
09/08/2025
L’uomo viene gettato nel mondo e deve accettare di vivere con angoscia la sua esistenza.
Ora qualcuno mi potrà dire: ma perché alcuni sono presi dall’angoscia e altri no?
Non è facile rispondere. Certo si può dire che forse c’è un problema di sensibilità, per il quale, per esempio, alcune persone non si fanno mai delle domande. Vivono tranquillamente una vita all’esterno, si accontentano di quello che succede, e la loro vita scorre.
Nessuno può biasimare questa modalità.
Ma ci sono invece poi delle persone che si fanno delle domande.
E siccome a queste domande non si può mai rispondere, proprio la mancanza di risposta può generare l’angoscia.
E allora l’angoscia diventa uno strumento significativo.
Io punto molto su questi aspetti, perché la persona sofferente crede di essere la persona più disgraziata del mondo: in realtà quella sofferenza diventa quella spina che è nel fianco, oppure che è dietro la nuca, ci impedisce di dormire e quindi ci spinge verso la conoscenza, ci spinge a capire cose che altrimenti non avremmo mai capito.
Una persona angosciata, secondo il mio punto di vista, ha un tipo di nobiltà che la persona che non conosce angoscia, non ha mai avuto né potrà mai avere.
Naturalmente è un tipo di nobiltà che la persona angosciata ha e questo tipo di nobiltà ha un prezzo molto alto. Io non potrei dire se vale la pena o non vale la pena di pagarlo, però so che bisogna pagare questo prezzo.
Anche perché poi, in fondo, le cose veramente importanti nella vita non vengono mai date con uno sconto, hanno sempre un prezzo.
Aldo Carotenuto