con assoluta sicurezza ogni 6 ore nei bambini, ogni 8 ore in gravide, adulti e anziani (nei quali si assume 1 g indipendentemente dal peso corporeo).

In caso di patologie specifiche dove il dolore sia di origine infiammatoria (es. otite media acuta, faringite, coxalgia benigna) sarà preferibile l’uso dell’ibuprofene (ripetibile massimo ogni 8 ore).

In caso di dolore di difficile gestione e prima di ricorrere ad antidolori maggiori (es. tramadolo) sarà possibile alternare i 2 farmaci ogni 4 ore, e non certo per trattare la famigerata “febbre alta che non scende” (Fonte 1 “Il dolore nel bambino”, linee guida ministeriali).

La dose singola tossica del paracetamolo in età pediatrica è di 150 mg/kg; 200 mg/kg nei bambini sani di età compresa tra 1 e 6 anni (Fonte 2).

La dose terapeutica maggiormente impiegata in pediatria è di 15 mg/kg (varia da 10-15 mg/kg): è necessaria quindi una dose di almeno 10 volte superiore per esaurire il famoso glutatione comportando gravi danni epatici!

Un bambino di 10 kg invece di assumere 150 mg dovrebbe assumerne 1.500 mg (che sono 3 compresse da 500 mg!).

Cosa potrebbe accadere usando l’ibuprofene in corso di infezioni virali se non indicato o comunque come prima scelta?

Sebbene sia sicuro per quanto riguarda il rischio di gastrolesività (Fonte 3) si è visto che:
- aumenta il rischio di 𝐩𝐨𝐥𝐦𝐨𝐧𝐢𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐚 nei bambini in corso di infezioni respiratorie (Fonte 4);
- può comportare 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐢 𝐢𝐧𝐟𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐧𝐞𝐜𝐫𝐨𝐭𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐭𝐞𝐬𝐬𝐮𝐭𝐢 𝐦𝐨𝐥𝐥𝐢 in corso di varicella (sempre Fonte 4) che sì, purtroppo stiamo tornando a vedere.

Buon autunno a tutti,

Dott. Giorgio Cuffaro

Fonti:
1)https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1256_allegato.pdf
2) https://emedicine.medscape.com/article/820200-overview?form=fpf
3) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10506264/
4) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33514404/ #:~:text=Pre%2Dhospital%20use%20of%20ibuprofen,use%20during%20COVID%2D19%20course.

𝐏𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐚: 𝐢𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐢𝐧𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐚.A commento di un mio recente post sull’ennesima tragedia evitabile av...
25/09/2025

𝐏𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐚: 𝐢𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐢𝐧𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐚.

A commento di un mio recente post sull’ennesima tragedia evitabile avvenuta qualche settimana fa a Roma, la dott.ssa Giorgia Marzaroli aveva così commentato.

E penso meriti di essere letto, questo commento, essendo scritto da chi sta dalla parte della futura mamma.

“Un trasferimento in condizioni di rischio arriva sempre troppo tardi.
In ostetricia non si parla di Urgenze ma di Emergenze.
Un parto si può dire fisiologico solo alla fine, anzi due ore dopo il parto. Perché anche una gravidanza fisiologica, senza fattori di rischio (ormai la minoranza dei casi) può complicarsi per madre e bambino in minuti, anzi secondi.
Una bradicardia fetale severa e prolungata (evidenziabile solo con il tracciato CTG in continua) può verificarsi in qualsiasi momento e un taglio cesareo va espletato in pochi minuti: se sei in sala parto si chiama l’anestesista per un codice rosso e in 3 minuti il bambino è fuori, pronto ad esser rianimato se occorre. Per non parlare della necessità di una ventosa (che un’ostetrica non può applicare) o di una distocia di spalle, in cui in 4’ devi ti**re fuori un feto.
Con un’emorragia del post parto da atonia uterina, la donna può perdere in pochi minuti anche 3-4 l di sangue.
Chi infonde i farmaci uterotonici, chi fa un secondamento manuale o un raschiamento e mette su contemporaneamente una sacca di sangue in una casa del parto?
Non scherziamo.
Il parto è una cosa seria.
È fisiologia solo a posteriori.
Ormai il parto anche in ospedale è minimamente medicalizzato e si cerca di rendere l’esperienza il più soft possibile, dall’uso delle peanut balls, lucine, musica e skin to skin.
Ma se serve ginecologo, anestesista e pediatra (e servizio trasfusionale) noi siamo lì.
No al parto in casa!”.

Legale non significa sicuro.
Anche sciare senza casco è legale, ma anche il prossimo inverno ci cascherà qualche morto.

Ricordo che le società italiane di neonatologia, ginecologia e anestesia e rianimazione sconsigliano il parto in casa in quanto pericoloso per donna e bambino.

Dott. Giorgio Cuffaro

Foto: https://www.lanazione.it/lucca/cronaca/un-parto-naturale-in-acqua-nel-salotto-di-casa-cosi-sara-ha-dato-alla-luce-il-piccolo-liam-9b45a4c9

𝐏𝐚𝐫𝐚𝐜𝐞𝐭𝐚𝐦𝐨𝐥𝐨 𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐢𝐬𝐦𝐨: 𝐝𝐢𝐭𝐞𝐥𝐨 𝐚 𝐓𝐫𝐮𝐦𝐩.L’anno scorso è stato condotto in Svezia uno studio su un campione gigantesco di ...
24/09/2025

𝐏𝐚𝐫𝐚𝐜𝐞𝐭𝐚𝐦𝐨𝐥𝐨 𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐢𝐬𝐦𝐨: 𝐝𝐢𝐭𝐞𝐥𝐨 𝐚 𝐓𝐫𝐮𝐦𝐩.

L’anno scorso è stato condotto in Svezia uno studio su un campione gigantesco di bambini: 2.500.000 (sì, milioni) seguiti per 25 anni allo scopo di individuare l’aumento di rischio di autismo, ADHD e disabilità intellettive in caso di assunzione di paracetamolo in gravidanza.

La forza di questo studio non sta nel fatto che sono stati confrontati bambini con storia materna di assunzione di paracetamolo con quelli che il paracetamolo in gravidanza non l’avevano assunto (dove sarebbe emerso un “aumento marginale del rischio” in caso di assunzione).

La vera forza di questo studio sta nel fatto che sono stati confrontati i fratelli, allo scopo di minimizzare i fattori confondenti: stabilire se, in una stessa famiglia (e quindi stessi fattori genetici e ambientali), l’esposizione in gravidanza al paracetamolo aumentasse il rischio di autismo, ADHD e disabilità intellettive.

Studio che così conclude: “l’uso di paracetamolo durante la gravidanza non è risultato associato al rischio di autismo, ADHD o disabilità intellettiva nei bambini nelle analisi di controllo tra fratelli. Ciò suggerisce che le associazioni osservate in altri modelli potrebbero essere attribuibili a fattori confondenti.”

Ditelo a Trump!

Grazie a Barbara Armigliato per la segnalazione.

Dott. Giorgio Cuffaro

P.S. Jama non è uno di quei giornaletti predatori dove, pagando, potete pure pubblicare l’efficacia dell’omeopatia. È Jama!

Fonte:
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2817406?fbclid=IwdGRleANBOJdleHRuA2FlbQIxMQABHjvUocuEXUHXRLXnYrtZUByBR7rjopnrQIwjzBsblpbU3EmheP-T1kwo_Wqd_aem_s_M8wdmMpKxrocSi1zo9LA

Foto: https://www.yghea.it/farmaci-in-gravidanza/

Indirizzo

Via Colonna, 12
Pordenone
33170

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 10:00

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